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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: maiali, X MAS
Nel 1941, le ferite della notte di Taranto non si erano ancora rimarginate. In quel maledetto attacco contro il porto di Taranto, avvenuto nella notte tra l’11 ed il 12 novembre 1940 da parte degli aerei imbarcati della Royal Navy britannica. Una dimostrazione del potenziale dell’aviazione di marina che poteva fornire un braccio allungato alla flotta in operazioni expeditionary, in altro modo non effettuabili dalla Royal Air Force.
SUPERMARINA rimase spiazzata, comprendendo di aver sottovalutato la minaccia che gli fece perdere tre delle navi piรน significative della flotta: il Cavour, il Littorio e il Duilio. Solo Mussolini, annotรฒ Ciano nel suo diario, non ne comprese la gravitร , riportando “… credevo di trovare il Duce abbattuto. Invece ha incassato bene il colpo e quasi sembra, in questi primi momenti, non averne valutata tutta la gravitร “. Non c’era da meravigliarsene … il Duce non credeva nella Flotta, negandogli la costruzione delle portaerei in una visione forse douhettiana della guerra moderna … si sarebbe poi ricreduto, anche se troppo tardi.

l’ordine con cui la I Flottiglia M.A.S. divenne 10 Flottiglia M.A.S.
Le azioni del mezzi di assalto
Il 15 marzo 1941 la 1ยช Flottiglia MAS Speciale fu ribattezzata da SUPERMARINA con il numero 10 ovvero la 10ยช Flottiglia MAS in riferimento alla legione di Giulio Cesare, la Legio X Gemina. Solo due mesi dopo, il 15 maggio, il Regio Sommergibile Scirรจ fu riassegnato al ruolo di trasporto degli assaltatori e salpรฒ da La Spezia per l’operazione ยซB.G. 3ยป con obiettivo la base navale di Gibilterra con a bordo tre siluri a lenta corsa. Il 22 maggio, il battello attraversรฒ in immersione lo stretto di Gibilterra e, all’entrata del porto di Cadice, imbarcรฒ gli operatori degli S.L.C. ed il capitano medico Bruno Falcomatร . La missione fu perรฒ ancora una volta piena di imprevisti e l’operazione fallรฌ con la perdita dei due mezzi. Il 10 settembre 1941, lo Scirรจ, al comando di Junio Valerio Borghese, lasciรฒ nuovamente La Spezia diretto a Gibilterra per condurre l’operazione ยซB.G. 4ยป. Nella notte del 20 settembre furono rilasciati gli S.L.C. e questa volta la sorte fu favorevole e gli assaltatori affondarono o danneggiarono tre navi. Questa azione di successo fu la premessa nella missione forse piรน famosa per la quale lo Scirรจ e i suoi assaltatori passarono alla storia: l’operazione ยซG.A. 3ยป contro la base di Alessandria d’Egitto che andrรฒ a raccontare oggi, in occasione della sua ricorrenza.
Operazione G.A. 3 Alessandria d’Egitto
Il sommergibile Scirรจ, dopo aver imbarcato a bordo tre Siluri a lenta Corsa, salpรฒ il 3 dicembre da La Spezia e raggiunse il 9 dicembre Lero, un’isola dell’Egeo nell’arcipelago del Dodecaneso. Il 12 dicembre furono imbarcati gli operatori dei mezzi: Durand de La Penne e Bianchi per lโSLC 221, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia ed il sottocapo palombaro Spartaco Schergat per lโSLC 230, il capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta ed il capo palombaro Mario Marino per lโSLC 223.

i contenitori degli SLC che venivano installati sulla coperta dei battelli
Il 14 dicembre il Regio Sommergibile del Scirรจ diresse a lento moto verso Alessandria in attesa che i ricognitori della Regia Aeronautica Italiana confermassero la presenza delle corazzate britanniche Queen Elizabeth e Valiant. Lโoperazione ebbe inizio intorno alle 02:00 del 19 dicembre 1941. Lo Scirรจ, giunto in prossimitร dei campi minati protettivi, proseguรฌ fino a circa un miglio nautico dal Fanale del molo di ponente del porto commerciale di Alessandria. I mezzi furono quindo rilasciati per l’avvicinamento verso la rada. Gli operatori dovevano giungere sotto la chiglia del proprio bersaglio, piazzare la carica d’esplosivo e successivamente abbandonare la zona, dirigendosi a terra. Il rendez vous con lo Scirรจ era pianificato qualche giorno dopo al largo di Rosetta.

