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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVIII – XIX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: HMS Bounty, ammutinamento
Il HMS Bounty, più propriamente conosciuto come HMAV (Her Majesty Armed Vessel) Bounty, fu un piccolo mercantile acquisito dalla Royal Navy nel 1787 per una missione scientifica. In realtà la nave era originariamente un collier, un tipo di nave impiegato per il trasporto del carbone chiamata Bethia, che era stata costruita nel 1784 a Blaydes Yard a Hull, nello Yorkshire, Inghilterra. Il 23 maggio 1787, la marina britannica acquisì il mercantile per £ 1.950 (equivalenti a circa 210.000 sterline attuali), la riparò e ribattezzò Bounty. La nave era relativamente piccola (circa 215 tonnellate) ma aveva tre alberi ed era completamente attrezzata per effettuare viaggi lunghi. La Royal Navy la armò con quattro cannoni da 4 libbre e dieci cannoni girevoli. Probabilmente il suo nome non sarebbe passato alla storia se il giorno 28 aprile del 1789 non vi fosse avvenuto un ammutinamento, uno dei più famosi e drammatici atti di sedizione della marineria, tale da ispirare un racconto di Jules Verne nonché diverse opere cinematografiche.
La storia dell’HMS Bounty
Il “Bounty”, era partito dall’Inghilterra nel dicembre del 1788 con quarantasei uomini di equipaggio: il comandante Bligh, 43 membri della Royal Navy e due giardinieri civili, ed era diretto a Tahiti in Polinesia. La Royal Navy aveva acquistato la Bethia per una singola missione a sostegno dell’acquisizione di piante di alberi del pane a Tahiti ed il loro trasporto nelle Indie occidentali, nella speranza che crescessero bene e diventassero una fonte di cibo a buon mercato per gli schiavi che lavoravano nelle piantagioni.
Admiralty Sheer Draught Ship Plans del HMS Bounty (lines and profile) – Data 1787 – L’artefatto originale o l’opera d’arte è stata valutata come dominio pubblico per età e anche le riproduzioni fedeli del lavoro bidimensionale che sono di dominio pubblico. Non è richiesta alcuna autorizzazione per il riutilizzo per scopi. Il testo è stato derivato dal National Maritime Museum, Greenwich, Londra – Licenza Creative Commons CC-BY-NC-SA-3.0
Admiralty Sheer Draught Ship Plans – HMS Bounty RMG J2028.png – Wikimedia Commons
La rotta pianificata non prevedeva di doppiare il Capo di Buona Speranza bensì di navigare verso Ovest, affrontando il temibile Capo Horn nella Terra del Fuoco, estrema punta del Sud America. La partenza fu ritardata e il sopraggiungere dell’inverno australe impedì di transitare da Capo Horn, costringendo il vascello a portarsi sulla rotta africana inizialmente scartata, allungando di molto il viaggio e provocando malumore tra l’equipaggio. Dopo una permanenza di cinque mesi a Tahiti, la nave riprese il mare con il suo prezioso carico di oltre 1500 piante dell’albero del pane. Il 28 aprile 1789, a circa 1.300 miglia ad ovest di Tahiti, vicino a Tonga, scoppiò però un ammutinamento da parte dell’equipaggio.
Gli ammutinati erano guidati dal giovane tenente Fletcher Cristian per porre fine alla troppo rigida disciplina, nonché alle continue angherie e vessazioni inflitte all’equipaggio dal comandante William Bligh. In realtà il Comandante era tutt’altro che sadico, come venne poi dipinto in molti film. Bligh era un marinaio competente e meticoloso (aveva servito con Cook), il cui comando non era molto dissimile da quello in uso a bordo delle navi della Royal Navy, mancava però di una certa capacità di comunicazione che avrebbe potuto ammorbidire i suoi rapporti con i dipendenti. In altre parole la freddezza e il distacco verso le necessità dell’equipaggio gli impedirono di comprenderne le difficoltà che preferì punire (come d’uso a bordo delle navi sua Maestà) con severità invece che correggere con magnanimità, se non altro per alleviare i disagi di quel lungo viaggio per mare. Secondo altre fonti, i motivi degli ammutinati furono ben diversi che una reazione alla rigidità del comando … l’equipaggio, nella permanenza a Tahiti avevano familiarizzato con i locali (alcuni si erano sposati von le native) e preferivano restare su quelle isole pacifiche piuttosto che tornare in mare. Di fatto dei 42 uomini a bordo, a parte Bligh, 22 si unirono a Christian nell’ammutinamento, due restarono passivi e 18 rimasero fedeli al Comandante.
