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Convegno del Nato Defence College Foundation sui Balcani e sulla sicurezza del Mar Nero a seguito del conflitto Russo-Ucraino

tempo di lettura: 4 minuti

 

livello elementare

.

ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR NERO
parole chiave: area balcanica, Mar Nero, Nato Defence College Foundation 

 

Il 7 dicembre scorso si è svolta a Roma, all’Hotel Quirinale, una conferenza organizzata dalla NATO Defense College Foundation con la partecipazione di ben diciassette specialisti internazionali alla presenza di più di 200 persone (tra cui OCEAN4FUTURE).

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Screenshot-2023-12-18-214149.pngL’evento si inquadra in un progetto della Fondazione NATO Defence College, iniziato nel 2014 e giunto a suo nono appuntamento inerente l’area dei Balcani e del Mar Nero (Strategic Balkans project). Il convegno è stato un’occasione importante per discutere a fondo le sfide e le opportunità di una regione che è di grande rilevanza strategica per il nostro paese, in particolare per quegli aspetti che riguardano la prevenzione e gestione delle crisi, il consolidamento della pace, la lotta alla disinformazione ed alla criminalità organizzata e l’integrazione euro-atlantica. Numerosi gli interventi, sicuramente ricchi di spunti di riflessione, in particolare per i numerosi aspetti geopolitici di queste aree sensibili. Il generale Morabito, della Fondazione ci ha cortesemente sottolineato alcune delle citazioni d’interesse geopolitico che sono emerse durante i lavori che riporteremo di seguito.

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L’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, presidente del NATO Defense College Foundation, ha introdotto i lavori affermando che: ”Siamo convinti che la regione dei Balcani e del Mar Nero debba entrare a far parte della comunità euro-atlantica, e che l’invasione dell’Ucraina abbia reso ciò ancora più urgente”. Il presidente della Fondazione ha rimarcato che la NATO continua a essere fedele alla sua politica della “porta aperta” (citando come questa fu offerta anche alla Russia) e l’Unione Europea lavora attivamente su come realizzare una politica d’inclusione. In tale quadro, Olav Reinertsen, ambasciatore di Norvegia in Bosnia Erzegovina ha rilevato che “La crisi politica in Bosnia Erzegovina non è mai stata così seria come oggi”. Secondo l’ambasciatore “C’è bisogno di un approccio congiunto e coordinato tra l’UE e la NATO per contribuire a rafforzare le capacità difensive del Paese attraverso iniziative comuni”. Queste qualificate affermazioni giungono nel momento in cui i Paesi dei Balcani occidentali sono nel pieno del loro processo di valutazione al fine di consentirne l’integrazione nell’Unione Europea e, nel caso della Bosnia Erzegovina e Repubblica di Serbia, anche nella NATO. Un cammino complesso in cui le variabili sono di fatto ancora molte.

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a colloquio con il generale Morabito in attesa dell’inizio del convegno – foto NDC Foundation

Dai numerosi interventi è emerso che la drammatica crisi in Ucraina sta toccando  tutti i settori compresa la sicurezza dei trasporti marittimi, inficiati dalla presenza di mine navali che hanno portato tre paesi NATO (Turchia, Romania e Bulgaria) ad intervenire per mantenere in sicurezza le rotte commerciali marittime; hanno quindi preso la parola Galina Yanchenko, Membro della Commissione per lo Sviluppo Economico del Parlamento di Kiev che ha sottolineato che è in corso un’opera di contrato interno alla corruzione, fattore necessario per migliorare la cooperazione tra lo Stato ed i cittadini. Per quanto sopra: “l’Ucraina ha rafforzato i suoi strumenti di prevenzione, inclusa la digitalizzazione dei servizi statali”. Inoltre, Yanchenko ha aggiunto che “lo sviluppo economico può essere raggiunto solo attraverso una stretta collaborazione con il settore privato, con gli attori della società civile e con altri gruppi attivi della società”. 

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Oksana Shvets, Responsabile per le questioni politiche della Camera di Commercio Americana in Ucraina, ha aggiunto che: ” Nel 2019 l’Ucraina ha stabilito una solida task force sui beni soggetti ad accisa, ponendo come obiettivo prioritario la lotta contro il commercio illegale”. Un fattore critico in quanto “il traffico illecito causa ancora perdite di bilancio statale”. 

Vorrei sottolineare che queste dichiarazioni assumono un particolare valore all’indomani della decisione dell’Unione Europea di consentire all’Ucraina di iniziare il suo percorso per l’accesso all’Unione stessa. Di fatto, come recentemente sottolineato anche dal premier italiano, Giorgia Meloni, l’UE è unita nella sua solidarietà all’Ucraina a seguito della guerra di aggressione da parte della Russia e continuerà a sostenere l’Ucraina e il suo popolo insieme ai suoi partner internazionali.

i lavori sono stati registrati e possono essere ascoltati seguendo il video di Youtube

Si è quindi affrontato I’annoso problema dei Balcani; Zoran Jolevski, vice-rettore per la Cooperazione Internazionale dell’European University e già ministro della Difesa della Repubblica della Macedonia del Nord, ha affermato che: “La regione dei Balcani dovrebbe implementare una triplice strategia che prevedi l’allineamento con le politiche dell’Unione Europea, il rafforzamento di un sistema legale affidabile per attrarre gli investimenti europei e l’accesso al mercato unico dell’UE”, questo per raggiungere al più presto l’obiettivo di entrare in Europa. Una fiducia verso l’Unione Europea confermata anche da Alba Çela, Direttrice dell’Albanian Institute for International Studies di Tirana, ha confermato che: “L’integrazione dell’Unione Europea è l’unico antidoto ai recenti sviluppi negativi nella regione”. Alba Celea che ha dichiarato che “La credibilità dell’allargamento dipende anche dagli sforzi dell’UE nel provare a risolvere le dispute tra i paesi balcanici e che è fondamentale che l’Unione Europeo pensi più strategicamente alla regione”, in modo da rafforzare la credibilità di questo processo di allargamento.

Le conclusioni dei lavori sono state affidate all’onorevole Giulio Tremonti, presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati che ha sollevato un fattore sensibile legato ad una innegabile realtà drammatica: la curva demografica europea è in discesa. Si rende necessario quindi rivedere per tempo l’architettura costituzionale dell’Unione che si dovrà comunque modificare necessariamente con i futuri allargamenti dall’Ucraina ai Paesi balcanici.

 

Si ringrazia il generale Morabito per la sempre cortese collaborazione

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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