livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Regia Marina Italiana, Cavagnari
Fino al 1935 l’orientamento strategico e la preparazione bellica delle Forze Armate italiane non ipotizzava un eventuale conflitto con la Gran Bretagna. Tale ipotesi, affrontata a titolo puramente didattico negli studi degli Stati Maggiori e in quelli dell’Istituto di Guerra Marittima, venne ritenuta politicamente poco probabile e dal lato militare assurda, troppo grande essendo il peso del potere militare e soprattutto marittimo dell’Impero britannico 1. Inoltre l’Italia e Inghilterra avevano una lunga tradizione di amicizia; appariva, quindi, allora poco probabile l’ipotesi che il Governo fascista intendesse portare la nazione in un’avventura di guerra contro il Regno Unito, trascurando ogni più sensata considerazione sul rapporto delle forze e delle risorse militari ed economiche. Peraltro le rivendicazioni italiane nei confronti della Corsica, del Nizzardo, della Savoia e della Tunisia, facevano ritenere più probabile la possibilità di una guerra contro la Francia. Il rapporto tra Italia e Inghilterra, che negli anni venti aveva incontrato periodi di attrito determinati dalle crisi di Fiume (primi anni ‘20) e di Corfù (1923), cambiò radicalmente nel 1935-1936 con l’inizio della guerra in Etiopia, a cui seguirono le sanzioni economiche punitive decretate contro l’Italia dalla Società delle Nazioni, e con l’intervento del governo fascista in Spagna, in appoggio ai nazionalisti del generale Franco tra il 1936 e il 1939.
Inoltre, con l’accentuarsi della rinnovata amicizia dell’Italia con la Germania, determinata in parte dalla gratitudine dell’aiuto ricevuto in campo economico durante il periodo delle sanzioni economiche, in parte da motivi ideologici e di politica totalitaria, venne a crearsi l’Asse Roma-Berlino; pertanto, i due governi legarono ancora più strettamente i loro destini firmando, il 6 novembre 1937, il Patto Anticomintern per la lotta contro il comunismo. Da questi avvenimenti fu ricavata la giusta convinzione che una guerra contro il Regno Unito era divenuta ipotesi altamente probabile; da quel momento gli stati maggiori delle Forze Armate italiane, la cui preparazione militare presentava gravi lacune in tutti i settori, furono sollecitati a studiare e a preparare piani per rafforzare le guarnigioni nelle colonie, soprattutto in Libia.
Tuttavia, con la firma del “Gentlemen’s agreement” fra il Governo di Londra e quello di Roma, avvenuto il 16 aprile 1938, si era verificata una distensione politica che sembrava dovesse durare nel tempo. Ma i successivi avvenimenti, determinati dall’annessione all’Austria (Anschluss) alla Germania (13 marzo 1938), a cui seguì l’occupazione tedesca della Cecoslovacchia, pur mitigati dal patto di Monaco (29 settembre 1938), rappresentarono elementi di gravi complicazioni internazionali che minacciarono seriamente di sfociare in un conflitto europeo.
Ne conseguì che alla fine del 1938 le Forze Armate del Regno furono sollecitate dal Capo del Governo Benito Mussolini a prepararsi in vista di una guerra a fianco della Germania, contro la coalizione franco-britannica, a cui probabilmente potevano affiancarsi la Grecia e la Turchia, mentre la Spagna, stremata da tre anni di guerra non ancora conclusa, avrebbe potuto assumere inizialmente uno stato di benevola neutralità in favore delle potenze dell’Asse, per poi schierarsi apertamente con Italia e Germania per reintegrare l’armamento e le scorte, soprattutto dell’Esercito e dell’Aeronautica, che più si erano logorate nelle operazioni nella penisola Iberica, colmare le gravi lacune esistenti nel campo militare, le più consistenti delle quali risiedevano: nell’artiglieria, quasi tutta da rinnovare; nei mezzi corazzati, praticamente inesistenti; in aerei, gran parte dei quali di deficienza qualitativa e carenti della specialità di reparti aerosiluranti e bombardieri in picchiata; in scorte di ogni genere. In questo stato di fatto, in cui si doveva considerare che alla Marina sarebbero occorsi alcuni anni per raggiungere il massimo dell’efficienza, determinata dall’entrata in servizio delle quattro corazzate tipo “Littorio” (Littorio, VittorioVeneto, Impero, Roma) e delle rimodernate Doria e Duilio, i Capi militari erano convinti che l’Italia non sarebbe stata pronta ad entrare in un conflitto prima della fine del 1942. Su tale base fu concretata l’alleanza con la Germania, entrata ufficialmente in vigore il 22 maggio 1939, con la firma a Berlino del “Patto d’Acciaio”, tra i ministri degli esteri Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop.
Allo scopo di individuare una linea di condotta militare il più possibile convergente ai voleri del Duce e del Fuhrer, i Capi militari delle Forze armate dell’Asse sentirono il bisogno di consultarsi, per discutere della strategia e della linea di condotta da seguire in un eventuale prossimo conflitto, al quale si pensava, con una certa preoccupazione, avrebbe potuto partecipare l’Unione Sovietica schierata nella coalizione franco-britannica.
Fine I parte – continua
Francesco Mattesini
estratto dal saggio dell’autore “La fallimentare strategia della “Fleet in being” dell’ammiraglio Domenico Cavagnari“
1 Nella compilazione di questo saggio Francesco Mattesini si è valso, oltre che delle sue moltissime e approfondite pubblicazioni, dell’introduzione e dei documenti delle sue due collane: “ Le direttive tecnico-operative di Superaereo”, volume I, tomo 1° (aprile 1940 – dicembre 1941), edito dallo Stato Maggiore Aeronautica Ufficio Storico, Roma, 1992: e della “Corrispondenza e Direttive tecnico operative di Supermarina – Scacchiere Mediterraneo” Volume I, tomo 1° e 2° (maggio 1939 – dicembre 1940), dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, 2000. La collana di Supermarina si è interrotta dopo la consegna del 3° volume (anno 1942), su quattro tomi, per decisione unilaterale della recente editoria dell’Ufficio Storico. L’Autore ha pertanto sospeso la compilazione, in fase avanzata, del 4° volume, su quattro tomi (anno 1943). Le direttive erano state ordinate all’Autore nel 1998 dal Direttore dell’Ufficio Storico della Marina Militare, ammiraglio di squadra Renato Sicurezza per poter disporre, a similitudine di quanto Francesco Mattesini aveva realizzato per l’Aeronautica, in modo di avere disponibili, in forma esaustiva, la principale raccolta di documenti della Marina in guerra, che comprendesse lo scambio di corrispondenza e delle direttive in comune, compilate con gli altri Stati Maggiori delle Forze Armate italiane e delle Forze Armate tedesche.
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