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Un’interessante scoperta: ottenuta la prima “conversazione” tra esseri umani e balene che potrebbe aiutarci un giorno a parlare con forme di vita aliene

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: megattere
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Sembra una favola di Natale ma è una notizia vera; da tempo ricercatori di tutto il mondo stanno studiando i sistemi di comunicazione delle megattere ed ultimamente sono riusciti a comunicare con una megattera di nome Twain. Le megattere sono grandi balene famose per offrire spettacoli straordinari, dalla maestosa uscita dall’acqua al loro canto melodico.

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Megaptera novaeangliae – Autore Fernando Flores

Andiamo per ordine

Le balene sono specie animali ancestralmente lontane dall’Uomo e si sono evolute negli oceani 60 milioni di anni fa sviluppando un metodo sonoro in grado di trasmettere su lunghe distanze con suoni che possono variare tra le basse e le alte frequenze. Secondo i ricercatori il loro cervello possiede una grande corteccia uditiva e gruppi di neuroni fusiformi che sono presumibilmente collegati al loro comportamento altruistico. Questa capacità di comunicazione è particolarmente studiata nelle megattere, appartenenti ai misticeti, e presenti negli oceani e nei mari di tutto il mondo. Questi straordinari animali effettuano delle migrazioni che possono raggiungere 16.000 km ogni anno, nutrendosi di Krill e piccoli pesci nelle fredde acque polari e poi migrando verso le acque tropicali o subtropicali per riprodursi e partorire. Il loro comportamento sociale è particolarmente interessante: sia nelle attività di caccia che nel periodo della riproduzione quando le megattere si rivelano essere molto promiscue, scegliendo più partner.

Queste bellissime balene hanno pinne particolarmente lunghe e non a caso il loro nome scientifico, Megaptera novaeangliae, si riferisce alla sua grande pinna pettorale e dal luogo (Nuova Anglia) in cui i balenieri europei le avvistarono per la prima volta. Sono animali affascinanti che comunicano con una varietà notevole di suoni, veri e propri canti che identificano gruppi sociali che si accomunano con suoni similari. In altre parole, sembrano esistere dei dialetti fra i branchi che si scambiano informazioni secondo logiche estremamente interessanti. Le “conversazioni” delle megattere però sembrano poter fornire preziose informazioni su come gli esseri umani potrebbero un giorno comunicare con forme di vita aliene.

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Fig. 1 Spettrogrammi rappresentativi del periodo di controllo di base (A) (pre), periodo di riproduzione sperimentale (B) (durante) e periodo di controllo (post) di follow-up (C)

Recentemente i ricercatori del SETI Institute, dell’Università della California Davis e dell’Alaska Whale Foundation sono riusciti a “conversare” con una megattera di nome Twain registrando una risposta dal loro tentativo di “contatto” con la balena. In pratica Twain ha continuato a rispondere ai ricercatori con suoni in un periodo di 20 minuti. Sebbene possa richiamare una epica scena di Star Trek, in questo caso non si tratta di fantascienza, ma di una dimostrazione della possibilità di comunicazione tra specie diverse che potrebbe avere implicazioni interessanti per futuri contatti con intelligenze extraterrestri (SETI). “Crediamo che questo sia il primo scambio comunicativo di questo tipo tra esseri umani e megattere nella ‘lingua’ delle megattere“, ha affermato Brenda McCowan, autrice principale dello studio della Università della California Davis.

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Fig. 2 Tracciamento e comportamento della superficie di Twain durante la fase di riproduzione della prova (vedere Fig. 1B). L’immagine della balena con testo indica la posizione e il comportamento di Twain durante la prova di riproduzione. L’immagine della barca rappresenta il sigillo R/V Glacier. Idrofoni e posizionamento degli altoparlanti indicati – da studio citato

