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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga piรน di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di lร  delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
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  Address: OCEAN4FUTURE

Cefalopodi … sulla Terra da oltre 500 milioni di anni ma non lo dimostrano

Reading Time: 11 minutes

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livello medio
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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: 500 MILIONI DI ANNI AD OGGI
AREA: DIDATTICA
parole chiave: cefalopodi, Nautilus, seppie, polpi, calamaro gigante

Per gli amanti dei Cefalopodi, oggi pubblichiamo un articolo basato sia sulla scheda tematica di Lucio Pesce sia su quella redatta da Richard E. Young, Michael Vecchione, and Katharina M. Mangold (1922-2003) a cui vi rimandiamo per maggiori informazioni.

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Fossile di Trachyteuthis hastiformis, forma giurassica, affine agli attuali calamari, il cui ottimo stato di fossilizzazione permette di osservare i tentacoli – Autore Ghedoghedo – Fonte Jura Museum Eichstaett Trachyteuthis hastiformis 1.JPG – Wikimedia Commons

I Cefalopodi sono un gruppo antico e di grande successo evolutivo tra i Molluschi. Comparsi milioni di anni fa nei proto oceani, furono tra i grandi predatori dominanti nelle varie ere del Pianeta. I Cefalopodi sono, da un punto di vista anatomico e comportamentale, forse il gruppo piรน sofisticato dei Molluschi e, molto probabilmente, di tutti gli Invertebrati. Questa classe biologica comprende le specie marine di maggiori dimensioni, tra le quali il calamaro gigante che puรฒ superare i 24 metri di lunghezza. Tra di essi troviamo i simpatici polpi (octopus, dal greco numero otto, “octo” (ฮฟฯ‡ฯ„ฯŽ) e “pous, podos” (ฯ€ฮฟฯฯ‚, ฯ€ฮฟฮดฯŒฯ‚) che significa otto piedi) appartenenti all’ordine degli Octopodi. Animali estremamente intelligenti il cui comportamento fa comprendere quanto ancora poco conosciamo del mondo animale.

Oggi esistono due sottoclassi  di Cefalopodi:

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conchiglia di Nautilus – photo credit @andrea mucedola

i Nautiloidea, in massima parte estinti, con conchiglie esterne, cirtoconiche, ortoconiche, giroconiche, spesso a spira elicata di tipo torticonico o planospirale (evoluto, convoluto o involuto) endo o esogastriche. Attualmente รจ costituita da un solo ordine, quello dei Nautilida di cui conosciamo il Nautilus (foto a lato), ed i Coleoidea, che contengono due superordini: quello dei Belemnoidea e i Neocoleoidea. Al primo superordine appartengono esclusivamente forme fossili, molto comuni nelle acque neritiche del Cretacico, estintosi alla fine di quel periodo. Il secondo superordine (Coleoidea) รจ invece costituito da quattro ordini: Sepiida, Teuthida, Vampyromorpha e Octopoda.

Vediamoli brevemente
L’ordine Sepiida (quello delle seppie) รจ caratterizzato da conchiglie piccole, ridotte o assenti. Talvolta, la conchiglia รจ planospirale evoluta (Spirula), presenta camere separate da setti concavi, rostro e proostraco assenti, sifuncolo marginale ventrale.  Nel caso della seppia (Sepia), la conchiglia si presenta appiattita, ridotta solo alla metร  dorsale, con setti ravvicinati, cavitร  intersettali riempite di depositi calcarei porosi e conserva un piccolo rostro. Il sifuncolo รจ assente.  Il corpo รจ generalmente ovalare compresso e possiede 10 braccia, 8 brevi, 2 piรน lunghe e retraibili (tentecolari), provviste di ventose senza spine. E’ presente un solo gonodotto.

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Sepia officinalis, Photo Credit: Matthieu Sontag, Licence CC-BY-SA.Sepia officinalis – Carantec-2.jpg – Wikimedia Commons

Ordine dei Teuthida (calamari e totani) รจ caratterizzato dalla progressiva riduzione della conchiglia che si riduce ad una sottile lamina di conchiolina non mineralizzata, priva di setti, detta gladio o penna. Il corpo รจ generalmente tubolare e reca 10 braccia, 8 brevi, 2 piรน lunghe e retraibili (tentacoli), provviste di uncini o di ventose con margine spinescente.Talvolta le femmine presentano due ovidutti. Tra di essi il calamaro gigante.

