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livello elementare.
ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Pennatulacea, NOAA
Le profondità del mare ci regalano sempre nuove sorprese. Sebbene la biodiversità marina e terrestre stia diminuendo, a causa dell’impatto antropico, che non risparmia nemmeno gli abissi più profondi, durante le campagne oceanografiche i ricercatori vengono spesso a contatto con forme di vita bizzarre e sconosciute, cosa che ci fa comprendere quanto poco conosciamo del pianeta Oceano.
Una delle ultime scoperte, apparsa su Live Science, è avvenuta il 7 luglio (2022) nei pressi di una montagna sottomarina a nord dell’atollo di Johnston, un National Wildlife Refuge nell’Oceano Pacifico centrale, tra le isole Hawaii, le Line Islands e la nazione di Kiribati, alla profondità di 2.994 metri. La campagna oceanografica, finanziata dal NOAA, nell’atollo Johnston, uno degli atolli più isolati e conosciuti al mondo, che ospita il Pacific Remote Island Marine National Monument (PRIMNM), ampliato nel 2014 per proteggere l’intero perimetro di 200 miglia nautiche della zona economica esclusiva (ZEE) che comprende molte caratteristiche inesplorate del fondale marino.

la vita nelle profondità dell’atollo
Utilizzando i dati della precedente spedizione di mappatura e della pluriennale NOAA Campaign to Address Pacific Monument Science Technology, and Ocean NEeds (CAPSTONE, 2015-2017), il team utilizza immersioni profonde con i ROV per ampliare la comprensione dell’habitat principale dei coralli e delle spugne delle profondità marine, in gran parte lungo la cresta dell’atollo dove si prevede un’alta densità di coralli.
Gli obiettivi primari di questa spedizione includono indagini sulla densità e la diversità degli habitat bentonici, inclusi i coralli di acque profonde, spugne e habitat di pesci, l’acquisizione di dati fisici e chimici a supporto degli obiettivi di conservazione ed esplorazione del PRIMNM e la raccolta di campioni di roccia per identificare minerali e datare l’età geologica della regione.

E/V Nautilus
Durante l’esplorazione con un ROV i ricercatori della E/V Nautilus, la nave da ricerca impiegata da Ocean Exploration Trust, un’organizzazione senza scopo di lucro che conduce per la NOAA ricerche in acque profonde, hanno osservato una creatura marina dall’aspetto decisamente particolare che galleggiava languidamente nelle profondità dell’oceano.
L’animale, provvisto di tentacoli è decisamente bizzarro ed appartiene agli ottocoralli del genere pennatulacei di acque profonde (Umbellula Gray, 1870). L’incertezza della specie di appartenenza è dovuta alla scarsa conoscenza della variabilità intraspecifica associata a queste forme di vita ed è quindi basata su pochi caratteri morfologici osservati. Inoltre, la similarità di individui nel genere di appartenenza può porre in inganno.
Penne di mare Il nome deriva dall’aspetto simile ad una penna d’oca. In realtà ogni penna di mare è composta da numerosi polipi interconnessi in una colonia. Le diverse colonie si sviluppano attorno a un polipo assiale (oozooide), in cui si distinguono un peduncolo bulboso posto alla base che ha il compito di ancorare la colonia al substrato, e un rachide distale, sul quale si dispongono i polipi secondari. Questi si distinguono in autozooidi, dotati di otto tentacoli (da cui ottocoralli), e sifonozooidi, privi o con tentacoli estremamente ridotti. |
I ricercatori dell’E/V Nautilus hanno scoperto due strane creature nei fondali dell’atollo di Johnston di cui di una è stata registrata in questo straordinario video.
Provvista di lunghi tentacoli, che si estendono per 40 centimetri (16 pollici) da un gambo lungo quasi 7 piedi (2 metri), la creatura marina somiglia ad un fiore piuttosto inquietante che nuota liberamente nell’ambiente. Dalle sue caratteristiche morfologiche i ricercatori hanno subito sospettato che appartenessero alla specie Solumbellula monocephalus, nota anche come penna marina di Solumbellula, che fa parte del phylum Cnidaria, lo stesso che comprende meduse, idre e coralli. In precedenza gli unici avvistamenti conosciuti di penne marine erano stati segnalati negli oceani Atlantico e Indiano per cui questa scoperta nel Pacifico fa ipotizzare possa trattarsi di una nuova specie.
Sebbene durante l’ispezione video sul fondo siano stati osservati due esemplari, solo uno è stato filmato da vicino, e mostra le sue incredibili caratteristiche. La cosa che ha colpito l’operatore del ROV è la sua dimensione grande come il ROV impiegato nell’esplorazione. I ricercatori ritengono possa essere un esemplare adulto (le penne marine raggiungono la maturità a cinque o sei anni e possono vivere per più di un decennio).
Qualora la specie sia confermata, sarebbe una scoperta importante in quanto, nel caso si tratti di un esemplare di Solumbellula monocephalus, sarebbe la prima volta nel Pacifico centrale, oppure ci troveremmo di fronte ad una nuova specie.
Va premesso che, fino agli anni ’90, la sistematica degli Octocoralli si basava principalmente sulla cosiddetta “tassonomia alfa“, cioè basata esclusivamente sui caratteri morfologici delle specie. Con il passaggio, in tempi recenti, alla “tassonomia integrata” in cui vengono presi in considerazione diversi aspetti (morfologia, biologia molecolare, ecologia e biogeografia) delle forme di vita e che di conseguenza si presta maggiormente per comprendere meglio la tassonomia delle comunità bentoniche marine.
È interessante notare che la scoperta della creatura è avvenuta diversi mesi dopo che alcuni scienziati spagnoli avevano ridisegnato la tassonomia di due nuovi generi di penne marine: Pseudubellula e Solumbellula, l’ultima delle quali potrebbe includere, nel caso, la nuova specie.
Per approfondire, i risultati dell’analisi filogenetica sono stati pubblicati a febbraio 2022 su Bioone.org. L’analisi è basata sui marcatori del DNA mitocondriale e nucleare.
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