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Vediamo che tempo fa o farà

Diamo un’occhiata al tempo meteorologico

Meteo facile per tutti: vediamo che tempo fa o farà prossimamente con un insieme di link per aggiornarvi in tempo reale sulle condizioni meteorologiche locali e marine 

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Inseguendo il vento nel Pacifico settentrionale verso le Hawaii: Vespucci 16 – 22 luglio 2024

tempo di lettura: 11 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: SCIENZE DEL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Vespucci, Marina Militare
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Martedì 16 luglio 2024

Nave Vespucci, dopo la sua partenza da Los Angeles, continua la sua navigazione a vela verso le Hawaii. Sono pervenute molte domande su quale rotta stia seguendo. Considerando che, al di là della rotta pianificata sulla carta, ogni nave, in particolare quelle a vela, adatta le sue rotte a seconda delle condizioni meteo-marine, nel caso specifico il Vespucci sta seguendo le antiche rotte che dalla California si spingevano fino alle Hawaii; rotte che, come vedremo, sono legate durante l’anno alla posizione di un’aria di alta pressione semipermanente del Pacifico Settentrionale, chiamata North Pacific High (vedi il disegno sottostante).

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Questa depressione, che causa il clima secco della California in estate ed in autunno, seguito da inverni e primavere tipicamente umidi, è responsabile  del regime dei venti chiamati alisei (trade winds) che insistono sulle Hawaii tutto l’anno. In inverno questa alta pressione si sposta verso l’equatore (più a sud) per poi tornare nuovamente a latitudini maggiori durante l’estate. Come ricorderete il regime dei venti intorno alle aree di alta e bassa pressione è il seguente:
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Questo comporta che il vento intorno alla North Pacific High genera questi venti costanti che consentono di navigare agevolmente verso l’arcipelago delle Hawaii. In quelle acque, quando si vogliono raggiungere le isole, bisogna adattare la propria rotta cercando il vento  sfruttando l’area di alta pressione. Una buona regola è quindi navigare in inverno verso sud, fino alla latitudine di circa 20°N, per raggiungere la zona favorevole dove si formano gli Alisei. Questa regola, non scritta, varia durante l’anno; ad esempio in aprile – maggio basta scendere fino ad una latitudine di 30°N e, in estate, a 35°N.  Queste latitudini variabili possono essere quindi considerate il confine meridionale del Pacific High, superato il quale si troverà il flusso degli alisei che consentirà, per chi proviene dalle coste occidentali americane, di raggiungere facilmente le isole Hawaii. La cosa più complicata per i naviganti a vela è quindi restare nella zona ottimale del vento che può essere ora dedotta dalle carte sinottiche.

carte_sinottiche

Mercoledì 17 luglio 2024

Navigazione regolare verso le Hawaii con vento dai settori poppieri di dritta pressoché costante. Torniamo all’argomento di cui abbiamo parlato ieri: le carte sinottiche. Qualcuno mi darà dell’antiquato, considerando che i mezzi a disposizione odierni offrono previsioni meteo marine di facile comprensione ed immediato utilizzo senza bisogno di studiare gli andamenti barici. Sono però sempre dell’opinione che, senza voler negare l’effettiva comodità ed utilità di questi mezzi, sia necessario avere delle basi per poter comprendere l’andamento meteo in mare, se non altro per non procurarsi sorprese sgradite durante la navigazione. Di fatto, una consultazione preventiva del bollettino meteo ufficiale locale ci può sempre consentire di comprendere la tendenza futura del tempo al fine di pianificare correttamente la rotta da seguire.

Le carte del tempo meteorologico
Le carte, che potete scaricare da diverse fonti, sono prodotte dagli Uffici Meteorologici (METOC) sia ad uso marittimo che aeronautico. Esse sono caratterizzate da rappresentazioni composte da simboli, numeri e linee (come le isobare, linee di ugual pressione, e le isoterme, linee di ugual temperatura) riferite a determinati momenti ovvero sia in atto (situazione attuale) o previste (previsioni a medio-lungo termine) ricavate attraverso modelli matematici ed osservazioni con i satelliti. Tecnicamente sono chiamate sinottiche dal greco synoptikós che significa “sguardo d’insieme”.

