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livello elementare.
ARGOMENTO: SUBACQUEA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANOGRAFIA APPLICATA
parole chiave: metodo, immersioni su bassi fondali
Sono tornato da una campagna di ricerca scientifica in Belize, condotta in collaborazione con il Woods Hole Oceanographic Institution, la Stanford University, la Nature Conservancy e l’Università del Belize. L’obiettivo era quello di raccogliere campioni di corallo per valutare l’impatto dello sbiancamento sullo sviluppo dei coralli. Come molti di voi sanno, lo sbiancamento avviene quando il corallo, esposto ad un elevato stress termico, espelle le alghe simbiotiche (zooxantella). Queste alghe sono importanti perché contribuiscono al fabbisogno energetico del corallo per cui, quando sono espulse, il corallo inizia a “morire di fame” e, se lo sbiancamento è prolungato, la colonia può morire. Alcune specie e alcune colonie sembrano essere più resistenti per cui identificare e proteggere l’area in cui vivono è il primo passo per la salvaguardia dell’ambiente.
Operazione di carotaggio sui coralli – photo credit Giorgio Caramanna
I nostri compiti sono stati attentamente pianificati, compresa la documentazione fotografica e il carotaggio dei campioni selezionati. Per il carotaggio abbiamo utilizzato un trapano elettrico subacqueo accoppiato ad una punta specifica al fine di garantire la sicurezza dei nostri subacquei, l’integrità dei campioni e il minimo impatto ambientale, seguendo le direttive del Dipartimento della Pesca del Belize. La maggior parte dei carotaggi avveniva in acque estremamente basse, spesso meno profonde di un metro.
Lezioni acquisite
Sebbene sia facile presumere che le immersioni poco profonde siano prive di rischi, questo in realtà non è sempre vero. Anche se non abbiamo affrontato i rischi tipici delle immersioni profonde, come la MDD e la tossicità dell’ossigeno, siamo stati comunque attenti ad altri potenziali pericoli, assicurandoci di essere completamente preparati per qualsiasi situazione. Innanzitutto, l’uso di un utensile alimentato elettricamente espone gli operatori al rischio di lesioni, questo se lo strumento viene utilizzato in modo improprio. A causa dell’elevato attrito generato dal dispositivo di carotaggio, la perforazione deve essere eseguita in più fasi di breve durata al fine di evitare il surriscaldamento della punta e del motore del trapano.
Operazione di carotaggio sui coralli – photo credit Giorgio Caramanna
Se la punta si blocca potrebbe generarsi una forte coppia, causando una contro rotazione del trapano con potenziali lesioni per l’operatore subacqueo. Non ultimo, l’impiego di attrezzature rotanti può essere pericoloso per sommozzatori con … capelli lunghi che potrebbero impigliarsi nella punta rotante. Un cappuccio si è dimostrato un ausilio di sicurezza pratico ed efficiente.
La perforazione richiede una posizione stabile per l’operatore, che avrà bisogno di una zavorra più pesante del solito. Inoltre, gli strumenti di perforazione sono pesanti. A causa delle attrezzature di lavoro il sommozzatore può essere in sovrappeso durante le immersioni con ovvie difficoltà per il controllo dell’assetto. Di conseguenza il GAV potrebbe dover essere probabilmente completamente gonfiato in superficie, aumentando la resistenza durante il nuoto, cosa che, operando in acque molto basse, espone i subacquei all’azione delle onde. Questo rende poco stabile l’operatore, rendendo il carotaggio più impegnativo e spesso il sommozzatore deve aggrapparsi a un punto sicuro (come le rocce) facendo attenzione a non toccare o danneggiare altri coralli ed evitare il contatto con la vita marina potenzialmente dannosa, come ricci di mare, coralli di fuoco e molluschi velenosi (principalmente del genere Conus).
