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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: RUSSIA
parole chiave: Marina russa, Voenno-Morskoi Flot (VMF)
A differenza dall’approccio statunitense, dove la U.S. Navy ha sempre definito il proprio ruolo e strategia, la Marina sovietica ed ora quella russa sono state considerate per lunghi anni come subordinate alla strategia militare generale del Paese, dominata dalle forze terrestri. In tale ottica, solo la componente subacquea aveva un ruolo strategico, anche se inquadrato in un’ottica squisitamente continentale (leggi articolo “La strategia navale russa”). Da qualche anno, invece, la componente navale russa sembra aver assunto una veste diversa, meno condizionata dalle componenti di terra.
Una trasformazione concettuale che è ben evidente nell’ultima versione della strategia marittima russa, che in 55 pagine sostituisce il documento del 2015. In tale nuova visione, presentata a luglio 2022 (a guerra in corso), viene evidenziato come “…la moderna Federazione Russa non può esistere senza una forte flotta…” e vengono delineati gli obiettivi per rendere la Russia una potenza marittima a livello globale, tenendo conto dei significativi cambiamenti geopolitici intervenuti negli ultimi anni, sia in ambito regionale che internazionale. In merito, per effetto della percezione russa circa i pericoli cui dovrebbe far fronte ma anche a causa del progressivo grave deterioramento dei rapporti di Mosca con i paesi occidentali, viene prefigurato un mondo con una significativa crescita del livello di conflittualità e indica nel mare lo scacchiere dove verrà giocata la partita per la definizione dei prossimi equilibri mondiali.
K-560 Severodvinsk – Русский: К-560 «Северодвинск» Fonte Моряки-подводники Северного флота отметят профессиональный праздник на боевых постах Author – Ministry of Defence of the Russian Federation K-560 «Северодвинск».jpg – Wikimedia Commons
La base ideologica del nuovo documento è rappresentata dalla convinzione che la Russia sia circondata da nemici che cercano di violarne la sovranità, con la pressione militare o con la diffusione di idee estremiste. Vengono, infatti, menzionate un’ampia gamma di percepite minacce alla sicurezza nazionale, incluse le attività online, la ”occidentalizzazione della cultura”, l’imposizione di valori morali stranieri, sottolineandone l’impatto ritenuto distruttivo sulla società russa. Presentando il documento a San Pietroburgo, davanti ai vertici della Voenno-Morskoi Flot (VMF), Putin ha rievocato lo zar Pietro il Grande, fondatore della città, e ha spiegato che vuole riportare la Russia ad essere una potenza influente sui mari.
Va, comunque, sottolineato che il deterioramento dei rapporti internazionali con Mosca è dovuto da una parte al desiderio russo di recuperare un peso geopolitico globale, mentre dall’altra c’è la diffidenza generata dalla spregiudicatezza e dal cinismo con i quali Putin agisce con l’intento di riconquistare l’influenza perduta dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, evento vissuto dalla leadership russa come una grave sconfitta. Spregiudicatezza e cinismo che oggi molti paesi percepiscono come una grave minaccia alla loro integrità e libertà. È per tale motivo che appare opportuno approfondire quello che dovrebbe essere l’approccio marittimo russo, un paese che ha un enorme arsenale nucleare e ha ancora una temibile flotta subacquea strategica.
esercitazione di boarding durante le celebrazioni del giorno della marina russa (2008) – Fonte http://en.kremlin.ru/events/president/news/18963 – Autore Presidential Press and Information Office della Federazione russaCelebrations of Russian Navy Day and Ukrainian Navy Day 08.jpg – Wikimedia Commons
Principali aree marittime e attività di interesse di Mosca
Il documento accresce in maniera significativa l’elenco degli interessi nazionali russi nel dominio marittimo, passando da otto a quattordici punti e suddividendo gli oceani in zone vitali, importanti e altre. In tale ambito, la principale novità è rappresentata dalla classificazione come vitale dell’area artica, diventata una regione di competizione globale non solo economica ma anche militare. In merito, viene enfatizzata l’importanza del “passaggio a Nord-Est”, una rotta in futuro utilizzabile prevedibilmente tutto l’anno. Lunga circa diecimila chilometri, dal Mar di Barents porterà allo Stretto di Bering, sviluppandosi quasi interamente lungo la costa settentrionale della Federazione Russa e rappresentando la via principale di trasporto delle merci dal Pacifico verso la Russia. Si tratterebbe di una rotta notevolmente più breve di quella passante attraverso lo Stretto di Malacca, l’Oceano Indiano, Suez e il Mediterraneo ma che, al momento, rappresenta solo un concetto geografico che la Russia declina in termini di Northern Sea Route (NSR), via di comunicazione dai russi ritenuta “interna”, la cui valenza per l’economia mondiale è ancora in fase di valutazione.
