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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MOLLUSCHI
parole chiave: Clionidae, Gymnosomata
Oggi parliamo di piccoli animali marini, chiamati Angeli di mare per la curiosa presenza sul loro corpo di due lembi alari utilizzati per la locomozione. Queste ali sono attaccate alla parte anteriore del corpo mentre la parte posteriore è gelatinosa e per lo più trasparente. Tecnicamente si tratta di animali appartenenti all’ordine dei Pteropodi, al sottordine Gymnosomata (comunemente chiamati angeli di mare) e alla famiglia dei Clionidae, scientificamente chiamati Clione limacina, piccoli molluschi planctonici dal corpo trasparente che sono dotati di conchiglia solo durante lo stadio embrionale. Nella crescita il piede degli angeli di mare si trasforma in due piccole ali che, quando si avventano sulle prede, battendole velocemente con una frequenza di 1-2 battiti al secondo, gli consentono di effettuare scatti notevoli.
Questa specie è solitamente lunga da 10 a 15 mm, anche se ci sono citazioni di esemplari che vivono in acque fredde che raggiungono più di 5 cm di lunghezza.
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Clione limacina, una lumaca senza guscio nota angelo di mare, nuota nelle acque poco profonde sotto il ghiaccio artico. Foto dal Mare di Beaufort, a nord di Point Barrow (Alaska) Data 2005 Fonte NOAA Photo Library Autore Kevin Raskoff, Hidden Ocean 2005 Expedition: NOAA Office of Ocean Exploration.
La forma del loro corpo è allungata, con una zona anteriore distintiva o testa, un collo, il corpo e una piccola zona posteriore. Il corpo è traslucido ma i visceri dii color rosa arancio danno a questo curioso animale colori particolari. La testa è larga e ha due lobi, con un’apertura della bocca in una scanalatura tra i due lobi dove si possono osservare diverse protuberanze rotonde (coni buccali). L’estremità posteriore del corpo, o cono caudale, ha un labbro anteriore allargato e le sue cellule hanno lunghe ciglia in continuo movimento. All’interno di esso ci sono delle sferule luminose. Come molti gasteropodi sono ermafroditi a fecondazione interna.
Fotografia dell’angelo di mare (Clione limacina) che “vola” nell’acqua sbattendo un piccolo paio di ali nella parte anteriore del corpo – Foto NOAA di Jeff Hannigan
Clione limacina detail.jpg – Wikimedia Commons
Angeli e demoni
La Clione limacina è il gimnosomato più abbondante nel plancton superficiale delle acque temperate e polari, per cui è un’importante fonte di cibo per le balene e alcuni pesci. Al di là del loro aspetto angelico sono in realtà nel loro piccolo degli abili e spietati predatori che si nutrono di un solo tipo di preda ovvero le loro cugine Limacina tecosomata, dette farfalle di mare, e un altro tipo di lumaca marina, la Creseis clava, nota per il suo guscio affilato. Quando vengono casualmente in contatto con le loro prede, nell’arco di 50-70 millisecondi dalla bocca dell’angelo fuoriescono sei tentacoli pompati violentemente all’esterno dai liquidi interni del mollusco.
In figura. Nuoto regolare, i coni buccali sono retratti e coperti da pieghe cutanee (A). La preda una volta a portata viene catturata da sei tentacoli che afferrano saldamente la conchiglia della farfalla, la rigirano in modo da posizionarla con l’apertura rivolta verso la bocca dell’angelo (B), che in questo stadio è aperta al massimo. Contemporaneamente due uncini vengono estroflessi da apposite sacche e inseriti nel corpo della preda, di solito alla base delle ali (C). La povera vittima solitamente cerca di divincolarsi dibattendo le ali, mentre l’angelo aspetta che la sua vittima si stanchi.
Schematic drawings of Clione and its prey Limacina. A: regular… | Download Scientific Diagram (researchgate.net)
Dopo circa 14 minuti, il Clione ritrae gli uncini, estraendo la farfalla dalla conchiglia e ingoiandola intera e ancora viva attraverso l’enorme bocca spalancata. Dal momento che il corpo dell’angelo è trasparente, è possibile vedere in controluce l’ombra scura del corpo della farfalla che si muove e ancora si dibatte debolmente all’interno dell’esofago del suo predatore. Qui la radula, la lingua uncinata tipica di tutti i gasteropodi, si muove su e giù raschiando via pezzi della vittima, sino a consumarla completamente. Questa lunga agonia dura anche 60 minuti, il pasto è completo e l’angelo lascia cadere la conchiglia. Potremmo dire angeli e demoni ma è la legge della natura.
Dalla sua preda, Clione limacina riesce ad assimilare il 90% del carbonio e quasi il 96% dell’azoto. Il carbonio viene trasformato in speciali grassi presenti in abbondanza nel corpo di Clione (sino a oltre il 50% della massa) che consentono a questi animali di avere riserve particolari per i periodi in cui manca il cibo e ne consente anche la sopravvivenza nelle gelide acque artiche.
Enzo Popio
in anteprima Clione limacina – autore Jeff Hanningam NOAA
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Laureato in Scienze Marine presso l’Università di Pisa con un Ph. D. in Maritime Science e Master in “Environmental science and sea pollution research” presso la Pacific Western University di Los Angeles, California, il dottor Popio ha trascorso oltre 32 anni di servizio attivo nella Marina Militare. Ha ricoperto incarichi di Comando a bordo delle unità navali, come Direttore agli Studi presso Istituti di Formazione militare e come rappresentante della Marina presso l’Ufficio del Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa. Lasciato il servizio attivo, il dr. Popio, ha continuato, in campo civile, a fornire il proprio contributo per la salvaguardia dell’ambiente marino e di tutte le sue specie, collaborando in diversi progetti riguardanti l’ambiente, con le Università di Bari, Lecce, Napoli e con l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero-CNR di Taranto. Numerosi sono gli articoli pubblicati sulla stampa locale sull’inquinamento (aria, mare, suolo) a Taranto, dovuto alla presenza delle industrie pesanti. Uno studio particolare è stato effettuato sul Mar Piccolo e il Mar Grande di Taranto.
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