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Taiwan, tra guerra e pace: la Grey Zone – Parte II

tempo di lettura: 8 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR CINESE MERIDIONALE
parole chiave: Taiwan/Taipei, Cina 

 

Taiwan vive da decenni in una condizione nota nel repertorio contemporaneo come “zona grigia” per le azioni coercitive effettuate dalla Repubblica Popolare Cinese.

Si tratta di una particolare “dimensione” in cui gli attori (statuali e non) operano, rimanendo sempre al di sotto della soglia della guerra, per conseguire i propri interessi senza giungere ad uno scontro aperto, ed utilizzando tutti i mezzi a disposizione (militari, economici, diplomatici, intelligence, cibernetici, propaganda, sociali e criminali) in maniera calcolata e spregiudicata. Le operazioni nella “zona grigia” mirano a conseguire obiettivi strategici (politici e/o territoriali) normalmente associati a una combinazione d’intimidazioni (minaccia dell’uso della forza o uso di una forza limitata), intrecciando, fino a confonderle, le linee divisorie tra guerra e pace, tra combattenti e non combattenti. L’obiettivo è ottenuto tramite una escalation calcolata di azioni che consentono di fare accettare ogni volta il “fatto compiuto”. L’uso di Pechino della forza avviene in questo continuum che va dalla pace alla guerra, ma senza superare la soglia di un conflitto, attraverso un insieme d’iniziative indirette e convergenti, con tempistiche progressive e caratterizzate da ambiguità, nell’intento di causare un continuo logorio dell’apparato militare di Taiwan, sfruttando in modo opportunistico ogni tipo di situazione/mezzo e facendo della popolazione un elemento determinante del “gioco”. La campagna coercitiva del PLA mira a seminare timore e incertezza nella società – che deve percepire la minaccia militare – per generare una reazione popolare che costringa la leadership di Taiwan al tavolo dei negoziati a condizioni sfavorevoli (soft power).

Le iniziative adottate nel tempo dalla Repubblica Popolare Cinese e volte ad “isolare” Taipei tendono a:

  • “allettare” Taipei con l’accesso sempre più ampio al mercato cinese;
  • comprimere Taiwan attraverso gli Stati Uniti;
  • escludere Taipei dalle organizzazioni internazionali e agire a livello diplomatico (con iniziative politiche, economiche, ecc.) per ridurre sempre di più il numero di Paesi che riconoscono Taiwan (al momento sono 13, oltre allo Stato del Vaticano ma alcuni anni orsono erano 21);
  • interferire nella vita quotidiana del Paese sfruttando a proprio favore gli strumenti offerti dalla globalizzazione con manipolazione di notizie, pressioni sugli attori politici ed economici, attacchi cyber (cosiddetto Sharp Power);
  • effettuare attività di propaganda pro-riunificazione nei confronti della popolazione dell’isola da parte di “prezzolati” personaggi dello spettacolo;
  • usurare il sistema difensivo (uomini e mezzi) con il continuo invio di velivoli militari nella ADIZ (Air Defense Identification Zone) per costringere Taiwan a mantenere alto il livello di prontezza.

L’ADIZ è un’area geografica dichiarata dai Taipei, che si estende oltre lo spazio aereo territoriale, all’interno della quale gli aeromobili sarebbero tenuti a rispettare speciali procedure d’identificazione. L’attività di volo nell’area viene monitorata per la sua potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. L’ADIZ di Taiwan è stata istituita nel 1953 in vista del trattato di mutua difesa tra Stati Uniti e Repubblica di Corea.

Secondo il citato 2022 Chinese Communist Military Power Report le principali tipologie di operazioni condotte dal PLA nel 2022 sono state:

  • pattugliamenti da parte di aerei da ricognizione e di veicoli aerei senza pilota (UAV) nei pressi delle isole periferiche di Taiwan per la raccolta d’informazioni sulle esercitazioni e sui test di prova di nuovi armamenti;
  • esercitazioni anfibie condotte tra giugno e settembre per verificare le capacità per una potenziale invasione dell’isola;
  • attraversamento in diverse occasioni da parte di aerei del PLA della linea mediana dello Stretto di Taiwan (limite per decenni tacitamente riconosciuto da Pechino) sia per manifestare il disappunto per il sostegno occidentale a Taipei – soprattutto da parte statunitense – sia per rendere normale la propria presenza nelle aree prossime all’isola;
  • interdizione dichiarata alla navigazione di aree marittime intorno a Taiwan durante le esercitazioni di agosto 2022 (visita della U.S. House Speaker Nancy Pelosi) per il lancio di missili e manovre navali;
  • confronto con navi e aerei stranieri, secondo il principio “le navi devono essere seguite e gli aerei devono essere controllati”, in base al quale i mezzi militari stranieri vengono diffidati – e le navi statunitensi possono essere oggetto di attacchi simulati – all’interno dello stretto di Taiwan, che Pechino considera essere un tratto di mare interno;
  • circumnavigazione dell’isola attraverso lo Stretto di Miyako (a est-nord-est di Taiwan, tra le isole Miyako e Okinawa) e il Canale di Bashi (a sud di Taiwan, tra Taiwan e le Filippine);
  • effettuazione di molteplici esercitazioni congiunte, anche con un intenso lancio di missili, intorno a Taiwan, tra cui il “blocco simulato dei collegamenti internazionali e delle rotte di navigazione”;
  • esercitazioni aereo-navali ad ampio raggio oltre la Prima Catena di Isole (dal Giappone verso le Ryukyu, Taiwan e le Filippine) e la più lontana Seconda Catena di Isole (dal Giappone verso Guam) nell’intento di realizzare “l’accerchiamento strategico (di Taiwan) e acquisire la superiorità militare regionale”, anche con la costruzione in atto di isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale.

