.
livello elementare
.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: GERMANIA
parole chiave: Sommergibili, battaglia dell’Atlantico
Ad oltre settant’anni dalla fine della guerra mondiale, nonostante l’apertura e la disponibilità degli archivi storici delle principali marine, le valutazioni sui sommergibili tedeschi e sul loro impegno principale, la Battaglia dell’Atlantico, possono essere, sotto certi aspetti, ancora molto controverse. Tale controversia non riguarda ovviamente gli aspetti tattici ma le implicazioni industriali e propagandistiche della stessa, da parte di ambedue i contendenti, nonché le manipolazioni di carattere politico al riguardo.
Realtà e propaganda
Con l’enorme massa di documentazione oggi disponibile c’è da chiedersi se ragionevolmente qualsiasi delle due parti in lotta abbia mai creduto sino in fondo nel peso determinante della guerra sottomarina per l’esito finale del conflitto e perché il potere nazista, che pur disponeva di sufficienti ed obbiettivi dati di valutazione, abbia continuato a richiedere un tale contributo di risorse e di vite umane alla propria Marina.
St. Nazaire, Francia occupata, l’Uboot U 94 è accolto al suo arrivo in porto dall’ammiraglio Karl Dönitz – autore Lothar-Günther Buchheim – fonte Propagandakompanien der Wehrmacht – Marine (Bild 101 II) Accession number Bild 101II-MW-3491-06Bundesarchiv Bild 101II-MW-3491-06, St. Nazaire, Uboot U 94, Karl Dönitz.jpg – Wikimedia Commons
Una valutazione sulla componente subacquea tedesca del periodo dovrebbe spostarsi da un’analisi puramente storico-navale ad una storico-politica, molto più difficile, soggettiva ed ancora in parte carente di opportuni supporti. Dovrebbe essere venuto il momento di abbandonare lo stereotipo della Battaglia dell’Atlantico e della guerra sottomarina in genere, che fu creato, in pieno clima bellico, sull’onda della propaganda e poi, immediatamente dopo il conflitto, rafforzato irrazionalmente in termini emotivi e razionalmente per impedire la completa smobilitazione delle flotte alleate, sfruttando il fatto che non era certamente possibile l’accesso agli archivi e di conseguenza l’attuale massa di documenti. Ci si sarebbe aspettato che la minore emotività ed il progredire delle analisi, anche statistiche, avrebbero portato ad una revisione critica di tale stereotipo ma stranamente si è verificato solo un consolidamento e quasi un tentativo di giustificazione a posteriori dei concetti iniziali.
Voglio sottolineare che la guerra navale tedesca, e quella sottomarina come sua massima espressione (anche se non così inizialmente voluta o pianificata dalla Kriegsmarine), non fu mai considerata un fattore primario di vittoria da parte del regime nazista.
La Marina germanica era considerata un’arma complementare, di supporto e fiancheggiamento della Wermacht e non godeva della sensibilità di Hitler. Inoltre, non disponeva neppure dell’influenza che l’altra arma di appoggio, la Luftwaffe, godeva grazie ad un personaggio politico come Goëring. Di fatto dopo le difficoltà della campagna di Norvegia e dell’operazione Leone Marino (la prevista invasione dell’Inghilterra) la componente subcquea aveva perso ulteriore credito e priorità nelle decisioni politico-militari.
il sommergibile U 45 in emersione, 1938 – autore ignoto – attribution: Bundesarchiv, Bild 200-Ub0109 / CC-BY-SA 3.0 File:German U-boot U-45 in 1938.jpg – Wikimedia Commons
Come è noto Hitler non aveva previsto la complessità (e la durata) di una guerra globale: in tale contesto la Marina era sicuramente in secondo piano e sicuramente si verificò una scarsissima flessibilità tanto nella definizione quanto nel riesame delle priorità. Ciascun’arma, nella scala di priorità assegnata a priori, combatteva una propria guerra, spesso in competizione e non in collaborazione con le altre armi. Il fattore propagandistico diventava fondamentale proprio perché le decisioni di Hitler non erano prese in base a valutazioni obbiettive ma erano giudizi netti, irrevocabili, dovuti a fattori emotivi ed agli effetti di immagine che ne sarebbero derivati.
