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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Titanic
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La nave da carico Californian della Compagnia Leyland Line, partita da Liverpool e diretta a Boston, navigava su una rotta parallela a quella del Titanic, ma venti miglia più a nord. Alle 10.15 p.m. del 14 aprile il Comandante Stanley Lord, che si trovava sul ponte, si rese conto che la nave stava entrando in un ice field, un campo di ghiaccio. Un leggero chiarore verso Ovest contrastava col buio del cielo stellato e la presenza di piccoli iceberg faceva prevedere l’incontro con masse di ghiaccio sempre maggiori. Ormai la nave era praticamente circondata dai ghiacci e il Comandante Lord invertì la rotta, mise la prora a Nord Est e fermò le macchine. Diede ordine al Marconista Cyril Evans di trasmettere il seguente messaggio al TITANIC: “We are stopped and surrounded by ice” – Noi siamo fermi e circondati dai ghiacci.
Mappa delle navi vicino al Titanic al momento del naufragio ships around Titanic it.jpg – Wikimedia Commons
La risposta del TITANIC fu a dir poco sconcertante anzi, non vi fu una vera risposta, ma una interruzione del messaggio: “Keep out ! Shut up ! You’re jamming my signal. I’m working Cape Race.” – Vai via ! Stai zitto! Stai disturbando il mio segnale. Io sto lavorando con Cape Race.
foto di Jack George Phillips, marconista del RMS Titanic Radio Operator, circa 1910 – Fonte https://www.news.com.au/lifestyle/real-life/true-stories/john-jack-phillips-was-the-man-known-for-trying-to-save-the-titanic/news-story/96b855fe4bbcbba59ad508c898002a93 – Autore sconosciuto
Jack George Phillips.jpg – Wikimedia Commons
Purtroppo il marconista del Titanic, Jack George Phillips, dopo aver ricevuto da varie navi innumerevoli messaggi di avviso di pericolo per la presenza di iceberg, non aveva dato peso alla comunicazione del CALIFORNIAN. Infatti i messaggi precedenti erano stati presi dal bordo in nessunissima considerazione. La risposta del Titanic non dispose favorevolmente il Comandante Lord verso una nave che disprezzava l’avvertimento in modo così palese. Alle 11,30 p.m. il Marconista Cyril Evans chiuse la stazione radio e andò a dormire: era dalle sette del mattino che trasmetteva avvisi di pericolo alle varie navi che si trovavano in zona ed era l’unico Marconista a bordo.
E venne l’ora dei fuochi artificiali ! Era l’una di notte del 15 Aprile, una notte calma e senza luna e da bordo del CALIFORNIAN si videro ben distintamente i segnali di soccorso lanciati dal Titanic. Era un razzo ogni dieci minuti che si stagliava nel cielo a sud, ben visibile ad occhio nudo. Il Terzo Ufficiale del CALIFORNIAN, Charles Groves, avvertì subito il Comandante, ma questi diede scarsa importanza alla cosa, disse che probabilmente si trattava di segnalazioni di servizio fra navi della stessa compagnia. Diede ordine di fare delle segnalazioni luminose ma queste non ebbero risposta. Sarebbe bastato riaprire la Stazione radio ed ascoltare i C.Q.D. e gli S.O.S. lanciati dal Titanic per rendersi subito conto della situazione, ma Stanley Lord non lo fece.
Il Leyland liner SS Californian in porto, maggio 1907 – Fonte https://write.as/deyner1984/helping-titanic-two-ships-two-different-stories-rms-carpathia-vs-ss
SS Californian arriving in port.jpg – Wikimedia Commons
Per anni l’opinione pubblica si divise in “lordisti” e “anti-lordisti”, il comportamento del Comandante del CALIFORNIAN fu da alcuni approvato, da altri denigrato. Il CALIFORNIAN era circondato dai ghiacci, avrebbe potuto muoversi ma ad una velocità molto ridotta e quindi non sarebbe arrivato in tempo, ma questo il Comandante Lord non poteva saperlo: sapeva soltanto che rischiava una collisione con uno degli iceberg che circondavano la nave. Nell’inchiesta del Board of Trade non fu inquisito: fu soltanto citato come testimone, ma la opinione pubblica lo inquisì moralmente e ciò influì negativamente sulla sua carriera. Qualcuno, più tardi, affermò che il Comandante Stanley Lord ebbe la colpa di non aver raggiunto il Titanic in fondo al mare! Il CARPATHIA era una nave passeggeri della CUNARD LINE. Batteva bandiera inglese come il Titanic ed il Californian e si trovava a 58 miglia Sud Est rispetto alla posizione in cui il Titanic stava affondando. Era partita da New York l’11 Aprile, era agli ordini del Comandante Rostron ed era diretta in Mediterraneo. Il CARPATHIA, 13.600 tonnellate di stazza lorda, aveva a bordo 743 passeggeri, ma poteva ospitarne 2.500, in massima parte assiepati nei dormitori di terza classe. Il ventunenne Marconista Thomas Cottam era, come sul CALIFORNIAN, l’unico operatore radio a bordo e, arrivato alla fine del servizio che coincideva con la mezzanotte, stava per chiudere la stazione. Sintonizzato sulla stazione radio di Cape Cod sentì alcuni messaggi diretti al Titanic ed allora, tanto per fare una battuta scherzosa come si usa fra colleghi, chiamò il Titanic, apostrofando il marconista Phillips con queste parole: “Lo sai, vecchio mio, che hai una quantità di messaggi in arrivo per te da Cape Cod?”.