Queste esercitazioni sono incentrate su operazioni che minacciano Taiwan da Est, per forzare la dispersione delle forze, indebolendo le capacità anti-invasione a Ovest (verso il continente), e per creare linee di contenimento che dissuadano gli Stati Uniti dal procedere in aiuto di Taipei.

Le portaerei e i bombardieri strategici della RPC hanno anche condotto regolarmente missioni di addestramento per affinare le proprie capacità di Anti-Access e Area Denial (A2/AD) volte a dissuadere Forze Armate straniere dall’intervenire nelle questioni dello Stretto di Taiwan.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è zone-di-esercitazioni-cinesi.jpg

zone di esercitazioni cinesi … notare lo spostamento negli anni: quelle in grigio furono effettuate nel 1995 e 1996 mentre in rosso quelle dell’agosto 2022 – fonti citate sull’immagine

La Cina ha inviato 1.727 aerei nella ADIZ di Taiwan nel 2022 rispetto alle 960 incursioni del 2021 e alle 380 del 2020 (China’s warplane incursions into Taiwan air defence zone doubled in 2022, The Guardian, Mon 2 Jan 2023). Le sortite dei jet da combattimento sono più che raddoppiate, passando da 538 nel 2021 a 1.241, mentre le incursioni dei bombardieri, tra cui gli H6 a capacità nucleare, sono passate da 60 a 101. 

Nel 2022 si sono registrate anche 71 incursioni di droni dopo la visita del Presidente della Camera Nancy Pelosi nel mese di agosto. Taiwan ha recentemente riportato il volo, negli ultimi anni, di decine di palloni aerostatici cinesi nel proprio spazio aereo (in media una volta al mese). Le dimensioni e il carico utile di questi palloni, secondo funzionari taiwanesi, lascerebbero presupporre che siano dedicati alla raccolta di dati atmosferici per sistemi radar e missilistici, piuttosto che per ordinarie esigenze meteorologiche (Taiwan reveals Chinese military balloons fly ‘very frequently’ into its airspace, The Financial Times, February 12, 2023).

Il destino di un’isola
Non mi soffermerò quindi su un’ulteriore valutazione, che sarebbe sicuramente meno completa, ma procederò nel prendere in esame gli elementi che meglio possono descrivere il dispositivo difensivo taiwanese, quali il terreno, le informazioni, le forze, e i tempi.

Geografia
Taiwan è situata a 150 km a sud-est della costa cinese ed è separata dal Continente dall’omonimo Stretto. L’isola ha una superficie di 36.197 km2 (pari a circa due volte il Lazio – 17.232 km2) con uno sviluppo costiero di 1.566 km. Il territorio di forma allungata, lungo 400 km e ampio 144 km, è per circa 1/3 pianeggiante e collinare nella parte occidentale (verso la Cina) dove si apre una vasta pianura litoranea; la zona centrale e orientale è attraversata da nord-est a sud-ovest parallelamente alla costa da una dorsale montuosa (con quote superiori ai 3.000 m) con scoscesi versanti rocciosi a est sull’oceano e  bassi e sabbiosi a ovest verso il continente.

I corsi d’acqua hanno uno sviluppo limitato (non superano i 170 km) e sono a regime torrentizio; i fiumi maggiori scorrono verso ovest e nord, mentre brevi e precipiti sono quelli che sfociano nell’Oceano Pacifico. Due interessanti studi (The Emerging Military Balance in East Asia, 2017; The Chinese Invasion Threat: Taiwan’s Defense and American Strategy in Asia, 2017) delineano un approfondito scenario di come potrebbe essere un conflitto tra Taiwan e la Cina basato su statistiche, dottrina, manuali addestrativi, documenti di pianificazione del PLA e studi condotti sia dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sia dal Ministero della Difesa Nazionale di Taipei.

