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Il mitico tesoro di Rommel – parte II

tempo di lettura: 7 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MR MEDITERRANEO
parole chiave: Rommel, oro nazista

 

Il famigerato tesoro
Dopo aver inquadrato il periodo storico, possiamo ritornare al tesoro maledetto di Rauff. Nel 1942 le Waffen SS avevano creato in Tunisia una rete di campi di lavoro dove erano stati uccisi circa 2.500 ebrei tunisini. Gli spietati uomini del colonnello Rauff avevano avuto così modo di depredare oro, argento, gioielli ed oggetti sacri di quei sfortunati. Sembra che solo sull’isola di Djerba, i nazisti avessero sequestrato alla comunità ebraica quarantatré chilogrammi d’oro accumulato anche con razzie e depredazioni di musei e collezioni private (tra cui si vociferava anche il mitico tesoro del Negus). Tutto era ora disponibile per la futura campagna di Rommel. Le domande che gli storici si pongono è se Rommel ne fosse a conoscenza? Chi lo conservava e soprattutto dove era stato nascosto? E’ vero che fu impiegato dai Nazisti per finanziare la fuga del dopoguerra in attesa della rinascita del quarto Reich oppure fu scoperto e segretamente prelevato dagli Alleati al termine della guerra? Tante domande che non hanno ancora una risposta e forse non la avranno  mai. Cercheremo in questo articolo di raccontare la storia della ricerca di quel tesoro attraverso le varie, spesso contradditorie, testimonianze raccolte dal dopo guerra. 

Un tesoro maledetto trasportato via mare
Le ipotesi del suo trasferimento sono basate su rivelazioni di personaggi misteriosi e non storicamente sempre attendibili. La più quotata narra che, nella primavera del 1943, a seguito del rapido crollo della situazione politico militare, il tesoro sarebbe stato imbarcato su un sommergibile tedesco e poi affondato a circa un miglio dalla costa nord orientale della Corsica nei pressi del luogo dove, nel luglio del 1943, era stato nominato comandante del locale Einsatzkommando proprio il famigerato Rauff. Una coincidenza o un piano di Rauff per impossessarsi di quel tesoro? Sembrerebbe che fu ordinato al Comando tedesco di trasferire il bottino su un sottomarino con rotta verso la Corsica nell’aprile del 1943 verso la costa orientale della Corsica. Dopo il tramonto alcuni ufficiali dello staff di Rommel imbarcarono su una scialuppa, trasportando alcune casse metalliche contenenti lingotti d’oro ed altri oggetti preziosi per un valore di venti milioni di dollari odierni. Fra di esse sembra che ve ne fosse una ricolma di diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri.

Sempre secondo questo racconto l’U-boot, dopo aver rilasciato il tutto, si sarebbe diretto verso il continente europeo; avvistato dagli Alleati, fu attaccato ed affondato con il suo intero equipaggio. Questo particolare appare interessante. Dai rapporti militari alleati un sottomarino tedesco,  l’U-301, fu affondato dal sommergibile HMS Sahib ad ovest di Capo Bonifacio, lungo la costa occidentale della Corsica il 21 gennaio del 1943. Si trattava dello stesso battello? Dal racconto dell’unico superstite sembrerebbe di no, ma le coincidenze sono davvero curiose.

Gli interrogativi aperti sono davvero molti
Chi ordinò il trasferimento delle casse e verso dove? Fu un’azione ordinata da Berlino o fu frutto di un’azione di ufficiali corrotti dello staff di Rauff?Quello che appare poco probabile è un coinvolgimento di Rommel nel trasferimento del tesoro. Essendo già rientrato in patria, avrebbe potuto portarlo direttamente con se ma non sono noti documenti che ne attestino il trasporto. Appare invece più plausibile che tale trasferimento fosse stato organizzato dalle stesse SS che avevano conservato il tesoro dopo averlo razziato. Secondo questa teoria il sommergibile, dopo aver raggiunto il luogo del occultamento, avrebbe trasferito le casse tramite una scialuppa. Ma i sommergibili non erano dotati di scialuppe ma solo di zattere di salvataggio, non certo adatte al trasporto di casse così pesanti. Forse la scialuppa usata per trasferire le casse proveniva dalla costa corsa dove Rauff aveva conoscenze?

