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La Corrente del Golfo sta rallentando. Quali le possibili conseguenze?

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: CLIMATOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Correnti oceaniche, meteorologia, climatologia, corrente del Golfo
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Anni fa, in alcuni film catastrofici, si ipotizzò l’arrivo di una nuova glaciazione legata all’arresto della corrente del Golfo che avrebbe causato un’alterazione del clima su entrambe le sponde dell’Atlantico. Quanto c’è di vero in questa ipotesi? 

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La corrente della Corrente del Golfo (rossa) accelera l’acqua calda lungo la costa orientale degli Stati Uniti, dove si scontra con l’acqua fredda nel Nord Atlantico, raffreddandosi. Le linee piene sono le correnti di superficie mentre quelle di profondità sono tratteggiate. I colori indicano approssimativamente la temperatura – Autore R. Curry, Woods Hole Oceanographic Institution/Science/USGCRP – CC BY 3.0 OCP07 Fig-6.jpg – Wikimedia Commons

Secondo le ultime osservazioni sembrerebbe che la Corrente del Golfo, una delle principali correnti oceaniche che regolano il clima della Terra, si stia muovendo più lentamente di quanto non abbia fatto in migliaia di anni. Se l’attuale cambiamento climatico continuerà nel suo andamento al ritmo attuale, questo rallentamento, che sembra essere “senza precedenti”, potrebbe avere un impatto sui modelli meteorologici attuali e sul livello del mare su entrambe le sponde dell’Atlantico, e sembra destinato a perdurare se non peggiorare nei prossimi decenni.Gli scienziati della Irish Climate Analysis and Research UnitS (ICARUS), che fa parte  del Department of Geography della Maynooth University,  Irlanda, hanno ipotizzato che la Corrente del Golfo potrebbe superare un “punto di svolta” critico entro il 2100. Questo potrebbe scatenare l’innalzamento del livello del mare lungo le coste del Nord America e dell’Europa nord-occidentale e favorire condizioni meteorologiche sempre più estreme con ondate di calore senza precedenti e la generazione di sempre più violenti cicloni.

Cosa vuol dire arrivare ad un punto di svolta?
Se la Corrente del Golfo arrivasse al suo punto critico, continuerebbe a indebolirsi anche nel caso riuscissimo a fermare il riscaldamento globale Irish Climate Analysis and Research UnitS (ICARUS) sempre più ed avvicinandosi ad un … arresto completo della circolazione.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è OCEANOGRAFIA-NASA-Perpetual_Ocean_-_Gulf_Stream_7009099115-1024x576.jpg

Osservazione del flusso delle correnti superficiali marine in Atlantico da giugno 2005 a dicembre 2007 – Fonte NASA Goddard Space Center, Greenbelt, MD, USA Perpetual Ocean – Gulf Stream (7009099115).jpg – Wikimedia Commons

Il grande nastro trasportatore
La corrente del Golfo (nota anche come Atlantic Meridional Overturning Circulation, o AMOC) potremmo immaginarlo come un enorme “nastro trasportatore” lungo la costa orientale degli Stati Uniti, che trasporta le calde acque superficiali dalla Florida verso nord fino a Terranova prima di dirigersi verso Est,  serpeggiando attraverso l’Atlantico. Quando raggiunge il Nord Atlantico, l’acqua calda superficiale si raffredda, diventando sempre più salata e più densa.  Nel suo percorso tenderà ad affondare nel mare profondo prima di essere spinta nuovamente verso sud, dove si riscalderà. tornerà ad essere superficiale e … il ciclo si ripeterà muovendo venti milioni di metri cubi di acqua al secondo. L’importanza della corrente del Golfo è enorme e si ritiene che una sua variazione di intensità possa avere impatti climatici su entrambe le sponde dell’Atlantico, mantenendo più mite la temperatura in Florida e nei Paesi del Mare del Nord ed influenzando la generazione dei cicloni atlantici.

