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livello medio
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ARGOMENTO: GEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: ANTARTIDE
parole chiave: ghiacciai, mappatura digitale
Quando pensiamo all’Antartide ci immaginiamo una distesa di ghiacci ai confini del mondo. In realtà, a differenza dell’Artide, al di sotto degli stessi vi è un continente antico, celato fino ad oggi da spesse coltri ghiacciate che si stanno lentamente sciogliendo. Le sorprese dal punto di vista scientifico non mancano, rivelando montagne, valli e canyon un tempo nascosti sotto quei ghiacci.
Antartide, cosa c’è sotto quei ghiacci? – NASA
Terra Antartica
Il continente antartico può sembrare dallo spazio piuttosto piatto e privo di caratteristiche morfologiche evidenti, ma sotto quella coltre di migliaia di anni di ghiacci si cela un antico continente, strutturato come qualsiasi altro. Un nuovo studio ce lo rivela e la sorpresa non è tanto nella sua morfologia, che inspiegabilmente appariva anche in mappe dei tempi antichi, ma anche sulle sue dinamiche. Grazie ai nuovi mezzi a disposizione sarà ora più facile comprendere e prevedere come e quando il ghiaccio si scioglierà e quali regioni antartiche saranno più vulnerabili in un prossimo futuro.
un continente ancora tutto da scoprire – NASA
La nuova mappa della NASA, chiamata BedMachine Antartica, mette insieme misurazioni del movimento dei ghiacci, sismiche e radar per creare un’immagine più dettagliata delle caratteristiche più nascoste dell’Antartide. Secondo Mathieu Morlinghem, Università di California, utilizzando BedMachine si possono finalmente evidenziare settori dell’Antartide, studiando dettagli essenziali come dossi e cavità sotto il ghiaccio che possono accelerare, rallentare o addirittura arrestare la ritirata dei ghiacciai.
Image source: BEDMACHINE/UCI/BAS
Ma cos’è BedMachine?
BedMachine è un nuovo prodotto topografico del letto antartico basato sui dati sullo spessore del ghiaccio di 19 diversi istituti di ricerca risalenti al 1967, che comprende quasi un milione di migliaia di sondaggi radar. BedMachine stima ciò che si trova tra le linee di sondaggio radar, utilizzando informazioni altamente dettagliate sul movimento del flusso di ghiaccio dai dati satellitari che di fatto ci aiutano a comprendere il modo in cui il ghiaccio si muove.
La nuova mappa, pubblicata nel dicembre 2019 sulla rivista Nature Geoscience, rivela caratteristiche topografiche precedentemente sconosciute che modellano il flusso di ghiaccio nel continente antartico. Queste caratteristiche hanno “importanti implicazioni per la risposta dei ghiacciai ai cambiamenti climatici“, hanno scritto gli autori dello studio, “… ad esempio, i ghiacciai che scorrono attraverso le montagne trans-antartiche sono protetti da ampie creste stabilizzanti“.
Va da sé che comprendere come le dinamiche dello scioglimento dei ghiacci antartici diventino sempre più importante man mano che la Terra si surriscalda, influenzando i livelli dei mari. Dallo studio emerge come queste nuove tecniche consentano di valutare dallo spazio le geomorfologie antartiche rivelando strutture un tempo non valutabili, come la scoperta del canyon più profondo del pianeta Terra di oltre 3.500 metri di profondità.
Questa illustrazione mostra un’immagine evidenziata verticalmente del terreno sotto il Denman Glacier nell’Antartide orientale, compresa la depressione profonda Denman Trough (Strip blu scuro) – 11.000 piedi (3.500 metri) sotto il livello del mare – Image credit: NASA’s Scientific Visualization Studio
In particolare, studiando la quantità di ghiaccio che fluisce ogni anno attraverso una particolare e stretta regione conosciuta come canyon di Denman, i ricercatori hanno compreso che esso sprofonda ad almeno 3.500 metri sotto il livello del mare raccogliendo un enorme volume di acqua ghiacciata. Un’area depressa molto più profonda del Mar Morto, la regione mediorientale più bassa conosciuta che si trova a 432 metri (1.419 piedi) sotto il livello del mare.
La nuova mappa offre nuove informazioni su quali regioni del continente antartico siano maggiormente esposte al rischio di scomparire nell’oceano nei prossimi decenni. Di fatto, la calotta glaciale antartica ha perso molta massa negli ultimi decenni a causa del flusso accelerato dei suoi ghiacciai, condizionato dalla temperatura dell’oceano e dalla morfologia geologica del suo letto. Si è constatato che i ghiacciai che si ritirano lungo i pendii retrogradi (ovvero quelli in cui l’elevazione del letto scende nella direzione interna) sono potenzialmente instabili, mentre le creste subglaciali rallentano la ritirata dei ghiacciai. Dallo studio emergono aree con caratteristiche precedentemente sconosciute con importanti implicazioni per la risposta dei ghiacciai ai cambiamenti climatici: ad esempio, quelli che scorrono attraverso le montagne trans-antartiche sono protetti da ampie creste che ne stabilizzano i movimenti. Viceversa, nel bacino marino di Wilkes Land, nell’Antartide orientale, sono stati mappati pendii retrogradi lungo i ghiacciai Ninnis e Denman o stabilizzanti nei sistemi dei ghiacciai Totten e Lambert.
In pratica, lo studio fornisce un passo avanti nella scoperta dei meccanismi che regolano le dinamiche geologiche antartiche, conoscenze che rimangono però ancora limitate essendo mancanti dettagli sulla distribuzione spaziale dei ghiacciai.
un dettaglio dell’impressionante ghiacciaio Denman (3500 metri di profondità) – Image source: BEDMACHINE/UCI/BAS
Una migliore definizione della topografia antartica ridefinirà i settori ad alto e basso rischio per il rapido innalzamento del livello del mare dall’Antartide ed avrà un impatto significativo sulle proiezioni dei modelli di innalzamento del livello del mare dall’Antartide nei prossimi secoli.
la visualizzazione 3D fornisce la possibilità di identificare nei dettagli la morfologia del continente Antartico
Una migliore definizione della topografia antartica ridefinirà quindi i settori ad alto e basso rischio per il rapido innalzamento del livello del mare dall’Antartide ed avrà un impatto significativo sulle proiezioni dei modelli di innalzamento del livello del mare dall’Antartide nei prossimi secoli.
credito immagini NASA e studi citati
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Fonti
Morlighem, M., Rignot, E., Binder, T. et al. Deep glacial troughs and stabilizing ridges unveiled beneath the margins of the Antarctic ice sheet. Nat. Geosci. (2019) doi:10.1038/s41561-019-0510-8
Greene, Chad A., et al. “Antarctic Mapping Tools for Matlab.” Computers & Geosciences, vol. 104, Elsevier BV, July 2017, pp. 151–57, doi:10.1016/j.cageo.2016.08.003.
Morlighem, M., et al. “BedMachine v3: Complete Bed Topography and Ocean Bathymetry Mapping of Greenland From Multibeam Echo Sounding Combined With Mass Conservation.” Geophysical Research Letters, vol. 44, no. 21, American Geophysical Union (AGU), Nov. 2017, pp. 11,051–11,061, doi:10.1002/2017gl074954
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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