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Petizione OCEAN4FUTURE

Titolo : Impariamo a ridurre le plastiche in mare

Salve a tutti. Noi crediamo che l'educazione ambientale in tutte le scuole di ogni ordine e grado sia un processo irrinunciabile e che l'esempio valga più di mille parole. Siamo arrivati a oltre 4000 firme ma continuiamo a raccoglierle con la speranza che la classe politica al di là delle promesse comprenda realmente l'emergenza che viviamo, ed agisca,speriamo, con maggiore coscienza
seguite il LINK per firmare la petizione

  Address: OCEAN4FUTURE

Storia della Marina del Bolivia

Reading Time: 6 minutes

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livello elementare

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ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XIX – XXI SECOLO
AREA: SUDAMERICA
parole chiave: Armada Naval de Bolivia

 

La Bolivia, un tempo chiamata Alto Perù e divenuta indipendente dalla Spagna nel 1825, oggi è uno Stato interno e montuoso, ma un tempo fu uno stato marittimo che si affacciava sul Pacifico. Come si nota guardando la carta geografica, si trattava di una provincia che si incuneava, spezzandolo in due, nel territorio del Cile. Era un assetto anomalo che non prometteva nulla di buono e, infatti, fu così.

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La Marina fu istituita il 19 novembre 1826 dal presidente Antonio Josè de Sucre con base a Cobja, una piccola baia dove sorgeva una cittadina di neanche 1000 abitanti e che all’epoca era l‘unico scalo del litorale poiché la città di Antofagasta, che sarebbe divenuta rapidamente il centro più importante della zona, fu fondata solo nel 1858.

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Nel 1836 le navi boliviane Yanacocha e Confederacion confluirono nella squadra della Confederazione Perù – Boliviana, un effimero Stato che univa alla Bolivia il Perù meridionale che si era separato dal nord di quella nazione. Tale squadra disponeva di un consistente numero di navi: una fregata, tre corvette, cinque brigantini, quattro golette e molte navi minori. La Confederazione, fra attacchi cileni e argentini e profondi malumori interni, si sciolse nel 1839 e la sua marina, che di fatto era rimasta priva  di una vera e propria organizzazione di comando e di servizi,  ne seguì le sorti. Dopo di allora la Marina boliviana fu modernizzata e fra il 1840 e il 1870 entrarono in servizio le seguenti navi maggiori:

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Guardacoste a ruote  Mariscal Sucre  (1844)

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Guardacoste a elica  Ilimani  (1844)

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Cannoniera a elica El Morro (1875)

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Brigantino Maria Luisa

In quegli stessi anni sei unità fra lancioni e golette al comando di Enrique Van Nivel e Manuel Rodriguez Magariños, furono impiegate per risalire e tracciare le mappe dei fiumi tributari del Rio delle Amazzoni, in una zona che era ancora totalmente inesplorata. Il 21 gennaio 1874 furono istituite le Capitanerie di Porto chiamate Guardas de Playa con sedi a Tocopilla, Mejillones e Antofagasta

Nel 1879 scoppiò la cosiddetta Guerra del Pacifico che vide schierata la Bolivia con il Perù contro il Cile, originata dal contrasto di interessi sui territori che si trovavano al confine delle tre nazioni e che erano ricchissimi di giacimenti minerari, specialmente guano e salnitro.

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affondamento della corvetta cilena Esmaralda da parte dell’ironclad peruviano Huáscar – battaglia navale di Iquique, 21 maggio 1879 – quadro Thomas Somerscales Combate Naval Iquique-Thomas Somerscales.jpg – Wikimedia Commons

Tuttavia la Bolivia non era preparata per una guerra navale perché la sua piccola flotta, fra vendite, naufragi e radiazioni, era stata praticamente smantellata così che la guerra sull’oceano si svolse esclusivamente fra Cile e Perù le cui agguerrite marine disponevano di monitori corazzati e navi moderne con cui si affrontarono in durissime battaglie come quelle di  Angamos e di Iquique.