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Per quanto possa essere ovvio, il riferimento temporale di ogni carta deve essere ben compreso. Gli allievi di Stato Maggiore dell’Accademia Navale imbarcati sull’Amerigo Vespucci hanno alle spalle già un anno di teoria di meteorologia nautica e sono abituati a leggere su queste carte l’andamento dei fronti e calcolare l’intensità del vento lungo le rotte. Durante i periodi di guardia in plancia, oltre al seguire la rotta, verificano periodicamente l’intensità e la direzione del vento e l’andamento della pressione, con i valori riportati sulle carte sinottiche. Per chi non avesse familiarità con questi utili strumenti, esistono numerosi manuali, tra cui Il Manuale dell’Ufficiale di Rotta, edito dall’Istituto idrografico della marina militare, che possono fornire utili nozioni. La simbologia è universale (qualsiasi mappa meteo utilizza gli stessi simboli) e conforme agli standard dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM)

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Ad esempio, nella carta superiore, al centro, vedete disegnata un’area di alta pressione circondata da linee di ugual pressione (isobare) con un numero (nell’esempio 1036) e una lettera (H alta pressione). Oltre alle aree di bassa pressione (lettera L) trovate i fronti in transito nelle diverse zone geografiche. Nello specifico sono disegnati in rosso i fronti caldi e in blu quelli freddi.

I Fronti

I Fronti possono essere definiti come superfici di discontinuità tra due masse d’aria aventi caratteristiche di temperatura, pressione e umidità differenti. Parliamo di fronte caldo quando una massa d’aria più calda (spesso anche più umida) scorre sopra una massa più fredda. Si ha invece un fronte freddo quando una massa d’aria fredda (quindi meno umida e più densa) si avvicina ad una massa più calda e più umida (pertanto più leggera) incuneandosi sotto quella calda e facendola salire in quota. Come ricorderete lungo questi fronti aumenta l’instabilità atmosferica, generando fenomeni meteorologici anche violenti come rovesci (non usate il termine bombe d’acqua che non esiste), temporali spesso accompagnati da vento forte che possono portare a tempeste. Non ultimi i fronti occlusi (in viola) che si verificano quando un fronte freddo “raggiunge” un fronte caldo e vi si sovrappone. E’ un argomento un pò complesso sul quale torneremo.

Giovedì 18 luglio 2024

Navigazione regolare. Cielo nuvoloso e vento costante. Per ultimare il discorso iniziato ieri, un buon indizio per comprendere l’intensità del vento è osservare la distanza fra le isobare: più sono ravvicinate, maggiore sarà l’intensità del vento. La direzione del vento è deducibile osservando le aree di alta  o di bassa pressione; in quelle di alta pressione  la circolazione del vento è tangente alle isobare in senso orario, mentre in quelle di bassa pressione è in senso antiorario. In alcune carte troverete disegnate l’intensità e direzione del vento, rappresentate da “stanghette” con delle “barbe” la cui simbologia è riportata nella tabella inferiore. Si passa dalla bava di vento (una stanghetta senza barba) ad un triangolo nero che segnala venti di 50 nodi …. con varianti diverse.

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Mi chiederete … ma perché è così importante conoscere la direzione e l’intensità del vento? La risposta, come ricorderete da articoli precedenti, è perché il vento è il principale fattore che regola la direzione e l’intensità del mare. Non a caso parliamo di FORZA di vento e non FORZA di mare (è sbagliato dire MARE FORZA DUE, si dice MARE 2). Venti forti causano mare cattivo che non solo è un fattore non piacevole durante le nostre navigazioni ma può mettere in pericolo la navigazione stessa, costringendo il navigante a variazioni di rotta per non causare danni alla sua imbarcazione. Ecco perché i giovani ufficiali e sottufficiali della marina militare italiana sono preparati a conoscere e prevedere il mare e il tempo meteorologico. Nella cartina inferiore, vediamo che il Vespucci sta navigando con un vento settentrionale di intensità intorno ai 20-25 nodi). La rotta precedentemente disegnata dal sistema (in giallo) non è quindi quella seguita dal Vespucci, e la nave più bella del mondo sta modificando la sua rotta per mantenere la direzione del vento migliore per arrivare a Honolulu.