HMS Valiant
L’equipaggio composto da Durand de la Penne e Bianchi, sul S.L.C. 221, puntรฒ verso la nave da battaglia HMS Valiant. Durante il trasferimento, a causa di un guasto al respiratore ad ossigeno, Bianchi dovette risalire in superficie aggrappandosi ad una boa di ormeggio della corazzata, ma De la Penne non si diede per vinto e riuscรฌ a trascinare il mezzo fin sotto la carena della nave da battaglia. Fu uno sforzo enorme per un uomo solo, stremato dalla stanchezza e dal freddo. Riaffiorato in superficie fu alla fine avvistato dalle sentinelle inglesi che lo catturarono e portarono a bordo della corazzata. Poco dopo, fu raggiunto anche da Bianchi, catturato da una motobarca che lo aveva avvistato aggrappato ad una boa.
I Britannici, pur avendo catturato i due sommozzatori, non avevano idea di che cosa stava succedendo; decisero quindi di rinchiuderli in un locale sotto la linea di galleggiamento nella speranza di convincerli a rivelare il posizionamento delle eventuali cariche. Alle 05:30, a mezz’ora dall’ora prevista di detonazione, De la Penne si fece condurre dal comandante della nave e lo informรฒ che da li a poco la nave sarebbe saltata, e gli suggerรฌ di mettere in salvo lโequipaggio. Il Comandante inglese, non riuscendo ad ottenfre altre informazioni, come โringraziamentoโ dellโatto di galanteria, fece riportare l’ufficiale italiano nel locale. All’ora prevista, intorno alle sei del mattino, avvenne l’esplosione provocando l’allagamento di diversi compartimenti della nave mentre molti altri venivano invasi dal fumo; la violenta esplosione contorse le lamiere della nave ed anche il compartimento, che ospitava gli Italiani, venne interessato dall’esplosione, facendo saltare il portellone che li richiudeva. I due incursori riuscirono ad uscire dal locale ed a recarsi in coperta dove vennero evacuati insieme al resto dell’equipaggio. Le condizioni della corazzata apparvero subito gravissime e di fatto la HMS Valiant restรฒ fuori uso per quattro mesi.
Nel frattempo, Vincenzo Martellotta e Mario Marino, sul S.L.C. nยบ 222, nonostante fossero stati costretti a navigare in superficie, a causa di un malore di Martellotta, riuscirono a raggiungere e minare la petroliera Sagona, coinvolgendo nell’esplosione anche un’altra nave, il HMS Jervis, che si trovava ormeggiata a pacchetto con la petroliera. I due operatori, dopo aver preso terra, si liberarono della muta stagna, sotto la quale indossavano la divisa della Regia Marina. Nel transito verso il punto di raccolta, vennero perรฒ intercettati e catturati da poliziotti egiziani. La terza coppia, composta da Antonio Marceglia e Spartaco Schergatcon il S.L.C. nยบ 223, riuscรฌ a portare a termine un profilo di missione perfetto.
A
Avendo come obbiettivo il HMS Queen Elizabeth, nave di bandiera dell’ammiraglio Andrew Cunningham, Comandante della Mediterranean Fleet, il maiale si avvicinรฒ occultamente alla nave fino ad agganciare la testata esplosiva del S.L.C. al suo scafo. I due operatori raggiunsero in maniera occulta la banchina e riuscirono ad allontanarsi da Alessandria. Il HMS Queen Elizabeth, a seguito dellโesplosione, rimase fuori combattimento per un anno e mezzo.
Sebbene l’attacco avesse danneggiato quattro navi inglesi il danno maggiore fu quello morale
I Britannici accusarono il colpo: sei uomini erano stati in grado di violare e colpire nel cuore la flotta inglese, utilizzando delle armi segrete decisamente non convenzionali. La guerra navale stava cambiando e gli Italiani avevano in una notte cambiato le regole.

gli eroi di Alessandria: in alto da sinistra de la Penne, Bianchi, Marceglia – in in basso da sinistra Schergat, Martellotta, Marino
Dopo l’azione gli operatori raggiunsero terra ma non riuscirono ad evitare l’arresto. In realtร ci furono degli errori banali fatti dal Servizio Segreto Militare italiano che aveva preparato il piano di estrazione con poca cura e fornito agli operatori della valuta non in corso di validitร .
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, tutti e sei gli operatori vennero rilasciati dai campi di prigionia e rimpatriati. Nel corso del 1944, con una cerimonia solenne, vennero decorati a Taranto ricevendo la medaglia d’oro al valor militare che venne appuntata, in segno di particolare onore, dal commodoro Sir Charles Morgan, ex comandante del HMS Valiant.
Nonostante la cattura di tutti gli operatori lโeco del successo della missione fu enorme. La base di Alessandria era considerata imprendibile e Winston Churchill, visibilmente irritato dall’accaduto, dichiarรฒ “sei italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l’equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell’Asse”.
Di fatto la Mediterranean Fleet si trovรฒ improvvisamente e per la prima volta in netta inferioritร in rapporto alla flotta italiana, disponendo solo di quattro incrociatori leggeri e alcuni cacciatorpediniere … ma la Regia Marina italiana non seppe approfittarsene. Nei cuori dei marinai italiani, la notte di Taranto era stata finalmente vendicata.
L’impresa di Alessandria fu raccontata in questo film italo-inglese del dopoguerra. Buona visione.
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contrammiraglio in congedo della Marina Militare Italiana (riserva). Ha frequentato l’Accademia di Livorno dal 1977 al 1981. Nei suoi 40 anni di servizio ha servito 15 anni a bordo delle unitร di superficie, in numerosi Comandi nazionali e all’estero e in zone di guerra. E’ laureato in scienze marittime delle difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. E’ un analista indipendente di sicurezza marittima per diversi Think Tank geopolitici e collabora con riviste on line del settore italiane ed internazionali. Istruttore subacqueo, con immersioni effettuate in quasi tutti gli oceani, si รจ brevettato Scientific Diver nel 1993 presso lโInternational School Scientific Diving di cui, l’anno successivo, รจ diventato docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare. Nel 2015 ha ideato OCEAN4FUTURE con lo scopo di divulgare la cultura del mare. Nel 2019 ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee.
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