Ma anche l’ipotesi che si trattasse del U 301 appare poco probabile
L’U 301, dal rapporto di interrogatorio dell‘unico superstite, Wilhem Rahn, fu affondato alle 08:34  del 21 gennaio 1943, dal H.M. Submarine P. 212 a circa 41° 27′ Nord, 070° 04′ Est. Dai documenti alleati emerge che il guardiamarina Wilhelm Rahn era imbarcato pochi giorni prima a La Spezia e non era stato in grado di rivelare molto sull’attività precedente del battello. Dichiarò che il sommergibile non aveva mai partecipato ad alcun combattimento ma aveva ricevuto l’ordine di intercettare un convoglio alleato che da Gibilterra si dirigeva verso Algeri. Il comandante, il tenente di vascello Willy-Roderich, aveva  ordinato di aumentare la velocità di trasferimento (nonostante fosse vietato dalle regole di combattimento) e di procedere in superficie anche durante le ore diurne al fine di poter intercettare il convoglio.

A quale scopo?
Anche questo non fu mai chiarito. Alle 08:00 del 21 gennaio 1943, Rahn si trovava di guardia in torretta con il Leutnant zur See Dettmer, un sottufficiale ed un marinaio. Il battello procedeva a circa 15 nodi, con mare poco mosso e visibilità buona. Rahn riferì di un’improvvisa tremenda esplosione sulla dritta che gli fece perdere conoscenza. Fu l’unico a salvarsi e fu portato a bordo del sommergibile inglese P 212 che li aveva attaccati. Durante l’interrogatorio (in cui pare fu anche troppo loquace) non parlò di una sosta, seppur temporanea, in Corsica e tanto meno in Tunisia. Per quanto sopra, l’ipotesi che l’U 301 partecipasse al trasferimento del tesoro appare poco credibile. Ma allora chi trasferì il tesoro?

La ricerca nel dopoguerra
Il mistero sul tesoro tedesco non è mai stato chiarito. Di fatto non esiste alcuna documentazione attestante che sia stato mai stato imbarcato su una nave o un sommergibile e le numerose ricerche che si sono succedute dal dopoguerra non hanno avuto nessun esito. Nel settembre 1952, un giornalista francese, Jacques Alain, affermò di aver incontrato un tizio che aveva riferito di aver visto trasportare delle casse, poi nascoste in un luogo non precisato nelle acque antistanti Bonifacio. Quest’uomo era un ex sergente della legione straniera, Walter Himpe. Secondo la sua testimonianza queste erano state nascoste a Bonifacio, sulla costa orientale, e la notizia dell’affondamento di casse nel nord della Corsica era stato un diversivo realizzato con bauli riempiti di pietre e sabbia.

Come aveva fatto Walter Himpe, che nel 1952 aveva 35 anni, a venire a conoscenza della storia? Chi era questo strano personaggio?
Verso la fine di febbraio del 1943 Walter Himpe si trovava a Bizerta, Tunisia, a bordo di un cacciatorpediniere tedesco insieme al colonnello Friedrich Barz che apparteneva allo staff di Rommel. Himpe riferì di aver visto imbarcare sei scatole di munizioni di metallo ma di dimensioni maggiori delle solite. Poco dopo imbarcarono altri due colonnelli appartenenti al quartier generale di Rommel.

Nella notte la nave salpò dirigendosi verso le Bocche di Bonifacio dove arrivò nelle prime ore del giorno dopo. Lo staff tedesco, con l’ausilio di due sommozzatori, si assentarono per circa sei ore e poi rientrarono a bordo. Himpe aveva udito gli ufficiali parlare di un “lago sotterraneo”, presso il pozzo di San Bartolomeo, tra le scogliere di Bonifacio e l’isola di Lavezzi nel sud della Corsica. Nel corso del 1950, furono condotte numerose immersioni nelle vicinanze di Lavezzi e nel famoso “lago sotterraneo” del pozzo di S. Bartolomeo, posto al di sotto della scogliera e comunicante tramite un passaggio con un secondo lago più piccolo. Non si conoscono altri particolari, ma sembrerebbe che per ben quattro anni la Marine Nationale francese condusse delle ricerche subacquee sia nei pressi della foce del Golo che intorno a Capo Corso. Gli esiti non furono mai rivelati.

