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livello elementare
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ARGOMENTO: PALEONTOLOGIA
PERIODO: CRETACEO
AREA: NORD AFRICA
parole chiave: dinosauri anfibi
Immaginate un grosso dinosauro carnivoro di nove tonnellate, con un cranio lungo quasi due metri dalla forma affilata ed allungata come quella di un coccodrillo, le cui potenti mascelle mostravano una dentatura spaventosa con denti conici e appuntiti. Immaginate questo grande rettile, camminare sugli arti posteriori ed afferrare con quelli anteriori i malcapitati che gli si presentavano davanti. Immaginatelo ancora aggirarsi lungo le sponde dei proto mari per poi immergersi nelle acque dei fiumi e dei laghi per predare, nuotando agilmente grazie alla sua lunga coda.
Questo animale, dall’aspetto terrificante e maestoso, era chiamato spinosauro (nome per rettile con le spine), un dinosauro ben più grande di un tirannosauro e certamente non meno feroce.
ricostruzione dello scheletro di un Spinosaurus, Palazzo Dugnani, Milano, basata sullo studio di Ibrahim, N.; Sereno, P. C.; Dal Sasso, C.; Maganuco, S.; Fabbri, M.; Martill, D. M.; Zouhri, S.; Myhrvold, N.; Iurino, D. A. (2014). “Semiaquatic adaptations in a giant predatory dinosaur”. Science 345 (6204): 1613–1616. autore MariomassoneFile:Spinosaurus white background 2.jpg – Wikimedia Commons
Scopriamolo insieme
Questo grande dinosauro visse tra il Cretaceo inferiore e il Cretaceo superiore (circa 112-97 milioni di anni fa), in territori oggi corrispondenti al Nord Africa, dall’Egitto al Marocco. I primi resti di Spinosaurus furono scoperti in Egitto dal paleontologo tedesco Ernst Stromer von Reichenbach poco prima della prima guerra mondiale. In realtà oggi se ne conoscono due specie, lo Spinosaurus aegyptiacus, che venne descritto nel 1915 da Stromer, e lo Spinosaurus maroccanus, scoperto più recentemente, nel 1996, da Russel in Marocco.
Le ossa ritrovate da Stromer furono conservate nel Deutsches Museum di Monaco, ma vennero distrutte da un bombardamento alleato nel 1944. Da allora la storia dello Spinosauro fu caratterizzata da sporadici ritrovamenti, tra cui un cranio, ora conservato al Museo di Storia Naturale di Milano. I sporadici ritrovamenti non permettevano di ricostruire lo scheletro e quindi di trovare risposte alle innumerevoli domande relative alle abitudini di vita di questo predatore. Solo nel 2008 furono ritrovate, clandestinamente, delle ossa appartenenti ad uno Spinosauro in numero tale da ricostruire lo scheletro di questo gigante del passato.
I ricercatori, Nizar Ibrahim e gli italiani Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco, sono riusciti a comprendere dall’analisi del suo cranio allungato, dei denti, della vela e delle zampe che lo Spinosauro era un predatore che si cibava prevalentemente di animali acquatici, stando immerso nell’acqua. In particolare, hanno scoperto che le sue caratteristiche fisiche si prestavano maggiormente ad una vita acquatica. Ad esempio, il posizionamento delle narici verso il centro, piuttosto che all’estremità, del suo cranio, il piccolo bacino e le zampe posteriori relativamente corte. Non ultime le sue vertebre vagamente collegate nella sua coda e diverse stranezze anatomiche come le alte spine dorsali che probabilmente servivano da sostegno ad una sorta di vela. Altro fatto interessante, le sue ossa non erano cave, come quelle dei teropodi, ma come quelle degli antichi antenati delle balene, dense e piene. Parliamo della vela, una bizzarra caratteristica la cui esatta funzione è ancora un mistero. Non era semplicemente un’escrescenza piatta e sovradimensionata di pelle ma una struttura sviluppatasi su un’impalcatura di “spine neurali”; delle lunghe e sottili proiezioni di ossa, che potevano raggiungere una lunghezza di quasi due metri, ed erano attaccate alle vertebre della spina dorsale.
riproduzione delle ossa della vela dello Spinosaurus – Fonte National Geographic Museum Spinosaurus Exhibit – foto da www.ieonexus.com autore Ryan Somm, Occoquan, USA – Creative Commons Attribution 2.0 Reproduction of Stromer’s Spinosaurus Display.jpg – Wikimedia Commons
Come potete vedere dalla foto, molte delle spine dorsali dello Spinosaurus si estendevano in altezza, costituendo la base della “vela“. Questi processi spinosi potevano diventare circa dieci volte più lunghi del diametro delle vertebre da cui sporgevano, arrivando ad una lunghezza di ben 1,65 metri. In particolare le spine neurali anteriori erano leggermente più lunghe di quelle posteriori.
