livello medio
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ARGOMENTO: GEOLOGIA
PERIODO: 250 Ma
AREA: TETIDE
parole chiave: Oceano primordiale
Come si formò il grande oceano della Tetide
C’era una volta un grande oceano posto tra gli antichi continenti di Gondwana e di Laurasia. Eravamo nell’Era del Mesozoico, ovvero in un epoca precedente alla creazione degli attuali oceani Indiano e Atlantico, durante il periodo Cretaceo.
Tutto incominciò circa 250 milioni di anni fa, durante il Triassico, quando si formò un nuovo oceano nella parte meridionale dell’oceano Paleo Tethys. All’epoca i mari preistorici erano più estesi e caldi di quelli attuali e i ghiacci, che avevano invaso vaste aree del pianeta durante il periodo Permiano, si erano ormai sciolti. Le calotte glaciali degli attuali poli non si erano ancora formate ed il clima, fino al circolo polare, era semi-tropicale come testimoniato dai fossili di vegetazione ritrovati nelle montagne antartiche. Tutti gli attuali continenti facevano parte di un’unica grande massa continentale chiamata Pangea.
La Pangea era formata da due grandi territori: il Gondwana a sud (comprendente l’Africa, l’India, l’Australia, l’Antartide, il Sud America, l’Italia e parte del Medio Oriente) e la Laurasia (che comprendeva il Nord America, l’Europa e l’Asia).
Nel Triassico una spaccatura si creò lungo la piattaforma continentale settentrionale della Pangea meridionale (Gondwana) e, nei successivi 60 milioni di anni, una piattaforma, chiamata Cimmeria, si spinse verso nord, spingendo il fondo dell’oceano Paleo-Tethys sotto l’estremità orientale della Laurasia.
Un nuovo grande Oceano: la Tetide
Dai movimenti delle masse si formò quindi un nuovo oceano che è stato chiamato Tetide, posizionato tra la Cimmeria e il Gondwana, che di fatto sostituì il Paleo-Tethys. Nelle ere questa si modificò fino alla configurazione attuale. Durante il periodo Giurassico (150 mA), la Cimmeria, si scontrò con il Laurasia iniziando una deriva con il Gondwana che formò la parte dell’attuale Oceano Atlantico che si trova tra il Mediterraneo ed i Caraibi. Essendo il Nord ed il Sud America ancora attaccati rispettivamente al resto della Laurasia e Gondwana, l’antica Tetide poteva essere rappresentata come un largo braccio di mare intorno alla Terra tra la attuale latitudine 30° N e l’equatore.
Tra il Giurassico e il Cretaceo superiore (che ebbe inizio circa 100 Ma), il Gondwana iniziò a spezzarsi, spingendo l’Africa e l’India settentrionale attraverso il Tethys e l’apertura dell’Oceano Indiano. Poiché queste masse di terra si affollavano sull’oceano primordiale da tutti i lati, nel tardo Miocene (15 Ma) l’oceano continuò a ridursi diventando il Tethys Sea way o seconda Tetide. Inoltre, in tutto il Cenozoico, il livello globale del mare scese di centinaia di metri. Oggi, India, Pakistan, Indonesia, e l’Oceano Indiano coprono l’area un tempo occupata dalla Tetide, e Turchia, Iraq e Tibet sono poste sull’antica Cimmeria.
Il braccio occidentale del Tetide divenne in parte l’odierno Mar Mediterraneo, il Mar Nero, il Caspio e quello di Aral. Infine l’India, staccatasi dal continente meridionale del Gondwana durante il Giurassico, si scontrò con l’Asia dando origine alla maestosa catena himalayana. La maggior parte del fondo della Tetide scomparve in Cimmeria e in Laurasia. Eduard Suess ed altri geologi trovarono fossili di creature dell’oceano nelle rocce dell’Himalaya.
Simili movimenti geologici si riscontrano nell’orogenesi alpina europea dove il movimento della placca africana sollevò la catena delle Alpi. La Grecia e il Levante conservano molte rocce sedimentarie che contengono importanti depositi fossiliferi che si erano depositati proprio nel tempo della Tetide.