L’ordine Vampyromorpha รจ caratterizzato da conchiglia ridotta ad una sottile lamina non mineralizzata. Il corpo รจ piccolo, raccorciato e, per forma, si colloca a metร  strada tra un polpo e un calamaro. Possiedono dieci braccia, otto di queste sono  lunghe e collegate fino quasi all’apice, da larghe membrane. Le restanti due (tentacoli) sono ridotte a livello di esili filamenti. Il sacco del nero รจ regredito.

L’ordine Octopoda (polpi e argonauti) รจ caratterizzato da conchiglie ridotte a piccoli bastoncelli o completamente assenti. Il corpo รจ globulare e sono presenti otto braccia, munite ciascuna di una o due file di ventose e, talvolta, di due file di cirri (Cirrati).  Le braccia possono essere collegate da membrane molto estese o ridotte. Le femmine presentano talvolta due ovidutti funzionanti.

I cefalopodi sono i piรน attivi tra i molluschi e possono battere in velocitร  alcuni pesci grazie alle loro incredibili capacitร  di movimento.  Sono tutti animali  marini, in parte costieri (Octopus, Sepia), in parte pelagici (Argonauta, Loligo), talvolta abissali (Spirula, Architeuthis). Nel caso dei Nautiloidei essi vivono a profonditร  comprese tra i 50 e i 650 metri mantenendosi vicini al fondo marino per meglio  cacciare crostacei o pesci morti.  Raramente si portano in superficie e sono oggetto di pesca per la vendita della loro conchiglia. 

In genere, i Coleoidi preferiscono i mari con salinitร  elevate e temperature non troppo basse. Mancano, infatti in mari come il Mar Nero ed il Mar Baltico, mentre abbondano nel Mediterraneo, rappresentando una specie storicamente ed economicamente molto importante, e nelle regioni costiere degli Oceani. Le singole specie sono infatti stagionalmente molto abbondanti e forniscono importanti obiettivi per la pesca marina. la loro storia รจ molto antica e si ritiene che apparvero per la prima volta circa 500 milioni di anni fa nell’Alto Cambriano. 

Caratteristiche generali dei Cefalopodi
Il corpo dei Cefalopodi รจ simmetrico e si presenta distinguibile in due parti distinte: il capo e il tronco.

Quest’ultimo, detto sacco palleale, รจ talvolta interamente contenuto nell’ultima camera della conchiglia (Nautilus); talvolta รจ libero, con o senza un residuo piรน o meno evidente della conchiglia, avvolto da una duplicatura della regione dorsale del mantello (Sepia, Loligo). Il piede ha perduto l’aspetto primitivo di suola strisciante e si รจ trasformato in una sorta di ugello, detto imbuto, sifone o iponoma, tramite il quale viene espulsa l’acqua dalla cavitร  palleale.

Generalmente parlando i cefalopodi presentano:
– un imbuto derivato dal piede di mollusco (Salvini-Plawen, 1980) o dalla regione del collo dei molluschi (Shigeno et al., 2007).

braccia circumorali che partono dalla testa (J.Z. Young, 1965) o dal piede di mollusco (Shigeno et al., 2007).

– tutti i cefalopodi esistenti hanno un becco chitinoso composto da due parti, situato nella massa buccale e circondato dalle appendici muscolari della testa. 

– una conchiglia con un phragmocone ovvero la parte camerata del guscio di un cefalopode. รˆ diviso per setti in camere che, nella maggior parte dei nautiloidi e degli ammonoidi, era ed  รจ una struttura lunga, diritta, curva o arrotolata, in cui le camere interne sono collegate da un sifone che determina la galleggiabilitร  dell’animale per mezzo dello scambio di gas al loro interno. Nonostante questo beneficio, un guscio cosรฌ grande si aggiunge alla massa dell’animale, e quindi รจ svantaggioso nel catturare prede in rapido movimento. 

