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La navigazione nel mondo antico – II parte

tempo di lettura: 7 minuti


livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: II MILLENNIO a.C.
AREA: STORIA DELLA NAVIGAZIONE
parole chiave: Micenei, Greci, popoli del mare

Ritorniamo a parlare della navigazione nel tempo antico con storie di grandi marinai che navigavano senza bussola in acque insidiose, spesso infestate da pirati e battute dalle tempeste, utilizzando il sorgere ed il tramonto delle costellazioni. Questo articolo non può ragionevolmente essere esaustivo ma vuole essere un viaggio sui quei mari in un tempo lontano.

Per chi volesse approfondire l’argomento voglio segnalare i libri di Sebastiano Tusa, scomparso tragicamente nel 2018 nel tragico incidente aereo in Kenya. Ebbi la fortuna di assistere anni fa ad Ustica alla presentazione di un suo libro “I Popoli del grande verde“, quando il grande archeologo ci traghettò magicamente in quel tempo lontano, tra quei popoli che scelsero il mare come sorgente di vita e prosperità: il mare degli antichi..

Età del bronzo
Restando nell’area egea, nell’Età del bronzo si sviluppò a Creta la civiltà minoica, approssimativamente dal 1700 a.C. al 1450 a.C.. Questa civiltà, così chiamata in riferimento al re cretese Minosse, fu riscoperta tra il 1900 e il 1905 grazie agli studi dell’archeologo britannico Arthur Evans..

minoan-art

affresco da uno scavo dell’età del bronzo a Akrotiri, Santorini, Greece. L’immagine mostra una città con il suo porto ed imbarcazioni
Akrotiri minoan town.jpg – Wikimedia Commons

In realtà, alcuni studiosi ritengono che la civiltà minoica incominciò a svilupparsi molto prima, a partire dal 2800 a.C.. L’isola era abitata fin dal Neolitico da popolazioni d’origine non indoeuropea e, grazie alla posizione centrale per i traffici marittimi commerciali nel Mediterraneo orientale, potette godere della possibilità di accumulare grandi ricchezze. Le navi minoiche, costruite in legno di cipresso, solcavano quasi incontrastate le rotte verso il vicino Medio Oriente e tutti i mari conosciuti del mondo antico. Gli  scambi commerciali, testimoniati dai molti reperti ritrovati in l’Egitto, portarono un arricchimento artistico e culturale di grande valore e lo sviluppo di agglomerati urbani importanti. Tra le costruzioni più importanti i maestosi palazzi di Cnosso, Hanghia, Festo e Triada. A Creta gli archeologi hanno rinvenuto tavolette di argilla che testimoniano tre diversi tipi di scrittura:
– quella geroglifica, simile a quella egizia, a partire dalla fine del III millennio a.C., composta da segni ideografici (esseri umani, animali, piante, ecc.) e da segni geometrico-lineari;
– la cosiddetta lineare A del II millennio a.C. composta da circa 90 segni (con un andamento da sinistra a destra);
– ed una scrittura più tarda del circa 1450 a.C., la lineare B, con chiari segni di derivazione dalla lineare A.

La necessità di scrivere fu legata ai maggiori scambi commerciali con gli altri popoli compresi i potenti Egizi. In sintesi, la vantaggiosa posizione geografica, al centro delle prime rotte commerciali, favorì il sorgere di quella che possiamo definire la prima civiltà mediterranea, basata su un prospero impero marittimo che dal Mar Egeo poteva controllare con la sua potente ed aggressiva flotta (oggi li chiameremmo corsari) una rete commerciale che raggiungeva tutte le regioni del Nord Africa e del Medio Oriente. 

I Minoici stabilirono le prime linee commerciali con la vicina Grecia, la penisola italica, l’Asia minore e il Nord Africa e forse furono tra i primi marinai ad utilizzare la navigazione celeste, osservando il moto e la posizione di determinate stelle  e pianeti al sorgere ed al tramonto del sole. In particolare conoscevano la stella polare, una stella guida che appare ai naviganti fissa alla stessa altezza e direzione sulla volta celeste (che oggi sappiamo equivalente alla latitudine del punto di osservazione), facilmente individuabile dalla costellazione celeste dell’Orsa Maggiore. Poiché si trova quasi perfettamente sulla proiezione in cielo dell’asse di rotazione della Terra “sopra” il polo nord, la stella Polare è apparentemente ferma nel cielo, mentre tutte le altre stelle dell’emisfero boreale sembrano ruotarle attorno. Una conoscenza antica il cui nome viene dal latino Stella polaris, letteralmente “Stella polare”. Anticamente veniva chiamata con diversi nomi: i Greci la chiamavano Kynosoura o Cynosura, ovvero  “la coda del cane”, o anche Stella Fenicia. Essendo una stella visibile nell’emisfero settentrionale era conosciuta anche nell’antica Cina con diversi nomi (Pih Keih, Ta Shin e Tien Hwang Ta ti, “il gran governante del cielo“). Nel nord dell’India era conosciuta come Grahadhara, “l’appoggio dei pianeti”, mentre a Damasco la si conosceva come Mismar, “ago” o “chiodo” del cielo perché tutte le stelle e pianeti sembrano girarvi intorno. 