Le rivelazioni di Terry Hodgkinson e Walter Kirner
Nel 2007, Terry Hodgkinson, uno sceneggiatore televisivo inglese, appassionato cercatore di tesori, rivelò al Daily Telegraph di essere sicuro di aver identificato il luogo dove era stato nascosto il tesoro di Rommel. Terry Hodghkinson aveva  dichiarato che il tesoro si trovava a meno di un miglio nautico dalla città di Bastia (Corsica).

La prova di questa sua possibile scoperta potrebbe risiedere in una sbiadita foto di guerra. Sul retro della foto si legge, scarabocchiato in inchiostro blu, un codice che gli investigatori ritengono possa aiutare ad individuare il tesoro. Nella foto (a lato) si osserva il caporale Walter Kirner, poco dopo il suo ingresso nel famigerato reggimento Leibstandarte Adolf Hitler, fondato nel 1933 come guardia del corpo di Hitler e, in seguito, divenuto un’unità di combattimento delle Waffen S.S.

Sembrerebbe che alla fine della guerra Kirner, insieme ad altri militi delle SS, fu imprigionato nel campo di sterminio di Dachau dove apprese da alcuni compagni di cella la storia del tesoro di Rommel. La fotografia di Kirner è venuta alla luce mentre Hodgkinson, che ha passato gli ultimi quindici anni alla ricerca del tesoro, stava indagando in vecchi archivi tedeschi in Tunisia. Il giornalista britannico venne a conoscenza che Kirner, nel 1948, aveva dihiarato di conoscere il segreto del tesoro. La ricerca negli archivi lo portò ad una sbiadita foto di famiglia, con uno strano codice scarabocchiato sul retro. Solo pochi uomini delle SS potevano essere al corrente sulla posizione del tesoro e Kirner poteva essere uno di loro. C’è una buona probabilità che Kirner non capisse il senso delle coordinate, ma perché le aveva trascritte nel retro di questa foto di famiglia?

Di fatto sembra che dopo la guerra anche Kirner tentò di trovare il tesoro ma le sue scarse capacità organizzative non gli avevano permesso di effettuare una ricerca sistematica. C’è da domandarsi perché Terry Hodgkinson abbia rivelato molti dettagli prima della effettiva scoperta del tesoro. Forse era in cerca di finanziamenti o solo di pubblicità? Oppure stava premendo sull’acceleratore dopo che una troupe televisiva della ZDF era stata fermata dalla Marina Francese per presunte ricerche non autorizzate nella stessa zona?

Le rivelazioni di Peter Fleig
Negli anni ’50 un sedicente ex sommozzatore tedesco delle SS, Peter Fleig rivelò di aver ricevuto, il 16 settembre 1943, l’ordine di assistere un gruppo di quattro ufficiali per nascondere sei scatole di munizioni in acciaio in una caverna sottomarina al largo della costa orientale della Corsica. Poteva essere la caverna di Bonifacio? Dopo la missione, Fleig ed i quattro ufficiali si diressero verso la costa occidentale italiana dove furono però arrestati dalle truppe alleate. Negli interrogatori, questa storia fu rivisitata spesso da Fleig che in seguito negò di aver avuto a che fare con l’occultamento delle casse e di aver sentito accidentalmente la posizione esatta da un ufficiale in un campo delle SS, un luogo tra Bastia e La Spezia, in prossimità di un relitto di un bombardiere. Insomma come ricercare un ago in un pagliaio. Ma chi era veramente Fleig? Fleig e Kirner erano la stessa persona? O forse si tratta di uno dei tanti millantatori di questa leggenda?

Le ricerche del professor Hans Gärtenerge
Secondo l’agenzia tedesca Wolff e Mantler, sei casse di legno e acacia furono recuperate nel 2016 al largo del borgo di Lucciana, presso Bastia. La squadra di immersioni del professor Hans Gärtenerge dell’Università di Colonia, sulla base di informazioni specifiche, dichiarò di aver completato l’operazione di recupero del tesoro di Rommel. La nave oceanografica, battente bandiera tedesca, impiegata per la missione ultimò la missione la notte del 17-18 febbraio del 2016. Una nuova fake news o un’eccezionale scoperta? Se cosi fosse, perché il ritrovamento di questo mitico tesoro non è stato mai mostrato dai media francesi e internazionali? Dove è stato trasferito il tesoro?

Vero o falso, il mistero continua … e c’è da domandarsi se, alla fin fine, la leggenda del tesoro sia solo l’ultima beffa di Rommel, la volpe del deserto.

Andrea Mucedola

 

PARTE I PARTE II

 

 

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