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ARGOMENTO: MARINA MILITARE
PERIODO: ODIERNO
AREA: ITALIA
parole chiave: incursori, palombari
Chi sono gli eredi dei leggendari uomini gamma?
Un team di incursori del COMSUBIN nel corso di un’esercitazione di anti-terrorismo navale presso la base del Varignano, storica sede dei mezzi di assalto della Marina e sede del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei” 2013-07-18 © Massimo Sestini
I Gruppi operativi
Il Gruppo Operativo Incursori (GOI) ed il Gruppo Operativo Subacquei (GOS) fanno parte del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare e sono tutt’oggi tra le Forze Speciali più apprezzate del mondo. I Gruppi operativi sono costituiti da personale con una età media di 29 anni, arruolati tra i ranghi della Marina Militare mediante un concorso interno altamente selettivo. La loro totale autonomia logistica ed operativa e la capacità di rapido approntamento, anche in tempo di pace, rendono questo storico Reparto della Marina Militare particolarmente efficace in situazioni di emergenza provocate da conflittualità o da calamità naturali; l’alluvione di Firenze, i terremoti del Friuli e dell’Irpinia e l’emergenza Etna, il naufragio della Concordia all’Isola del Giglio sono solo alcuni degli eventi ai quali hanno partecipato gli uomini del GOI e del GOS a favore della popolazione. I Gruppi operativi e le Scuole sono supportati da un Comando navale, COMGRUPNAVIN, composto da tre unità navali (Nave Anteo, Nave Marino e Nave Pedretti) ed uno staff al comando di un Capitano di Vascello.
Addestramento
Gli ufficiali ed i sottufficiali giudicati idonei, al termine di una selezione rigidissima, vengono sottoposti ad un addestramento lungo e durissimo, con continue prove da superare per poter raggiungere il desiderato obbiettivo finale: il basco verde, per il brevetto da incursore, o il basco blu, per quello da palombaro. In particolare, il basco verde viene tradizionalmente consegnato il 4 dicembre in concomitanza con la festa di Santa Barbara, patrona della Marina Militare, con una suggestiva cerimonia nel piazzale del Comando Subacquei ed Incursori nel complesso del Varignano (La Spezia). L’appartenenza a questa élite permane nel tempo ed anche dopo il congedo gli incursori e i palombari in congedo usano ritrovarsi ogni anno per rinnovare la loro amicizia.
La loro Storia
La matrice degli uomini del COM.SUB.IN risale ai leggendari uomini gamma della 10ma flottiglia MAS, un gruppo speciale di nuotatori d’assalto della Regia Marina Italiana che, durante la seconda guerra mondiale, furono addestrati per attaccare in maniera occulta le navi nemiche, i famosi “uomini contro navi” come fu scritto in seguito, che scrissero pagine di valore e di coraggio riconosciute anche dagli allora avversari.
foto del Ten DM Tadini Camillo, pilota di SLC che partecipò alle operazioni BG6 e BG7 su Gibilterra uscendo dall’Olterra.
Il gruppo si addestrò segretamente in alcune località del nord Italia, note solo a pochissimi Ufficiali allo Stato Maggiore della Marina, e consegui quegli straordinari successi a tutti noti che misero in seria difficoltà la Regia Marina britannica. Negli ultimi anni il loro leader fu il capitano di fregata Junio Valerio Borghese, valoroso comandante di sommergibili. Sotto la sua guida i gamma furono organizzati in strutture sempre più efficienti che si avvalsero di operatori singoli, di mezzi insidiosi (i famosi maiali) ma anche di MAS che combatterono in Mar Nero.
Dopo l’8 settembre 1943 le Regie forze armate italiane si ritrovarono allo sbando e una piccola parte della 10ma MAS confluì nella Repubblica di Salò. Una parte invece restò fedele al Re d’Italia e raggiunse Brindisi. Borghese decise di continuare a combattere per la Repubblica del Nord per cercare di arginare il fronte orientale dalle armate comuniste titine. Nonostante ciò mantenne i contatti con i Gamma di MARIASSALTO, una unità militare della Regia Marina, che dipendeva dall’Ispettorato generale MAS con sede a Taranto, comandato dall’Amm. Duca Aimone di Savoia-Aosta. Borghese, sebbene dopo la guerra fosse stato incriminato avendo militato nella Repubblica sociale, fu in seguito assolto per non aver effettuato nessun crimine di guerra. Molti dei crimini avvenuti furono opera di esaltati che non avevano alcun legame con la 10ma Flottiglia di prima dell’armistizio. Ciononostante la forte avversione politica nei suoi confronti, legata alla sua figura carismatica negli ambienti della Destra, lo costrinse ad andare in esilio all’estero dove ebbe modo di scrivere la storia di quei valorosi uomini, che avevano combattuto con onore per l’Italia.
La pubblicazione dei suoi libri fu osteggiata in Italia e, ancora oggi, l’unico modo di poter leggere i suoi resoconti storici è di acquistarli sul mercato estero. Curiosamente, e lo dico con una certa amarezza, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, gli è tutt’oggi riconosciuto il suo valore di marinaio che combatté con valore per il suo Paese. Il capitano di vascello della USNR, Paolo Coletta, nella prefazione del libro “Diavoli del mare“, lo definì un’anima dannata a cui non può essere negata l’intelligenza, il valore e l’audacia nel suo periodo di comando del sommergibile Scirè, svolto fino a settembre del 1943.
