livello elementare
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.ARGOMENTO: RELITTI
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Giannutri
L’isola di Giannutri ci regala sempre sorprese e, anche in presenza di tempo inclemente le immersioni non mancano, basta cambiare lato. Oggi parliamo del relitto della Anna Bianca, una bella immersione piena di spunti per subacquei e fotografi subacquei. Il suo relitto si trova a circa cento metri dalla costa, all’interno della parte nord di Cala Ischiaiola su un fondo sabbioso.

mappa di Giannutri – autore sconosciuto – da wikipedia Giannutri mappa nomi localitร completa.png – Wikimedia Commons
Certo รจ un’immersione non per tutti, viste le profonditร in gioco che raggiungono nel lato piรน distante da terra ad oltre i 45 metri. Quello che inganna i visitatori รจ la visibilitร subacquea che spesso รจ maggiore di 30 metri ed invita all’esplorazione dello scafo. Il subacqueo poco accorto si potrebbe trovare facilmente oltre la curva e nel caso dovrร affrontare lunghi minuti di decompressione. Come sempre la pianificazione รจ essenziale ma ne vale la pena. Per il supporto di superficie, si consiglia di rivolgersi a diving professionali (noi ci siamo serviti dell’ottimo Diving Il Nostromo di Porto Santo Stefano).
Scendiamo lungo la cima dellโancora, sulla verticale della poppa del relitto che si presenta in piรน tronconi, partendo dai circa 35 metri della poppa fino ad oltre i 50 metri della prua. Immergendosi, il primo troncone del relitto che troveremo รจ quello di poppa che prosegue verso sud ad una profonditร di circa 35 metri. Le infrastrutture del mercantile sono ancora ben visibili e abitate da diverse forme viventi: allโinterno della sala macchine osserviamo grandi scorfani rossi, eleganti musdee e molti gronghi. Uno in particolare รจ noto a tutti i suoi subacquei anche per il suo carattere un poโ … irascibile. Vedere ma non toccare … non provate ad accarezzarlo se non si vogliono portare in superficie i segni dei suoi denti. Non รจ raro incontrare anche grandi aragoste, astici nella parte piรน profonda e qualche pesce di passo. Ci passano vicino due grossi dentici che provocano la fuga in tutte le direzioni di un branco di castagnole. Sono predatori temibili, piuttosto frequenti sul relitto.
Lungo la poppa osserviamo varie tubolature sulle quali fanno capolino alcune murene Helena incuriosite dal nostro arrivo e molti spirografi di grandi dimensioni. La tentazione di penetrare nel suo interno non manca ma la presenza di numerosi cavi ci fa cambiare idea. Il pericolo di restare intrappolati non vale la candela. Procedendo verso la prua della nave, puรฒ essere osservato il punto in cui avvenne lo spezzamento del relitto, e si riscontrano sul fondale alcune lamiere e parti della prua che troveremo piรน avanti ad una profonditร di circa 52 metri.
photo credit andrea mucedola
Decidiamo di tornare verso la costa con il fondale che risale fino ad una zona di coralligeno ricca di cavitร geologiche vivamente popolate da castagnole rosse, ricca di biodiversitร animali e vegetali โฆ se vogliamo รจ anche un modo per scaricare lโazoto accumulato ed osservare begli esemplari di gorgonia bianca (Eunicella stricta) e spirografi di notevoli dimensioni.
In sintesi, un’immersione che fa la gioia dei fotografi subacquei che hanno modo di sbizzarrirsi, nell’ultima parte dell’immersione, in acque relativamente basse con molti soggetti interessanti con un’ottima visibilitร .
Una storia mai completamente chiarita
Come spesso accade per i relitti, la storia legata al loro affondamento รจ avvolta nel mistero o, meglio dire, in fatti mai completamente chiariti. Era il 3 aprile 1971, quando la Anna Bianca urtรฒ contro la scogliera di Giannutri ed affondรฒ, spezzandosi in due. C’e chi dice che il mare fosse calmo, altri che un forte vento la aveva spinta sugli scogli. Gli abitanti raccontano che la mattina seguente la scogliera era completamente ricoperta di polvere bianca. La leggenda dice che i locali pensarono si trattasse di droga in realtร era la polvere della pietra pomice che il cargo trasportava. Non si sa se la nave fu affondata dall’equipaggio per ottenere un lauto rimborso dalla compagnia assicuratrice o se il disastro fu dovuto alle pessime condizioni meteorologiche marine, di fatto avvenne una esplosione che divise in due il mercantile facendolo affondare in pochi minuti. Ora giace sul fondo del mare, offrendo alle creature marine riparo e protezione ed ai subacquei un bel punto di immersione.
sui relitti italiani:
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), รจ laureato in Scienze Marittime della Difesa presso lโUniversitร di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude allโUniversitร di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. ร docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).