I Fenici
Oltre agli Achei, nei libri di storia antica, incontriamo i Fenici, spesso descritti dai loro avversari economici come commercianti avidi ed astuti che battevano le rotte del Mediterraneo (ma non solo) per vendere le proprie merci. I Fenici, probabilmente un popolo di origine medio orientale, si erano inizialmente stabiliti lungo le coste degli attuali Libano e Siria. La loro capacità nautica era indiscussa e le fonti parlano di loro campagne marittime anche al di fuori del Mediterraneo, e colonizzando in maniera capillare le coste del Mar Mediterraneo, assumendo in alcuni casi una loro specifica identità. Tra i più importanti i Cartaginesi o Punici che seppero costruire una potenza marittima indiscussa fino all’inevitabile scontro con i Romani.

In realtà il termine “Fenici” ha origine non certe, per cui non si può nemmeno parlare di un popolo specifico; si pensa derivi dalla parola greca φοίνικες (Phoinikes) che probabilmente era un termine per designarli, da collegarsi al termine φοῖνιξ ossia il colorante “rosso porpora” che ricavavano dalla cottura di alcuni molluschi, i murici, e che veniva usato per la colorazione dei tessuti. Il termine Phoinikes indicava il popolo mentre Phoinike la regione dove vivevano. 

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le principali rotte dei Fenici da slideshare I fenici (slideshare.net)

I Fenici erano principalmente mercanti marittimi che esportavano per mare il legname (il famoso cedro del Libano) ed altre merci da scambiare con altri popoli (come le stoffe color rosso porpora). Abili naviganti sapevano seguire le rotte anche di notte, riferendosi all’altezza della Stella Polare. La navigazione costiera veniva effettuata utilizzando principalmente i remi, che consentivano di potersi spostare agevolmente tra un porto e l’altro seguendo rotte brevi. Abili carpentieri, i Fenici utilizzavano il legno di cedro per costruire delle navi molto robuste ed adatte per contenere grandi quantità di merci. Arrivati in prossimità dei villaggi scendevano a terra e vendano le loro merci un pò come fanno ancora oggi i venditori ambulanti. Le soste notturne lungo la costa consentivano di fare il rifornimento di acqua dolce, viveri e, naturalmente, per riposarsi o … per saccheggiare i villaggi. La linea di confine tra marinai e pirati era molto sottile per cui, in tempi di magra, l’opzione abbordaggio di altre navi non era un’ipotesi tanto da scartare. La loro potenza marittima ebbe inizio probabilmente nel XII secolo a.C. con la decadenza della potenza cretese. Le reti commerciali fenicie coprirono tutto il Mediterraneo e le testimonianze archeologiche dimostrano che si spinsero fino in Atlantico dove fondarono colonie attrezzate per il supporto logistico delle loro navi. Esse possono essere ancora viste in Sicilia (Motia) ed in Sardegna (Tharros, Sulci, Bithia, Nora e Caralis) dove i Fenici seppero costruire delle vere e proprie basi navali che negli anni diventarono città potenti. La più importante colonia fu Cartagine, nella attuale Tunisia, che divenne in breve la potenza marittima centrale del Mediterraneo. E’ evidente che, almeno in un primo tempo, i popoli indigeni non si opposero a quegli insediamenti che per loro non costituivano sempre una minaccia bensì la possibilità di ricevere merci preziose da terre lontane. Solo Roma, per ovvi motivi politici, ebbe il coraggio e la necessità di sfidarli.

Antico Egitto
Ai tempi dei Fenici, nel Nord Africa orientale, coesisteva un’antichissima civiltà, l’Egitto, sviluppatasi lungo il Nilo, un fiume le cui radici partivano dal cuore dell’Africa orientale. Grazie alla fertilità delle terre, bagnate periodicamente dalle sue acque, gli Egizi acquistarono in breve una grande prosperità, eccelsero nelle arti e nelle scienze, crearono forse la più antica scrittura, e naturalmente costruirono le piramidi, grandi opere architettoniche che ancora oggi ammiriamo. Lo studio delle scienze e l’uso di una scrittura geroglifica creò un polo di conoscenze che influenzò lo sviluppo scientifico di tutti Paesi limitrofi. Dal punto di vista delle scienze nautiche dobbiamo agli Egizi il disegno delle prime mappe ed importanti nozioni di matematica che furono di base per la navigazione nei secoli seguenti.