La vita primordiale nella Tetide
Gli oceani primordiali erano già popolati da un enorme numero di specie di pesci, molluschi, conchiglie e crostacei. Ad esempio, i pesci ossei, che durante il periodo Devoniano si erano trasferiti nelle acque dolci, ritornarono in quel periodo nel mare. Questo mare sconfinato e l’abbondanza di prede divenne l’ambiente ideale per lo sviluppo e la diversificazione dei rettili marini che continuarono ad evolversi per 100 milioni di anni, nutrendosi di pesci, calamari e delle gigantesche conchiglie che vi vivevano.
Tra i rettili, le specie più diffuse furono i Placodonti e i Notosauri, animali marini non ancora sviluppati in dinosauri, che possedevano un apparato respiratorio diverso da quello dei pesci. Questi animali respiravano mediante i loro polmoni e dovevano quindi spesso risalire in superficie per respirare. Ma non erano soli. Accanto a queste specie incominciarono a nuotare i primi Plesiosauri e i Mixosauri, la specie più antica del gruppo degli Ittiosauri, rettili che diventarono poi dominanti nel Giurassico.
Questi ultimi adattandosi all’ambiente oceanico si evolsero in perfetti “rettili-marini”, perdendo ogni capacità di muoversi sulla terraferma ed assunsero un corpo perfettamente idrodinamico, molto slanciato e flessuoso, con grandi pinne caudali e dorsali, molto simile agli attuali Delfini. Uno dei cambiamenti biologici più importanti fu che non deposero più uova ma misero alla luce piccoli vivi. L’estinzione di alcuni di questi rettili marini avvenne in tempi molto lunghi; i Placodonti e i Notosauri scomparvero alla fine del Triassico mentre gli altri si estinsero insieme ai dinosauri, alla fine del Cretaceo. La Tetide appassiona i paleontologi che ricercano nelle piattaforme continentali di tutto il mondo, ma non solo, i fossili di quegli antichi abitanti.
immagine della piuma di von Meyer pubblicata nel 1862
Solnhofen
I depositi calcarei di Solnhofen, in Baviera, si formarono originalmente in una laguna fangosa costiera, posta ai margini dell’Oceano Tetide. Tra i sedimenti fu ritrovato il famoso fossile dell’Archaeopteryx. Il sedimento di “Solnhofen” possiede una struttura granulare fine e regolare ed i fossili, ben visibili sulla pietra a spacco, ne fanno una delle pietre più interessanti del mondo. In questo giacimento fu trovata l’impronta di una piuma nel 1861; la scoperta di questo esemplare venne descritta dal geologo Christian Erich Hermann von Meyer.
L’immagine fossile è costituita da due lastre opposte che sono ora conservate alla Bavarian State Collection di Paleontologia e di Geologia dell’Università di Monaco e il Museum für Naturkunde a Berlino. La traccia di questa piuma primordiale fu assegnata dai paleontologi all’Archaeopteryx.
Archaeopteryx, un genere di dinosauri molto simili agli uccelli che viene considerato di transizione tra i dinosauri piumati non aviari e gli uccelli moderni. Il primo scheletro fossile di questo bizzarro animale fu ritrovato nel 1861 nei pressi di Langenaltheim, Germania e fu poi venduto al Museo di Storia Naturale di Londra dove viene ancora conservato. Il fossile, mancante di gran parte della testa e del collo, fu chiamato nel 1863 da Richard Owen, Archaeopteryx macrura.
Questo strano uccello rettile aveva una lunga coda, simili a quella di una lucertola che portava una coppia di piume su ogni giunto; inoltre possedeva delle ali dotate di due artigli liberi. Nella IV edizione de L’origine delle specie, Charles Darwin descrisse che tutta la classe degli uccelli comparve improvvisamente durante il periodo dell’Eocene. Grazie a questa scoperta oggi sappiamo che un primordiale tipo di uccello visse durante la deposizione del green sand superiore.