In questo nuovo studio – pubblicato a febbraio 2021 sulla rivista Nature Geoscience – i ricercatori hanno tentato di analizzare la storia del flusso dell’AMOC dal 4 secolo dopo Cristo. Poiché non sono disponibili misurazioni dirette del flusso prima degli ultimi due decenni, il team ha utilizzato informazioni provenienti, dall’analisi degli anelli degli alberi e dei carotaggi, che possono aiutare a comprendere l’andamento dell’AMOC in una prospettiva a lungo termine. Questi dati sono stati corredati da record di temperatura, sul limo dell’Atlantico, carotaggi di sedimenti sottomarini e sulle popolazioni di coralli di acque profonde, per creare un quadro completo di quanto fosse caldo l’AMOC e quanto velocemente si stesse muovendo negli ultimi 1.600 anni. Ad esempio, dall’analisi della dimensione dei grani nei nuclei di sedimento oceanici, si può comprendere la velocità della corrente (un flusso più veloce può infatti trasportare grani più grandi) oppure osservando la composizione delle specie di coralli, che rende possibile comprendere le temperature nel tempo, essendo questi animali molto sensibili alle variazioni di temperatura.

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Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO) Timeseries su media mobile mensile per anno (evidenziata in nero), 1856–2013 – Fonte  https://www.esrl.noaa.gov/psd/data/correlation/amon.us.long.data – autore Rosentod Marsupilami Amo timeseries 1856-present.svg – Wikimedia Commons

Insieme questi valori proxy possono raccontarci la storia delle variazioni della corrente del Golfo. Gli scienziati stanno affinando ogni anno i modelli matematici e ritengono che intorno al 1850 sia iniziato un piccolo rallentamento della corrente. Quella data non è una data qualsiasi ma è quella che stabilisce la fine della cosiddetta piccola era glaciale (un periodo di raffreddamento globale che iniziò intorno al 1250. Un secondo rallentamento ancora più significativo iniziò a metà del XX secolo. Sulla base di dati sempre più precisi, è stato valutato che le correnti si sono indebolite di un ulteriore 15%.

A cosa potrebbe essere legato?
Il riscaldamento globale, dal termine dell’ultima piccola glaciazione, ha statisticamente aumentato le precipitazioni annuali ed accelerato lo scioglimento delle calotte glaciali, compresa quella Groenlandia nel Nord Atlantico. L’afflusso di quantità sempre maggiori di acqua dolce nell’oceano, ha diluito la salinità delle acque superficiali, riducendo la densità dell’acqua all’estremità settentrionale del nastro trasportatore della Corrente del Golfo. Secondo i ricercatori, la riduzione di densità riduce la velocità con cui l’acqua affonda quindi pospone  l’inizio  del suo viaggio di ritorno verso le acque meridionali, in pratica indebolendo il flusso complessivo dell’AMOC.

Quali saranno le conseguenze?
Secondo il gradiente attuale, legato allo scioglimento dei ghiacci per l’innalzamento delle temperature, il flusso della Corrente del Golfo potrebbe indebolirsi di un ulteriore 45% entro il 2100, portando la corrente vicino ad un punto critico di svolta. Se il flusso continuasse a indebolirsi gli effetti sul clima potrebbero essere significativi.

Le conseguenze potrebbero essere molteplici per le persone che vivono su entrambe le sponde dell’Atlantico, come spiega Levke Caesar, uno scienziato del Irish Climate Analysis and Research Unit della Maynooth University: “Il flusso superficiale verso nord dell’AMOC porta a una deviazione delle masse d’acqua a destra, lontano dalla costa orientale degli Stati Uniti. Questo è dovuto alla rotazione della Terra, che devia gli oggetti in movimento come le correnti marine a destra nell’emisfero settentrionale ed a sinistra nell’emisfero meridionale. Man mano che la corrente rallenta, questo effetto si indebolisce e più acqua può accumularsi sulla costa orientale degli Stati Uniti, portando a un aumento del livello del mare“.

In Europa, dovrebbero aumentare gli eventi meteorologici più estremi provenienti dall’Atlantico, intensificandoli, con ondate di caldo estremo ed una diminuzione delle piogge estive nella parte più meridionale. Il condizionale è d’obbligo e, di fatto, quali che siano esattamente le conseguenze sul pianeta, è oggetto di questi studi. Il futuro è ancora da stabilire ma potrebbe non essere così roseo come alcuni lo dipingono.

 

in anteprima l’osservazione da parte di MODIS (Moderate Resolution Imaging) Spectroradiometer della temperatura delle acque superficiali atlantiche (viola è la temperatura più bassa e il rosso la più alta) – Fonte NASA MODIS.

 

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