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imbarcazione egizia dalla tomba di Sennefer Untitled (fauser.edu)

Essendo interessati allo sfruttamento delle proprie risorse interne, gli Egizi svilupparono principalmente la navigazione fluviale e costiera; quest’ultima limitata dalla natura delle loro navi che, per la maggior parte erano inadatte ad affrontare il mare aperto. Ciò nonostante il loro apporto alle scienze nautiche fu degno di nota. Il faraone Ramses II (1333 – 1300 a.C.) dispose il rilievo sistematico di tutto il territorio, creando di fatto la prima cartografia organizzata. Lo studio dell’astronomia pose le basi scientifiche per la navigazione e gli allora scienziati ricoprirono un ruolo importante, potrei dire di casta, sia nell’osservazione delle stelle che delle congiunzioni dei pianeti e del Sole e delle fasi della Luna. Le loro conoscenze astronomiche furono riportate sui coperchi dei sarcofagi dell’Antico regno sui quali compaiono i decani, stelle singole e costellazioni, accompagnati dai loro geroglifici. Nei sarcofagi del Medio Regno furono rappresentati anche orologi stellari, vere e proprie effemeridi che riportavano le culminazioni allo zenit delle stelle principali, e strumenti di misura come la clessidra ad acqua ed il merkhet, uno strumento astronomico formato da una foglia di palma con un intaglio sulla sommità ed una squadra col filo a piombo.

Merkhet’, Antico strumento di cronometraggio astronomico egiziano, bronzo con testo geroglifico intarsiato con elettro.  L’iscrizione geroglifica indica che questo strumento era di proprietà di Bes, figlio di Khonsirtis (Khensardais var.), un astronomo e sacerdote del dio Horus di Edfu nell’Alto Egitto. Come strumento di cronometraggio, sarebbe stato utilizzato per determinare le ore dal sole durante il giorno e per servire il passaggio di stelle selezionate attraverso il meridiano nord-sud durante la notte. Come strumento di rilevamento, sarebbe stato utilizzato per tracciare gli assi degli edifici – Science Museum Group © The Board of Trustees of the Science Museum
Egyptian merkhet | Science Museum Group Collection

Quando due merkhet venivano allineati con la stella polare, formavano un meridiano celeste nel cielo, consentendo di determinare quante stelle avevano attraversato quella linea. Questo strumento, usato per determinare l’asse delle piramidi, permetteva di osservare il transito al meridiano delle stelle ed effettuare misure agrarie. Non a caso la parola merkhet veniva tradotta anche come “strumento della conoscenza” e possiamo definirlo come l’antenato dell’astrolabio, uno strumento che avrebbe assunto un’importanza fondamentale nei secoli a seguire. 

fine parte II – continua
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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo
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José M. Ciordia
Ospite
05/11/2021 12:10

Poiché sei interessato alla vecchia navigazione, potresti essere interessato a leggere questa bozza di articolo: https://www.academia.edu/49337980/Sleeping_Ships_and_Their_War_Anchors_The_Naval_Origin_of_Greek_Architecture_and_Sculpture (qui in spagnolo: https://www.academia.edu/49338479/Los_barcos_dormidos_y_sus_anclas_de_guerra_el_origen_naval_de_la_arquitectura_y_la_escultura_griegas). In esso sostengo che i Minoici e i Micenei avevano una primitiva forma di artiglieria a spinta per gravità (pag. 71, fig. 41), come si può dedurre da alcuni dettagli dell’affresco delle navi Tera e da altri resti archeologici. Ritengo inoltre che i templi greco-romani derivino da galee capovolte e appoggiate su sostegni. Apprezzerò qualsiasi commento e diffusione. Un cordiale saluto.

Padrin Gianni
Ospite
Padrin Gianni
24/08/2019 14:02

Manca tutta la parte della navigazione arcaica, la meno conosciuta
Divisa in navigazione monoxile e di barche fluviali e la loro crescita in naviglio
Manca la possibile navigazione dei popoli del Mare e degli Shardana

admin
Amministratore
24/08/2019 20:33
replicare a  Padrin Gianni

Grazie per la segnalazione, ma come avrà letto nella prima parte dell’argomento http://www.ocean4future.org/archives/7685 et alii lo scopo di questi articoli è di dare un’idea della navigazione in quei tempi antichi. Dei popoli del mare abbiamo parlato sia nella I e II parte (citando le opinioni delle fonti più autorevoli tra cui il libro di Sebastiano Tusa sui popoli del grande verde). L’argomento della navigazione monoxile e delle barche fluviali non ci è stato ancora proposto dai nostri collaboratori. Saremo lieti di pubblicare un suo contributo sull’argomento.

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