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Specie aliena ritrovata nel lago di Garda

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: BIOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Specie aliene, lago

 

La presenza di specie aliene nel Mediterraneo è ormai un’emergenza biologica che sta provocando in certe aree delle modifiche agli habitat. La notizia di oggi invece proviene dal nord Italia dove è stata rilevata, in due zone del Lago di Garda (Castelletto di Brenzone e Bardolino) la presenza di un ben noto mollusco bivalve, Dreissena bugensis, comunemente detto “quagga mussel“, mai rilevato prima d’ora in Italia.

La notizia è stata pubblicata dalla Fondazione Edmund Mach,“First record of quagga mussel, Dreissena bugensis Abdrusov, 1987, in Italy; morphological and genetic evidence in Lake Garda“ redatta dai ricercatori Nico Salmaso, Francesca Ciutti, Cristina Cappelletti, Massimo Pindo e Adriano Boscaini.

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Dreissena polymorpha – Photo credit Jan Robert Baars

Di cosa si tratta?
Il Dreissena bugensis è un mollusco originario del fiume Dnieper, che nasce dalle colline Valdai in Russia e sfocia, dopo aver percorso l’Ucraina, nel Mar Nero. Il suo guscio è generalmente nero giallastro con disegno a zig-zag. La conchiglia ha una forma arrotondata lungo la cerniera con un lato ventrale convesso. Sebbene simile, è leggermente più grande della cozza zebra, ed è larga circa 20 mm. Come tutti i bivalvi è un animale filtratore che, filtrando fino a un litro o più al giorno, rimuove fitoplancton, zooplancton e alghe dall’acqua. Qualsiasi particolato indesiderato viene legato da un muco, noto come pseudofeci, ed espulso dal sifone. Rimuovendo il fitoplancton viene diminuita la fonte di cibo per lo zooplancton e quindi alterata la rete trofica. Gli impatti ambientali, associati alla filtrazione dell’acqua, includono l’aumento della trasparenza dell’acqua, la diminuzione delle concentrazioni medie di clorofilla e l’accumulo delle pseudofeci. In particolare, con l’aumento della trasparenza dell’acqua aumenta la penetrazione della luce, causando una proliferazione di piante acquatiche che possono alterare l’intero ecosistema.

Le pseudofeci, prodotte dal filtraggio dell’acqua, si accumulano su fondo ed hanno anche loro un forte impatto sull’ambiente causando, a seguito della loro decomposizione, un maggior consumo di ossigeno, un aumento della acidità dell’acqua e la produzione di sottoprodotti tossici. Inoltre, come tutti i bivalvi, accumulano inquinanti organici all’interno dei loro tessuti a livelli oltre 300.000 volte superiori alle concentrazioni nell’ambiente, che si ritrovano anche nelle loro pseudofeci. Va da sé che essendo nutrimento di altre forme biologiche, questi bivalvi possono trasmettere tossine lungo la catena alimentare, aumentando quindi l’esposizione della fauna selvatica agli inquinanti organici.

Una minaccia in rapido sviluppo
Questo mollusco è purtroppo un riproduttore prolifico, forse contribuendo alla sua diffusione e abbondanza. In particolare i Dreissena spp. sono animali dioici (ovvero esistono maschi e femmine) che si riproducono con fecondazione esterna. Una femmina matura è in grado di produrre fino a un milione di uova all’anno. Dopo la fecondazione, si sviluppano entro pochi giorni delle microscopiche larve pelagiche, che nuotano liberamente alla deriva con le correnti per 3 o 4 settimane, nutrendosi delle loro stesse ciglia, fino a quando individuano dei substrati adatti per depositarsi e fissarsi con i fili di bisso. Sebbene la mortalità delle larve sia altissima (vicina al 99%), dalla sequenza de loro genoma, è stato scoperto che utilizzano un sistema complesso di “cavità di scissione” intercellulari con una serie ampliata di canali idrici per la regolazione osmotica in ambienti di acqua dolce a bassa salinità durante le primi fasi del loro sviluppo. Il suo impatto può essere significativo creando vaste distribuzioni di biomassa che si attaccano ai manufatti portuali e alle tubature che attraversano i fondali.

Da dove proviene?
Secondo gli studiosi proviene dal Mar Nero e probabilmente ha incominciato a diffondersi nell’Europa orientale negli anni ’40. In Romania, questi molluschi furono ritrovati per la prima volta nel 2004 nel fiume Danubio e, dopo solo un anno si diffusero in Germania, popolando molte acque interne, come il canale Reno-Meno-Danubio, il Meno e il Reno. Nel 2014, la specie fu segnalata a Wraysbury Reservoir, non lontano dall’aeroporto londinese di Heathrow, nella valle del Tamigi, arrivando, nel 2021, in Irlanda, in due laghi sul fiume Shannon: Lough Derg e Lough Ree

Il suo ritrovamento in Svizzera risale al 2015 e, l’anno dopo, nel lago di Costanza, diffondendosi con una tale rapidità da infestare e creare notevoli problemi ai macchinari degli acquedotti. Inoltre, ha soppiantato anche le specie aliene precedentemente presenti, colonizzando velocemente l’intero l’ambiente. Secondo gli esperti, potrebbe diffondersi come nel lago di Costanza in solo 4 anni. Il timore è che si possa ripetersi un’analoga situazione a quella che ha provocato un disastro ambientale nel Nord America dove le prime cozze dreissenidi, introdotte nel 1989 per ragioni non note nel lago Erie in Ontario, si diffusero così rapidamente nei principali sistemi fluviali e nei Grandi Laghi, da causare sostanziali impatti ecologici e ambientali. Nel 2021 si stimò che la biomassa presente nei quattro Grandi Laghi inferiori fosse tale da diventare il principale regolatore del fosforo, metabolizzandolo e riciclandolo invece di consentirgli di sedimentare normalmente.

Come è arrivata questa specie dall’Europa dell’Est al Garda?
Si ritiene che, come per una specie simile, la Dreissena polymorpha, potrebbe essere arrivata sfruttando gli scafi delle barche da diporto fluviali. Un ipotesi probabile in quanto il Garda, non avendo immissari a contatto con laghi o fiumi precedentemente contaminati, potrebbe essere stato contaminato da natanti da diporto esteri, con scafi e motori già colonizzati da questi molluschi bivalvi.

Cosa fare?
Innanzitutto sarebbe auspicabile non perdere tempo, procedendo alla sanificazione delle aree in cui la Dreissena bugensis si è colonizzata. Inoltre, effettuare dei controlli attenti delle imbarcazioni da diporto dei turisti per evitare che ci siano nuove contaminazioni.

Un’ultima cosa, sebbene siano simili alle cozze, e teoricamente commestibili per l’Uomo, non è consigliabile mangiarli a causa dell’accumulo di tossine, inquinanti e microrganismi all’interno delle loro carni.

 

in anteprima Dreissena Polymorpha o zebra mussel – autore GerardM -Fonte https://en.wikipedia.org/wiki/Image:Dreissena_polymorpha.jpg 
Dreissena polymorpha.jpg – Wikimedia Commons

 

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