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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Livorno
Il Lazzaretto di San Jacopo
San Leopoldo era praticamente contiguo a quello di Sant’Jacopo, separato da questo solo da un breve tratto di terreno, parte di proprietà privata e parte del Comune. Fu definito tra i più vasti e meglio disposti d’Europa, ed era formato da tre settori ben delimitati: uno con le tettoie per lo sciorinamento delle merci, un massiccio e articolato edificio in cui si trovavano uffici, alloggi e il parlatorio mentre, all’estremo sud del complesso, separati da un canale, vi erano alcuni edifici che con parole moderne potremmo dire di “massima sicurezza” dove venivano segregate le persone per la quarantena.
Gli edifici dell’Accademia Navale e quelli originari del lazzaretto con indicato il perimetro originario dell’istituto e le piccole variazioni della linea di costa
Dopo il 1861 l’edificio principale fu adibito a caserma e il secondo complesso a carcere, funzione per la quale ben si prestava a causa della compartimentazione cellulare degli interni e la posizione separata.
le attuali strutture della parte meridionale sovrapposte alla mappa del lazzaretto originale
Il progettista, l’architetto militare Innocenzo Fazzi, non lesinò una serie di abbellimenti in armonia con i dettami della moda settecentesca e, in particolare, meritò l’ammirazione dei contemporanei la splendida cappella in stile rococò che aveva di fronte la statua del Granduca Pietro Leopoldo scolpita dal carrarese Domenico Andrea Pelliccia.
L’area del lazzaretto di Sant’Jacopo fu occupata dai primi e più importanti edifici dell’Accademia Navale che furono ovviamente realizzati tenendo in considerazione le necessità primarie dell’istituto e senza nessuna particolare indulgenza verso la conservazione delle vestigia del passato.
La traccia più appariscente che è rimasta è la darsena esagonale con il suo prolungamento verso l’interno che, quanto a forma ed estensione, è rimasta identica a quella di due o tre secoli fa. Qui approdavano le barche della sanità marittima o sbarcavano i passeggeri e le merci per scontare la quarantena ed oggi il porticciolo è utilizzato per ospitare le imbarcazioni destinate all’istruzione marinaresca e allo sport degli allievi. Quando fu costruita l’Accademia erano i tempi dell’”economia fino all’osso” ed era intenzione del Ministro della Marina Benedetto Brin riutilizzare alcuni edifici del lazzaretto ma, a quanto sembra, si preferì soprassedere e infatti sovrapponendo alla pianta di Sant’Jacopo quella del primo nucleo di edifici dell’Accademia Navale si nota come questi si siano sostituiti a quelli antichi senza alcun rapporto con essi quanto a disposizione e orientamento. A differenza dell’edificio storico della Regia Accademia e delle strutture ad uso degli allievi, rimaste concentrate sull’area del lazzaretto di Sant’Jacopo, la zona dove sorgeva quello di San Leopoldo fu usata per l’espansione successiva e fu destinata ai servizi per cui la massima parte delle strutture precedenti fu rasa al suolo a partire dal 1913. Inizialmente, al margine del settore un tempo riservato alle merci, fu costruita la nuova infermeria seguita poco più tardi dall’edificio destinato ad ospitare i corsi per i futuri ufficiali macchinisti che prima si svolgevano a Venezia.
La statua di Pietro Leopoldo rimase al suo posto fino al 1915 finché la continua fame di strutture militari ne consigliò lo spostamento nel piazzale di Sant’Jacopo in Acquaviva dove si trova tuttora.
Il lazzaretto di San Leopoldo visto dal mare e dal lato sud. Le immagini dovrebbero risalire al 1915 circa perché erano già stati costruiti alcuni edifici della Regia Accademia Navale, da www.lavecchialivorno.blogspot.com
Come a Sant’Jacopo, a San Leopoldo è rimasto intatto il porticciolo esagonale che è tuttora utilizzato. Al centro di questo era stato risparmiato dalle demolizioni il cosiddetto Mastio di San Rocco, una grossa torre di vedetta che sorgeva all’imboccatura, ma che fu distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Dall’esterno è possibile osservare le mura dell’antico lazzaretto che, anche se notevolmente ridotte in altezza, sono state conservate nel tratto più meridionale. In particolare, si può ancora ammirare l’arco di entrata di cui fu scritto che “il portone esterno ha una grandiosità degna delle più belle ville romane del ‘700 …” ). Il muro era sovrastato da garitte di guardia, andate distrutte dai bombardamenti del 1943-1945.
due immagini dell’ex lazzaretto di San Leopoldo visto dal mare e dal lato sud. Le immagini dovrebbero risalire al 1915 circa perché sono già stati costruiti alcuni edifici della Regia Accademia Navale – da www.lavecchialivorno.blogspot.com
Infine, sorprendentemente, sembra esistere intatto il complesso triangolare meridionale, già zona di quarantena e poi carcere.
La bella cappella di San Pietro in stile rococò prima della demolizione (www.catalogobeniculturali.it)
Oggi risulta adibito soprattutto ad alloggi ma, proprio per questo, nel tempo sono intervenute ristrutturazioni così profonde che, a parte la posizione, si può immaginare che tali edifici abbiano conservato ben poco del vecchio lazzaretto, ammesso che qualcosa sia rimasto.
la sala mensa allievi ricorda gli antichi padiglioni
Purtroppo bisogna affidarsi a poche informazioni ed a poche cattive immagini prese da lontano perché bisogna tener conto che si tratta di una zona militare lontana dall’area di rappresentanza dell’Accademia Navale e in cui i “non addetti ai lavori” non hanno possibilità di accedere.
Guglielmo Evangelista
Bibliografia
Agenore Bertocchi, “L’antico acquedotto del lazzaretto di Sant’Jacopo. In Liburni Civitas, Vol V/1932
Gabriele Giorni, “I lazzaretti di Livorno” in www.voce del marinaio.com, 2010
Filiberto Palagi, “I lazzaretti marittimi e i primi regolamenti sanitari di Livorno” In Rivista Marittima, III trim 1894
Gino Galuppini, “L’accademia navale 1881-1981” Ufficio Storico della Marina Militare, Roma 1981
Andrea Mucedola, “Storia dell’Accademia Navale di Livorno, casa madre di generazioni di ufficiali di Marina” in www.ocean4future.org, 2019
Giuseppe Piombanti, “Guida storica e artistica di Livorno” Marini, Livorno, 1873
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nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.
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