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La costruzione e consegna della pirofregata Re d’Italia – parte III

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: REGIA MARINA
parole chiave: corazzata, Regia marina italiana, piani navali, contesto politico, cantieri navali, battaglia di  Lissa
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La costruzione, le prove in mare e l’arrivo in Italia

La pirofregata Re d’Italia fu impostata il 21/11/1861 nel cantiere Webb che si trovava sul lato orientale dell’isola di Manhattan. Il varo avvenne il 18 aprile 1863, alla presenza di più di 10.000 spettatori20 come era abituale in occasione del varo delle più grandi navi costruite dall’americano. La nave fu completata a settembre dello stesso anno21, dopo essere stata rimorchiata alle officine Novelty Iron Works per l’installazione della macchina e l’applicazione della corazza.

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La prima uscita in mare della Re d’Italia per le prove ufficiali di macchina ebbe luogo il 12 novembre 1863; la nave aveva a bordo l’equipaggio italiano, arrivato a New York a bordo del pirovascello Re Galantuomo22, ma era al comando dello statunitense Joseph Comstock, un marinaio di fiducia di Webb. Il 26 dicembre, sempre al comando di Comstock, salpò per effettuare un’altra navigazione di prova durante la quale, a causa della nebbia, si arenò su un bassofondo senza fortunatamente riportare danni, anche se dovette attendere due giorni per poter riprendere la navigazione23.

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L’incertezza riguardante l’influenza che il peso della corazzatura avrebbe avuto sulla stabilità della nave nel corso della traversata dell’Atlantico, che sarebbe stata compiuta in pieno inverno (la Re d’Italia fu la prima corazzata ad attraversare l’oceano senza un bastimento di scorta), indusse a prendere precauzioni straordinarie: per non appesantire eccessivamente la parte superiore dello scafo le piastre della corazza vennero applicate solo fino al livello delle soglie inferiori delle cannoniere del ponte di batteria; le restanti piastre, per un peso di circa 250 t, furono imbarcate in stiva come zavorra, per essere poi messe in opera in Italia24; inoltre sulla nave furono collocati solo otto cannoni, prelevati dal vascello Re Galantuomo25.

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Il 17 febbraio 1864 la Re d’Italia salpò da Oboken per effettuare un’ultima prova. La navigazione durò circa 60 ore; al termine gli ufficiali italiani si dichiararono soddisfatti delle prestazioni della fregata che, lungo una base misurata, aveva raggiunto, con 45 giri al minuto dell’elica, una velocità stimata di 13 nodi26, superiore a quella contrattuale di 12 nodi. Nel suo resoconto un cronista del New York Times che era a bordo elogiò particolarmente le doti di stabilità della nave pur in presenza di mare formato e la sua manovrabilità che venne dimostrata in due occasioni quando la nave virò, presumibilmente di 180°, in uno spazio pari alla sua lunghezza.

Questo resoconto giornalistico, come altri cui accenneremo in seguito, deve tuttavia essere preso cum granu salis, in quanto teso a dimostrare come l’industria navale statunitense fosse pari a quella europea nel campo delle navi corazzate e a sottolineare l’abilità del progettista27. La Re d’Italia salpò da New York l’8 marzo e giunse a Napoli il 1° di aprile, dopo aver fatto scalo a Gibilterra, compiendo una traversata che l’Illustrated London News definì considerevolmente rapida. L’installazione della corazzatura fu completata nell’arsenale di Castellamare di Stabia. In una prova di velocità eseguita il primo di agosto 1864 la velocità della nave risultò di soli 11 nodi 28.

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Estratto da La Pirofregata corazzata Re d’Italia di Aldo Antonicelli – NAM anno 4 (2023), Fascicolo n. 16 Storia Militare contemporanea (novembre) che può essere letto integralmente seguendo questo link https://www.academia.edu/108755759/La_pirofregata_corazzata_Re_dItalia?email_work_card=abstract-read-more

 

Note

20 Dunbaugh, Du Barry Thomas, cit., p. 93.

21 La gemella, Re di Portogallo, fu invece impostata il 31/12/1861, varata il 29/8/1863 e completata ad agosto dell’anno successivo.

22 Il vascello Re Galantuomo, l’ex Monarca della Marina del Regno delle Due Sicilie, giunse a New York nei primi giorni di novembre; «Our Italian Visitors». New York Herald, 6 novembre 1863.

23 «The Italian Iron-Clad», Harper’s weekly, 16 gennaio 1864.24

24 L’eventualità di non installare l’intera corazzatura era già stata contemplata nel contratto, dove si davano cinque mesi di tempo a Webb e al Governo italiano per prendere una decisione in merito. ACdS, Ministero della Marina, Uffici Diversi 1861-1884, busta 60, Marine Royale Italienne, Marché de Gré a Gré pour la fourniture de Deux Frégates a Hélice.

25 Molto probabilmente queste precauzioni non furono eccessive: il Re Galantuomo che salpò da New York il 4 marzo, quattro giorni prima del Re d’Italia, incappò in una violenta tempesta e il suo ritardo nell’arrivare a Gibilterra destò molte preoccupazioni; secondo quanto scrisse il periodico britannico Illustrated London News del 9 aprile 1864 il vapore da guerra britannico Styx, che era stato inviato alla sua ricerca, al suo ritorno a New York riferì che il 10 di marzo un brigantino aveva avvistato il vascello che pareva in difficoltà anche se non issava alcun segnale di richiesta di aiuto. Successivamente il Re Galantuomo fu avvistato al largo delle Azzorre da un clipper statunitense, che lo definì in «sinking condition». Il vascello arrivò a Gibilterra solo il 25 di aprile; Lamberto Radogna, Cronistoria delle unità da guerra delle Marine preunitarie, Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1981, p 210.

26 «An Interesting Trial Trip; Decisive Test of the Broadside Frigate Re d’Italia». New York Times 21 febbraio 1864.

27 Ad esempio il già citato articolo del New York Herald del 6 novembre 1863 riportò che l’ordine iniziale contemplava due fregate non corazzate, e che il contratto fu modificato su iniziativa di Webb dopo il combattimento di Hampton Roads del 9 marzo 1862 tra la corazzata confederata Virginia e quella unionista Monitor. La notizia era completamente priva di fondamento, in quanto il contratto firmato l’anno precedente specificava chiaramente che le due navi dovevano essere corazzate, ma essa è stata accettata dai biografi di Webb.

28  ACdS, busta 60, 24 settembre 1865 n. 3.194, Dir. delle Regie Costruzioni Navali del 2° Dipartimento. 5

 

 

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