livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: REGIA MARINA
parole chiave: Re Galantuomo, Cavour
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Se Webb si recò a Torino su sua iniziativa o perché precedentemente invitato da Cavour non è chiaro, ma la seconda ipotesi appare la più probabile. Nella sentenza di una causa civile intentata contro Webb da un certo Mauro, che pretendeva da Webb il pagamento di una commissione sul contratto ottenuto dallo statunitense per una sua asserita opera di intermediazione con il conte di Cavour, il giudice, nel respingere le pretese del Mauro scrisse che il costruttore aveva dimostrato che il conte di Cavour aveva preventivamente ottenuto ottime informazioni sul suo conto e di essere partito dall’America “dietro il di lui [Cavour] interpello […] munito di lettera di introduzione del Console Generale italiano di New York” 13. Una volta giunto a Torino, Webb continuò la trattativa con Menabrea14, il quale affidò ad una commissione15 l’incarico di esaminare la proposta dello statunitense. Il ministro interpellò anche il famoso ingegnere navale francese Dupuy de Lôme, il progettista della Gloire, chiedendogli quale fosse il tipo di corazzata da costruire; l’ingegnere rispose che alla luce del continuo e rapido progresso tecnologico in materia di naviglio corazzato tutto ciò che fosse stato realizzato in quel periodo dopo soli quattro o cinque anni sarebbe comunque risultato obsoleto, ma che “… la rivoluzione era cominciata e … bisognava andare avanti ”16.
Un ufficiale della Marina, inviato da Menabrea a visitare l’Ammiraglio Generale, che si trovava all’ancora nella rada di Villefranche-sur-Mer, vicino a Nizza, riportò un giudizio positivo sulle qualità della fregata. Confortato da questo risultato il ministro incaricò l’ingegnere della Marina Giuseppe De Luca, direttore delle costruzioni navali, di preparare il capitolato d’appalto e la commissione riformulò il contratto che fu infine firmato da Menabrea e Webb il 7 agosto 1861 17. Il costruttore newyorkese si impegnava a realizzare due fregate ad elica corazzate da 32 cannoni di 5.790 tonnellate di dislocamento e della velocità di 12 nodi. La prima unità avrebbe dovuto essere consegnata entro 27 mesi e la seconda entro 30, obiettivi che non vennero poi rispettati.
La decisione del ministro non incontrò un favore unanime: sia l’ingegner De Mattei che Ricci erano contrari in quanto ritenevano preferibile costruire le unità nei cantieri nazionali18; una delle principali obiezioni riguardava il pericolo che, a causa della Guerra Civile scoppiata nell’aprile 1861, il governo federale decidesse di requisire le due navi per incorporarle nella propria marina, una eventualità che fortunatamente non si verificò19. Tornato in patria, Webb ottenne la necessaria autorizzazione del Governo statunitense per costruire navi da guerra per uno stato estero mentre il paese si trovava in guerra, e preparò i progetti dettagliati.
Fine Parte II – continua
Aldo Antonicelli
Estratto da La Pirofregata corazzata Re d’Italia di Aldo Antonicelli – NAM anno 4 (2023), Fascicolo n. 16 Storia Militare contemporanea (novembre) che può essere letto integralmente seguendo questo link https://www.academia.edu/108755759/La_pirofregata_corazzata_Re_dItalia?email_work_card=abstract-read-more
Note
13 Archivio di Stato di Genova, Regno d’Italia poi Repubblica italiana, Tribunale di Commercio di Genova, Sentenze 1861-1888, Sentenze dal n° 822 al n° 835, anno 1865, sentenza causa Mauro – Webb 29 maggio 1865. Purtroppo non sono stati conservati i documenti relativi alla causa. E’ quasi certamente da ritenersi del tutto frutto di fantasia quanto scritto dallo storico e scrittore di marina Augusto Vecchi, più noto con il suo nom de plume di Jack la bolina, che, in un articolo pubblicato sul numero 110 del febbraio 1904 della rivista Emporium, pp 134-39, asserì che Cavour aveva offerto a Webb il titolo di conte e la nomina a senatore se avesse acconsentito ad installare un cantiere navale a San Bartolomeo nel golfo della Spezia. Che lo scrittore non fosse pienamente al corrente dei fatti è testimoniato dalla sua asserzione che Webb era divenuto padrone del suo cantiere iniziando da semplice operaio: in realtà William Webb ereditò il cantiere del padre Isaac. che Webb era divenuto padrone del suo cantiere iniziando da semplice operaio: in realtà William Webb ereditò il cantiere del padre Isaac.
14 La presenza di Webb a Torino ad agosto del 1861 è confermata da un articoletto pubblicato dal quotidiano napoletano Il Sole – Giornale politico-letterario della sera nel numero 5 del 6 agosto 1861che riportata la lettera inviata da Torino il 10 di agosto da Webb al Ministro della Marina nella quale annuncia di voler contribuire con la somma di 5.000 franchi all’erezione di un monumento in onore di Cavour; nella lettera Webb dichiara che il carattere e la grande intelligenza del Conte di Cavour avevano prodotto su di lui una grande impressione nel corso delle trattative che aveva avuto con lui per la costruzione delle due fregate corazzate a New York. Sfortunatamente, come già detto, non si è trovata traccia di eventuali contatti epistolari tra Webb e Cavour.
15 La Commissione era composta dal contrammiraglio Baldassarre Galli della Mantica, dal contrammiraglio Gioacchino Boyl, segretario generale del Ministero della Marina, e dal marchese Francesco Serra Cassano, all’epoca Segretario Generale del Ministero della Marina.
16 Rendiconti del Parlamento italiano, discussioni del Senato del Regno (XI Legislatura), Sessione del 1870-71, sessione del 6 giugno 1871, p. 1053.
17 Archivio Centrale dello Stato (d’ora in poi ACdS), Ministero della Marina, Uffici Diversi (1861-1884), Direzione Generale materiale 1867-1882, busta 60; Marché de Gré à Gré pour la forniture de deux fregates à helice, Turin, 7 agosto 1861
18 Nel 1860 Mattei su richiesta del Cavour aveva già preparato una bozza di progetto di una fregata corazzata. Si veda Aldo Antonicelli, Un pirovascello o una pirofregata corazzata? La Marina del Regno di Sardegna a un bivio tecnologico nel 1859, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico Della Marina Militare, Roma, Settembre 2012, pp 31-73.
19 È possibile che a salvare le navi italiane dalla requisizione sia stata la loro grande immersione. Quando la Marina Unionista aveva emesso una richiesta pubblica di progetti per navi corazzate, aveva richiesto un’immersione non superiore a 4,8 m, per consentire loro di operare nei bassi fondali antistanti le coste e i porti degli stati confederati. W. H. Roberts, USS New Ironsides, Naval Institute Press, 1999, p 5.
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