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Batallón Nº 3 dell’Ejército de Chile, schierato nella Plaza Colón, Antofagasta, durante la Guerra del Pacífico, 1879. Source Álbum gráfico militar de Chile: campaña del Pacífico: 1879-1884. Santiago de Chile: Universo, 1909

La guerra cominciò con lo sbarco cileno a sorpresa ad Antofagasta. Le truppe boliviane furono disperse, ma il piroscafo mercantile Amazonas riuscì a fuggire e ad arrivare in Perù dove, dalla prima stazione telegrafica che trovò, lanciò l’allarme. Il Cile, disponendo di truppe molto ben armate, sbaragliò con una certa facilità l’avversario e arrivò fino a Lima, vincendo la guerra che gli fruttò l’annessione delle province peruviane di Arica e Tacna e di quella boliviana di Antofagasta, privando così il paese dello sbocco sul Pacifico.

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Nave polivalente « Mosoj Huayna » della marina boliviana, 24 giugno 2013, Fonte foto di Richard12sep.1993 Buque de la armada boliviana.jpg – Wikimedia Commons

L’incontenibile voglia di mare della Bolivia 
La Bolivia, tuttavia, non si è mai rassegnata a questa situazione: si barcamenò dirottando quanto possibile del traffico di importazione ed esportazione verso il lontanissimo Atlantico seguendo i fiumi Paraguay e Mamorè, ma ovviamente il “sogno proibito” restava il Pacifico che è a meno di duecento chilometri dal suo confine occidentale. Ebbe inizio da allora una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla necessità di disporre di un proprio porto oceanico che fu tenuta continuamente viva dai politici e da una nutrita pubblicistica.

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Si narra perfino che vi furono presidenti della repubblica che si presentavano in pubblico in divisa da ammiraglio per sottolineare il loro costante impegno per riottenere un sbocco al mare. Durante la guerra del Acre combattuta fra Brasile e Bolivia fra il 1899 e il 1903 in territorio amazzonico la necessità di trasporto e controllo dei fiumi consigliò l’esercito ad istituire un corpo  specializzato “fluviale-lacustre” e dopo moltissimi anni di discussioni e proposte si arrivò all’8 gennaio 1966 quando fu creata la Fuerza Naval Boliviana poi ridenominata Armada Boliviana della quale fa parte anche il Corpo delle Capitanias de Puerto.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è BANDIERA-NAVALE-BOLIVIA-FINO-2013.pngIl 24 marzo di ogni anno ricorre la Festa del mare che commemora la perdita del litorale; in quel giorno si tengono parate e discorsi e nella capitale La Paz vi partecipa il Presidente della Repubblica. Poiché la città si trova a 3500 metri di altezza, le cerimonie si svolgono in un inusitato scenario quasi sempre abbondantemente innevato. La struttura della Marina è complessa e si articola su numerosi Distretti e Zone navali. Comprende oltre 5000 uomini fra marinai, marines, aviazione navale e personale civile.

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Le unità sono numerose: una statistica ne conta 173,  benché siano quasi tutte motovedette di costruzione statunitense e cinese e gommoni, di cui alcuni in versione d’assalto. L’Armada svolge attività di supporto all’esercito e combatte i narcotrafficanti: contro questi ultimi nel 1988 è stato costituito il corpo speciale dei “Diavoli Azzurri”. Le forze navali sono presenti anche sul lago Titicaca condiviso con il Perù.

Nel 2010, dopo un lunghissimo periodo di trattative, il Perù ha concesso alla Bolivia per 99 anni l’uso del porto di Ilo e ha permesso che vi venisse istituita la Scuola Navale. Ad ogni modo le prospettive di un concreto sviluppo in senso commerciale di questo porto sono ancora tutte da inventare considerata la mancanza di una ferrovia e di una strada diretta con l’interno e ancora meno lo sono quelle militari poiché l’area resta peruviana e non è stata concessa nemmeno l’extraterritorialità.

Che questo palliativo basti a soddisfare l’orgoglio nazionale è però un’illusione perché la Bolivia non si è ancora accontentata: non solo rimane sensibilissima l’attenzione sulla zona di Antofagasta che è al minimo pretesto fonte di continui attriti con il Cile, ma sono state anche presentate reiterate richieste di accesso al mare alla Corte Internazionale di Giustizia per ripristinare in qualche modo la situazione di 150 anni fa. L’ultima risale all 2015 e nel 2018 ha ricevuto un’ennesima risposta negativa.

Guglielmo Evangelista

 

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Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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