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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XVI SECOLO
AREA: OCEANO ATLANTICO
parole chiave: Florida, Ponce de Leon
Lo Stato americano della Florida ha celebrato, nel 2013, i 500 anni dell’arrivo dei primi europei sulle sue spiagge. Il 2 aprile del 1513, un giovane navigatore spagnolo, Juan Ponce De León, approdò per la prima volta sulle coste della Florida, in un punto che viene individuato a sedici chilometri dalla città di S. Augustine, una delle più antiche città statunitensi, la cui fondazione risale al 1565, data in cui venne costruito anche il monastero di S. Agostino.
Immagine da pag. 83 del I volume “La Florida; su conquista y colonización por P. Menéndez de Avilés“, di Eugenio Ruidiaz y Caravia. Originale conservato e digitalizzato al British Library – Copia da Flickr – Fonte British Library HMNTS 9615.dd.6. – autore Corvera File:RUIDIAZ(1893) 1.083 JUAN PONCE DE LEÓN.jpg – Wikimedia Commons
Juan Ponce De León
Anche se poco è conosciuto sulla sua giovinezza, Ponce De Leon fu un esploratore e conquistatore spagnolo nato nel 1474 a Santervás de Campos, Valladolid, in Spagna. Si sa che era di nobile nascita e da giovane aveva prestato servizio con valore nell’esercito spagnolo. Siamo alla fine del XV secolo, il mondo stava cambiando con la scoperta del nuovo mondo da parte di Cristoforo Colombo. Juan Ponce De León non poteva resistere e si arruolò come gentiluomo volontario a seguito della seconda spedizione di Cristoforo Colombo nel 1493. All’inizio del 1500, Ponce de León divenne un funzionario di spicco nel governo coloniale di Hispaniola, dove si era distinto per aver debellato una ribellione dei nativi Taino. In quel periodo, fu autorizzato a esplorare la vicina isola di Puerto Rico nel 1508 e nominato dalla Corona spagnola primo governatore di Puerto Rico nel 1509. Nel tempo Juan Ponce de Leon divenne molto ricco grazie alle sue piantagioni e miniere, ma dovette presto affrontare un conflitto legale con Diego Colombo, figlio di Cristoforo Colombo, che aveva ereditato dal padre il diritto di governare a Puerto Rico. Nel 1511, dopo una lunga battaglia legale, al figlio di Colombo fu finalmente riconosciuto tale diritto e Juan Ponce De León, suo malgrado, dovette ritirarsi in secondo piano e seguire il consiglio del re Ferdinando di esplorare le tante isole del Mar dei Caraibi.
Nel 1513, Ponce De León guidò la prima spedizione europea sulle terre di quel continente sconosciuto; terre che, come vedremo, Ponce De León chiamò Florida. Non è noto dove toccò terra, si pensa nei pressi dell’odierna Saint Augustine, ma di certo sbarcò lungo la costa nord orientale della Florida, per poi seguire verso sud la costa atlantica fino alle attuali Florida Keys. La sua esplorazione continuò lungo la costa dirigendo verso nord-ovest lungo la costa dell’attuale Golfo del Messico, forse fino al porto di Charlotte. Chiamò la regione Florida (che in spagnolo significa “fiorito”), in riferimento sia alla sua lussureggiante vegetazione floreale sia perché quella terra fu scoperta nel periodo pasquale, che gli spagnoli chiamavano Florida Pascua (“festa dei fiori”). Questa zona era abitata, da più di mille anni, da tribù indigene. Quando arrivò il condottiero spagnolo, la zona era abitata da numerose tribù, fra cui gli “indiani Miami”, che diedero il nome al fiume Miami e, successivamente, alla città. Ma non erano i più importanti.
Quando gli spagnoli arrivarono nella Florida meridionale esistevano due gruppi nativi che dominavano il territorio e le altre tribù: il primo era rappresentato dai Calusa, stanziati sulla bassa costa del Golfo, e l’altro, posto più a est, era rappresentato dai Tekesta, localizzati nell’odierna zona di Biscayne Bay. Piu a sud, si trovavano gli indiani delle Keys Island soggetti ai Calusa. Negli annali dell’epoca si diceva che queste terre erano sotto il dominio del “cacique dei Tequesta”, ma in altre si ricordava che era “la terra di un cacique che loro chiamano Matecumbe”. E’ probabile che gli indiani Matecumbes, e gli altri delle Keys Island, fossero quindi delle tribù soggette ai Calusa o ai Tekesta. Di certo furono una gatta da pelare per Ponce De León che dovette confrontarsi con bellicosi nativi, padroni di un territorio difficile, caratterizzato da paludi, insetti e serpenti velenosi.
