Ocean for Future

Ultima Clock Widget

  • :
  • :

Vediamo che tempo fa o farà

Diamo un’occhiata al tempo meteorologico

Meteo facile per tutti: vediamo che tempo fa o farà prossimamente con un insieme di link per aggiornarvi in tempo reale sulle condizioni meteorologiche locali e marine 

  Address: OCEAN4FUTURE

Le origini dei Classiarii

tempo di lettura: 3 minuti

.
livello elementare
.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: V – III SECOLO a.C.
AREA: MEDITERRANEO
parole chiave: flotta romana
.

Roma è stata una città marittima fin dalle sue più remote origini: essa non sarebbe nemmeno nata, né avrebbe mai potuto acquisire la propria straordinaria vitalità, se non fosse stata capace di avvalersi della felicissima sua posizione sul Tevere e dell’agevole suo collegamento con il mare. I primi Romani hanno in effetti potuto prosperare grazie ai loro traffici marittimi e garantire i rifornimenti alimentari dell’Urbe anche quando la stessa Città si trovava circondata da popolazioni ostili. Per poter giungere a destinazione le navi da carico dovevano essere necessariamente scortate da navi da guerra, come si può desumere anche dai trattati navali stipulati da Roma con Cartagine fin dal 509 a.C., primo anno della repubblica.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è nave-da-guerra-romana-carro-da-i-classiarii-1024x262.png

Unità navale arcaica di tipo pentecontoro, con venticinque rematori per lato, rappresentata su di un vaso attico a figure nere del VI sec. a. C. L’immagine, basata su di una foto del Museo di Villa Giulia, di Roma, è stata rielaborata graficamente per dare una migliore percezione della forma della nave e delle dimensioni della vela maestra, manovrata mediante i relativi cavi (disegno D. Carro).

Le prime navi

Da quell’epoca arcaica sono pervenute ben poche notizie, ma è rimasta a Roma per un tempo straordinariamente lungo una nave pentecontoro (a cinquanta remi), un tipo di unità da guerra diffuso a partire dalla colonizzazione greca nel Mediterraneo occidentale e poi rimasto in uso per molti secoli, perlomeno fino al III sec. a.C. presso le marinerie d’Italia. Ebbene una di queste navi venne conservata nei Navalia di Roma (la base navale cittadina). Per custodirla in un luogo pubblico venne successivamente eretto – probabilmente in epoca augustea – un apposito edificio tetrastilo, di forma alquanto allungata, collocato su di un alto podio sulla riva sinistra del Tevere di fronte all’isola Tiberina. In quella sorta di museo navale, l’antichissima unità fu oggetto di continue manutenzioni e progressive sostituzioni di parti del fasciame, tanto da conservarsi in eccellente stato fino al VI secolo, quando venne esaminata da Procopio di Cesarea, che diede una descrizione ammirata di quella che veniva all’epoca chiamata la “Nave di Enea”.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2024-10-16-105332.png

Dobbiamo quindi immaginare che fosse proprio per questo tipo di nave che i Romani selezionarono i loro primi contingenti armati da imbarcare, nonostante la scarsa disponibilità di posto a bordo. Quegli scafi erano infatti privi del ponte di coperta e avevano una larghezza massima di circa quattro metri: ai due lati vi erano i banchi per i rematori (venticinque per parte), mentre lo spazio liberamente agibile da prora a poppa era costituito dalla corsia centrale. Fra le rare missioni navali ricordate dalle fonti antiche fra il V e il IV sec. a.C., ve ne fu una in Corsica e una in Grecia. La prima, effettuata da venticinque navi, fu una ricognizione che, dovendo verificare la possibilità di fondare una colonia romana nell’isola, ebbe modo di riscontrare l’eccessiva inospitalità della località prescelta. La seconda fu una missione navale di Stato intesa a portare un cratere d’oro in offerta al santuario di Apollo Delfico, nel golfo di Corinto, quale ex voto per la vittoria riportata su Veio e Faleria; la nave romana, intercettata prima dello stretto di Messina dai pirati delle Eolie, venne quindi scortata nelle navigazioni di andata e ritorno.

Fine I parte – continua
Domenico Carro
.

estratto dal saggio Classiari di Domenico Carro – Supplemento alla Rivista marittima aprile-maggio 2024 – per gentile concessione della Rivista Marittima, dedicato alla memoria del figlio Marzio, corso Indomiti, informatico visionario e socio del Mensa, prematuramente scomparso
.

immagine in anteprima: Nave da guerra romana, probabile quinquereme, in navigazione a remi con dei classiari (di cui si vedono gli scudi) presenti sull’aposticcio di dritta. Particolare di un affresco della Casa del Sacerdos Amandus di Pompei (foto D. Carro).
..

PAGINA PRINCIPALE - HOME PAGE
.
PARTE I PARTE II PARTE III

PARTE IV
.

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

(Visited 87 times, 1 visits today)
Share

Lascia un commento

Translate:

Legenda

Legenda

livello elementare
articoli di facile lettura

livello medio
articoli che richiedono conoscenze avanzate

livello difficile
articoli di interesse specialistico

 

Attenzione: È importante ricordare che gli articoli da noi pubblicati riflettono le opinioni e le prospettive degli autori o delle fonti citate, ma non necessariamente quelle di questo portale. E’ convinzione che la diversità di opinioni è ciò che rende il dibattito e la discussione più interessanti, aiutandoci a comprendere tutti gli aspetti della Marittimità

Inserisci la voce di ricerca:

Chi c'é online

17 visitatori online

Tutela della privacy – Quello che dovete sapere

> Per contatti di collaborazione inviate la vostra richiesta a infoocean4future@gmail.com specificando la vostra area di interesse
17 visitatori online
17 ospiti, 0 membri
Complessivo: 742 alle 21-09--2018 06:47 pm
Numero max di visitatori odierni: 30 alle 10:43 am
Mese in corso: 30 alle 02-12--2024 10:43 am
Anno in corso: 711 alle 06-08--2024 02:13 pm
Share
Traduci l'articolo nella tua lingua