Taiwan comprende anche una serie di isole minori a pochi chilometri dalla costa cinese – di fatto la “prima linea” di difesa – quali Kinmen (12 isolette per 157 km2), a 3 km dalla città di Xiamen, e Matsu (19 isolette per 29 km2), a 16 km dalla città di Fuzhou, e le Penghu (90 isolette per 140 km2) nell’arcipelago delle Pescadores situate a 50 km a ovest di Formosa (come era conosciuta in passato Taiwan).

Le isole di Kinmen sono state oggetto di un fallito tentativo di sbarco nel 1949 da parte delle truppe cinesi comuniste, che furono respinte dalle forze nazionaliste. La fascia pianeggiante occidentale dell’isola, dove risiede prevalentemente la popolazione (circa 24 mil), è densamente urbanizzata (650 ab/km2; Lombardia 417 ab/km2). Le rimanenti (poche) aree pianeggianti a nord-est sono invece coltivate con estese risaie. Limitati sono i collegamenti ovest-est per la presenza della dorsale montuosa. Le rotabili sono caratterizzate da numerosi ponti/cavalcavia, tunnel e percorsi che si sviluppano a fondo valle.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è spiagge-idonee-pe-rlinvasione-di-Taiwan.jpg

Le zone idonee allo sbarco sono limitate ad alcune spiagge sulla costa occidentale e settentrionale, ognuna delle quali è (verosimilmente) stata predisposta alla difesa con ostacoli e accurati campo di tiro per contrastare l’invasione

Questa situazione evidenzia alcuni fondamentali aspetti sul piano militare:

  • mancanza di “profondità strategica”, che non consentirebbe di articolare la difesa su più linee, accettando di perdere terreno per riorganizzare il dispositivo, come è invece stato possibile per l’Ucraina (oltre 1.000 km di estensione est-ovest);
  • presenza di pochi luoghi idonei allo sbarco di consistenti forze;
  • difficoltà di manovra per le forze sbarcate di progredire rapidamente all’interno per l’elevata urbanizzazione del territorio, le risaie, e la morfologia montuosa dell’isola;
  • limitate aree idonee ad aviosbarchi e elisbarchi;
  • condizioni meteo nello Stretto di Taiwan che limitano i movimenti di una vasta flotta da trasporto ai mesi di aprile e ottobre.

Le difficoltà connesse con la topografia dell’isola, la logistica per sostenere le forze sbarcate, la strenua difesa degli accessi al litorale a alle teste di ponte, la strenua guerriglia all’interno, e il conseguente rischio di subire forti perdite, furono gli elementi che convinsero lo Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti a non invadere Taiwan (occupata dai Giapponesi sin dal 1895) nel settembre del 1944 (Operazione Causeway) e di concentrarsi sull’invasione di Okinawa (Operazione Iceberg).

Capacità informativa e di intelligence
Fondamentale per la sicurezza dell’isola è il sistema di early warning posto in atto che permette di monitorare in “tempo reale” le iniziative cinesi, in quanto ha la capacità di rilevare, caratterizzare e attribuire rapidamente la provenienza di un attacco e predisporre una reazione efficace (Early Warning in the Taiwan Strait, Project 2049 Institute, April 12, 2022).

Il sistema si basa su radar terrestri e aerei a lungo raggio, e altri sensori, che ricercano, nel dominio terrestre, aereo, spaziale, marittimo, cibernetico ed elettromagnetico, indicazioni e segnali di potenziali minacce, ed è integrato da varie fonti d’intelligence, come lo humint e il sigint.

Il Comando Spaziale Statunitense (U.S. Space Command) condivide, inoltre, con Taiwan l’avviso di lancio di vettori balistici al momento della partenza attraverso sensori a infrarossi satellitari. I radar di sorveglianza, che operano in sistema con il controllo del traffico civile, monitorizzano lo spazio aereo per individuare attività insolite attraverso i sistemi d’identificazione IFF (Identification Friend or Foe) e sensori passivi per determinare la natura del volo all’interno dell’ADIZ.

In caso di incursioni su larga scala, i radar a lungo raggio consentono di attivare per tempo le difese aeree terrestri e marittime e offrire alle autorità di Taiwan un essenziale preavviso per attuare i piani di contingenza per la difesa civile, la mobilitazione e intervenire, se del caso, contro l’intrusione di velivoli e/o naviglio cinese.

Fine II parte – continua

Giorgio Battisti

articolo pubblicato in origine su Analisi Difesa

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in anteprima, Forze speciali di polizia di Taiwan – autore: https://www.flickr.com/people/40092099@N04 – fonte: 「臺北市106年全民防衛暨2017臺北世界大學運動會災害防救及金華演習」憲兵特勤隊
File:03.30 「臺北市106年全民防衛暨2017臺北世界大學運動會災害防救及金華演習」憲兵特勤隊 33734411565 89cf298803 o.jpg – Wikimedia Commons

 

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