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livello elementare.
ARGOMENTO: PESCA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: ITALIA
parole chiave: pesca commerciale
GENEPESCA – Compagnia Generale della Grande Pesca
Con la fondazione nel 1935 a Roma della “Genepesca”, società che aveva sede operativa a Livorno e che aveva tutti i numeri per imporsi sul mercato, la situazione cominciò a cambiare. Questa ritirò i tre pescherecci del Ministero già in carico alla Italpesca, assorbì anche gli impianti dell’impresa fallite e iniziò ad operare nel periodo in cui le sanzioni comminate dalla Società delle Nazioni per la nostra aggressione all’Etiopia stavano generando grossi problemi all’industria alimentare italiana.
Locandina pubblicitaria Tito Corbella – Grafiche I.G.A.P – CC BY 4.0 Museo nazionale Collezione Salce, Complesso di Santa Margherita e San Gaetano Via Carlo Alberto, 31, Treviso (TV)Genepesca tridente tricolore infilza un pesce con mare e nave all’ (beniculturali.it)
La Genepesca, sostenuta finanziariamente dall’IFI, Istituto Finanziario Industriale, e politicamente da Ciano e Mussolini, rappresentava in quegli anni il fiore all’occhiello del settore ittico italiano; poteva infatti contare su una flotta di moderni pescherecci d’altura, una vasta rete di distribuzione dei prodotti e moderni magazzini refrigerati per la conservazione del pescato ed un’industria conserviera adeguata a terra. Vennero infatti varate e acquistate motonavi da pesca competitive a livello mondiale, battezzate coi nomi di località e battaglie dell’Africa orientale italiana, migliorati e potenziati gli impianti di conservazione e trasformazione a terra del pesce, e venne creata una rete di punti vendita per la distribuzione commerciale. Mancava però ancora la fiducia del consumatore verso il pesce congelato.
In questa direzione si impegnarono la società ed il regime fascista con una campagna di promozione verso questo tipo di alimento, supportata da pubblicistica di vario tipo e da ricettari distribuiti nei punti vendita. Nelle grandi città dell’interno e della pianura vennero inaugurati i mercati del pesce; il primo fu aperto nel 1935 a Milano da dove decine di venditori ambulanti potevano raggiungere perfino le valli alpine. In quegli anni il pesce, fino ad allora consumo tipicamente costiero e meridionale, diventò un genere di consumo comune in tutt’Italia.
Nel 1939, nell’ottica di sviluppo dell’azienda, vennero ordinati ai cantieri di Riva Trigoso, presso Sestri Levante, altri due motopescherecci modernissimi, probabilmente i più grandi e moderni del mondo, battezzati Genepesca I e II. I due pescherecci furono varati il 24 febbraio ed il 10 aprile 1940, quando la guerra già infuriava in Europa ed era per l’Italia alle porte. Il Genepesca I era lungo 72,60 metri, largo 12,20 con un’altezza di 7,25 metri, con 1620 tonnellate di stazza lorda, disponeva di un motore diesel collegato ad un’unica elica quadripala; aveva un equipaggio di 31 uomini.
Destinati principalmente alla pesca in Atlantico, i due pescherecci oceanici partivano da Livorno per una campagna di pesca di due o tre mesi, a seconda della fortuna delle pescate; di solito veniva effettuato un unico scalo, in genere alle Canarie, per rifornirsi di viveri e carburante. Individuati i branchi di pesce, venivano calate in mare le reti. Dopo circa tre ore, si provvedeva a tirarle a bordo e rovesciare il contenuto in una grande fossa posta a poppa dell’imbarcazione. Qui rapidamente il pesce veniva pulito, privato della testa e della coda e lavato. La testa finiva quindi in una macina per la produzione di alimenti animali (riciclando gli scarti in farinacei) mentre il resto veniva messo in cassette e surgelato immediatamente a temperature inferiori ai -18°C.
Il ciclo si ripeteva ogni tre ore, 24 ore al giorno, per sette giorni alla settimana, durante tutta la crociera destinata alla pesca. Una vita decisamente massacrante ma fruttuosa. I merluzzi, decapitati e eviscerati dopo essere stati esposti al vento del Nord, diventeranno i gustosi stocchetti di merluzzo chiamato stoccafisso, dal sito Genepesca
L’impegno profuso produsse un certo effetto; nell’incertezza delle stime si ritiene che il pescato sbarcato e consumato in Italia passò dai 1.090.000 quintali del 1925 a 1.785.000 quintali nel 1938 e il contributo della grande pesca fu del 45/50%, la maggior parte dalla pesca d’altura mediterranea ed un sesto del totale proveniente dall’atlantico.
La guerra interruppe l’attività oceanica e causò perdite dolorose alla flotta aziendale ma la società sopravvisse alla guerra. Nel dopoguerra ricostruì la flotta con nove grandi motopescherecci, realizzati per la pesca oceanica battezzati tutti Genepesca e numerati da I a X.
Il massimo fulgore dell’impresa si ebbe negli anni ’50 e ’60, durante i quali la società attraversò un periodo di grande successo, al punto che il marchio Genepesca divenne sinonimo di “pesce surgelato”. Il Pesce Genepesca attualmente sopravvive come società che opera nel settore conserviero.
Per completezza, nel 1939/40 comparvero altre due società che intendevano dedicarsi alla pesca atlantica:
MER.ITAL – merluzzo italiano società anonima per la pesca e la navigazione
Con sede a Roma ma porto di armamento Genova, armava, tra gli altri, alcuni pescherecci già della IPES (Morrhua, ex Anguilla da 305 tsl, Enrico Gismondi (698 tsl), Petsamo, ex Tonno (305 tsl) e le navi da navi da trasporto Marconi (1188 tsl) e Volta (1189 tsl) nell’anno 1939 che operava nell’Artico e sui banchi di Terranova.
S.A.I.P.A. – Società Anonima Industria della Pesca atlantica
Con sede a Trieste, che armava sette piropescherecci, già della I.P.ES. (Balena ex Sardina, Pesce Spada, Sardella, Scorfano, Sogliola, Aringa e Cernia) organizzò alcune campagne nelle acque norvegesi
Fine parte III – continua
Gianluca Bertozzi
FONTI
GENEPESCA: Marinai contro le avversità del destino di Paolo Ponga
Cefalo e Sogliola: Storia di ventiquattro trawlers tedeschi in Italia di Francesco de Domenico
Pesci, barche, pescatori nell’area mediterranea dal medioevo all’età contemporanea. Atti del Quarto Convegno Internazionale di Studi sulla Storia della pesca. Fisciano-Vietri sul Mare-Cetara, 3-6 ottobre 2007
Voce PESCA Enciclopedia italiana, 1935
Due pescherecci molto speciali di Claudio Rizza
Merlini Filippo – Dizionario Biografico degli italiani
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