Durante la perforazione, viene rimossa una piccola area circolare (circa 3 cm di diametro) del corallo per cui alcune sue parti si disperderanno nell’acqua che circonda i subacquei. È necessario utilizzare una protezione adeguata (ad esempio il cappuccio da sub) per evitare che il materiale biologico in sospensione entri nel canale uditivo provocando potenziali infezioni.
raccolta di un campione di corallo a seguito del carotaggio – photo credit Giorgio Caramanna
Altro problema da considerare è stata la visibilità ambientale. Essendo lo scheletro del corallo calcareo, durante il carotaggio si è generata una nuvola di sedimenti ultrafini, che ha ridotto quasi a zero la visibilità intorno alla trivella. Ciò ha aumentato il rischio di errori nella manipolazione degli utensili, in quanto l’operatore veniva “accecato” dai sedimenti. La presenza di fauna marina locale ha creato un altro potenziale rischio. Nella zona, gli squali nutrice sono spesso stati visti a dormire sotto alcuni coralli. Anche se questa specie di squalo non è considerata aggressiva, è necessario evitare di disturbarli perché se spaventati potrebbero reagire in modo aggressivo. Inoltre i coralli di fuoco sono abbondanti e per prevenire eventuali contatti ustionanti devono essere utilizzate mute protettive e guanti.
Le operazioni di campionamento spesso prevedevano fino a 5 ore continuative di immersione in acqua, che hanno causato perdite di calore corporeo anche in quelle acque tropicali; al fine di fornirci un adeguato isolamento termico abbiamo quindi impiegato una muta da 3 mm che ha assolto anche la funzione protettiva contro eventuali elementi ambientali irritanti. Un altro problema da considerare è stata la disidratazione, per cui, immergendoci un climi tropicali, abbiamo previsto un’adeguata assunzione di liquidi.
Razza insabbiata, potenzialmente pericolosa per la sua spina caudale velenosa – photo credit Giorgio Caramanna
Durante l’installazione di alcuni strumenti sul fondo, abbiamo utilizzato gli SMB (Surface Marker Buoy) per contrassegnare la posizione in modo che l’equipaggio della barca potesse ottenere un rilevamento GPS. Il controllo della bobina durante l’implementazione dell’SMB è stato essenziale per evitare potenziali problemi di aggrovigliamento.
Boa di segnalazione di superficie (Pedagno) che indica la posizione sott’acqua di un subacqueo. Questa boa è gialla per una migliore visibilità e sagomata per ridurre la resistenza quando viene trainata dal subacqueo. La sagola é sottile, forte ma a bassa resistenza Surface marker buoy indicating the underwater position of a scuba diver P7210133.jpg – Wikimedia Commons
La barca appoggio
La barca di supporto non poteva ancorare in alcune località per evitare di danneggiare i coralli per cui è restata sulle macchine, mantenendo la sua posizione con il motore di bordo. Inutile dire che un’elica in movimento espone i sommozzatori ad un grave rischio per cui per operare insieme è stato necessario un attento coordinamento con il pilota della barca appoggio.
In sintesi, qualsiasi operazione subacquea richiede un’adeguata pianificazione ed una corretta valutazione del rischio per garantire condizioni sicure per tutti i partecipanti e ottenere buoni risultati. Anche in acque ristrette e su basso fondale i potenziali pericoli non possono essere trascurati e richiedono esperienza e coordinamento tra tutti i partecipanti.
Giorgio Caramanna
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geologo (PhD) ed oceanografo, ha fondato la società di consulenza GeoAqua nel 2015 anche al fine di condividere la sua esperienza di ricercatore e subacqueo scientifico, sensibilizzando l’opinione pubblica sui principali problemi ambientali. In possesso di una notevole esperienza in idrogeologia e geochimica ed oltre quindici anni di esperienza come subacqueo scientifico in una varietà di ambienti ha condotto diverse attività di ricerca ed è sttao delegato del gruppo europeo di immersioni scientifiche. Ha lavorato come ricercatore presso molte istituzioni internazionali operando in ambienti multidisciplinari con diverse università. È autore di più di cinquanta articoli ed è revisore di riviste internazionali. Attualmente lavora negli Stati Uniti collaborando come consulente al Woods Hole Oceanographic Institution. Nel 2018 ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche subacquee. Non ultimo è main reporter di OCEAN4FUTURE dagli Stati Uniti
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