La lunghezza stimata dello Spinosauro è di circa 15 metri, ma solo il ritrovamento di più esemplari completi potrà stabilire con esattezza le sue reali dimensioni. Ma veniamo ad una caratteristica decisamente mostruosa, il cranio dello Spinosaurus. Come abbiamo detto, era lungo e stretto come quello di un coccodrillo, corredato da denti relativamente corti ma molto affilati che potevano facilmente cacciare pesci e rettili marini nell’acqua. Le sue dimensioni, di quasi due metri, consentivano di afferrare nelle sue fauci anche esemplari interi. Interessante la sua dentatura. Lo Spinosaurus, sebbene simile ad un coccodrillo, aveva un complicato assortimento di denti: due canini giganti che sporgevano dalla mascella superiore anteriore, alcuni più grandi posizionati più indietro nel cranio e una varietà di denti dritti, conici, che digrignavano nel mezzo, una caratteristica degli Spinosaurinae che condividevano questi denti dritti, serrati e distanziati tra loro, nella misura di dodici su ogni lato della mascella.
Molto probabilmente, questo era un riflesso evolutivo della sua dieta, che includeva non solo pesci ma occasionalmente uccelli, mammiferi e forse … anche altri dinosauri. Terribili a terra come in acqua. Dall’esame delle sue falangi, larghe e poco incurvate, si ritiene che consentissero all’animale di muoversi su terreni fangosi e nuotare. Insomma era un personaggio che era meglio non incontrare.
Ma non era solo
Lo spinosauro viveva nell’Africa settentrionale, in quelli che adesso sono chiamati letti del Kem Kem, dove un tempo c’era un grande sistema fluviale, esteso dal Marocco all’Egitto. condividendo il loro habitat con il Sarcosuchus, un coccodrillo preistorico lungo oltre dodici metri e del peso di dieci tonnellate. Un terribile avversario nella lotta per la sopravvivenza.
Sarcosuchus imperator, disegno a penna – autore Arthur Weasley © N. Tamura CC BY SA Sarcosuchus BW.jpg – Wikimedia Commons
Sul pianeta vivevano altri Spinosauridi come il Suchomimus e l’Irritator challengeri dal Brasile che, pur assomigliando entrambi allo Spinosauro, erano di dimensioni decisamente ridotte. Uno stretto contemporaneo dello Spinosauro era l’Ouranosauro, un adrosauro nord africano (dinosauro dal becco d’anatra) dotato di una vera vela, forse una spessa e grassa gobba di tessuto che usava per immagazzinare grassi e liquidi (come un cammello moderno).
Tassonomia
Lo Spinosaurus dà il nome alla famiglia degli Spinosauridae, una famiglia di dinosauri teropodi ovvero rettili di dimensioni gigantesche, ad andatura bipede, con zampe anteriori corte e dita provviste di artigli, coda lunga e robusta, che furono i carnivori dominanti nell’era mesozoica. Gli Spinosauridae comprendono due sottofamiglie: i Baryonychinae e gli Spinosaurinae. I primi comprendono il Baryonyx walkeri del sud dell’Inghilterra ed il Suchomimus tenerensis dal Niger, che viveva in Niger, nel centro dell’Africa.
La sottofamiglia dei Spinosaurinae comprende diversi generi tra cui l’Ichthyovenator, l’Irritator challengeri, l’Oxalaia quilombensis e gli Spinosaurini come lo Spinosaurus aegyptiacus. La differenza principale tra la sottofamiglia Spinosaurinae e quella dei Baryonychinae è la presenza di processi spinali maggiori, un cranio più compatto e il fatto che era dotata di una rosetta molto più vistosa e larga.
Anche lo spinosauro come tanti dinosauri scomparve, si pensa circa 97 milioni di anni fa. Di fatto, per le sue straordinarie caratteristiche, i paleontologi lo considerano il più evoluto dei dinosauri e l’ultimo della sua famiglia … ma la ricerca continua.
in anteprima scheletro fossile di Spinosaurus, fotografato ad un evento al Makuhari Messe convention center, Chiba, Tokyo, Japan – autore foto Kabacchi Spinosaurus skull.jpg – Wikimedia Commons
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