RMS Carpathia al porto di New York la sera del 18 aprile 1912, dopo aver tratto in salvo, tre giorni prima, i superstiti del naufragio del Titanic https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Carpathia-54.jpg
Risposta del Titanic: “Venite subito! Abbiamo urtato un iceberg, questo è un CQD Posizione 41°46’N – 50°14’W.” “Avete bisogno di aiuto?” domandò Cottam. “Si, venite subito” rispose Phillips dal Titanic.
il marconista Harold Thomas Cottam del Carpathia che ricevette il messaggio di soccorso dal Titanic Harold Thomas Cottam.jpg – Wikimedia Commons
Il marconista Harold Cottam incominciò a correre sul ponte di Comando e, assieme al Primo Ufficiale Dean, raggiunsero la cabina del Comandante Rostron. Neanche bussarono, aprirono la porta e si precipitarono nell’interno, con disappunto del Comandante che già si trovava a letto. Quello che avvenne dopo fu un esempio di assoluta abnegazione e di perfetta organizzazione. Il Comandante Rostron, consultate le carte nautiche, fece subito invertire la rotta e mise la prora della nave “per 52° da N a W” (oggi si direbbe: andare per 308°). Il Direttore di Macchina del CARPATHIA, concordò con il Comandante la massima velocità possibile, fece aumentare il numero dei fuochisti in sala caldaie per impalare la massima quantità di carbone. Le dodici caldaie a tubi di fiamma diedero la potenza necessaria alle macchine alternative per raggiungere la velocità di 17,5 nodi quando la velocità normale del CARPATHIA era di 14,5 nodi. A bordo tutto era pronto per ricevere i naufraghi: coperte, bevande calde, infermeria pronta per i feriti e tre dottori: uno inglese, un italiano e un ungherese. Furono preparati scalandroni e biscagline ai lati della nave, illuminate dai riflettori. “1.45 am, Engine room full up to the boilers” – Sala Macchine allagata fino alle caldaie. Questo fu l’ultimo messaggio del Titanic ricevuto dal CARPATHIA.
Con le lance di salvataggio pronte ad essere ammainate, il CARPATHIA si avvicinava alla zona ghiacci. Grossi iceberg comparivano all’orizzonte mentre un primo chiarore cominciava a tingere il cielo di un azzurro fosforescente. Ormai erano già passate le tre del mattino e nulla ancora si scorgeva: oltre i massi di ghiaccio c’era soltanto il vuoto. In quel silenzio di morte, il CARPATHIA iniziò a lanciare dei razzi di segnalazione per essere scorto da eventuali naufraghi, così pure il fischio della nave iniziò il suo lugubre richiamo. Fantasmi nella notte, comparvero le prime scialuppe colme di naufraghi semi-assiderati. Iniziò così l’opera di ricupero: madri che cercavano i figli, mogli che piangevano la morte dei mariti periti sul Titanic. Fu un’opera pietosa e meritevole dare assistenza a quei settecento disperati che avevano ancora nelle orecchie le urla di dolore di quanti, immersi nell’acqua gelida, avevano gridato fino all’ultimo la loro disperazione. La maggior parte delle persone issate a bordo del CARPATHIA avevano inizio di congelamento e qualcuno non sopravvisse.
il marconista del Titanic Harold Bride, 1912 – Fonte https://www.encyclopedia-titanica.org/titanic-survivor/harold-sydney-bride.html BrideTitanic2.jpg – Wikimedia Commons
Il marconista Harold Bride, con i piedi congelati, fu issato a bordo e portato in infermeria, ma dopo poche ore gli fu chiesto di rilevare il collega del CARPATHIA in servizio da oltre ventiquattrore. Harold Bride con gli arti doloranti ed ancora sotto shock per la morte del Primo marconista John Phillips, fu l’unico dei sopravvissuti che si rese utile anche dopo l’affondamento della sua nave. Qualche giorno più tardi ebbe l’onore di un colloquio con Guglielmo Marconi in persona.
Renato Cerutti
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Genovese, classe 1930, e successivamente anche veneto “per adozione”, dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico Nautico di Genova, sezione Costruttori Navali, svolge il servizio di leva come Ufficiale di Complemento del Genio Navale, con imbarco sulla Corvetta Baionetta. Successivamente, dopo un breve periodo passato all’Ansaldo a Genova, inizia una lunga carriera come ufficiale di macchina che lo porterà ad effettuare imbarchi su varie tipologie di navi mercantili e compagnie di navigazione quali, ad esempio, Home Lines, Costa e Texaco, ricomprendo incarichi di livello sempre più elevato, fino a quello di Direttore di Macchina di varie Unità. Continuerà con tale attività, intervallata da un paio di brevi esperienze a terra, fino alla pensione. Appassionato di materie tecnologiche, soprattutto (ma non solo) quelle attinenti alla propulsione navale, ha coltivato, oltre alla passione per la marineria, anche un entusiastico interesse per l’aeronautica, quale “mancato pilota” (per motivi contingenti transitori). Da pensionato ha collaborato con l’UNUCI e la Marina Militare Italiana tramite i sui scritti nautici, come quello qui proposto, pubblicato dalla Rivista Marittima nel 1998. Renato Cerutti ci ha purtroppo lasciato nel 2020, insieme a tanti altri, con la prima “ondata” del COVID.
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