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Giovedì 18 luglio 2024

Navigazione regolare verso Honolulu. Continuano le attività addestrative per i giovani allievi. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di meteorologia, oggi parliamo di terminologia e attrezzatura. Sulle navi vengono usati i bozzelli. Sin dai primi anni in cui l’Uomo incominciò ad affrontare il mare si pose il problema di come ottimizzare i tempi di manovra delle vele utilizzando dei sistemi impiegati per la movimentazione dei carichi. Già impiegati a terra, furono perfezionati dei sistemi funicolari, i cosiddetti paranchi. Senza entrare in formule matematiche, questi sistemi hanno lo scopo di diminuire la forza necessaria per sollevare i pesi o per alzare le vele sul principio delle carrucole. Le carrucole possono essere fisse o mobili. Quelle fisse sono leve di primo genere indifferenti, in cui il braccio resistente e il braccio motrice sono uguali, mentre quelle mobili sono leve di secondo genere, sempre vantaggiose, quando il braccio motrice pari al doppio del braccio resistente. In campo navale possono semplici o multiple consentendo di ridurre notevolmente gli sforzi applicati. Ricapitolando, nella terminologia navale, le carrucole sono chiamate bozzelli; un tempo costruiti interamente in legno, sono stati oggi sostituiti con modelli interamente in ferro o in acciaio.

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Il bozzello più grande è mostrato in posizione chiusa, quello in centro (dimensione media) è mostrato aperto, questa apertura è il modo in cui la cima viene inserita attraverso il bozzello. Three snatch blocks.jpg – Wikimedia Commons

Di massima un bozzello semplice è costituito da una cassa, una puleggia, un perno ed uno stroppo. La prima è costituita da due parti laterali, parallele fra loro, di forma generalmente ovale, chiamate maschette, mantenute ad ugual distanza da due tacchi di legno o di ferro. Nei bozzelli a più pulegge esistono dei tramezzi, ovvero delle divisioni fra una puleggia e l’altra. La cassa ha delle scanalature per ricevere lo stroppo necessario per sostenere il bozzello. Elemento fondamentale è la puleggia, una piccola ruota un tempo di legno ma ora di metallo, spesso bronzo, nella quale scorre il cavo che vi viene infierito. Al suo centro possiede un foro, dove viene inserito il perno di blocco.

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Non ultimo lo stroppo, un anello, detto anche canestrello, di cavo vegetale o di metallo, formato da una piastra di metallo che circonda la cassa del bozzello per permettere il suo maneggio. 

Venerdì 19 luglio 2024

Navigazione regolare. Viste le domande pervenute, torniamo alla meteorologia. Oltre alle carte sinottiche, possono essere scaricate da internet immagini satellitari e radar che possono fornire in alcuni casi anche accurate previsioni dell’evoluzione del tempo. Una curiosità: l’Alta pressione settentrionale del Pacifico ha una pressione media sul livello del mare di luglio di 1026 mb, analoga per pressione e dimensioni a quella delle Azzorre, la sua controparte atlantica, che tanto influenza il clima mediterraneo. Le massime subtropicali sono uno degli elementi chiave della pressione superficiale della Terra la cui origine non è del tutto compresa, anche se si ritiene che le cause più probabili siano quelle termiche dirette. 

Sabato 20 luglio 2024

Navigazione regolare il Vespucci è a circa 50 ore dalle Hawaii. Nelle foto che ci pervengono dai social e dal Vespucci, compaiono gli scopamare. Cosa sono? Si tratta di vele addizionali, rettangolari o triangolari, distese ai lati dei trevi, che “i velieri a vele quadre aggiungono a ciascun lato della vela di trinchetto o di maestra, con tempo buono e vento largo, per aumentare la velocità; fanno parte della cosiddetta forza di vele.” Quando aperte sui pennoni superiori queste vele sono chiamate coltellacci e coltellacini. Gli allievi dell’Accademia Navale hanno incominciato presto a conoscerle e ad aprirle.

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nella foto Carlo Mari, sul bompresso … alle sue spalle si notano aperti gli scopamare

Domenica 21 luglio 2024

Navigazione regolare con venti favorevoli da NNE.  Parliamo oggi di un bivalve marino, reso famoso dai primi film sui mari tropicali, la tridacna. che gli allievi potranno facilmente scorgere sulle barriere coralline delle Hawaii facendo snorkeling. Le tridacne sono conchiglie talvolta di grandi dimensioni, caratterizzate da valve importanti che possono avere forme differenti: da triangolo-ovoidali (genere Tridacna) a trapezoidali (genere Hippopus). Spesso sulla conchiglia sono visibili le linee di accrescimento e grosse costole radiali, con scudi (o scaglie) prominenti. L’orlo delle valve è solcato oppure dentato o ondulato. Negli esemplari di maggiori dimensioni del genere Tridacna, il peso complessivo è in media di circa 200 kg ma può arrivare fino a 300 kg.