E’ quindi più che probabile che i vertici della Kriegsmarine abbiano giocato la carta della guerra sottomarina e dei suoi successi, sopravalutati, anche sulle priorità, giocando sul fatto che il Führer mancava di ogni sensibilità navale, e quindi di comprensione delle potenzialità e necessità delle unità di superficie, ed era abbastanza soggiogato dall’immagine degli U-boot e dell’uso propagandistico che se ne poteva fare. Questo spiega d’altronde la costante ascesa, anche politica, dell’ammiraglio Dönitz. In sintesi, in una certa misura gli U-boot assicurarono quindi alla Kriegsmarine quella visibilità e quelle priorità che altrimenti non avrebbe avuto.
Gian Carlo Poddighe
Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
Bibliografia e ricerche
– US Naval Institute, Annapolis – Books, articles and publ.
– IWM – London
– U-Boot Archives, Sylt (Prof. H. Bredow)
– National Arch. And Rec. Adm., Washington DC – Rec. U Boats warfare
1939/45
– Ufficio Storico Marina Militare italiana – Sommergibili in Atlantico
– Kaaiser Fund.
– Rower – Axis Submarine Success
– Rower – Chronology of war at sea
– Churchill – La 2^ Guerra Mondiale
– J.P. Mallman Showell – U Boats under the swastika
– Bekker – The German Navy
– C. Bekker – Hitler’s naval war
– K. Dönitz – Ten years and tenti Days
– Gröner – German Navy 1815/1945 – vol 2
– H. Bodo – U Boats in action
– Lohmann and Hildebrand – Kriegsmarine 1939/45
– Macintyre – The battle of the Atlantic
– Rossler – The U-Boat
– Ruge – Sea warfare 1939-45
– U. Gabler – Construcciòn de Submarinos
– Preston – Submarines
– Lucas – La 2^GM vista dai tedeschi
– R.C. Stern – Tipe VII U-Boats
– V.E. Tarrant – The U- Boats offensive 1914-1945
– ONI – Naval German Vessel of WW2
– Gudmundur Helgason – U-web – U-Boat war 1939/45
– R. Winklareth Naval Shipbuilders of the world
– Showell German Navy Handbook

Ufficiale del Genio Navale della Marina Militare Italiana in congedo, nei suoi anni di servizio è stato destinato a bordo di unità di superficie, con diversi tipi di apparato motore, Diesel, Vapore, TAG. Transitato all’industria nazionale ha svolto incarichi di responsabilità per le costruzioni della prima legge navale diventando promotore delle Mostre Navali Italiane. Ha occupato posizioni dirigenziali sia nel settore impiantistico che delle grandi opere e dell’industria automobilistica, occupandosi della diversificazione produttiva e dei progetti di decarbonizzazione, con il passaggio alle motorizzazioni GNV.
E’ stato membro dei CdA di alcune importanti JV internazionali nei settori metallurgico, infrastrutturale ed automotive ed è stato chiamato a far parte di commissioni specialistiche da parte di organismi internazionali, tra cui rilevanti quelle in materia di disaster management. Giornalista iscritto all’OdG nazionale dal 1982, ha collaborato con periodici e quotidiani, ed è stato direttore responsabile di quotidiani ricoprendo incarichi di vertice in società editoriali. Membro di alcuni Think Tank geopolitici, collabora con quotidiani soprattutto per corrispondenze all’estero, pubblica on line su testate del settore marittimo e navale italiane ed internazionali. Non ultimo ha pubblicato una serie di pregevoli saggi sull’evoluzione tecnologica e militare sino alla 2^ Guerra Mondiale, in particolare della Regia Marina, pubblicati da Academia.edu.