Una regola di vita
Molte storie sono state raccontate sugli uomini gamma, passati alla storia per il loro spirito e coraggio. Avendone conosciuto alcuni posso dire che erano individui dotati di grande umanità e umiltà. Non cercavano la gloria e vivevano la vita di tutti i giorni con grande dignità. L’esempio era il loro messaggio, un messaggio silenzioso che rimbomba ancora nelle mura della loro attuale base, il Varignano. Forse le parole che descrivono con semplicità il credo dei Gamma sono quelle contenute nel loro decalogo che fa comprendere il loro spirito originario, quello che l’ammiraglio Birindelli definì lo “Spirito del Serchio“:
Nuotatori guastatori Gamma in addestramento 1953 – foto famiglia Mucedola
1. STAI ZITTO – E’ indispensabile mantenere il segreto anche nei minimi particolari e con chiunque, anche con i parenti e gli amici più cari. Ogni indiscrezione è un tradimento perché compromette la nostra opera e può costare la vita a molti dei nostri compagni.
2. SII SERIO E MODESTO – Hai promesso di comportarti da ardito. Ti abbiamo creduto. Basta così. E’ inutile far mostra della tua decisione con parenti, amici, superiori e compagni. Non si fa, di una promessa così bella, lo sgabello della vanità personale. Solo i fatti parleranno.
3. NON SOLLECITARE RICOMPENSE – La più bella ricompensa è la coscienza di aver portato a termine la missione che ci è affidata. Le medaglie, gli elogi, gli onori rendono fieri chi li riceve per lo spontaneo riconoscimento di chi giudica, non chi li sollecita o li mendica.
sulla sinistra operatore Gamma Vincenzo Mucedola anni ’50 – foto famiglia Mucedola
4. SII DISCIPLINATO
Prima del coraggio e dell’abilità ti è richiesta la disciplina più profondamente sentita: dello spirito e del corpo. Se non saluti, se non sei educato, se non obbedisci nelle piccole cose di ogni giorno, se il servizio di caserma ti pesa e ti sembra indegno di te, se non sai adattarti a mangiare male e dormire peggio: non fai per noi.
5. NON AVERE FRETTA DI OPERARE, NON RACCONTARE A TUTTI CHE NON VEDI L’ORA DI PARTIRE – Potrai operare solo quando il tuo cuore, il tuo cervello e il tuo corpo saranno pronti. Se sei impaziente, non sei pronto. Devi imparare a conoscere perfettamente la tua arma ed a impiegarla in ogni contingenza in maniera perfetta. L’addestramento non è mai eccessivo. Devi appassionarti ad esso. Devi migliorarti ogni giorno. Solo chi ti comanda è giudice insindacabile delle tue possibilità.
6. DEVI AVERE IL CORAGGIO DEI FORTI, NON QUELLO DEI DISPERATI – Ti sarà richiesto uno sforzo enorme, solo al di là del quale sta il successo. Per compierlo, hai bisogno di tutte le tue energie fisiche e morali. La tua determinazione di riuscire ad ogni costo deve perciò nascere dal profondo del tuo cuore, espressione purissima del tuo amore per la Patria, e non deve essere il gesto disperato di un mancato e di un disilluso. La tua vita militare e privata deve essere perciò onesta, semplice e serena.
7. LA TUA VITA È PREZIOSA, MA L’OBIETTIVO È PIÙ PREZIOSO – Devi ricordartelo nel momento dell’azione. Ripetilo a te stesso cento volte al giorno e giura che non fallirai la prova.
8. NON DARE INFORMAZIONI AL NEMICO – Non devi far catturare le armi e il materiale a te affidato. Se dopo aver operato cadi prigioniero, ricordati che al nemico devi comunicare solo le tue generalità e il tuo grado.
9. SE PRIGIONIERO, SII SEMPRE FIERO DI ESSERE ITALIANO, SII DIGNITOSO – Non ostentare la tua appartenenza ai Mezzi d’Assalto. Cerca, nelle lettere ai familiari, di comunicare come meglio potrai e saprai tutto quanto conosci sull’azione a cui hai partecipato e sul nemico in genere. Cerca sempre, se possibile, di fuggire.
10. SE CADRAI MILLE ALTRI TI SEGUIRANNO – Da gregario diventerai un capo, una guida, un esempio.
Alcune di queste norme, scritte in tempo di guerra, hanno ancora una loro validità e si potrebbero applicare alla vita di tutti i giorni; in estrema sintesi valori come umiltà, serietà e spirito di sacrificio, il fare senza aspettarsi nulla indietro, sono virtù che oggi appaiono controcorrente nella società odierna, volutamente sostituiti con valori mercantili, falsi ideali come il successo a tutti i costi e senza sacrifici ed il denaro. Una perdita di spiritualità che traspare ogni giorno nei mass media che esaltano la “trasgressione”, ridicolizzando o minimizzando quei valori che hanno fatto e fanno grande l’Umanità.
Figure come quelle di Teseo Tesei, Luigi Ferraro, Agostino Straulino, Gino Birindelli e molti altri sono fari che dovrebbero illuminare i nostri giovani, troppo spesso storditi da una vita sempre più fatua. Ci dovremmo domandare a chi giova tutto questo. Forse a chi vuole avere un popolo imbelle cresciuto sulle regole del consumismo morale per poterlo poi governare meglio. Altri valori sono stati manipolati facendo leva sul cuore di ognuno di noi distogliendo l’attenzione da una visione globale dei problemi. Dalle semplici parole di quegli uomini gamma, sebbene scritte in tempo di guerra, emerge la volontà di sfuggire all’ipocrisia e all’interesse personale a favore di quello di tutti.
Il futuro è ancora da scrivere e spetta a noi avere la forza morale per far si che sia migliore, sempre con umiltà e coraggio, ma quello dei forti di spirito e non dei disperati.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
Grandi ricordi durante la leva militare dal 1972 al 1974