livello elementare
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ARGOMENTO: ARCHITETTURA NAVALE
PERIODO: ANTICO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Archeologia medievale, Storia medievale, Archeologia Subacquea, Modellismo
Il Timone
Il remo come organo di governo, che servì per almeno 2.000 anni a controllare e dirigere imbarcazioni, ci viene tramandato da eccezionali ritrovamenti nel vicino oriente e dall’iconografia del mondo antico. A Hierakonpolis, nell’alta valle del Nilo, una pittura murale di una tomba del periodo Predinastico, e quindi anteriore al 3.000 a. C., mostra una barca in papiro con un incontestabile remo di governo di poppa.
barca egizia da Encyclopaedia Biblica, 1903, notare il lungo timone a poppa – public domain
C+B-Ship-Fig1-HatshepsuSailingBoat.PNG – Wikimedia Commons
Analoga è la raffigurazione della celebre nave di Pilo su un vaso del Tardo Miceneo (1.200 a. C. circa), mentre un remo di governo quasi verticale appare in un modellino d’argento di barca della Mesopotamia scoperto ad Ur, databile intorno al 4.000 a. C..
modello di imbarcazione egizia del secondo millennio avanti Cristo conservato nell’Ägyptisches Museum di Berlino – Fonte e autore foto Magnus Manske
Egyptian boat model (ca. 1900BC).jpg – Wikimedia Commons
Le figure si fanno più precise nel periodo Dinastico egiziano: le navi del faraone Snofru della IV dinastia (2600 a. C. circa) avevano due remi di governo per lato, quelle di Sahure della V dinastia (2470 a. C. circa) ne avevano tre. Tuttavia un progresso con cui prende forma il timone laterale si rivela in modelli interessanti rinvenuti nella tomba di Menthope dell’ XI dinastia (2000 a. C. circa): invece dei comuni remi di governo, che si potevano muovere in ogni direzione, si hanno due timoni, uno per lato, inclinati di circa 45°, fissati su una traversa sporgente e su due grossi puntelli verticali. Il solo movimento possibile per questi due timoni era la rotazione sul proprio asse, ottenuta dal timoniere attraverso una barra verticale.
Naviculari et negotiantes karalitani – mosaico ad Ostia, piazzale delle corporazioni
Mosaico Karalitani Ostia.jpg – Wikimedia Commons
I timoni greci e romani erano doppi come quelli egizi e fenici, così come illustrato dal bassorilievo portuense di Ostia del II secolo d. C.. Il timone latino, gubernaculum, era composto da un grosso fuso, asser, sul quale era riportata la pala, palmula. Per manovrarlo vi erano due barre, incrociate, governabili così da un’unica persona.
I timoni di tipo latino, ma unici invece che doppi e sistemati sempre sul lato dritto dell’imbarcazione si trovano sulle navi nordiche. Il più antico esemplare, rinvenuto nel 1863 a Nydam, è ritenuto del III secolo d. C., ma la fattura della nave è così raffinata da far ipotizzare una datazione più recente. Anche le navi vichinghe di Oseberg e di Gokstad del IX secolo hanno un timone unico sulla dritta, e lo stesso vale per le navi raffigurate nell’arazzo di Bayeux (1066 – 1067). Da questo uso deriva anche la denominazione inglese di starboard, da steer-board, lato del governo.
il timone su una nave dell’arazzo di Bayeux che mostra lo sbarco delle navi normanne e la conquista dell’Inghilterra (1000 d.C.)
Bayeux – Wikimedia Commons
Il timone laterale unico, ben prestante sulle imbarcazioni a remi, per le navi a vela presentò un inconveniente da quando essi furono messi in condizione di assumere anche andature 0 non solo in poppa, ma al traverso e, poi, di stringere il vento. Col vento sulla dritta, lo sbandamento della nave portava il timone quasi fuori dell’acqua rendendolo inefficiente. Questo era attenuato con i timoni doppi alla latina, per cui questo avvallerebbe la teoria che il timone centrale unico si fosse sviluppato prima nel Nord.
In Italia il timone poppiero unico venne detto “alla navaresca”, poiché fu applicato per la prima volta su imbarcazioni alla navaresca, con bordi alti e vele quadre, come le Cocche. Si è così ritenuto che il timone alla navaresca fosse di origini nordiche, anche perché la sua prima inequivocabile attestazione è su di un sigillo del 1242 della città baltica di Elbing, rinomata per i suoi cantieri navali.
sigillo della città baltica di Elbing (Elbląg), data 1242, che mostra un marinaio al ormai timone ben definito nella sua struttura
Elbląg – Heraldry of the World (heraldry-wiki.com)
In realtà una delle 99 miniature, oggi raccolte alla Bibliothèque Nazionale di Parigi, dipinte nell’anno 1237 (anno 634 dell’Egira), che illustrano le 50 Moqamat (Conversazioni) di Abu Mohammaoud al-Qasìm al-Hariri (1054-1121), mostra una nave con timone centrale, del quale sono chiaramente rappresentate tre coppie di femminelle 1 ed agugliotti 2.
una delle 99 miniature, oggi raccolte alla Bibliothèque Nazionale di Parigi, dipinte nell’anno 1237 (anno 634 dell’Egira), che illustrano le cinquanta Moqamat (Conversazioni) di Abu Mohammaoud al-Qasìm al-Hariri (1054- 1121) – da studio in riferimento
Appare evidente quindi, a parte la lieve priorità cronologica di una rappresentazione rispetto all’altra, che il timone centrale si fosse sviluppato in modo indipendente nel Nord europeo e nell’Oceano Indiano e nel Golfo Persico da dove, forse, venne diffuso nel Mediterraneo.
Nel Milione (1271 – 1295) Marco Polo, sempre così attento alle novità, dice semplicemente che le navi asiatiche hanno “un timone”, e non vi si sofferma, come se la cosa non gli fosse nuova.
Stefano Zamblera
Note
0 Andature: il modo di procedere di un’imbarcazione a vela rispetto alla direzione del vento: può essere individuata in base all’angolo che la direzione del vento forma con l’asse longitudinale dell’imbarcazione, ed in base ad esso l’andatura assume diverse denominazioni.
1 Femminella: ghiera cava nei cardini che sostengono e rendono mobile il timone: è infissa nel dritto di poppa ed ospita l’agugliotto del timone.
2 Agugliotto: è un robusto perno nei vincoli a cerniera che fissano il timone al dritto di poppa, fissato sull’asse del timone che si impegna nelle femminelle del dritto di poppa. L’agugliotto del calcagnolo è quello fissato nella parte più bassa del dritto del timone, così detto perché appunto si impernia nel calcagnolo.
Riferimento
estratto da https://www.academia.edu/28372355/Imbarcazioni_e_navi_nel_Medioevo
in anteprima modellino di barca egizia ritrovata in un corredo funerario, circa 1981–1975 B.C., Tebe, Southern Asasif, Tomba di Meketre – 12 dinastia (TT 280, MMA 1101), MMA excavations, 1920 https://www.metmuseum.org/art/collection/search/544211
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