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livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA DELLE ACQUE
PERIODO: XVIII SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO – MAR LIGURE
parole chiave: Nelson, Battaglia di Noli
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Parafrasando un vecchio detto: il mare nasconde ma non ruba
Dopo oltre due secoli, nelle acque del Mar Ligure, sono stati finalmente ritrovati i resti della battaglia di Capo Noli, la prima vittoria navale del futuro ammiraglio inglese Horatio Nelson, che passerร alla storia come l’eroe di Trafalgar. Cerchiamo di ricostruire lโevento storico grazie alle molte informazioni accuratamente tramandate dai dettagliati rapporti dei Comandanti delle due Flotte.
Il contesto storico
Nei primi mesi del 1795, il vice-ammiraglio William Hotham, Comandante in capo della flotta del Mediterraneo, spostรฒ la sua flotta dalla baia di Saint-Florent, Corsica a Livorno. La flotta inglese controllava il Mar Ligure impedendo i traffici e rifornimenti che dalla neutrale Genova salpavano verso la Francia, che dopo la rivoluzione francese era sotto assedio da tutte le monarchie europee. La flotta inglese aveva anche il compito di supportare la rivoluzione realista in Corsica che voleva riportare la monarchia in Francia. La notizia del dispiegamento delle navi della Royal Navy nel Mar Ligure raggiunse in breve la base navale francese di Toulon. Il 2 marzo 1795, i Francesi decisero di inviare una flotta di quindici navi tra cui sei fregate e due brigantini al comando del Contrammiraglio Pierre Martin, un relativamente giovane ammiraglio, ben conscio dei propri limiti ma ancora inesperto nell’arte della guerra in mare, al quale era stata assegnata la missione di riconquistare lโisola ed eliminare cosรฌ il predominio marittimo inglese sulle rotte commerciali del Mar Ligure.
La flotta francese avrebbe dovuto scortare e proteggere un convoglio di navi che trasportavano 5000 soldati da sbarcare in Corsica. Nonostante il cattivo tempo, dovuto a forti venti di grecale, le navi arrivarono il sette marzo finalmente in vista dellโisola ed avvistarono poco dopo una nave da guerra inglese, la HMS Berwick, un vascello da 74 cannoni, che era restato in porto a causa di lavori alle alberature. Si narra che il precedente comandante, William Smith, per inesperienza o errore, aveva perso lโalbero di mezzana. Hotham lo aveva destituito e sostituito con Adam Littlejohn, ordinandogli di raggiungere il resto della flotta a Livorno. Tre navi francesi (Alceste, Minerve e Vestale) attaccarono la nave, ancora in difficoltร di manovra, distruggendone le velature.
Littlejohn fu subito ucciso e il suo secondo, Palmer, realizzando lโimpossibilitร di procedere a causa degli ingenti danni, ordinรฒ la resa (abbassando la bandiera). La notizia dellโavvistamento della flotta francese al largo dellโรle Sainte-Marguerite raggiunse Hotham prima della notizia della cattura della Berwick.
Ignaro del destino del brigantino, l’ammiraglio inglese ordinรฒ al HMS Tarleton di dirigere verso Saint-Florent per riunirsi al Berwick al largo di Cap Corse. Nel frattempo, l’HMS Tarleton riportรฒ la notizia della cattura di Berwick e, molto probabilmente, la posizione aggiornata della flotta francese. Lโammiraglio Hotham decise quindi di dirigere verso il Mar Ligure, a nord della Corsica con rotta nord-ovest e, la mattina seguente, 10 marzo, gli inglesi avvistarono la flotta francese che stava rientrando a Tolone sospinta da un forte vento di ponente. Nonostante la distanza i venti sfavorevoli impedirono di venire in contatto.
Il Mercure, a causa delle avverse condizioni meteo, quasi disalberรฒ lโalbero di maestra e si diresse verso Tolone. All’alba del 13 marzo, Hotham diede il segnale di attacco. Nel frattempo, la รa Ira entrรฒ in collisione con la Victoire. Il capitano Thomas Fremantle del HMS Inconstant decise di aprire il fuoco sul รa Ira. Il Vestale cercรฒ di proteggerlo sparando diverse bordate contro lโHMS Inconsistant che, colpito a livello dellโopera morta, si disimpegnรฒ. Appena la HMS Fremantle si allontanรฒ, la HMS Agamemnon, comandata da Horatio Nelson, si lanciรฒ all’attacco. La nave aveva a bordo circa 550 uomini rispetto ai quasi 1.060 a bordo della รa Ira. Ciรฒ nonostante mantenne un fuoco pesante sulla nave francese che impossibilitata a manovrare era trainata dal Vestale. Nelson continuรฒ a cannoneggiare l’unitร francese fino alle 14:15, quando quattro navi francesi si avvicinarono alla รa Ira per cercare di proteggerla dall’attacco. Nelson, si riportรฒ nello schieramento inglese sostituito dalla HMS Bedford e dalla HMS Egmont che continuarono il cannoneggiamento reciproco con la Sans-Culotte (nave da 120 cannoni) e la Timolรฉon (74 cannoni). Nella sua azione Nelson, nonostante sotto il tiro di piรน vascelli, riuscรฌ ad infliggere danni pesanti alla grande nave francese che rimase poi alla mercede del nemico.
