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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX -XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Corsari
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Il SMS Karlsruhe venne varato l’11 novembre 1912 ed entrò in servizio il 15 gennaio 1914; si trattava di un moderno incrociatore leggero, lungo 142 metri, largo 13.7 metri, e dislocava 6191 tonnellate; le sue caldaie a vapore alimentavano due turbine che gli permettevano di raggiungere la velocità di 28.5 nodi. Anche l’armamento non era da meno: 12 cannoni da 105mm, quattro in torri scudate in coperta (due a prua e due a poppa), i rimanenti protetti da barbette (parapetti di protezione) laterali.
Kleiner Kreuzer “Karlsruhe” SMS Karlshrue – fonte da Kommando der Volksmarine – Bildbestand (DVM 10 Bild) Attribution: Bundesarchiv, DVM 10 Bild-23-61-01 / CC-BY-SA 3.0 File:Bundesarchiv DVM 10 Bild-23-61-01, Kleiner Kreuzer “Karlsruhe”.jpg – Wikimedia Commons
Come prima missione, l’SMS Karlsruhe, al comando del Frigatten Captain Erich Kohler (che aveva sostituito Ludecke), venne inviato nell’estate del 1914 nel mar dei Caraibi a rilevare il Dresden.
Allo scoppio delle ostilità, la nave si trovava in mare. Il comandante Kohler, ben sapeva che una squadra inglese al comando del Rear Admiral Cradock, forte di quattro incrociatori, gli dava la caccia, pertanto decise di nascondersi nella vastità dell’oceano, dirigendosi verso le coste brasiliane dove iniziò la guerra da corsa. Kohler, dispose le sue carboniera, in maniera da aumentare il suo raggio d’azione il che gli permise fino dall’inizio di novembre di catturare 17 navi affondandone 16, per un totale di 76.500 tonnellate di stazza.
All’inizio di novembre, Kohler, decise di ritornare nei Caraibi per attaccare le installazioni portuali; il giorno 4 novembre, in prossimità delle Barbados, una violenta esplosione nel deposito munizioni di prua asportò l’intera sezione di prua, uccidendo diversi marinai, compreso il comandante, e la nave affondò in 30 minuti. I 129 superstiti furono raccolti dalle carboniere che viaggiavano con la nave. Le cause dell’incidente s’imputarono allo scoppio delle munizioni, dovuto al forte riscaldamento dei locali, dovuti sia alle alte temperature, atmosferiche, sia quelle dovute alle caldaie. Gli Inglesi, vennero a conoscenza dell’affondamento della nave solo il 15 marzo; fino ad allora undici navi da guerra continuarono a dargli la caccia.
Le corsare … ex mercantili
Oltre alle navi da guerra, nella guerra da corsa, furono impiegate navi mercantili requisite, agli inizi soprattutto navi passeggeri, scelte per la loro velocità e stazza anche se voraci di carbone.
Kronprinz Wilhelm – File:SMS Kronprinz illustration.png – Wikimedia Commons
Incomincio con il Kronprinz Wilhelm, una nave da 24.900 tonnellate di stazza che poteva raggiungere una velocità di 23.3 nodi. Questa nave corsara fu quella di di maggiore successo in quanto in otto mesi affondò 14 navi. La sua attività terminò l’11 aprile 1915 quando si fece internare negli Stati Uniti a causa delle pessime condizioni delle sue macchine.

SMS Kaiser Wilhelm der Grosse Fonte: http://www.akpool.co.uk/postcards/25744015-postcard-deutsches-kriegsschiff-sms-kaiser-wilhelm-der-grosse-linienschiff-kaiserliche-marine SMS Kaiser Wilhelm der Grosse.jpg – Wikimedia Commons
Kaiser Wilhelm der Grosse, una nave da 24300 tonnellate di stazza che raggiungeva una velocità di 22.5 nodi, lasciò la Germania il 4 agosto, prima che gli Inglesi ponessero il blocco. Il 26 agosto, mentre effettuava operazioni di carbonamento, fu sorpresa dall’incrociatore HMS Highflyer che l’affondò dopo un violento scontro. Fino a quel momento aveva affondato un peschereccio e due mercantili per più di 10.000 tonnellate.
Printz Eitel Friedrich, nave passeggeri da 16.000 tonnellate di stazza, con una velocità massima di 15 nodi, lasciò Tsing tao, assieme alla squadra di von Spee, di cui fu alle dipendenze sino ad ottobre, quando si sganciò e diresse verso l’Atlantico, dove catturò o affondò undici navi, per un totale di 33,424 tonnellate, fino all’11 marzo 1915 quando, senza più carbone, entro nel porto di Newport in Virginia dove si fece internare.
Così la minaccia delle navi corsare tedesche era stata sventata; il traffico mercantile verso l’Inghilterra doveva affrontare solo i sommergibili tedeschi che, a causa della loro autonomia, riuscivano ad operare solo nelle acque prossime all’Inghilterra ed in Mediterraneo.