Alcuni nautiloidi, come gli ascocerida (Pseudorthoceratidae), lasciarono cadere il phragmocone alla maturitร , presumibilmente per aumentare la velocitร  e manovrabilitร . Divennero cosรฌ il primo equivalente paleozoico dei coleoidi. I primi coleoidi e belemnoidi adottarono un approccio diverso: il phragmocone fu mantenuto ma divenne interno e ridotto. In generale il guscio dei cefalopodi tende ad essere rudimentale o assente.

occhi evoluti in grado di formare immagini che presentano una struttura complessa, simile a quella dei vertebrati; รจ infatti presente una pupilla, un iride, una lente (simile al cristallino) che ha la funzione di mettere a fuoco gli oggetti ed una retina rivolta verso la luce, contrariamente a quanto accade nell’occhio dei vertebrati.

Tassonomia
Gran parte della  classificazione dei cefalopodi recenti รจ ancora in discussione. Vari autori hanno suggerito legami molto diversi. Richard E. Young, Michael Vecchione, and Katharina M. Mangold (1922-2003) suggeriscono questa classificazione:

La scoperta di nuove specie arricchisce la loro distribuzione tassonomica. Per gli studiosi della tematica fu redatta da Richard E. Young, Michael Vecchione, and Katharina M. Mangold (1922-2003) una nutrita bibliografia ed una lista di siti internet per approfondire i vari aspetti. A voi la scelta.

Riferimenti
– Salvini-Plawen Lv. 1980. A reconsideration of systematics in the Mollusca (Phylogeny and higher classification). Malacologia 19:249โ€“278.
– Shigeno, S., T. Sasaki, T. Moritaki, T. Kasugai, M. Vecchione, & K. Agata. 2008. Evolution of the cephalopod head complex by assembly of multiple molluscan body parts: evidence from Nautilus embryonic development. Journal of Morphology 269:1-17.
– Strugnell, J. M., M. D. Norman, M. Vecchione, M. Guzik and A. L. Allcock. 2013. The ink sac clouds octopod evolutionary history. Hydrobiologia (online, 28 May), 21 pp.
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– Teichert, C. 1989. Les principales caractรฉristiques de l’รฉvolution des cรฉphalopodes. In: Mangold, K., Traitรฉ de Zoologie V:715-781.
– Young, J. Z. 1965. The central nervous system of Nautilus. Phil. Trans. Royal Soc., Ser. B. 249 (754): 1-25.

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne lโ€™autore o rimuoverle, puรฒ scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dellโ€™articolo

 

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Maggiori fonti di informazioni sui cefalopodi
– Mangold, K. (editor)1989. Cรฉphalopodes. Traitรฉ de Zoologie. Anatomie, Systรฉmatique, Biologie (P. P. Grassรฉ, editor). Tome 5, Fascicule 4. Masson, Paris, 804 pp.
– Naef, A. 1921/23. Cephalopoda. Fauna e Flora del Golfo di Napoli. Monograph, no. 35. English translation: A. Mercado (1972). Israel Program for Scientific Translations Ltd., IPST Cat. No. 5110/1,2.
– Nesis, K. N. 1982. Abridged key to the cephalopod mollusks of the world’s ocean. 385+ii pp. Light and Food Industry Publishing House, Moscow. (In Russian.). Translated into English by B. S. Levitov, ed. by L. A. Burgess (1987), Cephalopods of the world. T. F. H. Publications, Neptune City, NJ, 351pp.
– Young, J. Z. 1971. The Anatomy of the Nervous System of Octopus vulgaris. Claredon Press, Oxford. 690pp.