La visione russa è sostanzialmente quella del Grande Nord come proprio spazio vitale, nel cui ambito ogni transito sarebbe sottoposto a preventiva notifica. Quest’obbligo dovrebbe riguardare anche le navi da guerra e le navi in servizio governativo e ciò ha già fatto sollevare numerosi e motivati rilievi, in quanto tale obbligo non rispetta le prerogative di immunità sovrana di cui godono tali navi. La Russia esprime, quindi, una visione territorialistica dei propri mari adiacenti, volendo complessivamente esercitare piena giurisdizione su un’area molto più vasta della Zona Economica Esclusiva (ZEE). In merito all’area del Pacifico, il nuovo documento russo riconosce come priorità un avvicinamento economico e infrastrutturale all’Estremo Oriente, lo sviluppo di più articolati legami economici con l’estero e l’estensione del potenziale di trasporto e della logistica nazionale. Viene anche menzionata l’importanza di garantire la presenza navale della VMF nella regione Asia-Pacifico, compresa la formazione di centri logistici sul territorio di Stati stranieri, nonché lo sviluppo di infrastrutture per la costruzione navale nazionale in Estremo Oriente, anche per la realizzazione di moderne portaerei e droni navali. Per Mosca il Pacifico rappresenta, quindi, un’area di estremo interesse, in continua crescita.
Nell’Oceano Indiano è stato notevolmente ampliato l’elenco dei paesi il cui sviluppo delle relazioni con la Russia è riconosciuto come una priorità della politica marittima nazionale nella regione. Oltre all’India, il cui status è stato aggiornato da “legami amichevoli” a “partenariato strategico”, l’elenco include Iran, Iraq e Arabia Saudita. Viene, inoltre, sottolineata la necessità di mantenere la presenza navale della Russia nel Golfo Persico. In Antartico Mosca sottolinea la necessità di mantenere pari condizioni per la cooperazione internazionale e di impedire la militarizzazione della regione. Viene anche ricordato l’importante ruolo della presenza permanente e attiva della Russia come membro del sistema del Trattato sull’Antartide e la necessità di sviluppare stazioni e basi sul campo da parte della spedizione antartica russa. Relativamente all’area atlantica, il documento enfatizza la contrapposizione con la NATO, percepita come una inaccettabile minaccia sempre più vicina ai confini della Federazione. Per quanto attiene alle acque di diretto interesse del nostro paese, Mosca elenca il Mar Mediterraneo come importante per la salvaguardia degli interessi marittimi nazionali, sia strategici che economici (la relativa sezione è stata ampliata rispetto alla versione del 2015), unitamente al Mar Nero, al Mar d’Azov e al Mar Baltico. Per quanto riguarda il Mar Nero, la Russia prevede l’espansione della flotta la cui nave ammiraglia, l’incrociatore lanciamissili Moskva, prima unità della classe “Slava” (in russo “Gloria”), è stata affondata il 14 aprile 2022 da due missili lanciati dall’Ucraina.
incrociatore lanciamissili Moskva – День военно-морского флота – 14 June 2008 – Autore Olga Eremeeva Moskva cruiser at night.jpg – Wikimedia Commons
Per quanto attiene alle principali attività che permettano di essere più efficacemente presenti nelle aree di interesse strategico, particolare enfasi viene data alla crescita della cantieristica, che sarà oggetto di attenzioni speciali e sviluppata “… indipendentemente dalla situazione esterna …”, allo scopo di migliorare le capacità navali nazionali, con particolare riferimento a portaerei e droni navali. Viene, inoltre, citato anche l’impegno a creare un migliore sistema per la preparazione professionale e il supporto al personale del comparto marittimo. Una nuova sezione prevede, infine, lo svolgimento di attività di cooperazione marittima internazionale, con particolare enfasi per le attività dell’International Maritime Organization (IMO) e per lo svolgimento di attività di diplomazia navale, attraverso esercitazioni congiunte e soste regolari in porti stranieri.
Fine I parte – continua
Renato Scarfi
articolo pubblicato originariamente su DIFESAONLINE https://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/la-nuova-strategia-marittima-russa
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è un ufficiale pilota della Marina Militare della riserva. Ha frequentato il corso Normale dell’Accademia Navale e le scuole di volo della Marina Statunitense dove ha conseguito i brevetti di pilotaggio d’areo e d’elicottero. Ha ricoperto incarichi presso lo Stato Maggiore della Difesa, il Comando Operativo Interforze, lo Stato Maggiore della Marina, la Rappresentanza militare italiana presso la NATO a Bruxelles, dove si è occupato di strategia marittima e di terrorismo e, infine, al Gabinetto del Ministro della Difesa, come Capo sezione relazioni internazionali dell’ufficio del Consigliere diplomatico. E’ stato collaboratore della Rivista Marittima e della Rivista informazioni della Difesa, con articoli di politica internazionale e sul mondo arabo-islamico. È laureato in scienze marittime e navali presso l’Università di Pisa e in scienze internazionali e diplomatiche presso l’Università di Trieste e ha un Master in antiterrorismo internazionale. È autore dei saggi “Aspetti marittimi della Prima Guerra Mondiale” e “Il terrorismo jihadista”
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