Evoluzione del concetto
Nel 1885, Melchior Neumayr dedusse l’esistenza di Tetide dai sedimenti marini mesozoici e dalla loro distribuzione, e la chiamò ‘Zentrales Mittlemeer’. Neumayr lo descrisse come una grande via marittima giurassica che si estendeva dai Caraibi al Himalaya. In seguito fu Eduard Suess a fornire la prova dell’esistenza di questo antico ed ormai estinto oceano. Nel 1893, analizzando dei reperti fossili ritrovati nelle Alpi e in Africa, Suess propose la teoria che un mare interno esisteva tra la Laurasia ed i continenti che formavano il Gondwana. Lo chiamò ‘mare Tetide‘ prendendo il nome dalla dea greca del mare Teti. Suess per primo propose il suo concetto di Tethys nella sua opera in quattro volumi Das Antlitz der Erde, la Faccia della Terra.
Nei decenni che seguirono i geologi considerarono la Tethys come una grande depressione tra i due super continenti. Questo concetto si evolse nel corso del XX secolo descrivendolo come un oceano a forma di triangolo con una vasta estremità orientale. Altri geologi, considerarono il Tethys come un insieme di strutture geologiche successive legate ad una serie di cicli orogenici; dal 1920 al 1960, si incominciò ad usare i termini ‘Paleothethys’, ‘Mesotethys’, e ‘Neotetide’ per la parte della Tetide posta rispettivamente in Caledonia, nella Varisica (ovvero la regione della orogenesi ercinica, un evento geologico di sviluppo montagnoso causato dalla collisione continentale nel tardo Paleozoico tra l’Euramerica ed il Gondwana per formare il super continente di Pangea), e quella interessata dall’orogenesi alpina. Quando la teoria della tettonica a zolle venne accettata, nel 1960, fu definitivamente confermata l’ipotesi di Suess di un oceano primordiale..
La teoria della tettonica delle placche fornì anche il meccanismo con cui questo ex oceano scomparve a causa della subsidenza della crosta oceanica sotto la crosta continentale. Sebbene negli anni 1970 e 1980 furono utilizzati gli stessi termini, anche se in modo diverso, il concetto di un unico mare primordiale, la Tetide, incuneato nella Pangea primordiale, è rimasto in vigore nella comunità scientifica e possiamo dire che siamo tutti figli di quell’immenso straordinario oceano.
Andrea Mucedola
in anteprima ricostruzioni di quattro generi di Geosaurini presenti nel tardo Kimmeridgiano-inizio Titoniano dell’Europa occidentale. Le specie dall’alto verso il basso sono: Geosaurus giganteus, Dakosaurus maximus, Torvoneustes carpenteri e Plesiosuchus manselii. Le lunghezze corporee massime conosciute di Torvoneustes e Geosaurus provengono da Young et al. [14], mentre quelle di Dakosaurus e Plesiosuchus sono tratte da questo articolo (per comprendere, il subacqueo umano è circa 1,8 m). Tutte le ricostruzioni della vita metriorhynchid sono di Dmitry Bogdanov – Fonte Young, Mark T.; Brusatte, Stephen L.; De Andrade, Marco Brandalise; Desojo, Julia B.; Beatty, Brian L.; Acciaio, Lorna; Fernández, Marta S.; Sakamoto, Manabu; Ruiz-Omeñaca, José Ignacio; Schoch, Rainer R.; (2012) “The Cranial Osteology and Feeding Ecology of the Metriorhynchid Crocodylomorph Genera Dakosaurus and Plesiosuchus from the Late Jurassic of Europe“, in Butler, Richard J. (a cura di), PLoS ONE, vol. 7, n. 9, pag. e44985, pmid 23028723, pmc 3445579, doi:10.1371/journal.pone.0044985 – Autori Mark T. Young, Stephen L. Brusatte, Marco Brandalise de Andrade, Julia B. Desojo, Brian L. Beatty, Lorna Steel, Marta S. Fernández, Manabu Sakamoto, Jose Ignacio Ruiz-Omeñaca, Rainer R. Schoch.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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