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Le missioni della Marina Militare italiana sul Po, 1967 – parte I

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: ACQUE INTERNE ITALIANE
parole chiave: Marina Militare italiana, Po
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Dopo che nell’ormai lontanissimo 1525 gli imperiali distrussero l’arsenale delle galere di Pavia, le acque del Po non videro più né passaggi né scontri di navi da guerra. Nonostante il fiume rappresentasse una comoda “autostrada” che attraversava tutta la pianura padana, bagnando più Stati, nello svolgimento delle vicende belliche dei secoli successivi, comprese le due guerre mondiali, tutto si risolse in spostamenti di truppe o materiali o, al massimo, in qualche scontro fra barche cariche di sbirraglie cittadine per questioni locali o doganali. Bisognò attendere il 1967 per vedere ricomparire delle navi da guerra; era quello un periodo nel quale la Marina Militare italiana si stava procurando una forte visibilità: l’incrociatore Garibaldi trasformato in lanciamissili, i nuovissimi Doria e Duilio, i sommergibili classe Toti e l’imminente cinquantenario della vittoria del 1918 al quale la Marina avrebbe contribuito con una memorabile rivista navale. I due eventi che racconterò furono quindi per la Marina militare italiana occasioni propagandistiche di sicuro effetto. Non era certamente estraneo anche il desiderio di attirare personale volontario reclutandolo fra le regioni del nord Italia, il cui apporto era sempre più scarso in dipendenza delle tante occasioni di lavoro che offriva l’economia delle regioni settentrionali (all’epoca) in pieno boom economico.

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Le motosiluranti in arrivo a Cremona – da pubblicazione ANMI – per gentile concessione

Settembre 1967

Se il Po, con il suo regime idrometrico capriccioso, i bassi fondali e i banchi di sabbia è poco adatto alla navigazione commerciale, lo è ancora meno per quella delle navi militari e la nostra marina non è quella della Russia, del Brasile del Paraguay o di tanti altri Paesi solcati da grandi fiumi e dotati di flotte di cannoniere e motovedette appositamente progettate per quel tipo di acque: per la crociera sul Po furono scelte due motosiluranti tipo Higgins, la 443 e la 453. Erano vecchiotte, costruite negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, ma non si potevano impiegare imbarcazioni più grandi e comunque, con la loro linea slanciata e tutte le armi in bella vista, avevano un sicuro impatto visivo (nota 1). L’evento, decisamente insolito, fu preceduto da una lunga serie di incontri fra lo Stato Maggiore della Marina, i rappresentanti locali dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (che, per brevità, chiameremo in seguito ANMI), il Magistrato del Po (nota 2) e l’Associazione Amici del Po. Una volta che tutto fu pianificato un piccolo mezzo da sbarco con a bordo tecnici del Genio Civile risalì il fiume svolgendo una specie di “campagna idrografica”, di fatto una ricognizione, per studiare a fondo il percorso e le sue insidie.

Le due motosiluranti, con il Capitano di fregata ardito incursore Natale Proto, Capo Squadriglia, e il Tenente di vascello Leonardo Reffo e il Sottotenente di vascello Giorgio Pitacco al comando delle unità, partirono da Venezia nel mattino del 1°settembre e pernottarono a Ferrara dove giunsero scortate nell’ultimo tratto dagli aerei del locale Aeroclub.

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La motosilurante 453 all’altezza di Stagno Lombardo – Foto A. Lampugnani per gentile concessione Giorgio Gerevini

Proseguirono poi per Ostiglia, Guastalla, Boretto, Torricella parmense e Casalmaggiore, giungendo a Cremona il 3 settembre 1967 alle 17:30 dove si trattennero per una settimana. Piuttosto che farle ormeggiare nel porto commerciale, ben attrezzato ma piuttosto fuori mano, si utilizzò il lungo tratto banchinato di fronte alla Canottieri Baldesio, nei pressi del ponte stradale e ferroviario sul Po, dove fu allestito un ampio pontile galleggiante.

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Le motosiluranti a Cremona – Foto “La Libertà”

Intervenne anche il Ministro della Difesa Tremelloni che visitò il porto fluviale e ovviamente, al suo seguito, affluirono numerose autorità civili e militari. Il concorso della folla, attratta dalla novità, fu enorme, calcolato in trentamila persone; in serata si susseguirono concerti musicali ed esibizioni di canto corale e infine vi fu uno spettacolo pirotecnico sul fiume battezzato “Il Po in fiamme” mentre agli ufficiali e ai sottufficiali delle unità fu offerta una cena d’onore al ristorante Dordoni. Si verificarono anche due piccoli incidenti sul rimorchiatore Venezia del Genio Civile, che aveva a bordo il Presidente del Magistrato del Po, e su un motoscafo carico di giornalisti dove si ebbero due principi di incendio: vi fu un pò di “fuggi fuggi” ma furono subito soffocati senza danni. Durante la sosta una parte degli equipaggi avrebbe poi raggiunto Milano via terra per partecipare, il 10 settembre, all’inaugurazione del monumento al marinaio d’Italia da parte dell’allora Presidente del Consiglio Aldo Moro, in occasione del V raduno nazionale dell’ANMI.

Alcuni dati sulle due motosiluranti che parteciparono alla prima missione di risalita del Po
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Guglielmo Evangelista

Note

1) A titolo esemplificativo ricordiamo che l’immersione delle motosiluranti era di m 1,70, mentre la cannoniera Carlotto (vedi foto), varata nel 1918 (unica nave costruita dall’Italia specificamente per i servizi fluviali, con un dislocamento di 247 tonnellate) aveva un’immersione inferiore al metro.
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2) Nonostante il nome, il Magistrato del Po non ha nulla a che fare con la magistratura ordinaria. Era un organo del Ministero dei Lavori Pubblici esclusivamente a carattere tecnico e amministrativo. Oggi è stato sostituito dall’Azienda Interregionale per il fiume Po.

Fonti
Notiziario della Marina. Giugno 1972
Associazione Nazionale Marinai d’Italia: “Trentennale di fondazione, 1957-1987”. Cremona 1987
Istituto del Nastro Azzurro – http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org
E. Bagnasco: I MAS e le motosiluranti italiane. Ufficio storico MM, Roma 1967
Difesa online
Giornale del Po
La Gazzetta di Mantova
La Libertà
La Provincia di Cremona
La Provincia Pavese
La Stampa
Vita Cattolica
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