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livello medio
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Valcour
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Nel Settecento e nelle prime decadi dell’ottocento la vasta area selvaggia che si estendeva a sud dei Grandi laghi nordamericani costituiva il confine tra il Canada e le colonie britanniche (prima) o le ex colonie durante la Guerra d’Indipendenza. Un’area pressoché priva di collegamenti viari nella quale le poche strade erano semplici sentieri per cui per gli spostamenti ed i traffici assumevano particolare importanza le vie d’acqua.
una visione di insieme dei luoghi citati nell’articolo
Una di queste vie era costituita dal grande lago Champlain, orientato in direzione nord-sud, che dal confine tra lo stato di New York e quello che all’inizio della Guerra d’Indipendenza era ancora la Repubblica indipendente del Vermont si proiettava a Nord oltre il confine con il Canada e il cui emissario, il fiume Richelieu, sfociava nel fiume San Lorenzo nella provincia del Québec, passando a non molta distanza ad est di Montreal. A sud il Champlain è collegato al lago George la cui estremità meridionale si trova vicino al fiume Hudson che sfocia nell’Atlantico a New York. Questo complesso fu perciò di grande valore strategico nel corso delle guerre che opposero la Gran Bretagna e i coloni americani alla Francia e ai suoi coloni canadesi durante la cosiddetta “French and Indian War” (la parte della guerra dei Sette anni che si svolse nel teatro nordamericano) e successivamente le colonie ribelli contro le forze britanniche del Canada. Il lago Champlain era la chiave del Canada per i continentali e di New York per i Britannici e fu perciò per il suo controllo che, l’11 e il 12 settembre 1776, fu combattuta la battaglia dell’isola Valcour tra una flottiglia continentale ed una britannica.
Nel 1775-1776 il Congresso decise di tentare la conquista della provincia del Québec, inviando un contingente di truppe che risalì il Champlain e si impadronì di Montreal per proseguire alla volta di Québec dove si congiunse ad un secondo contingente agli ordini del controverso generale Benedict Arnold che dalla costa del Maine aveva risalito i fiumi Kennebec e Chaudiere.
La spedizione si concluse in un fallimento grazie ai rinforzi britannici giunti in Canada, e le truppe continentali, sconfitte dal generale Carleton governatore del Quebec, dovettero ritirarsi; a giugno del 1776 i resti della spedizione continentale si arrestarono a Crown Point, vicino all’estremità meridionale del Champlain poco a nord del forte Ticonderoga, dopo aver bruciato o affondato durante la ritirata le imbarcazioni che non potevano essere utilizzate per non farle cadere nelle mani delle forze britanniche che avrebbero quasi certamente intrapreso una contro-invasione delle colonie ribelli seguendo all’incontrario lo stesso percorso.
Disegno raffigurante la gondola Philadelphia in navigazione alla vela, Naval History and Heritage Command, NH 49316
Proprio per quello scopo presso il forte Saint Jean (o St. John) sul fiume Richelieu, dove era radunato un corpo di circa 9.000 soldati, Carleton cominciò ad allestire una flottiglia assemblando uno sloop e due golette inviate smontate dalla Gran Bretagna e costruendo altre imbarcazioni con l’obbiettivo finale di raggiungere New York. Per contrastarli i continentali fecero altrettanto allestendo un cantiere navale a Skenesborough (attuale Whitehall), che si trova all’estremità meridionale del lago Champlain. A 200 carpentieri che già lavoravano nel locale cantiere se ne aggiunsero 30 provenienti da New York e 100 provenienti dagli Stati del Connecticut e del Massachusetts. Il controllo generale della costruzione dei bastimenti e il comando della futura flottiglia fu affidato ad Arnold, coadiuvato da Hermanus Schuyler, proprietario di una impresa di legname, e da Jeduthan Baldwin, capitano del genio dell’esercito continentale.
La flottiglia continentale sarebbe stata composta da bastimenti di differente tipo: “gundalows” o “gondolas” (ossia gondole), “galleys” (ossia galee), cutter e golette. Le gondole erano grossi battelli a fondo piatto, con prua e poppa slanciate che potevano essere propulsi sia a vela che a remi; generalmente erano scoperti, ossia privi di un ponte vero e proprio, che era sostituito da un pagliolato, un tavolato posto subito sopra i madieri; il semplice armo velico era composto da un unico albero con due vele quadre ed un fiocco.
Piani della Philadelphia ricavati dal relitto. H. Chapelle, “The History of the American Sailing Navy”
Il relitto della Philadelphia poco dopo il suo recupero; Naval History and Heritage Command, NH 42794.