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Giant clam (Tridacna gigas), Michaelmas Cay, Great Barrier Reef, Queensland, Australia – Fonte Sharp Photography, sharpphotography.co.uk – Autore Charles J. Sharp Giant clam (Tridacna gigas) Michaelmas Cay.jpg – Wikimedia Commons

Essendo un mollusco che vive a bassa profondità (in genere non più di 15 metri), attirò da subito la curiosità dei pescatori e nacque la sua cattiva fama, immeritata, che fosse in grado di imprigionare nelle sue valve i malcapitati, trattenendoli per una gamba con l’obiettivo di affogarli. In realtà, è una conchiglia molto bella da osservare durante le immersioni, che non crea nessun pericolo … a meno di volerci volontariamente mettere una mano all’interno. 

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Lunedì 22 luglio 2024

Continua la navigazione verso le Hawaii. Ormai mancano circa 30 ore per arrivare a Honolulu. Abbiamo raccontato in un precedente articolo le loro caratteristiche principali; vediamo ora la loro storia … queste isole furono scoperte e colonizzate da popoli asiatici provenienti dal continente che si spostarono intorno all’anno mille seguendo rotte successive tra le varie isole, aiutati da quei venti costanti (alisei) di cui abbiamo più volte parlato. Nel 1778 furono “scoperte” dall’esploratore inglese James Cook, che le chiamò the Sandwich Islands” in onore di John Montagu, 4th Earl of Sandwich. Sebbene questa data sia universalmente accettata, in realtà, nel XVI secolo, compaiono nei resoconti di viaggio di Ruy López de Villalobos, un esploratore spagnolo che, al comando di sei vascelli partiti da Acapulco nel 1542, seguendo il vento stava dirigendosi verso le Filippine. Nel diario di bordo, scritto dal suo pilota, Juan Gaetano, viene riportato l’avvistamento di alcune isole, che potrebbero essere identificate come le Hawaii o le isole Marshall. Una teoria plausibile visto che, nella cartografia spagnola dell’epoca, erano disegnate delle isole alla stessa latitudine delle Hawaii anche se ad una longitudine 10 gradi ad est delle stesse. Dopo i resoconti di Cook, la marina francese decise di inviare due navi, l’Astrolabe e la Boussole, con a bordo un folto gruppo di scienziati, astronomi, matematici, geologi, mineralogisti e botanici per l’esplorazione dell’Oceano Pacifico e la ricerca di eventuali sbocchi per il commercio, dall’estremo nord fino all’Australia, dall’Asia all’America. A capo della spedizione fu assegnato Jean-François de La Pérouse che, nei suoi resoconti, disegnò un gruppo di isole, probabilmente le Hawaii, in cui Maui era battezzata La Desgraciada (isola sfortunata) e, quella che potrebbe essere l’isola di Hawaii era chiamata La Mesa. Di fatto le carte spagnole dell’epoca riportavano quelle isole, il cui nome era quindi ispanico. Nei secoli successivi i galeoni spagnoli provenienti dalle Filippine passarono a sud delle Hawaii, mantenendo segrete le loro rotte per proteggere il monopolio del loro commercio. Questa riservatezza aiutò a mantenere l’indipendenza dell’arcipelago, nonostante si trovasse su una rotta marittima da est a ovest tra le diverse nazioni suddite del Viceré della Nuova Spagna.

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Ciononostante, Cook è considerato il primo europeo ad aver visitato le Isole Hawaii, anche se il merito della scoperta andrebbe attribuito alle conoscenze di un notabile locale, Tupaia, di cui abbiamo parlato in questo articolo. Tupaia era un abile navigatore polinesiano e, utilizzando un sistema di navigazione totalmente diverso da quello occidentale, li portò all’arcipelago. Il legame tra Cook e le Hawaii è però ancora più profondo. Il grande navigatore inglese, il 14 febbraio 1779, proprio alle Hawaii, presso la baia di Kealakekua, dopo che alcuni indigeni avevano rubato una delle scialuppe della sua nave, ebbe un violento alterco con gli abitanti dell’isola e venne accoltellato a morte. Dopo la pubblicazione di diversi libri riguardanti i suoi viaggi, le Isole Hawaii attirarono molti esploratori, commercianti e balenieri europei e americani, che trovarono quelle isole un ridosso conveniente ed una fonte di rifornimenti. Di contro, i contatti con i locali portarono malattie che decimarono la popolazione provocandone un calo precipitoso. Si ritiene che nel 1820, malattie come l’influenza, il morbillo ed il vaiolo uccisero più della metà della popolazione nativa hawaiana. Ma la storia di queste isole non finisce qui … Fra poche ore il Vespucci entrerà in porto a Honolulu e il suo equipaggio potrà incominciare a scoprirne la bellezza.

Andrea Mucedola


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