Pertanto il comando tedesco, decise di inviare nuovamente delle navi da corsa nei mari fuori dalla portata degli U-Boat, vennero scartati gli incrociatori che necessitavano nel mare del Nord, le navi passeggeri, che a causa dell’alta velocità avevano autonomie ridotte. Si decise di approntare normali navi mercantili, che oltre alla grande autonomia, avevano la possibilità di immagazzinare carbone nelle proprie stive. Ne furono modificate diverse, ma solo alcune ebbero successo, fra queste vi furono la Möwe, il Wolf II ed il Seeadler, questa fu l’ultima nave corsara a vela.
Il Möwe, fu la più famosa per numero di navi affondate nel corso di ben due crociere, riuscendo, al termine a tornare in patria. Si trattava di una nave varata con il nome di Pungo nel 1915, con una stazza di 9.800 tonnellate ed una velocità di 14 nodi, ma con un autonomia di 8.700 miglia. La nave fu rinominata Möwe, in onore della nave idrografica autoaffondatasi in Africa Orientale Tedesca all’inizio della guerra. Il mercantile fu armato con 4 cannoni da 150mm, uno da 105mm e due lanciasiluri, mentre nelle stive furono imbarcate 500 mine.
La prima crociera iniziò il 27 dicembre 1915, al comando del Kapitan Korvette Nikolaus zu Dohna Scholdien. Per prima cosa la nave posò 250 mine nelle vicinanze della base inglese di Scapa Flow, poi si diresse verso le coste francesi dove posò il resto delle mine alle foci della Gironda. Si diresse quindi verso l’Atlantico centrale e meridionale nella sua campagna che si concluse il 4 marzo del 1916.
La nave affondò ben 14 navi e catturò il piroscafo Appam, che trasportava 18 casse d’oro. La nave fu utilizzata come nave prigione per gli equipaggi catturati. Una nave corsara che collezionò alle sue vittime due mercantili affondati sulle mine posate alla foce della Gironda e la corazzata King George VII affondata il 6 gennaio per urto contro una mina posata nei pressi di Scapa Flow.
La nave, dopo essere stata revisionata, sempre al comando di Dona Scholodien, ora Capitano di Fregata, riprese il mare alle 16.00 del 22 novembre; durante la nuova operazione furono affondate 23 navi, mentre una, il cargo Yarrowdale, fu inviato in Germania dove giunse il 31 dicembre. La crociera del Möwe terminò ai primi di aprile del 1917. Una volta rientrata in patria la nave finì la guerra come posamine nel Mar Baltico.
Il Wolf II, era il mercantile Wachtfels da 11.200 tonnellate, con una velocità di 10.5 nodi ed un autonomia di 32.000 miglia. Il cargo fu armato con sei cannoni da 150mm, uno da 105mm, quattro lanciasiluri e 465 mine. Inoltre, novità assoluta per i tempi, fu imbarcato un piccolo idrovolante al fine di estendere il raggio d’avvistamento della nave.
Al comando del Capitano di Corvetta Karl Nerger partì da Kiel il 30 novembre 1916; il comandante decise di trascurare il Nord atlantico, dove imperversavano i sommergibili e si diresse verso l’Atlantico meridionale dove posò una parte delle mine al largo del Capo di Buona Speranza. Proseguendo la navigazione posò le altre mine davanti ai porti di Bombay e Colombo, mine che causarono l’affondamento di due mercantili, per 13.904 tonnellate. Continuò quindi la sua missione nel Pacifico e, dopo 15 mesi di campagna e più di 100.000 miglia percorse, aveva affondato 13 navi per un totale di 38.142 tonnellate. Il 21 febbraio 1918 la nave rientrò a Kiel dopo 452 giorni di operazione.
Il Seeadler era una goletta a tre alberi, ex statunitense Pass of Balmaha; catturata nel giugno 1915 fu armata con due cannoni da 105mm, e gli fu montato un motore diesel, che gli permetteva di raggiungere i 9 nodi. Il comando fu affidato a Felix von Luckner, un comandante esperto che all’età di 14 anni aveva intrapreso la via del mare imbarcandosi su diversi velieri. Salpò dalla Germania il 21 dicembre 1916, attraversando l’Atlantico settentrionale per iniziare la sua guerra di corsa nell’Atlantico meridionale.
Dopo aver attraversato Capo Horn, entrò nel Pacifico dove però non ebbe la stessa fortuna che in Atlantico, almeno fino al giugno 1917 quando gli Stati Uniti entrarono in guerra. Dopo l’affondamento di due mercantili americani, il 29 luglio si ancorò sull’isola di Mopelia dove, il 2 agosto, un onda anomala la scaraventò sulla barriera corallina, incagliandola. Dopo 35.000 miglia percorse e 14 navi affondate per 30.099 tonnellate, il Seeadler concluse su quella barriera la sua carriera di nave corsara.
Virginio Trucco
in anteprima la SMS Seeadler nel Pacifico
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ufficiale di complemento della Marina Militare italiana, specializzato in mine e dragaggio (guerra di mine navali), dopo il congedo entra nelle allora Ferrovie dello Stato dove svolge diversi incarichi fino al 2019, data del suo finale pensionamento. Appassionato storico navale è anche socio fondatore del gruppo ANMI di contromisure mine