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Conseguenze delle alterazioni ambientali e le aree marine protette

tempo di lettura: 5 minuti

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livello medio
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: aree marine protette

 

la morte di forme di vita è presagio di malessere degli ecosistemi, la biodiversità sta diminuendo e gli equilibri stanno cambiando … photo credit andrea mucedola

Alterazioni ambientali: quali conseguenze
Tutte le differenti alterazioni ambientali hanno alla fine degli effetti piuttosto simili. In aree sottoposte ad inquinamento o invase da una specie introdotta si vengono a creare profonde modificazioni nella struttura dei popolamenti: organismi differenti rispondono in modo diverso ad un certo tipo di alterazione: quelli più sensibili possono subire gravi danni e scomparire, altri sopravvivono pur andando incontro a rarefazione della popolazione, altri ancora risultano del tutto indifferenti al disturbo o anzi ne traggono beneficio.

l’alterazione delle temperature dei mari provoca la morte di molte forme di vita – photo credit andrea mucedola

Il risultato finale è che in aree stressate si vengono a formare popolamenti caratterizzati da specie tolleranti nei confronti di quel tipo di stress o da specie opportuniste, che riescono a ben sfruttare la scomparsa di altre specie. Questo processo conduce a quel fenomeno conosciuto come “omogeneizzazione biologica”, si passa da popolamenti altamente diversificati e caratteristici di un certo ambiente a popolamenti costituiti da poche specie ad ampia ripartizione ecologica. Si perdono quindi quelle caratteristiche che differenziano tra loro gli habitat marini costieri e che ne rappresentano sia la ricchezza ecologica che l’interesse turistico.

Il risultato finale è rappresentato da ambienti omogenei e da un’erosione di tutti gli aspetti della biodiversità.

I provvedimenti più importanti per la conservazione della biodiversità sono legati alla conservazione degli habitat e dell’eterogeneità del paesaggio. La creazione di aree marine protette pur rappresentando un fondamentale strumento di conservazione è solo una parte di quanto è necessario prevedere in un piano strategico per la difesa della biodiversità. Questo, infatti, deve comprendere una serie di azioni mirate ad una gestione integrata della fascia costiera, all’interno della quale uno dei principali obiettivi è rappresentato da un utilizzo sostenibile dell’ambiente. La creazione di aree protette rappresenta uno degli aspetti più importanti nei piani di gestione e conservazione dell’ambiente.

Le aree marine protette
I provvedimenti più importanti per la conservazione della biodiversità sono legati alla conservazione degli habitat e dell’eterogeneità del paesaggio. La creazione di aree marine protette, pur rappresentando un fondamentale strumento di conservazione, è solo una parte di quanto è necessario prevedere in un piano strategico per la difesa della biodiversità. Questo, infatti, deve comprendere una serie di azioni mirate ad una gestione integrata della fascia costiera, all’interno della quale uno dei principali obiettivi è rappresentato da un utilizzo sostenibile dell’ambiente. La creazione di aree protette rappresenta uno degli aspetti più importanti nei piani di gestione e conservazione dell’ambiente naturale e della biodiversità. In ambiente marino si possono avere differenti categorie di aree protette, ognuna in risposta a differenti esigenze e legate a differenti livelli amministrativi. A livello comunitario, la direttiva n.43 del 1992, nota coma Direttiva “Habitat” e recepita in Italia a partire da1997, ha posto come obiettivo la creazione di una rete di aree protette, denominata “Natura 2000”, destinate alla conservazione della biodiversità. Questa direttiva riconosce due differenti tipologie di aree importanti da un punto di vista ambientale, i SIC (Siti di Interesse Comunitario o Siti di Importanza Comunitaria) e le ZCS (Zona di Conservazione Speciale).

Le aree ZPS e SIC in Basilicata: 19 ZPS (Zona di Protezione Speciale) e 47 SIC (Siti di Interesse Comunitario). Delle 47 Aree SIC della Basilicata a Maratea ne sono state individuate3 – credito disegni Arch. Mario De Filippo.

Un’area marina protetta, o AMP, è una zona di mare circoscritta, di particolare pregio ambientale e paesaggistico, all’interno della quale è in vigore una normativa relativa alla regolamentazione e alla gestione delle attività consentite. Gli obiettivi delle AMP sono relativi alla protezione degli habitat tramite regolamentazioni della fruizione e delle attività di pesca e di prelievo, ma anche alla promozione di programmi di studio, ricerca e ripopolamento abbinati a progetti didattici ed educativi, che permettano una maggiore conoscenza e sensibilità nei confronti della natura. Tipicamente le AMP sono suddivise in 3 zone denominate zona “A”, zona “B” e zona “C” Le zone “A” sono delle aree delimitate dove non è possibile svolgere alcuna attività, quindi neanche il transito e la balneazione, che non sia di carattere scientifico e di controllo, mentre le zone “B” e “C” sono fruibili ma la pesca e le attività turistiche sono consentite con autorizzazioni contingentate.

Aree marine protette sono state istituite a Capo Caccia-Isola Piana, Capo Carbonara, Isola dell’Asinara, Penisola del Sinis-Isola Mal di Ventre, Tavolara Punta Coda Cavallo in Sardegna, Scandola e le Bocche di Bonifacio in Corsica, le Secche della Meloria in Toscana. Sono parchi nazionali l’Arcipelago di la Maddalena e l’Arcipelago Toscano; quest’ultimo, che comprende le isole di Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo, Elba, Giglio e Giannutri, è più grande parco marino d’Europa. Aree tutelate sono anche lo Scoglietto di Portoferraio all’isola d’Elba e alcune zone della Corsica, come Punta della Revellata e la baia di Porto. Inoltre i mari della Toscana, della Corsica e della Sardegna settentrionale fanno parte del Santuario “Pelagos”, un’ampia area marina transfrontaliera, istituita nel 2001 e destinata principalmente alla protezione dei mammiferi marini.

Sono state inoltre recentemente istituiti molti Siti di Importanza Comunitaria (SIC) marini o sono state quantomeno individuate molte aree marine idonee alla costituzione di SIC. Tra queste ultime, oltre a molte zone costiere, è stata proposta anche un’area situata lungo la scarpata continentale, tra l’Arcipelago Toscano e Capo Corso, intorno ai 400 metri di profondità. Quest’ultima area è caratterizzata dalla presenza di coralli profondi, quali Desmophyllum dianthus, Madrepora oculata e Lophelia pertusa, e rappresenta un habitat particolarmente raro e peculiare.

 

Luigi Piazzi
docente e ricercatore Università di Sassari 

 

 

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