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Come nidificano le tartarughe marine?

tempo di lettura: 6 minuti

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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Tartarughe
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Le tartarughe marine sono animali incredibili che ispirano affetto e curiosità. Il più antico fossile di tartaruga conosciuto ha almeno 120 milioni di anni, rendendole alcune delle creature più antiche del pianeta, un’era in cui condividevano il pianeta con i grandi dinosauri che però si estinsero circa 65 milioni di anni fa. Alcuni di questi tetrapodi si adattarono perfettamente alla vita marina, diventando abili nuotatori grazie alle loro “zampe” evolute in pinne. Oggigiorno, sono note sette specie di tartarughe marine distribuite nella fascia tropicale e temperata dei mari del mondo ma purtroppo sono tutte a rischio di estinzione, minacciate dalla cattura più o meno accidentale, dal degrado ambientale dell’habitat sia terrestre che marino e dalle variazioni dei mari legate ai cambiamenti climatici. Per questo è importante proteggerle dall’impatto antropico, in particolare in alcuni momenti della sua vita.

Oggi parleremo di una particolare e delicata fase, la nidificazione
Le tartarughe raggiungono la maturità sessuale in genere intorno ai 30 anni di vita ma il periodo può variare tra i 6 ai 50 anni in funzione della specie e della grandezza raggiunta. L’attività riproduttiva dura circa 10 anni. Il maschio corteggia la femmina con una danza che può durare parecchi minuti accompagnata dall’emissione di sibili caratteristici, quindi le si avvicina nuotandole affianco e strusciando gli artigli al suo muso come se volesse accarezzarla.

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danza nuziale di due esemplari di Caretta caretta nel golfo di Amvrakikos – photography of Natura 2000 protected area with ID GR2110001 – Autore Eco cruising
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sea_turtles_Caretta_caretta.jpg

Essendo rettili a fecondazione interna, l’accoppiamento si concretizza con il maschio che introduce il pene nella cloaca della femmina, aiutandosi con la coda e aggrappandosi con le unghie al carapace della compagna. Dopo l’accoppiamento, che avviene ovviamente in acqua, le femmine depongono le uova su una spiaggia di sabbia dove saranno incubate dal calore del sedimento per circa un paio di mesi. Come per molti rettili la temperatura determina il sesso: uova che si trovano a temperature maggiori di 29°C daranno origine alle femmine, mentre al di sotto saranno maschi.

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Chelonia Midas USFWS – Tartaruga marina verde che nidifica al Back Bay National Wildlife Refuge, Virginia – Sito del servizio Fish and Wildlife: BACK BAY NATIONAL WILDLIFE REFUGE – Servizio Fish and Wildlife degli Stati Uniti.
Green Sea Turtle Nesting – DPLA – 7e637169308cbc1d577027e8546b96ee.jpg – Wikimedia Commons

Il ritorno a casa
Una cosa curiosa è che le tartarughe marine ritornano sulle stesse spiagge in cui sono nate per nidificare. Le tartarughe marine sono generalmente solitarie e, nella maggior parte delle specie, le femmine nidificano da sole, tuttavia, delle sette specie conosciute di tartarughe marine in tutto il mondo, due specie, la tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) e la tartaruga marina di Kemp (Lepidochelys kempii) hanno nidificazioni di massa, chiamate in spagnolo arribada, ovvero “arrivi”.  L’attività di nidificazione avviene tipicamente su spiagge sabbiose ed il nido viene costruito sopra la linea dell’alta marea per proteggere le uova durante il periodo di incubazione che è di circa due mesi. La durata è legata alla temperatura di incubazione, più sarà elevata e minore sarà il tempo necessario alla schiusa. Essa avviene raramente ogni anno e, tipicamente, l’intervallo per ogni madre è compreso tra 2 e 4 anni. 

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Akumal turtle park, Mexico – photo credit @andrea mucedola

Essa avviene tipicamente di notte poiché le tartarughe marine sono molto sensibili ai disturbi della luce e per proteggersi da potenziali predatori. Inoltre, le temperature più basse le aiutano ad evitare la disidratazione dovuta all’arduo cammino che devono compiere dall’acqua alla spiaggia e ritorno. Interessante il fatto che le tartarughe nidifichino durante l’alta marea, probabilmente per ridurre la distanza dalla costa al luogo di nidificazione. Lo sforzo che devono sopportare è notevole, considerando il loro peso che può variare da 60 a 600 kg a seconda della specie.

