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Vietnam, una guerra dimenticata

tempo di lettura: 7 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA CONTEMPORANEA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: Vietnam

 

La storia è vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità” diceva Marco Tullio Cicerone, peccato che la maggior parte degli Uomini ha la memoria corta. Se la Storia è maestra di vita, sicuramente siamo dei pessimi studenti e, dato che quello che viene tramandato è sempre scritto dai vincitori, spesso ricadiamo negli stessi errori.  Abbiamo da poco, si fa per dire, girato il millennio che, come si prevedeva, ci presenta i conti del secolo scorso … gli attuali conflitti sono i frutti di errori di coloro che volendo sistemare la storia a modo loro hanno modificato la geografia, mescolando interessi personali, ripescando odi e rancori ancestrali, giustificando il fallimento della politica con motivazioni che di religioso hanno ben poco.  Hegel commentava che “Ciò che l’esperienza e la storia insegnano è questo: che uomini e governi non hanno mai imparato nulla dalla storia, né mai agito in base a principi da essa edotti” … e questo comporta che crisi, conflitti e guerre sanguinose si ripetono, come d’altronde le recriminazioni, i principi e i “se” di coloro che spesso non le hanno vissute. Una cultura diffusa dell’odio che si commenta da solo. 

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I soldati del 1 ° battaglione dell’esercito del Vietnam (ARVN), 6 ° reggimento, vengono trasportati in aereo nella “zona di atterraggio Kala” a nord-est di Khâm Đức, Vietnam, da un UH-1H Hueys dell’esercito americano durante l’operazione Elk Canyon, 12 luglio 1970 – Fonte Aeronautica americana U.S. Army UH-1H Hueys insert ARVN troops at Khâm Đức, Vietnam, 12 July 1970 (79431435).jpg – Wikimedia Commons


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Forse le testimonianze più asettiche negli ultimi cento anni sono le fotografie, silenziose memorie di un tempo che non c’è più, spesso corredo delle pagine crude dei cronisti di guerra. Negli articoli pubblicati su OCEAN4FUTURE, ricerchiamo immagini del passato che vogliono essere ricordi intangibili di eventi storici o di attualità … la cerchia dei nostri collaboratori cresce continuamente e fra di loro voglio dare il benvenuto oggi a Guido Alberto Rossi, celebre reporter di guerra e fondatore di The Image Bank Italia, uno dei grandi protagonisti della storia della fotografia contemporanea. Nei suoi prossimi articoli ci racconterà il suo Vietnam, con le parole e le sue immagini.

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sampang, tipica imbarcazione di quelle acque – copyright – @ Guido Alberto Rossi – 1968/69 Vietnam war

Vietnam
Oggi, per facilitare ai più giovani la comprensione, riassumo in breve la storia di quel conflitto, dalle origini al suo tragico epilogo. Tralasciando la storia più lontana do quel tormentato Paese, partiamo dal periodo coloniale francese che si estese anche nel Sud Est asiatico a metà del XIX secolo, quando la Francia impose, tra il 1858 ed il 1884, un regime di protettorato in Vietnam, pur lasciando formalmente sul trono le dinastie locali, assumendo nel 1887, il nome di Unione indocinese (Union indochinoise). Le cose mutarono durante la seconda guerra mondiale, quando le forze giapponesi, che invasero il Paese tra il settembre 1940 ed il luglio 1941, decisero di mantenere stretti rapporti con la precedente amministrazione coloniale francese, fedele al regime di Vichy. Questo strano connubio terminò con la liberazione di Parigi (agosto 1944), quando i giapponesi, dopo aver disarmato i francesi, diedero vita ad un effimero “Impero del Vietnam”, contrastato internamente dal leader comunista-nazionalista Ho Chi Minh. Alla fine della guerra, Ho Chi Minh proclamò l’indipendenza del Paese e dichiarò nullo il trattato del protettorato, siglato nel 1884 con la Francia. Ovviamente questo non piacque ai Francesi che, nell’estate del 1946, di riflesso concesse l’indipendenza alla Cocincina e intervenne militarmente per contrastare il regime comunista (guerra d’Indocina). Una guerra sanguinosa combattuta lungo il Mekong e nella giungla che ebbe fine a seguito della sconfitta dall’esercito del Viet Minh, comandato dal generale Giap, nella battaglia di Dien Bien Phu nel 1954. Con la conferenza di Ginevra del 1954, il territorio vietnamita fu quindi temporaneamente diviso in due sfere di influenza: il Vietnam del Nord a Ho Chi Minh ed il Vietnam del Sud al leader cattolico anticomunista Ngô Đình Diệm che di fatto era ancora legato ad interessi occidentali. Nel 1956, a seguito di un secondo accordo, sempre a Ginevra, le Parti si accordarono per una regolarizzazione della situazione con elezioni democratiche per addivenire ad un unico Stato del Vietnam.