opera di Robert Dodd: Gli ammutinati abbandonano LT Bligh e parte degli ufficiali e dell’equipaggio alla deriva dalla nave di Sua Maestà The Bounty, il 29 aprile 1789 – pubblicato da B.B.Evans – Fonte National Maritime Museum, Greenwich, London
HMS Bounty.jpg – Wikimedia Commons
I ribelli lasciarono in mare, su una scialuppa di appena sette metri e larga due, il comandante Bligh e diciotto marinai rimasti a lui fedeli. Venne data loro solo una bussola ed una piccola scorta di acqua e di viveri, affidandoli ad un tragico destino. Bligh ed i suoi uomini navigarono in mare aperto per 30 miglia nautiche fino all’isola di Tofua, dove si fermarono in cerca di rifornimenti, ma furono costretti a fuggire dopo la morte di uno di marinai causata dai nativi. Dopo quarantasette interminabili giorni di difficoltà e sofferenze, essi riuscirono a raggiungere, seppur stremati, l’isola olandese di Timor, avendo percorso in mare ben 3.618 miglia: un vero record! In seguito, dal 1790 al 1805, il comandante Bligh, dopo l’inchiesta sull’ammutinamento, riprese la sua carriera navale e fu nominato comandante di una dozzina di altre navi, servendo dal 1806 al 1808 anche come governatore del New South Wales.
Altro destino toccò agli ammutinati
In seguito all’ammutinamento, Fletcher Christian tentò di costruire una colonia su Tubuai, dove gli ammutinati entrarono però in conflitto con i nativi.
Abbandonata l’isola, il 16 giugno 1789, gli ammutinati tornarono brevemente a Tahiti, dove Christian sposò Maimiti, la figlia di uno dei capi locali. Sedici membri dell’equipaggio decisero di restare a Tahiti (tre di loro saranno in seguito catturati ed impiccati), mentre i restanti nove, sei uomini e undici donne tahitiane, ripresero il mare verso oriente e sbarcarono sull’isola di Pitcairn. Quindi spogliarono il Bounty di tutto ciò che poteva essere portato a riva, e diedero fuoco alla nave. Ma la convivenza tra gli ammutinati e i Tahitiani non durò a lungo, ed avvenne un’insurrezione, con la morte della maggior parte degli uomini.
L’arrivo della Topaz
Nel 1808, diciannove anni dopo una nave americana di cacciatori di foche, la Topaz, visitò Pitcairn e trovò solo un ammutinato, John Adams insieme a nove donne tahitiane ed i figli avuti dai marinai con le loro mogli tahitiane. Le fonti raccontano che Adams e Maimiti riferirono che Fletcher Christian era stato assassinato durante lo scontro tra i Tahitiani e gli ammutinati. John Adams, che era un semplice marinaio, era poi divenuto predicatore e guida dell’intera comunità, ormai composta solamente da donne e bambini che furono poi trasferiti in Australia orientale.
Paolo Giannetti
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entrato in Accademia nel 1977 (Corso SAOREN) ha prestato servizio e comandato numerose unità navali, specializzandosi nel tempo in Idrografia (Idrographic Surveyor di categoria “A”) e Oceanografia con un Master presso la Naval Postgraduate School di Monterey, California. Appassionato divulgatore ha creato Capitan Bitta, detto il “Gianbibbiena”, un personaggio immaginario che racconta con brevi scritti curiosità di nautica, meteorologia e astronomia
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