Dopo la scoperta della Florida, nel 1514, Juan Ponce De León ritornò in Spagna e fu nominato cavaliere dal re Ferdinando, che lo nominò governatore di Puerto Rico e lo autorizzò a stabilirsi in Florida. L’anno seguente, ritornò ai Caraibi e progettò di organizzare una nuova spedizione in Florida nel 1516. Il fascino della Florida, delle sue spiagge bianchissime, della natura rigogliosa, e dei suoi misteri spinsero De Leon a costeggiare la costa alla ricerca dei suoi tesori. Dopo un ritorno di due anni in Spagna, nel 1521, Juan Ponce De León tornò nel sud-ovest della Florida tentando di stabilire la prima colonia spagnola sul nuovo continente. Tuttavia, le cose non andarono come sperava. Il popolo nativo di Calusa resistette con orgoglio all’incursione spagnola e De León fu ferito gravemente da una freccia avvelenata in una scaramuccia. Il tentativo di colonizzazione spagnola fu quindi abbandonato e l’esploratore, ferito e febbricitante, fu imbarcato sulla sua nave per far ritorno a Cuba dove morì all’età di 46 anni a causa delle ferite infette. Juan Ponce De León fu quindi sepolto con tutti gli onori a Puerto Rico e la sua tomba si trova all’interno della Cattedrale di San Juan Bautista a San Juan.
La leggenda della fonte miracolosa
Secondo una leggenda popolare, Ponce De León scoprì per caso la Florida mentre cercava la fontana della giovinezza. Sebbene le storie di acque miracolose fossero già riportate nella Storia generale delle Indie del 1535, Gonzalo Fernandez de Oviedo y Valdes scrisse che Ponce de Leon stava cercando le acque di Bimini per curare il suo invecchiamento.
Un resoconto simile appare anche nella Historia General de las Indias di Francisco López de Gómara del 1551. Poi nel 1575, Hernando de Escalante Fontaneda, un naufrago, che aveva vissuto con i nativi americani della Florida per 17 anni, pubblicò un libro di memorie in qui si individuava una fonte di acqua miracolosa in Florida che poteva ridare l’eterna giovinezza. Anche se Fontaneda dubitava che Ponce de León fosse davvero andato in Florida in cerca di quelle acque, la leggenda fu inserita nella Historia general de los hechos de los Castellanos di Antonio de Herrera y Tordesillas del 1615. In realtà esiste una teoria che la Fontana della Giovinezza sia un’allegoria per la vita felice delle Bahamas, e che i conquistadores scambiarono i racconti della fonte del “vid” nativo (vite) per “vida” (la vita) – trasformando la loro “fonte di vite” in una “fonte di vita”. La maggior parte degli storici ritiene che il vero motivo che spinse Ponce De Leon ad esplorare le nuove terre fu qualcosa di molto più terreno di una fonte, per quanto miracolosa, ovvero l’oro necessario per la Spagna.
Come tutti gli avventurieri del tempo, Juan Ponce De León fu ambizioso, laborioso ma senza scrupoli e pietà quando la situazione lo richiedeva. Di certo fu un importante colonizzatore dell’area caraibica che portò grandi vantaggi alla corona spagnola e pose le basi per la colonizzazione della Florida. Amato e rispettato dai suoi uomini, molte fonti storiche riportano che Ponce De León nella sua breve vita trattò le persone sotto il suo comando con giustizia e meglio della maggior parte degli altri conquistatori.
in anteprima: approximate reconstruction of the route of Ponce de Leon on his voyage of discovery of Florida 1513. From Scisco, L.D. (1913). “The Track of Ponce de Leon in 1513“. Bulletin of the American Geographical Society (10): 721-735. – autore Scisco, L. D.
Scisco 1913 Ponce de Leon track map.png – Wikimedia Commons
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).