Inoltre le seguenti compilazioni sui cefalopodi:
– Abbott, J., R. Williamson, and L. Maddock (editors). 1995. Cephalopod Neurobiology. Oxford University Press, New York. 542 pp.
– Beesley, P.L., Ross, G.J.B. & Wells, A. (eds). 1998. Mollusca: The Southern Synthesis. Fauna of Australia. Vol. 5. CSIRO Publishing: Melbourne, Part A 563 pp., Part B 565-1234 pp. Cephalopods presented in Chapters 11, 12, 13, pages 451โ€“563.
– Boletzky, S. v. (editor). 1995. Mediterranean Sepiolidae. Bulletin de l’Institut ocรฉanographique, Monaco. Special Number 16:105 pp.
– Boletzky, S.v., P. Fioroni and A. Guerra (Eds.). 1997. Proceedings of the Second international Symposium on Functional Morphology of Cephalopods. Vie Milieu, 47: 87-187.
– Boucaud-Camou, E. (editor). 1991. La Sieche. The Cuttlefish. Centre de Publications de l’Universite de Caen, France, 358 pp.
– Boyle, P. R. (editor). 1983. Cephalopod Life Cycles, Volume I, Species Accounts. Academic Press, London, 475 pp.
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– Boyle, P. R. and G. J. Pierce (editors). 1994. Fishery Biology of Northeast Atlantic Squid. Fisheries Res. 21(1-2):314 pp.
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– Clarke, M. R. (editor). 1986. A Handbook for the Identification of Cephalopod Beaks. Clarendon Press, Oxford, U.K. 273 pp.
– Clarke, M. R., and E. R. Trueman (editors). 1988. The Mollusca. Volume 12. Paleontology and Neontology of Cephalopods. Academic Press, San Diego, 355 pp.
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– Guerra, A. 1992. Mollusca – Cephalopoda. Fauna Iberica, Vol.1 (M.A. Ramos et al., Eds.) Museo Nacional de Ciencias Naturales, CSIC, Madrid
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– Kinne, O. (Ed.). 1990. Diseases of Marine Animals. Vol. III. (Cephalopoda through Urocordata). Biologische Anstalt Helgoland, Hamburg. pp. 21-227.
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– Nixon, M. & Young, J.Z. (2003). The brain and lives of Cephalopods. Oxford University Press, UK, 448 pp.-
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– Rodhouse, P. G., U. Piatkowski, And C. C. Lu (editors). 1994. Southern Ocean Cephalopods: Life Cycles and Populations. Antarctic Sci. 6(2):135-290.
– Rodhouse, P.G., Yamashiro, C. & Goss, C. (eds.). 2001. Squid fishery biology in the Eastern Pacific coastal upwelling system. Fisheries Research, Special Issue, 54 (1): 143 pp.
– Roper, C. F. E., C. C. Lu, And F. G. Hochberg (editors). 1983. Biology and Resource Potential of Cephalopods. Mem. Natl. Mus. Victoria 44:311 pp.
– Roper, C. F. E., and M. Vecchione (editors). 1991. The Gilbert L. Voss Memorial Issue. Bull. Mar. Sci. 49(1-2):670 pp.
– Saunders, W. B., And N. H. Landman (editors). 1987 . Nautilus. The Biology and Paleobiology of a Living Fossil. Plenum Press, NY. 632 pp.
– Sweeney, M. J., Roper, C. F. E., Mangold, K. M., Clarke, M. R. & Boletzky, S. v. (editors). 1992. “Larval” and Juvenile Cephalopods: A manual for their identification. Smithson. Contr. Zool. 513:282 pp.
– Tomiyama, T. and T. Hibiya. Fisheries in Japan, Squid and Cuttlefish. Japan Marine Products Photo Material Association, Tokyo. 161 pp.
– Voss, N. A., M. Vecchione, R. B. Toll and M. J. Sweeney (editors). 1998. Systematics and biogeography of cephalopods. Smithson. Contr. Zool. Vols. I and II, No. 513: 1-599.
– Ward, P. D. 1987. Natural History of Nautilus. Allen and Unwin, London. 268 pp.
– Wells, M. J. 1978. Octopus. Physiology and Behavior of an Advanced Invertebrate. London. Chapman and Hall.
– Wiedmann, J., And J. Kullmann (editors). 1988. Cephalopods Past and Present. E. Schweizerbart’sche Verlagsbuchhandlung, Stuttgart, Germany, 765 pp.

Fonti su internet: 

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