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livello elementare
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ARGOMENTO: REPORTAGE
PERIODO: NA
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Tirreno, Calabria
Scenari unici e grande biodiversità tra relitti, pareti, secche e franate
Una delle più favorevoli caratteristiche della Calabria è quella di essere circondata da 800 km di costa varia ed incontaminata, bagnata da due mari, lo Jonio ed il Tirreno, che si incontrano nel suggestivo scenario dello Stretto di Messina.
In questo contesto naturale privilegiato, sulla punta dello stivale in provincia di Reggio Calabria, è attivo tutto l’anno il Megale Hellas Diving Center, con sede a Marina di Gioiosa Jonica, nel tratto di costa di Mar Ionio noto come Riviera dei Gelsomini, apprezzata per il mare cristallino e le ampie spiagge sabbiose, Bandiera Blu dal 1999 al 2012. In un’area naturalmente predisposta ad accogliere chi ama natura e varietà dei paesaggi, lo staff del diving vi accompagnerà alla scoperta del mare incontaminato dell’antica Magna Grecia, con immersioni itineranti tra Jonio, Tirreno e Stretto di Messina. Grazie alla favorevole posizione sullo Jonio, all’imbocco di una superstrada che conduce al Tirreno, il Diving Megale Hellas raggiunge agevolmente anche il versante opposto, dalla Costa Viola allo Stretto di Messina. La possibilità di spostarsi su strada con il pulmino del diving consente inoltre di non perdere quasi mai l’immersione, poiché, in caso di brutto tempo, le condizioni meteo-marine dei due versanti sono spesso opposte. Le tipologie di immersioni che si possono effettuare sono molteplici, dagli affascinanti relitti dello Jonio alle pareti a picco nel blu del Tirreno fino alle secche dello Stretto di Messina; un habitat unico nel Mediterraneo, ricco di vita sin dai primissimi metri, dove la maestosità degli scenari e la ricca biodiversità soddisfano anche i subacquei più esigenti. Partiamo dallo Jonio, dove si trova la sede del diving. A dispetto della morfologia esterna, bassa e sabbiosa, i fondali della costa ionica sprofondano ad ampi balzi a profondità elevate, offrendo numerosi siti interessanti per le immersioni.
Nello specchio di mare antistante il diving, ad esempio, il fondale è caratterizzato da un’ampia distesa di ghiaia e sabbia, che degrada gradualmente fino a 12 m per poi inabissarsi rapidamente fin oltre i 400 m di profondità, con una vera e propria fossa dal ripido declivio. Il fondale sabbioso, spesso considerato noioso, riserva ad occhi attenti incontri interessanti, come gli ippocampi, qui all’ordine del giorno, che hanno fatto guadagnare al sito il nome di “Fossa dei cavallucci”.
Frequentissimi inoltre i polpi nelle loro tane, i pesci civetta dai riflessi viola, grosse tracine, triglie, rombi mimetizzati e numerosi esemplari di pesci pettine (“surici” nel dialetto locale), oltre a nudibranchi, anemoni, cerianti e stelle marine; il tutto ancor più bello da ammirare in notturna. Il basso Ionio calabrese è però noto ai subacquei soprattutto per l’alta concentrazione di relitti: navi militari o commerciali, la maggior parte affondata durante la 2° Guerra Mondiale, quando il litorale jonico costituiva la rotta dei convogli diretti in Africa. Uno dei relitti più visitati si trova al largo di Roccella Jonica: è il Pasubio, piroscafo lungo circa 90 m, silurato nel 1943 e oggi adagiato su un fondale di 44 m. Scendendo nel blu lunga la cima, a volte circondati da fitti banchi di ricciole, pian piano si materializza la sagoma del relitto, incontrando le sovrastrutture più alte già a 35 m.
Il relitto è leggermente sbandato sul fianco di sinistra e la paratia di dritta è completamente esposta ed appare ai sub come un’imponente murata totalmente ricoperta da organismi bentonici e sessili. Il relitto è ben conservato: da prua, con il suo profondo tagliamare ai cui lati si trovano le grandi ancore negli occhi di cubia, sino a poppa, nel cui specchio è la grande ruota del timone, intatta, alla cui base è adagiata un’ancora di rispetto di tipo ammiragliato, nella posizione che aveva al momento dell’affondamento.
È forse questa la parte più suggestiva del relitto, davanti alla quale una foto diventa d’obbligo. Sotto l’imponente poppa si trovano la pala del timone e l’elica a tre pale, dove spesso si celano grandi cernie brune, comuni anche nelle ampie stive colme di carbone, l’antico carico della nave oggi coperto da un sottile strato di limo.
Per chi effettua immersioni tecniche, la gamma di relitti da visitare si amplia, con profondità variabili dai 40 m ai 70 m circa. Tra i relitti più emozionanti vi sono senz’altro il sommergibile ammiraglio Millo, affondato nel 1942 al largo di Punta Stilo su un fondale di 72 m, ed il Fort Missanabie, un cargo armato sito al largo di Roccella Jonica su un fondale di 76 m, di cui si può ammirare, nello specchio di poppa a 54 m, la mitragliatrice protesa verso il blu. Spostandoci sul Tirreno, lungo la Costa Viola che si estende da Palmi a Scilla, si incontrano scenari mozzafiato e colori sfavillanti.
Scilla si trova all’ingresso nord-orientale dello Stretto e rappresenta una delle località più suggestive della regione, tappa obbligata per i subacquei che scelgono la Calabria come loro destinazione.Sul lungomare, sotto la rocca del castello, i sub provenienti da tutta Italia e non solo preparano la loro attrezzatura per immergersi su quella che è considerata una delle 10 secche più belle d’Italia, La Montagna. Dopo una franata di grandi massi e una lingua di sabbia chiara, dalla profondità di circa 40 m si erge un imponente monolito roccioso dalle pareti verticali, la cui sommità raggiunge i 18 m.
Le sue pareti, esposte alle intense correnti dello Stretto, sono interamente ricoperte da fitti rami di gorgonie bicolori gialle e rosse. È proprio grazie a queste correnti – la cui presenza ha fatto nascere l’antico mito di Scilla e Cariddi – che la visibilità è generalmente ottima e che la vita subacquea di Scilla è quanto di più vicino ai mari tropicali ci sia nel Mediterraneo! E poi, spostandosi più a Sud nello Stretto, come non ricordare l’opportunità unica di fotografare i rari pesci trombetta durante suggestive notturne. Ogni sito d’immersione di quest’area della Calabria offre delle peculiarità uniche dal punto di vista ambientale, storico o biologico. Elencarle tutte non è possibile, ma invitarvi a scoprirle, in una terra baciata dal sole e abitata da gente dall’ospitalità profonda, è doveroso!
ciao a tutti gli Oceandiver … ci vediamo presto
Reportage di Roberta Eliodoro del Diving Megale Hellas
Roberta Eliodoro del Diving Megale Hellas
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è un’archeologa innamorata della Calabria dove opera principalmente nel turismo naturalistico e culturale, accompagnando in montagna, collina e sott’acqua i visitatori! E’ Guida Ufficiale del Parco dell’Aspromonte oltre che Guida Escursionistica Ambientale (AIGAE) ed Accompagnatore Turistico, nonché Guida ed Istruttore Subacqueo.