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Fig. 3 Latenze tra le chiamate di Twain. (A) serie temporale che mostra in rosso le latenze in cui Twain era emerso/soffiava prima di vocalizzare il giorno 2 (riproduzione) (i colpi 1 e 2 si sono verificati appena prima dell’inizio dello scambio, vedere Fig. 2). Le linee tratteggiate arancioni indicano l’intervallo di latenza tra le chiamate whup del giorno 1 (controllo). (B) Regressione binomiale negativa sulle latenze tra le chiamate di Twain durante ciascuna fase del Giorno 2 e le chiamate registrate il Giorno 1. (C) Latenze tra le chiamate registrate il Giorno 1 (controllo) rispetto alle chiamate di Twain il Giorno 2 (riproduzione) . (D) Latenza tra le chiamate di Twain quando si tratta di una contro chiamata (scambio diretto) e non di una contro chiamata nell’intera serie temporale. (E) Randomizzazioni (N = 1.000) della regressione condotta in (D) che indicano che la differenza significativa riscontrata tra le latenze delle chiamate di Twain nella contro chiamata rispetto alla non contro chiamata non era spuria – da studio citato

Lo studio è curioso
In questi ultimi anni un team congiunto Whale-SETI sta studiando le modalità di comunicazione delle megattere per capire se possano esistere forme sintattiche o dei costrutti logici da poter essere impiegati per interpretare eventuali segnali provenienti di origine extraterrestre.
A causa delle attuali limitazioni della tecnologia, un presupposto importante della ricerca dell’intelligenza extraterrestre è che gli extraterrestri saranno interessati a stabilire un contatto e quindi a prendere di mira i ricevitori umani“, ha dichiarato Laurance Doyle, coautore dello studio presso il SETI Institute.

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Per chi non lo conoscesse, il SETI Institute è un’organizzazione di ricerca e formazione multidisciplinare statunitense senza fini di lucro fondata nel 1984 la cui missione è cercare e comprendere le origini della vita e la possibilità di vite intelligenti nell’universo. La ricerca è multidisciplinare ed abbraccia sia le scienze fisiche che biologiche, utilizzando l’analisi di dati ricavati con tecnologie avanzate di rilevamento dei segnali. Il SETI coopera con l’industria, il mondo accademico e agenzie governative tra cui la NASA e la National Science Foundation. Comprendere i meccanismi di comunicazione delle megattere offre al SETI un’opportunità unica per studiare come queste specie animali non umane interagiscono fra di loro. L’analisi dell’incontro con la balena Twain è stato pubblicato in un articolo su National Library of Medicine intitolato: “Riproduzione bioacustica interattiva come strumento per rilevare ed esplorare l’intelligenza non umana: “Conversare” con una megattera dell’Alaska”.

In estrema sintesi, le risposte della megattera Twain a ciascun suono hanno mostrato un sofisticato livello di comprensione ed interazione. La balena si è avvicinata e ha girato intorno all’imbarcazione dopo aver sentito la chiamata di contatto effettuata tramite un altoparlante subacqueo, e l’analisi delle variazioni di risposta tra ciascuna chiamata hanno rivelato una tipologia di conversazione simile a quello umana. “Le megattere sono estremamente intelligenti, hanno sistemi sociali complessi, creano strumenti – reti con bolle per catturare i pesci – e comunicano ampiamente sia con canti che con richiami sociali“, ha detto Fred Sharpe, coautore dello studio dell’Alaska Whale Foundation.

I risultati sono promettenti ed i ricercatori ritengono che molto si potrà ottenere mettendo in linea un sistema composto da tre computer: il primo per registrare le risposte del cetaceo, un secondo per manipolare le risposte registrate e un terzo per riprodurre i suoni modificati in risposta o in domanda verso l’animale. In pratica si potrebbe instaurare un “colloquio” interattivo e adattivo. In pratica, un tale approccio consentirebbe la registrazione, manipolazione immediata dei segnali in funzione del comportamento del soggetto seguito dalla successiva riproduzione di suoni in tempo reale. Questo potrebbe essere impiegato verso specie intelligenti non terrestri, qualora e quando si verificasse un contatto.

Riferimento
https://peerj.com/articles/16349/

in anteprima gruppo di megattere, Megaptera novaeangliae – autore Sylke Rohrlach di Sydney Group of Humpback Whales-Megaptera novaeangliae (16632589258).jpg – Wikimedia Commons


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