Una curiosità
Le tartarughe emettono dagli occhi delle lacrime durante il processo di nidificazione ma non si tratta di un meccanismo legato ad una reazione di dolore o fatica ma dalla necessità di espellere il sale in eccesso nel sangue.

In pratica, la femmina raggiunge il punto ritenuto appropriato sopra il livello dell’alta marea, ed incomincia a scavare con entrambe le pinne (sinistra e destra) in modo sincrono avanti e indietro fino a raggiungere lo stesso livello della superficie della spiaggia. Questo comportamento di lancio della sabbia, in inglese “body pitting”, permette di raggiungere la profondità necessaria che dipende dalla dimensione delle pinne posteriori della femmina che agiscono come pale per raccogliere la sabbia dall’interno della cavità del nido. Durante questa attività, la tartaruga muove le pinne posteriori alternativamente da sinistra a destra fino a ottenere una cavità semisferica, che si pensa equilibri le temperature tra tutte le uova in incubazione. In caso la tartaruga incontri nella costruzione degli ostacoli, come  sedimenti duri, pezzi di corallo o di roccia, si sposta in un altro punto.

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nido di uova di tartaruga marina caretta – Autore Hillebrand Steve – Servizio Fish and Wildlife degli Stati Uniti
View of loggerhead sea turtle eggs being relocated into a new nesting cavity.jpg – Wikimedia Commons

La deposizione
Una volta completata la costruzione del nido, la tartaruga depone le uova, lasciandone cadere due o tre alla volta fino ad un centinaio di uova per posa. L’intero processo dura circa 10 minuti, a seconda della specie. La tartaruga nasconderà quindi la cavità del nido, ricoprendola con la sabbia con le pinne posteriori. Prima che la tartaruga inizi a utilizzare entrambe le pinne anteriori per ricoprire il nido, essendo molto stanca, riposerà per circa 5 minuti, dando un’occasione propizia per i ricercatori di misurare in sicurezza le sue caratteristiche morfologiche ed attaccare i cartellini identificativi. In questa fase le tartarughe si spostano gradualmente alcuni metri in avanti, creando un cumulo allungato di sabbia sulla camera per confondere i potenziali predatori. Ultimata l’operazione la nostra tartaruga può finalmente tornare in mare. Durante la stagione di nidificazione, la tartaruga femmina rimarrà nelle vicinanze della spiaggia per circa tre mesi per depositare più covate. Una singola femmina può nidificare fino a sei volte con un intervallo di 10–14 giorni prima della successiva.

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A Sukamade Beach, Taman Nasional Meru Betiri, i piccoli di tartaruga marina vengono rilasciati in mare dopo la schiusa in cattività
Freedom to Face Dangerous Life.jpg – Wikimedia Commons

La schiusa
Passano da quel momento tra i 45 ed i 70 giorni, durante i quali le uova continuano la loro incubazione nel nido. Come abbiamo premesso, la temperatura della sabbia determinerà il sesso dei piccoli (temperature più fredde produrranno più maschi mentre quelle più calde più femmine). Questo fenomeno è chiamato Determinazione del sesso dipendente dalla temperatura, o TSD, e governa anche il genere di altri rettili, come alligatori e coccodrilli. L’aumento delle temperature attuali favorisce quindi la nascita di un numero maggiore di femmine cosa che fa squilibrare il rapporto tra i sessi. La schiusa è un’esperienza sicuramente emozionante quando le piccole tartarughe escono dall’uovo quasi insieme e si lanciano verso l’oceano sotto la luce tenue della luna e delle stelle. È la loro prima prova di sopravvivenza per fuggire ai predatori terrestri e poi subacquei; cercheranno di raggiungere il largo dove trascorreranno i loro primi anni fino alla maturità quando i ciclo si ripeterà.

Importante
Se assistete ad una deposizione, avvisate immediatamente la Guardia costiera più vicina in modo che possa essere attivata la rete di volontari per la protezione della futura nidiata.

 

 

in anteprima Olive ridley turtle nesting on Escobilla Beach, Oaxaca, Mexico – autore Claudio Giovenzana Turtle golfina escobilla oaxaca mexico claudio giovenzana 2010.jpg – Wikimedia Commons

 

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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

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