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Sicurezza marittima: i Contractor militari e il loro crescente impiego contro le minacce ibride – parte II

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MONDO
parole chiave: Milizie private a contratto, sicurezza marittima e terrestre

 

Evoluzione delle milizie private a contratto
Da un iniziale supporto eminentemente logistico si è passati, con l’andare del tempo, ad un vastissima tipologia di attività specificatamente militari e di sicurezza che possono arrivare ora a comprendere anche vere e proprie azioni di combattimento. Non esiste più infatti una marcata differenza tra i servizi forniti da una PMC (Private Military Company/Firm), inizialmente orientata solo ad attività di natura prettamente militare, e quelli forniti da una PSC (Private Security Company), inizialmente orientata a garantire unicamente attività di sicurezza.

Contractor del “Gruppo RSB” russo dal 2012 protegge decine di navi mercantili e scientifiche russe e straniere. Il “Gruppo RSB” ha salvato centinaia di membri dell’equipaggio dalla minaccia dei pirati somali. RSB è stata la prima società di sicurezza marittima che ha avviato la protezione delle navi con l’ausilio di dispositivi di segnalazione acustica Hyper Spike. dal sito

Anzi, tale differenza è andata via via scomparendo lasciando spazio ad una unica tipologia di Società in grado di fornire una vasta serie di servizi e definita con l’acronimo PMSC (Private Military and Security Company). Permangono tuttavia, per una questione unicamente formale, le definizioni presenti nei due principali documenti ufficiali stilati nell’ambito della Comunità Internazionale che trattano la materia, ovvero: il citato acronimo PMSCs (Private Military and Security Companies) all’interno del “Documento di Montreux” (del 2008) e l’acronimo PSCs (Private Security Companies – Private Security Service Providers) all’interno del “Codice Internazionale di Condotta per i Fornitori di Servizi di Sicurezza Privati” (International Code of Conduct for Private Security Services Providers – ICoC – del 2010). Si possono comunque trovare ancora differenti sigle ed acronimi in quanto si sono avuti diversi tentativi di classificazione per chiarire, al possibile utente, i vari servizi forniti.

Nel merito, si citano le principali tipologie di classificazione: differenziazione tra le generiche forniture e i servizi specifici (dott. Doug Brooks), tra i mezzi impiegati e gli oggetti da proteggere (dott. Chris Kinsey), tra supporto, consulenza e attività militare (dott. Peter Singer), tra struttura organizzativa e prestazioni (dott. Stefano Ruzza) o in base al tipo di contratto stipulato (prof.ssa Deborah Avant).

La Privatizzazione della Sicurezza Marittima
Dal 2008, in aggiunta a quanto detto, ha preso forma anche la privatizzazione della sicurezza marittima voluta dalle principali Compagnie Assicurative Marittime fortemente preoccupate per l’esponenziale recrudescenza del fenomeno, sempre più violento, della pirateria. Sono state quindi costituite anche “Compagnie Private di Sicurezza Marittima” (Private Maritime Security Companies – PMSCs) (stesso acronimo delle Military-Security!!!) con i loro “Contractor marittimi”, definiti “PCASP” (Privately Contracted Armed Security Personnel), generalmente operanti in gruppi di intervento precostituiti chiamati “ESTs” (Embarked Security Teams) o “AMSTs” (Armed Marine Security Teams), ed i cui “comportamenti operativi” specifici vengono regolamentati da ulteriori sei principali Circolari (Circ. MSC 1404, 1405, 1406, 1408, 1443, FAL.1/Circ. 2) emanate dal Comitato di Sicurezza Marittima (Maritime Security Committee – MSC) dell’IMO (International Maritime Organization). Per inciso, i Contractor marittimi hanno una duplice possibilità di impiego: o a bordo delle navi da proteggere o a bordo di imbarcazioni veloci appositamente attrezzate ed armate, chiamate “DEVs” (Dedicated Escort Vessels), che garantiscono una “scorta armata” in determinati tratti di mare precedentemente individuati e considerati pericolosi per il transito di navi mercantili.

I servizi forniti da una generica PMSC (Military & Security) di grandi dimensioni possono essere decisamente considerevoli, sia in termini di quantità che di capacità, ed interessare le più disparate attività: consulenza, addestramento, pianificazione operativa, supporto logistico, supporto tattico, comunicazioni, cyber-defence, scorte armate, liberazione di ostaggi, protezione di personalità, protezione di convogli stradali, protezione di forze operative, protezione di siti sensibili, raffinerie, centrali elettriche, fabbriche e manufatti vari, pilotaggio di elicotteri e di droni, attività di intelligence, ricognizione, pattugliamento, sorveglianza e controllo.

Al riguardo, la Comunità internazionale aveva già a suo tempo avvertito la necessità che il Diritto Internazionale Umanitario ed i diritti umani fondamentali venissero pienamente tutelati nell’ambito delle varie attività condotte dai Contractor. È stato conseguentemente prodotto un ragguardevole numero di documenti, disposizioni, suggerimenti e iniziative la cui disamina, peraltro noiosissima, risulterebbe in questa sede troppo articolata e dispersiva. È tuttavia opportuno evidenziare che tali documentazioni affrontano, tra gli argomenti principali, l’uso della forza, l’impiego delle armi e lo “status giuridico” dei Contractor.

Nel merito, emerge chiaramente che la figura del Contractor non è assimilabile alla figura del mercenario e che inoltre il suo “status” (anch’esso ibrido!) varia al variare del suo “ruolo” assunto nello svolgimento del proprio servizio (ovvero come civile, civile armato, civile combattente, civile aggregato ad una forza militare, combattente inserito in un gruppo militare). Fattore determinante per l’impiego dei Contractor risulta essere, come stabilito dal citato documento di Montreux, l’adesione agli obblighi derivanti dal Diritto Internazionale Umanitario da parte degli Stati coinvolti, ovvero dallo Stato in cui ha sede legale la Società dei Contractor (che ne determina principalmente le possibilità operative ed i vincoli legali), dallo Stato che impiega i Contractor e dallo Stato in cui i Contractor svolgono la loro attività.

L’adesione di una Società al citato “Codice Internazionale di Condotta per i Fornitori di Servizi di Sicurezza Privati” (ICoC) garantisce/certifica che i propri Contractor operano nel pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario e dei diritti umani fondamentali. In buona sostanza, l’adesione al Documento di Montreux e l’adesione all’ICoC da parte di una Società di Contractor garantiscono alla medesima una sorta di “bollino di qualità” in piena aderenza alle leggi di mercato.

Quasi tutte le sedi legali delle PMSCs si trovano comunque in quei Paesi le cui leggi autorizzano i civili ad usare armi da guerra poiché, in determinati contesti operativi e a prescindere dal ruolo ricoperto, solamente la possibilità di poter impiegare un’arma automatica ad elevata celerità di tiro, anche solo per difesa ed in caso di estrema emergenza, può garantire ad un operatore di non soccombere e rientrare a casa sano e salvo.

Marco Bandioli 
ammiraglio aus MMI
esperto di sicurezza 

 

articolo pubblicato originariamente su DIFEAONLINE Contractor militari e il loro crescente impiego contro le minacce ibride – Difesa Online

immagine in anteprima Royal Marines ispezionano un Dhow sospetto – wikimedia commons 

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

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PARTE I PARTE II

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