Ricostruzione 3D dello scafo della Philadelphia; https://americanhistory.si.edu/collections/nmah_463506
La Philadelphia esposta al National Museum of American History
La gondola Philadelphia, il cui relitto fu recuperato nel 1935 ed è ora in mostra al National Museum of American History, a prua e a poppa dell’albero aveva due piattaforme che arrivavano fino alle estremità dello scafo, mentre in corrispondenza dell’albero si trovava uno spazio vuoto che serviva da magazzino. Le fiancate si collegavano al fondo piatto a spigolo. Era lunga 16 metri e larga 4,6 e pescava 0,61 metri e dislocava 29 tonnellate. Le galee erano invece bastimenti pontati più grandi con lo scafo con ginocchio arrotondato; la prua era abbastanza tozza, la poppa era quadra; erano dotate anche di un cassero. Erano propulse sia a vela che a remi; l’armo velico era composto da due alberi a vele latine. Le dimensioni di una di esse, la Washington, erano 22 m di lunghezza e 5,9 m di larghezza; la stazza era di 123 tonnellate.
La flottiglia di Arnold, alla vigilia della battaglia di Valcour Island, era composta dallo sloop Enterprise (da 12 cannoni), dalle due golette Royal Savage (12 cannoni) e Revenge (8 cannoni), da tre galee da 8 cannoni (Trumbull, Washington e Congress), dalle otto gondole Boston, Connecticut, Jersey, New Haven, New York, Philadelphia, Providence e Spitfire, tutte armate con 3 cannoni, e dal cutter Lee (6 cannoni). Quest’ultimo aveva uno scafo molto simile a quello delle gondole e per questo in molte fonti è definito gondola, ma era armato con un albero con vele quadre, randa e fiocco. La Congress fu terminata e varata il primo settembre mentre la Trumbull raggiunse la flottiglia di Arnold solamente alla vigilia della battaglia. A parte l’Enterprise e il Royal Savage che erano stati catturati ai Britannici nel 1775, tutti gli altri bastimenti furono costruiti a partire da giugno 1776. Il loro armamento era alquanto eterogeneo, costituito com’era da pezzi ottenuti da Forte Ticonderoga ed altri punti fortificati continentali e da altri catturati, compresi alcuni pezzi da campagna britannici. I pezzi della Washington erano di calibro di 18, 12, 9, 4 e 2 libbre; le gondole avevano un pezzo da 12 libbre a prua e due da 9 a fiancata a centro nave: questi ultimi erano sfalsati in modo da avere più spazio per il rinculo e il caricamento. Tutti i bastimenti erano anche armati con un certo numero di cannoncini a forcella. In totale la flottiglia aveva 86 cannoni. Arnold era poco contento dei circa ottocento soldati e marinai messi a sua disposizione: “i marines [sono] gli scarti di ogni reggimento e dei marinai pochi [hanno] navigato in alto mare”.
Fine I parte – continua
Aldo Antonicelli
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in anteprima Dipinto di V. Zveg, gondole e galee continentali nella battaglia di Valcour Island; Naval History and Heritage Command, NH 83140-KN.
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Fonti
J. T. Headley, “Washington and His Generals” vol. I, 1850.
P. S. Palmer, “History of Lake Champlain”, 1866.
W.C. Watson, “Naval Campaign on Lake Champlain”, The American Historical Record, n.ro 34, ottobre 1874 e n.ro 35, novembre 1875
H. Rodgers, a cura di, “Hadden’s Journal and Orderly Books, a Journal Kept in Canada and Upon Burgoyne’s Campaign in 1776 and 1777”, 1884.
L. H. Bolander, “Arnold’s Retreat from Valcour Island”, Proceedings Vol. 55/12/322, dicembre 1929.
H. Chapelle, “The History of the American Sailing Navy”, 1949.
A.E. Gilligan, “The Battle of Valcour Island”, Proceedings, Ottobre 1967 Vol. 93/10/776.
J.R. Bratten, “The Gondola Philadelphia and the Battle of Lake Champlain, Texas A&M University Press, 2002.
J.L. Nelson, “Benedict Arnold’s Navy, The Ragtag Fleet That Lost the Battle of Lake Champlain But Won the American Revolution”, 2006.
Joyce Lee Malcolm, “The Tragedy of Benedict Arnold”, 2018.
R. Batley, “Arnold’s Flagship: The USS Congress”, Naval History Magazine, giugno 2024.
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