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livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Coralli, plantin
E’ risaputo che la sopravvivenza dei nostri coralli è in pericolo, subendo pesantemente il coral bleaching e le interazioni antropiche. Finalmente anche i mass media ne hanno iniziato a parlare e la notizia si sta spargendo sempre di più. Per non parlare poi di quei viaggiatori (s)fortunati che riescono ad osservare con i propri occhi il cambiamento del reef nel corso degli anni.
Mi chiamo Patrizia Stipcich, sono una biologa marina e ricercatrice subacquea scientifica e lavoro alle Maldive nell’atollo di Baa. Nonostante la componente nectonica sia ancora abbondante in ogni isola di questo atollo, è abbastanza triste vedere come i colori del coralli, specialmente a basse profondità, stiano scomparendo, lasciando i turisti sempre più sorpresi e colpiti da questo fenomeno.
Un ecosistema delicato
La barriera corallina è uno degli habitat marini più importanti del pianeta ed è necessario preservarlo. e la biodiversità al suo interno è paragonabile a quella delle foreste pluviali sulla terra.
È una zona di nursery per moltissime specie di pesci, può fornire a molti organismi cibo e riparo ed inoltre è fondamentale per il ciclo del carbonato in quanto la struttura scheletrica dei coralli duri è costituita da carbonato di calcio. I motivi per cui il reef sta pian piano morendo sono molti. Partendo dal’impatto umano e l’inquinamento che l’Uomo porta nel mare, continuando con l’innalzamento delle temperature dell’acqua legate al riscaldamento globale, finendo con altre fenomeni naturali ricorrenti, come ad esempio El Nino, che portano grandi cambiamenti fisici per tempi relativamente lunghi che infuiscono sulla vita di ogni animale o vegetale che costituisce il reef.
Il Coral Planting è una tecnica che sta prendendo sempre più spazio nei paesi tropicali perché ci permette di poter aiutare i coralli duri a poter sopravvivere e crescere. A causa di snorkelisti o subacquei disattenti o di fenomeni naturali come i drammatici eventi atmosferici che sono comuni a queste latitudini, molti coralli vengono rotti staccandosi dalla propria colonia. Se questi frammenti di corallo rimangono sul fondale la possibilità di sopravvivenza è davvero bassa a causa della sabbia che potrebbe entrare nei pori e soffocare così i polipi dei coralli causandone la morte.
Come effettuiamo il coral planting
Le immagini che vedrete in questo articolo mostrano le tecniche di planting dei coralli che sembrano dare degli ottimi risultati per contrastare qiesta tendenza.
Il coral planting consiste nel collezionare i frammenti di coralli staccati dalla colonia e fissarli su una struttura posta successivamente ad una profondità media di 3-4 metri. Una volta fissati sono in grado di riprendersi e di crescere seppur piano piano.
È necessario valutare bene la posizione in cui la struttura viene posta perché i coralli hanno bisogno di luce, temperature ottimali e di una media corrente che possa fornire il plancton di cui si nutrono. La tecnica che utilizzo è molto semplice. Principalmente impiego dei frammenti di coralli della famiglia Pocilloporidae che sono molto disponibili nei reef maldiviani. Questi coralli hanno un buon tasso di resilienza e di ripresa dopo un evento di stress. I frammenti vengono fissati con fascette ad una struttura di ferro ricoperta da sabbia.
Il lavoro è facilitato grazie alla possibilità di fissare i coralli si queste strutture all’esterno dell’acqua. Oltre al nostro team abbiamo spesso l’aiuto di qualche turista che, oltre alla bellezza del resort, dimostra di tenere veramente alla vita della barriera corallina. Una volta fissati con le fascette alla struttura, essa viene portata in mare e quindi sott’acqua con l’aiuto dei subacquei del team.
Dopo qualche giorno la parte lunga della fascetta di plastica viene tagliata per evitare che alcune specie di alghe possano crescerci sopra ed occupare così lo spazio che serve al corallo per crescere.
Fortunatamente in questo la natura ci aiuta, in quanto ci sono moltissimi pesci erbivori che si nutrono delle alghe che crescono sul o attorno ai coralli. Le strutture hanno bisogno poi di manutenzione ed è per questo che almeno una volta ogni dieci giorni, con l’aiuto di un semplice spazzolino da denti, provvedo a rimuovere tutte le alghe che crescono intorno. ma la fatica premia e dopo già uno o due mesi si possono vedere le differenze.
La fascetta plastica con cui il frammento è stato fissato alla struttura viene completamente ricoperta da nuove componenti del corallo e, a seconda della specie, anche una parte della struttura di ferro viene colonizzata. Quando la crescita sarà costante allora sarà possibile spostare la struttura ad una profondità più elevata.
Educazione per sopravvivere
Per concludere vorrei aggiungere che tutti con le nostre azioni quotidiane possiamo fare qualcosa per l’ambiente, per il mare e per le nostre barriere coralline. L’educazione è il primo passo per poter avere un cambiamento. Educate i vostri amici, educate voi stessi, cercate sempre nuove soluzioni ai nuovi problemi. Considerate che le risorse ittiche non sono infinite e scegliete pesce proveniente da una pesca sostenibile. Conservate l’acqua, riducete il tempo che impiegate per fare una doccia e chiudete il rubinetto quando lavate i denti. Fate volontariato con gruppi ambientalisti. Non utilizzate o limitate l’uso delle sostanze chimiche per le vostre piante. Riducete la quantità di plastica che utilizzate tutti i giorni e riciclate il più possibile. Ogni azione errata causa una reazione nell’ambiente. I coralli sono un dono e non comprateli come regali, accontentatevi di osservarli nel loro ambiente marino.
Patrizia Stipcich
Biologa marina
ricercatrice subacquea scientifica ISSD
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Love this! Good job Patrizia!