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Una curiosa tradizione: 29 giugno e la nave di San Pietro

tempo di lettura: 4 minuti


livello elementare
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ARGOMENTO: TRADIZIONI DEL MARE
PERIODO: ESTATE
AREA: DIDATTICA
parole chiave: 29 giugno

La “nave di San Pietro” è una tradizione popolare diffusa nel Nord Italia, in particolare in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Lombardia, Liguria e Piemonte. È diffusa inoltre in alcune vallate e territori della Toscana nordoccidentale: Garfagnana e Valdilima (Lucca), Valleriana (Pistoia) e Galciana (Prato).

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è METEO-390px-Barca_s_pietro_2020_01.jpeg

Barca di San Pietro – autore Rei Momo https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Barca_s_pietro_2020_01.JPG

Nella notte fra il 28 e il 29 giugno (Festa dei SS Pietro e Paolo) è usanza porre un contenitore di vetro riempito d’acqua fredda a terra su di un prato, un giardino o all’esterno di una finestra, e colare nell’acqua un albume d’uovo. Il contenitore viene poi lasciato all’aria aperta per tutta la notte. Il mattino seguente si dovrebbero notare nell’acqua delle strutture, formate dall’albume, che ricordano una barca a vela o un veliero e che, secondo la credenza popolare, sarebbero prodotte dal soffio di San Pietro.

A seconda di come appaiono le “vele” si possono trarre i seguenti auspici:

– vele aperte: sole

– vele chiuse: pioggia

Se poi si crea un bel veliero sarà di auspicio per un buon raccolto
La credenza vuole che San Pietro apostolo, che era in origine un pescatore, vada a soffiare all’interno dei contenitori facendo apparire una barca, dimostrando così la sua vicinanza ai fedeli. Secondo Wikipedia questa tradizione risalirebbe al culto di San Pietro apostolo, diffusosi nel nord Italia a partire dal XVIII secolo grazie ai monaci benedettini. In alcune zone e in altre varianti, la stessa tradizione si diffuse anche per il 24 giugno, festa di san Giovanni Battista. Non a caso, si fuse poi con gli eventi stagionali; il 29 giugno, coincide da sempre con periodi caratterizzati da un’alta attività di temporali, quindi attribuiti ad alcuni episodi evangelici (come la tempesta sedata da Gesù). La tradizione popolare, molto legata ai fenomeni atmosferici, determinanti per i raccolti agricoli e per le attività di pesca, diede  quindi luogo a questo curioso rito che, in vero, di cristiano ha ben poco. Se ne trova traccia in molti proverbi veneti come «L’è vero, l’è vero l’è rivà San Piero» Negli anni dell’emigrazione, nella Garfagnana l’esito di questa pratica veniva interpretato anche come auspicio per il viaggio in mare di coloro che si apprestavano a partire per le Americhe.

Perché succede?
Niente di magico o di religioso ma un semplice fenomeno fisico. Il freddo-umido della notte fa aumentare leggermente la densità dell’albume che cade sul fondo del contenitore di vetro. L’ acqua fredda si riscalda grazie al calore rilasciato dalla terra e attraverso piccoli moti convettivi trascina con sé l’albume creando l’effetto delle vele.  A ciò si aggiunge l’effetto del primo mattino: l’albume si scalda nuovamente, diminuisce la sua densità e risalendo verso l’alto, “issa”, per così dire, le “vele”. In altre parole il fenomeno è dovuto alle variazioni termiche tra il giorno e la notte tipiche dei giorni di inizio estate e per vedere la nave, la giornata precedente deve essere ben assolata. Se volete provare, potete farlo anche in altri notti di questo periodo.

Ma vi sono altre leggende a riguardo di questo giorno
Nell’Ottocento era popolare la leggenda secondo cui al giorno di San Pietro debba seguire un temporale, perché il diavolo esce dall’inferno per quell’anniversario. Per questo motivo molti pescatori durante questa notte non escono in barca per timore di burrasche e temporali. In Sicilia c’è una credenza popolare che racconta che il mare di Palermo era  un tempo molto pescoso, in particolare di sgombri, ma solitamente in questo giorno dedicato al loro Patrono i pescatori non esercitassero la pesca. Tutto iniziò il 29 giugno del 1634, quando i pescatori locali, spinti dall’avidità e senza riguardo alla solennità del Santo,  uscirono in mare per pescare. In quella giornata non solo la pesca fu sfortunata ma per molti anni seguenti il mare non fu più pescoso. Fu così che i pescatori siciliani, tra superstizione e penitenza, presero come Patrono e loro protettore San Pietro. Da altre parti, invece, si pensa che questa notte sia proficua per la pesca e, secondo un’altra leggenda, la madre del santo è benevola nei confronti dei raccolti perché, nelle annate di siccità, il 29 giugno provvederebbe a far cadere una pioggia benefica. Non ultimo, per completezza, il 29 di giugno si festeggia anche San Paolo apostolo che, dal 1971, il Santo Padre confermò come patrono dei subacquei d’Italia. 

Cieli sereni

Paolo Giannetti

 

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