In realtà, in tempi di guerra fredda, la suddivisione del Paese fu l’ennesima occasione di contrasto locale tra il mondo comunista (in particolare Cina e Unione Sovietica) schierato con il Nord, e quello Occidentale (Stati Uniti) che appoggiava il fragile governo del Sud. In breve, le elezioni del 1956 non ebbero luogo e Diem rifiutò le elezioni nazionali e dichiarò il Vietnam del Sud come Stato sovrano.

Di fatto il suo Governo non poteva contare su una capacità sufficiente per preservare l’indipendenza e nel 1957 si svilupparono movimenti di ribellione, dei quali ben presto i comunisti presero l’egemonia amalgamando Viet Minh e altre formazioni minori che in seguito confluirono nel Fronte di Liberazione Nazionale (noto in occidente come Vietcong). Come in tutte le guerre civili il bilancio fu drammatico e sanguinoso.

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monitore lungo il Mekong – copyright – @ Guido Alberto Rossi – 1968/69 Vietnam war

Gli Stati Uniti, prima con John Fitzgerald Kennedy e poi con Lyndon B. Johnson, iniziarono un massiccio intervento militare, reso celebre dai massicci bombardamenti aerei, che però non riuscì a prevalere sulla resistenza della guerriglia Vietcong, continuamente rifornita di uomini e armamenti dalla Cambogia e dal Vietnam del Nord.   

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soldati americano nella giungla – copyright – @ Guido Alberto Rossi – 1968/69 Vietnam war

Nonostante tutto la situazione precipitò, lasciando dietro di se una lunga scia di sangue per entrambi i contendenti. Per assurdo nonostante i Vietcong, fomentati da Cina e Russia, volessero arrivare ad una soluzione finale con la definitiva conquista di Saigon, uno dei fattori che li convinsero ad arrivare agli accordi di pace di Parigi del 27 gennaio 1973, magistralmente tessuti da Henry Kissinger, fu la posa di mine navali da parte degli americani, che consentì il blocco di tutti gli accessi dei porti del Nord. La diceria che queste mine potessero essere attivate a comando dagli americani creò molte perplessità e, alla fine, si arrivò ad un debole compromesso, di fatto una exit strategy per gli Stati Uniti che, pur riconoscendo la sovranità di entrambi gli stati, avrebbe consentito ai nord-vietnamiti infiltrati al sud di rimanere in armi nel Sud, mentre le truppe americane avrebbero lasciato completamente il teatro di guerra.

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decollo di un F4 dalla portaerei USS Ranger – copyright – @ Guido Alberto Rossi – 1968/69 Vietnam war

Inutile dire che quegli accordi non furono rispettati dall’altra parte e il Vietnam del Nord, sempre sostenuto materialmente dalla Cina e dall’Unione Sovietica, nel 1975 invase il Vietnam del Sud, in violazione degli accordi precedenti, sbaragliando il demoralizzato e disorganizzato esercito sud-vietnamita ed il popolo che fuggì dalle campagne verso la capitale e poi per mare, cercando salvezza in Paesi vicini. Saigon cadde il 30 aprile 1975. Iniziò una diaspora di coloro che allora vennero chiamati boat people, migliaia di disperati che a bordo di zattere e sampang cercarono una nuova speranza di sopravvivenza.

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rifugiati vietnamiti aspettano di essere portati a bordo della nave comando anfibia USS BLUE RIDGE (LCC-19). I naufraghi, a bordo di un peschereccio di circa 12 metri, vennero salvati a 350 miglia a nord-est della baia di Cam Ranh, in Vietnam, dopo aver trascorso otto giorni in mare.maggio 1984 – Fonte http://www.defenseimagery.mil – Autore PH2 Phil Eggman

Molti perirono in mare, altri vennero soccorsi anche da una missione navale italiana che, nell’estate del 1979, composta dagli incrociatori Vittorio Veneto ed Andrea Doria e dalla nave rifornitrice Stromboli, inviata dal Governo italiano (Andreotti) nel sud-est asiatico con il compito di portare assistenza ai profughi sudvietnamiti. La missione, durata dal 4 luglio al 20 agosto 1979, salvò circa un migliaio di persone.

Al primo periodo di esodo dal Vietnam del 1975-1979, seguì, dopo un periodo di pausa, un secondo nel 1988-1990; ne furono protagonisti, per la maggior parte, vietnamiti espulsi dalle omologazioni politico-economiche di tipo nord-vietnamita, ma anche numerosissimi cinesi residenti in Vietnam, vittime del nuovo conflitto politico allora esistente con la Cina. Si stima che il fenomeno interessò un totale stimato di 800.000 persone.

Di questa pagina sanguinosa del secolo scorso, leggeremo presto i racconti di Rossi accompagnati da tante delle sue straordinarie immagini … a presto.

Andrea Mucedola

immagine anteprima unità americane lungo i fiumi del Vietnam – copyright – @ Guido Alberto Rossi – 1968/69 Vietnam war

 


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