Curiosamente lo scontro terminรฒ per motivi di “burocrazia”, con il trasferimento dellโammiraglio Martin dalla Sans-Culotte alla Friponne (dovuto alle standing rules che prevedevano in battaglia il trasferimento degli ufficiali ammiragli sulle fregate). Durante la notte, per motivi non chiari, la Sans-Culotte, unico vascello francese a tre ponti, perse contatto con la flotta francese e non potรฉ prendere piรน parte all’azione, togliendo ai Francesi una possibilitร di fuoco sensibile e, sebbene danneggiata, riuscรฌ a riparare nel porto di Genova. Nel frattempo la Vestale fu rilevata dalla Censeur per il traino della รa Ira. Con le prime luci dellโalba la situazione vedeva la รa Ira e la Censeur isolate, ben lontano dalla flotta francese. Un bottino gustoso per gli inglesi che avevano ancora il vento a favore. Hotham segnalรฒ alla HMS Captain ed alla HMS Bedford di avvicinarsi ed attaccare. Ma la รa Ira, nonostante a rimorchio, era ancora in grado di mantenere un volume di fuoco spaventoso, e le navi inglesi furono colpite pesantemente. Con il successivo arrivo dei quattro vascelli francesi la Captain e la Bedford dovettero defilarsi.
ritratto giovanile di Horatio Nelson (dipinto 10 anni prima della battaglia da John Francis Rigaud, da John Sugden’s Nelson: A Dream of Glory, p. 464.) – conservato al National Maritime Museum, Greenwich, London, Caird FundYoung Nelson.jpg – Wikimedia Commons
Nelson dovette scendere nuovamente in campo ed inflisse gravi perdite e danni alla รa Ira (colpita a livello della linea di galleggiamento) ed alla Censeur che si ritrovarono praticamente indifese. Martin avrebbe voluto risalire in loro soccorso ma la bonaccia impedรฌ alla sua flotta di manovrare. La battaglia infuriรฒ con i Francesi in forte difficoltร di manovra a causa della direzione del vento, sempre incalzate dalle navi inglesi che lo avevano a favore. Tuttavia, nonostante gli sforzi delle fregate Duquesne, Victoire e Tonnant, la รa Ira e la Censeur, ormai a pezzi, vennero lasciate al loro destino.
In sintesi, dopo circa cinque ore di aspro combattimento la flotta francese si allontanรฒ, abbandonando la Censeur gravemente danneggiata e in fiamme e la รa Ira, impossibilitata a manovrare e avendo perso buona parte dellโequipaggio (rimasero uccisi oltre 600 uomini), venne catturata. Lโammiraglio Martin, approfittando di un rafforzamento del vento, riprese verso nord verso Tolone ma Hotham, tenendo conto dei danni ricevuti dalle sue navi non volle inseguirle, accontentandosi delle due navi catturate, e diresse verso la baia di La Spezia. Horatio Nelson fu designato al comando della flotta inglese nella baia di Vado Ligure ed ottenne, per i suoi successi, la promozione a commodoro, grado funzionale dato ad un capitano di vascello in comando di un gruppo navale.
