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Un video realizzato da ricercatori dell’Università di Santa Cruz mostra come alcune murene abbiano imparato a nutrirsi fuori dall’acqua

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: BIOLOGIA MARINA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: murene
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Sul Journal of Experimental Biology è stato recentemente pubblicato, il 7 giugno 2021, un curioso studio sulla capacità di alcune specie di anguille (appartenenti alle Muraenidae) di fuoriuscire per breve tempo dall’ambiente marino, per catturare prede terrestri sulla battigia.

In pratica, due scienziati del Dipartimento di Ecology and Evolutionary Biology, dell’Università di Santa Cruz, California, hanno effettuato una serie di esperimenti per studiare se le murene possano imparare (adattandosi) a consumare le loro prede fuori dall’acqua.

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La murena fiocco di neve (Echidna nebulosa) è una specie di pesce di mare della famiglia Muraenidae. È diffuso in tutta l’area indo-pacifica dalla costa orientale dell’Africa in tutta la Micronesia, inclusi il Mar Rosso e le Hawaii. La specie si trova anche nel Pacifico centrale orientale dalla Bassa California meridionale, in Messico e dal Costa Rica alla Colombia settentrionale. Questa specie raggiunge una lunghezza di 100 centimetri, ma la sua dimensione comune è di 50 centimetri e vive a profondità comprese tra 2 e 30 metri – foto scattata a Lembeh, Indonesia – autore Rickard Zerpe – Creative Commons Attribution 2.0 
Snowflake moray (Echidna nebulosa) (27491388177).jpg – Wikimedia Commons

I test sono stati eseguiti studiando delle simpatiche murene fiocco di neve, Echidna nebulosa, ed hanno dimostrato come questi pesci, fuoriuscendo dall’acqua, siano in grado di afferrare le prede usando la mascella faringea. Sebbene le murene a fiocco di neve mostrino angoli di rotazione della mascella minori a terra (nell’atto di catturare la loro preda) la cinematica del movimento, che coinvolge la flessione dorsoventrale della testa per protrarre le mascelle faringee, ed i tempi di alimentazione sembrano non differire con le predazioni normalmente effettuate in ambiente acquatico. Una cosa straordinaria è la scoperta che queste murene possiedono una seconda serie di fauci nascoste che, osservate da vicino, sono abbastanza inquietanti. Come in un film dell’orrore (ricordate il mostro di Alien), queste “ulteriori” mascelle possono scattare in avanti in un istante per bloccare la preda e trascinare l’animale nell’esofago dell’anguilla. Ciò consente a questo tipo di murena di fare qualcosa che è impossibile per la maggior parte dei pesci, ovvero ingoiare la loro preda mentre sono ancora al di fuori dell’acqua.

È uno spettacolo inquietante guardare il video che mostra la preda che viene lentamente strattonata nella gola dell’anguilla mentre la bocca della murena si apre.

I pesci in genere hanno bisogno di acqua in movimento per trasportare il cibo dalla loro bocca nelle loro viscere, ma sembrerebbe che le murene fiocco di neve (Echidna nebulosa) possano tendere un’imboscata ai granchi sulla battigia, divincolandosi dal mare per catturare le loro prede durante la bassa marea (d’altronde non potrebbero fare diversamente non avendo zampe). Ciò che appare straordinario è che l’azione delle mascelle secondarie delle anguille è abbastanza forte da aiutare le murene a deglutire il loro pasto fuori dall’acqua senza dover quindi rientrare in acqua.

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Tutti i pesci ossei, ovvero con scheletri fatti principalmente di ossa piuttosto che di cartilagine, hanno mascelle faringee, poste dietro la faringe,  oltre alle loro mascelle principali. Queste mascelle sono più piccole delle principali  e sono usate per afferrare e perforare o schiacciare le prede.

In particolare, secondo Rita Mehta, professore associato presso il Dipartimento di ecologia e biologia evolutiva dell’Università della California di Santa Cruz (UCSC) e autrice di questo particolare studio con Kyle R. Donohoe, assistente di ricerca presso il Pinniped Cognition and Sensory Systems Laboratory dell’UCSC, quelle delle murene “sono altamente mobili” e possono elongarsi oltre la gola fuoriuscendo all’esterno.

Questo studio, che descrive le metodologie impiegate per addestrare negli esperimenti di laboratorio le murene fiocco di neve a nutrirsi fuori dall’acqua, ha necessitato ben sei anni di esperimenti. Come potrete vedere nel filmato, le murene sono state poste in acquari dotati di piattaforme e rampe al di sopra dell’acqua. Hanno quindi addestrato le anguille (per i curiosi chiamate Benjen, Marsh, Qani, Jetsom, Frosty, Flatsom e LB) a risalire sulle rampe per afferrare dei bocconcini di calamaro. Nel corso del tempo, il test si è specializzato, ed il cibo è stato spostato più in alto lungo la rampa, fino a quando le anguille sono uscite dall’acqua in maniera indipendente per afferrare il cibo.


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Per la maggior parte delle prove terrestri, le murene fiocco di neve hanno portato il terzo superiore del loro corpo dall’acqua per catturare la preda sulla rampa“, hanno riferito i ricercatori.

Non si è trattato di un esperimento di ammaestramento, ma per verificare se questi animali siano in grado di uscire dall’acqua (in privazione temporanea di ossigeno) per potersi nutrire. Uno stress sostenibile in quanto studi su un parente della murena fiocco di neve, la murena mediterranea (Muraena helena), hanno dimostrato che i lipidi e il muco sulla loro pelle possono proteggerle dall’essiccamento quando esposte all’aria. Questa scoperta suggerisce che le murene potrebbero cacciare, con la loro mascella estraibile, anche in ambienti umidi o asciutti come gli scogli o sul bagnasciuga, consentendo di nutrirsi in habitat con caratteristiche fisiche diverse. Un’altra considerazione che ha colpito i ricercatori è legata all’estrema mobilità delle mascelle faringee, che si dimostrata altamente specializzata in queste graziose murene. 


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