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Coral Planting di Patrizia Stipcich

tempo di lettura: 6 minuti


livello elementare
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ARGOMENTO: ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Coralli, plantin

 

E’ risaputo che la sopravvivenza dei nostri coralli è in pericolo, subendo pesantemente il coral bleaching e le interazioni antropiche. Finalmente anche i mass media ne hanno iniziato a parlare e la notizia si sta spargendo sempre di più. Per non parlare poi di quei viaggiatori (s)fortunati che riescono ad osservare con i propri occhi il cambiamento del reef nel corso degli anni.

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Mi chiamo Patrizia Stipcich, sono una biologa marina e ricercatrice subacquea scientifica e lavoro alle Maldive nell’atollo di Baa. Nonostante la componente nectonica sia ancora abbondante in ogni isola di questo atollo, è abbastanza triste vedere come i colori del coralli, specialmente a basse profondità, stiano scomparendo, lasciando i turisti sempre più sorpresi e colpiti da questo fenomeno.

Un ecosistema delicato
La barriera corallina è uno degli habitat marini più importanti del pianeta ed è necessario preservarlo. e la biodiversità al suo interno è paragonabile a quella delle foreste pluviali sulla terra. 

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È una zona di nursery per moltissime specie di pesci, può fornire a molti organismi cibo e riparo ed inoltre è fondamentale per il ciclo del carbonato in quanto la struttura scheletrica dei coralli duri è costituita da carbonato di calcio. I motivi per cui il reef sta pian piano morendo sono molti. Partendo dall’impatto umano e l’inquinamento che l’Uomo porta nel mare, continuando con l’innalzamento delle temperature dell’acqua legate al riscaldamento globale, finendo con altre fenomeni naturali ricorrenti, come ad esempio El Nino, che portano grandi cambiamenti fisici per tempi relativamente lunghi che influiscono sulla vita di ogni animale o vegetale che costituisce il reef. Il Coral Planting è una tecnica che sta prendendo sempre più spazio nei paesi tropicali perché ci permette di poter aiutare i coralli duri a poter sopravvivere e crescere. 

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A causa dei snorkelisti e dei subacquei disattenti o di fenomeni naturali, come i drammatici eventi atmosferici che sono comuni a queste latitudini, molti coralli vengono rotti staccandosi dalla propria colonia. Se questi frammenti di corallo rimangono sul fondale la possibilità di sopravvivenza è davvero bassa a causa della sabbia che potrebbe entrare nei pori e soffocare così i polipi dei coralli causandone la morte. La pratica del coral planting offre la possibilità di ripopolare ampie aree di mare, restituendone la bellezza ma anche salvaguardando questo importante ecosistema.

Come effettuiamo il coral planting
Le immagini che vedrete in questo articolo mostrano le tecniche di planting dei coralli che sembrano dare degli ottimi risultati per contrastare questa tendenza.
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Il coral planting consiste nel collezionare i frammenti di coralli staccati dalla colonia e fissarli su una struttura posta successivamente ad una profondità media di 3-4 metri. Una volta fissati sono in grado di riprendersi e di crescere seppur molto lentamente.

I Pocilloporidi, secondi solo alla famiglia degli Acroporidae,pocillopora-danae-o-kelleri-corretta---p1060401_resize si ritrovano in quasi tutti gli habitat, dalla cresta alla parte pianeggiante della barriera, in zone poco profonde e nella laguna. Presenta diverse forme, la maggior parte ramificate sotto forma cespugliosa o digitata. La loro crescita subisce gli effetti dell’esposizione al moto ondoso e dall’intensità dei raggi luminosi. In ambienti dove il moto ondoso è importante, le colonie restano di piccole dimensioni, con ramificazioni robuste e spesse. Questi coralli sono ermafroditi che incubano le loro uova e rilasciano le loro larve durante l’anno. Come per i coralli ramificati della famiglia Acroporidae anche fra le ramificazioni dei Pocilloporidi è possibile trovare un’alta diversità di comunità di invertebrati e pesci.

È necessario valutare bene la posizione in cui la struttura viene posta perché i coralli hanno bisogno di luce, temperature ottimali e di una media corrente che possa fornire il plancton di cui si nutrono. La tecnica che utilizzo è molto semplice. Principalmente impiego dei frammenti di coralli della famiglia Pocilloporidae che sono molto disponibili nei reef maldiviani. Questi coralli hanno un buon tasso di resilienza e di ripresa dopo un evento di stress. I frammenti vengono fissati con fascette ad una struttura di ferro ricoperta da sabbia.

26240007_10215479270599830_2360446288041003586_oIl lavoro è facilitato grazie alla possibilità di fissare i coralli su queste strutture all’esterno dell’acqua. Oltre al nostro team abbiamo spesso l’aiuto di qualche turista che, oltre a godere della bellezza del resort, dimostra di tenere veramente alla vita della barriera corallina. Una volta fissati i coralli con delle semplici fascette alla struttura, essa viene portata in mare e quindi posizionata sott’acqua con l’aiuto dei subacquei del team.

17917279_1330237603731956_2505035397979504679_oDopo qualche giorno la parte lunga della fascetta di plastica viene tagliata, al fine di evitare che alcune specie di alghe possano crescerci sopra ed occupare così lo spazio che servirà al corallo per crescere. Fortunatamente in questo la natura ci aiuta, in quanto ci sono moltissimi pesci erbivori che si nutrono delle alghe che crescono sul o attorno ai coralli. 

26695391_10215479307760759_1281921267_oNaturalmente le strutture metalliche hanno bisogno di manutenzione ed è per questo che almeno una volta ogni dieci giorni, con l’aiuto di un semplice spazzolino da denti, provvedo a rimuovere tutte le alghe che crescono intorno.  Ma la fatica premia e dopo già uno o due mesi si possono vedere le differenze.

26685574_10215479291280347_248202449995057359_oLa fascetta plastica con cui il frammento è stato fissato alla struttura viene completamente ricoperta da nuove componenti del corallo e, a seconda della specie, anche una parte della struttura di ferro viene colonizzata. Quando la crescita sarà costante allora sarà possibile spostare la struttura ad una profondità più elevata.

Educazione per sopravvivere
Per concludere vorrei aggiungere che tutti con le nostre  azioni quotidiane possiamo fare qualcosa per l’ambiente, per il mare e per le nostre barriere coralline. L’educazione è il primo passo per poter avere un cambiamento. Educate i vostri amici, educate voi stessi, cercate sempre nuove soluzioni ai nuovi problemi. Considerate che le risorse ittiche non sono infinite e scegliete pesce proveniente da una pesca sostenibile. Conservate l’acqua, riducete il tempo che impiegate per fare una doccia e chiudete il rubinetto quando lavate i denti. Fate volontariato con gruppi ambientalisti. Non utilizzate o limitate l’uso delle sostanze chimiche per le vostre  piante. Riducete la quantità di plastica che utilizzate tutti i giorni e riciclate il più possibile.  Ogni azione errata causa una reazione nell’ambiente. I coralli sono un dono e non comprateli come regali, accontentatevi di osservarli nel loro ambiente marino.

Patrizia Stipcich
Biologa marina
ricercatrice subacquea scientifica ISSD

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Smrutica J
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Smrutica J
20/01/2018 13:50

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