La scoperta
Ma veniamo ora a questa straordinaria scoperta. Marco Colman e Mario Arena, istruttori subacquei della GUE โGlobal Underwater Explorerโ hanno identificato sulla base degli appunti di un altro membro del gruppo, un sito archeologico sui fondali antistanti Capo Noli, ad una profonditร di circa 60 metri ed un miglio dalla costa, caratterizzato dalla presenza di cannoni in bronzo e da numerosi reperti metallici e fittili. Tra il 25 e il 26 di marzo 2016 la Soprintendenza Archeologia della Liguria e il Nucleo Subacquei della Guardia Costiera di Genova con il supporto di un gruppo di subacquei tecnici della GUE Italia tra cui, Fabrizio Cremonesi e Fabio Alfieri, e dello staff del Cycnus Diving Center di Finale Ligure con Danilo Giusto e Stefano Berlingeri, ha effettuato una prima ricognizione del sito. I cannoni ritrovati sono di produzione francese, databili tra XVIII-XIX secolo, come parti di fucili militari in uso agli equipaggi della marina rivoluzionaria francese. Lโubicazione del ritrovamento ed i dati certi finora a disposizione permettono di avanzare unโipotesi molto concreta di identificazione del contesto con il sito della battaglia navale di Capo Noli del marzo 1795. I primi riscontri archeologici registrati sono quindi compatibili con le testimonianze storiche che accennano ai luoghi e descrivono la dinamica dello scontro delle due potenti flotte nei pressi di Capo Noli: una grande vittoria in cui il futuro ammiraglio Orazio Nelson comparve come protagonista. Lโimportanza storica dellโepisodio fu indiscutibile e riaffermรฒ il potere marittimo inglese nel Mediterraneo. Per Vincenzo Tinรจ, Soprintendente Archeologia della Liguria โquesta scoperta รจ di eccezionale interesse sia archeologico sia storico. Lโarcheologia subacquea ligure si dimostra ancora una volta all’avanguardia per capacitร esplorative, portando alla luce i resti della battaglia di Noli e quindi restituendo un tassello fondamentale alla storia della Liguria e dellโEuropaโ.
photo credit Marina militare italiana
Un aggiornamento sulle ultime ricerche
Nel mese di luglio 2018, i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) della Marina Militare, con il supporto di Nave Anteo, hanno effettuato immersioni sul sito di Capo Noli (SV), in supporto alle attivitร di ricerca archeologica subacquea, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria. Un team costituito da palombari iperbarici della Marina ha condotto le operazioni in saturazione, effettuando uno scavo alla profonditร di circa 65 metri per acquisire nuove informazioni e reperti dal relitto di una nave armata francese affondata nell’ambito della “battaglia di Capo Noli” del 1795. L’operazione subacquea รจ iniziata il 16 luglio 2018, con un team di tre palombari all’interno dell’impianto integrato per immersioni profonde di nave Anteo, con una permanenza di tre giorni e venti ore alla profonditร di circa 60 metri.
Gli operatori del Gruppo Operativo Subacqueo del Com.Sub.In. GOS) hanno svolto complessivamente ventiquattro ore di lavoro subacqueo, rimuovendo circa sette metri cubi di sedimento per mezzo di un sistema d’aspirazione a ‘sorbona‘, che ha permesso di portare alla luce numerosi reperti che erano custoditi nei resti del relitto da oltre 220 anni. Le delicate operazioni di identificazione e catalogazione dei reperti rinvenuti, sono avvenute sotto la supervisione di Simon Luca Trigona, della Soprintendenza della Liguria, che รจ rimasto soddisfatto del lavoro condotto dai Palombari sul relitto di Capo Noli: “Quest’attivitร rappresenta il momento piรน importante all’interno della nostra decennale attivitร ฬ di ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso. Realizzare uno scavo in saturazione a 63 metri di profonditร , grazie alla Marina Militare, ci ha permesso di acquisire dati archeologici su un periodo storico fondamentale nella storia della Liguria e dell’Europa, e in piรน di testare una metodologia di lavoro estremamente complessa, che ha avuto rarissimi impieghi in campo archeologico“.
artefatti dal relitto recuperati dai palombari della marina militare italiana – photo credit Soprintendenza della Liguria – Marina militare italiana
Sebbene non sia ancora stato possibile scoprire il contesto archeologico e le informazioni che si celano nel sito, l’impiego dei palombari della Marina Militare italiana e le moderne tecnologie a disposizione di nave Anteo hanno permesso di condurre un’approfondita indagine del settore centrale del relitto, con il recupero di importanti e preziosi reperti. Essi saranno catalogati dalla Soprintendenza, al fine di allestire al piรน presto un museo dedicato a questo importante episodio storico.
La Marina Militare italiana ha confermato, ancora una volta, che gli assetti subacquei a disposizione del Com.Sub.In. possono essere efficacemente impiegati non solo nell’ambito delle attivitร militari d’istituto, ma anche in quelle scientifiche a favore della collettivitร nel complesso delle attivitร complementari che la Forza Armata svolge quotidianamente.
Foto di copertina: ricerche archeologiche sui relitti della battaglia di Noli, credito Marina Militare italiana
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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne lโautore o rimuoverle, puรฒ scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dellโarticolo

ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), รจ laureato in Scienze Marittime della Difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. ร docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare.