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livello medio
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: NA
parole chiave: USA, Russia, USN, VMF
Che cosa è dunque oggi la Voienno Moskoy Flot e quale minaccia rappresenta?
Dopo una iniziale e timida ripresa negli anni d’oro energetici, a partire dal 2008, gli stanziamenti russi per la difesa sono diminuiti drasticamente nel 2015 a causa della recessione economica e delle sanzioni multilaterali, e ad oggi i nuovi (ancora limitati) incrementi degli stanziamenti assicurano la possibilità di estendere e sostenere operazioni militari aggressive solo in una serie limitata di fronti regionali.
In questo contesto, inteso anche come allargamento della propria cintura di sicurezza, va ricordato l’unico punto in cui potrebbero generarsi attriti con gli Stati Uniti, l’Artico, su cui la Russia sta profondendo risorse. Al di là dell’esibizione dei muscoli, in cui rientra l’ancora limitato successo militare in Siria, quale riflesso della ripresa economica della Russia dopo la disintegrazione dell’Unione Sovietica, indice anche della strategia e della velocità con cui la Russia si ricostruisce, uno dei pochi veri segnali di allarme dovrebbe essere la riapertura delle basi aeree e radar militari ex sovietiche abbandonate sulle isole artiche, la costruzione di nuove, l’ impegno della VMF in quei mari. L’Artico racchiude (dati dell’US Geological Survey) riserve di petrolio e gas per 412 miliardi di barili di petrolio, circa il 22 per cento del petrolio e del gas ancora da scoprire a livello globale, che recuperati ed impiegati nell’economia della Russia, l’aiuterebbero a ridurre notevolmente l’onere economico causato dalle sanzioni occidentali, permettendo di rafforzarne la posizione nella regione e nel mondo, fattore che l’occidente ancora non considera e neanche accetta come dato di fatto.
L’espansione ha vaste implicazioni finanziarie e geopolitiche
L’Artico avrebbe più riserve di idrocarburi dell’Arabia Saudita e Mosca già traccia un serio confine militare nella competizione sul Grande Nord con i rivali di sempre, Canada e Stati Uniti. A tal fine, neutralizzare il dominio di Stati Uniti e alleati, la Russia rafforza la componente specializzata della VMF, costruendo tre rompighiaccio nucleari, i più grandi del mondo, quale potenziamento della flotta di circa quaranta rompighiaccio, sei dei quali nucleari.
Nessun altro Paese ha una flotta nucleare così grande, usata per aprire le rotta a navi militari e civili. La Flotta del Nord della Russia, basata a Murmansk nelle acque ghiacciate della Baia di Kola, ha ricevuto il proprio rompighiaccio, il primo, e due corvette rinforzate per la navigazione tra i ghiacci, armate di missili da crociera. A far da contrappunto alle analisi dell’US Geological Survey è da prendere in considerazione l’azione e la posizione della Società Geografica Russa, il cui presidente, il Professor Pavel Makarevic, è diventato portavoce dei nuovi indirizzi: “Sotto Gorbaciov e Eltsin, le nostre aree artiche furono smantellate … Ora vengono restaurate“. Il rafforzamento artico della Russia ha allarmato Washington anche se, nell’Era Obama, come per molte altre importanti questioni di politica estera, l’ufficio Artico del Dipartimento di Stato fu ridotto ad una stanza vuota, e non si conosce (al momento della scrittura del saggio non era noto NdR) ancora una strategia al riguardo dell’Amministrazione Trump.
Il 9 giugno 2020, l’amministrazione Trump ha svelato una nuova strategia di sicurezza e difesa nazionale per le regioni polari con un documento intitolato “Memorandum sulla salvaguardia degli interessi nazionali degli Stati Uniti nelle regioni artiche e antartiche“, che, in estrema sintesi sottolinea che, “Per aiutare a proteggere i nostri interessi nazionali nelle regioni artiche e antartiche e per mantenere una forte presenza di sicurezza artica insieme ai nostri alleati e partner, gli Stati Uniti richiedono una flotta pronta, capace e disponibile di rompighiaccio per la sicurezza polare che sia testata dal punto di vista operativo e completamente dispiegabile entro l’anno fiscale 2029”. NdR |
Trump ed Europa non sono allineati sulla Russia, costituendo un triangolo di azioni e confronto politico chiaramente identificabile e potenzialmente sfruttabile da parte russa, che può d’altra parte contare su una maggiore continuità nella strategia e conduzione al vertice. Mentre gli Stati Uniti non possono permettersi politicamente e strategicamente di abbandonare l’Europa, il danno che l’amministrazione Obama ha inflitto alla posizione statunitense in Medio Oriente, in particolare, e a livello internazionale, in generale, richiede il ripristino dei rapporti con la Russia. Ciò che rende Trump diverso da Obama, in questo contesto, è che invece di cercare la vittoria assoluta sulla Russia, Trump vorrebbe riavvicinarla e riaffermarsi su parte dello spazio perso negli ultimi anni.
Quanto sono reali le minacce alla supremazia navale statunitense? (19)
In parole semplici, mentre il dispiegamento della NATO è debitamente sostenuto dagli Stati Uniti, assicurando l’Europa del sostegno degli Stati Uniti, serve anche da carta di scambio degli Stati Uniti per accordarsi con la Russia sul suo rafforzamento nell’Artico e nel Medio Oriente, dove ha già acquisito una presenza militare solida. Pertanto, se la Russia si ricostruisce, la NATO affila le armi e Trump affila la sua ascia della contrattazione.
Il triangolo circoscrive un’area di confronto che forse distoglie da altre priorità e minacce più vicine e consistenti. Lo vedremo con il prossimo articolo.
Fine parte III – continua
in anteprima classe Buyan – autore Vitaly V. Kuzmin – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 File:International Maritime Defence Show 2011 (375-33).jpg – Wikimedia Commons
Riferimenti
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(2) Giorgio Cuscito, L’Attivismo navale della Cina, China Geopolitics
(3) Mediterranei – Editoriale del numero di Limes 6/17
(4) Laura Canali – cartina da Limes – ://www.limesonline.com
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(6) Fisher, Richard D, Jr. (19 April 2015). “US upgrades assessment of China’s Type 094 SSBN fleet”. IHS Jane’s 360.
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(36) Thomas, Brendan; Medcalf, Rory (September 2015). Nuclear-armed submarines in Indo-Pacific Asia: Stabiliser or menace? (PDF) (Report). Lowy Institute for International Policy.
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(40) Pike, John, ed. (20 March 2014). “JL-2 (CSS-NX-14)”
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Ufficiale del Genio Navale della Marina Militare Italiana in congedo, nei suoi anni di servizio è stato destinato a bordo di unità di superficie, con diversi tipi di apparato motore, Diesel, Vapore, TAG. Transitato all’industria nazionale ha svolto incarichi di responsabilità per le costruzioni della prima legge navale diventando promotore delle Mostre Navali Italiane. Ha occupato posizioni dirigenziali sia nel settore impiantistico che delle grandi opere e dell’industria automobilistica, occupandosi della diversificazione produttiva e dei progetti di decarbonizzazione, con il passaggio alle motorizzazioni GNV.
E’ stato membro dei CdA di alcune importanti JV internazionali nei settori metallurgico, infrastrutturale ed automotive ed è stato chiamato a far parte di commissioni specialistiche da parte di organismi internazionali, tra cui rilevanti quelle in materia di disaster management. Giornalista iscritto all’OdG nazionale dal 1982, ha collaborato con periodici e quotidiani, ed è stato direttore responsabile di quotidiani ricoprendo incarichi di vertice in società editoriali. Membro di alcuni Think Tank geopolitici, collabora con quotidiani soprattutto per corrispondenze all’estero, pubblica on line su testate del settore marittimo e navale italiane ed internazionali. Non ultimo ha pubblicato una serie di pregevoli saggi sull’evoluzione tecnologica e militare sino alla 2^ Guerra Mondiale, in particolare della Regia Marina, pubblicati da Academia.edu.
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