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Aria contaminata arriva in Parlamento con una nuova interrogazione .. un problema letale che non può più aspettare

tempo di lettura: 5 minuti

Aria-Pulita-Sito_0La qualità della miscela respiratoria è fondamentale per la sicurezza dell’immersione. La presenza di monossido di carbonio, di  Anidride Carbonica (CO2) in quantità eccessive, specialmente per le immersioni più profonde sono un pericolo per la salute del subacqueo. L’olio in sospensione, facilmente riconoscibile aprendo la rubinetteria e controllando il beccuccio o l’interno della bombola, è un rischio gravissimo tanto per i nostri polmoni quanto per il pericolo di incendio.  Sarà capitato a tutti almeno una volta … avete denunciato chi ve le aveva caricate?  Probabilmente no e questo è stato un male. Dobbiamo pretendere la scrupolosità dei controlli da parte dei fornitori delle miscele attraverso cambi di filtri e manutenzioni regolari come previsto dalle case fornitrici dei compressori. Inoltre è fondamentale che si intensifichino i controlli da parte delle autorità. Non si può scherzare su questi problemi.  Il problema è  giunto in Parlamento ed ora si aspettano risposte chiare. Si riporta di seguito l’atto presentato dall’onorevole Aracri a seguito del grave incidente avvenuto nel 2014 ai tre subacquei perugini alle Formiche di Grosseto. Da meditare.

Riferimento: Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08141 pubblicato il 28 settembre 2017, nella seduta n. 887

ARACRI – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei beni e delle attività culturali e del turismo e della salute. – 

Premesso che:

– a quanto risulta all’interrogante, la tragedia dei tre sub perugini morti il 10 agosto 2017 (ndr. in realtà il 13 agosto 2017  avvenne un diverso incidente a Ischia,  sul fondo della «Secca delle Formiche», di fronte all’isolotto di Vivara ma non per aria inquinata; mentre quello dei tre sub di Perugia, a causa di aria contaminata avvenne il 10 agosto 2014), durante un’immersione, al largo delle isole Formiche, in provincia di Grosseto, a causa di un’elevatissima quantità di monossido di carbonio contenuta nell’aria respirata dalle bombole (dalle 1.600 alle 2.400 parti per milione), ha evidenziato, nell’ambito della comunità dei subacquei, il problema della sicurezza legato alla qualità dell’aria respirata;

– la presenza tra le 120 e le 150 parti per milione di monossido di carbonio nell’aria può già provocare una intossicazione “lieve”, che può dar luogo a cefalea, dispnea, vasodilatazione, nausea, vomito, vertigini e disturbi alla vista; mentre la presenza tra le 400 e le 600 ppm, oltre ai sintomi dell’intossicazione lieve, può provocare anche ipotensione, tachicardia e aritmia; quando il monossido di carbonio presente nell’aria respirata è superiore alle 1.000 ppm può dar luogo a coma, convulsioni, insufficienza respiratoria, ischemia miocardica, edema polmonare e arresto cardiorespiratorio;

– spesso la qualità dell’aria di molte stazioni di ricarica è pessima, e le conseguenze sono devastanti, soprattutto per la salute; non risparmiano neppure le attrezzature subacquee, quali bombole ed erogatori; la cattiva qualità dell’aria può avere diverse conseguenze sulla salute, in funzione delle varie sostanze inquinanti presenti in essa, ma l’utente può solo rilevare il pessimo odore dell’aria o mettere davanti al rubinetto aperto della bombola un fazzoletto bianco per rilevare eventuali macchie dovute all’aria inquinata, riuscendo in questo modo a rilevare solo l’aria assolutamente “pessima” e non l’aria “cattiva”;

– la qualità dell’aria è stabilita da diverse normative in funzione del suo utilizzo e secondo le norme DIN EN 12021 o EN 132 l’aria è considerata “respirabile” solo se rispetta i seguenti limiti: monossido di carbonio (CO) massimo 15 ml per metro cubo; anidride carbonica (CO2) massimo 500 ml per metro cubo; vapore acqueo e condensa massimo 25 mg per metro cubo;

– i gas compressi per respiratori non devono contenere contaminanti a una concentrazione che possa causare effetti tossici o dannosi; i contaminanti devono essere mantenuti al livello più basso possibile e devono essere minori di 1/10 del limite di esposizione nazionale di 8 ore, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 81 del 2008 e successive modifiche e integrazioni;

– per la respirazione a pressioni iperbariche (maggiore di 1 bar) i livelli devono essere rivisti per tenere conto degli effetti della pressione; i gas respirabili, inoltre, devono essere privi di odore o sapore insoddisfacente; la qualità dell’aria dovrebbe essere garantita dalla legge secondo le specifiche (DIN EN12021, già DIN EN 3188), ma nella realtà il controllo è limitato alle certificazioni necessarie per poter vendere un compressore; i controlli successivi, che dovrebbero essere eseguiti da parte dei servizi d’igiene ambientale delle AUSL o dei NAS dei Carabinieri (operativi nel settore sanitario), sono praticamente inesistenti;

– esiste un problema generalizzato, riguardo alla qualità dell’aria fornita dalle stazioni di ricarica, che si è evidenziato di frequente in due modi: o perché l’aria ha un cattivo odore e/o sapore, o perché in caso d’ispezione interna delle bombole (per esempio quando si smontano i rubinetti per portarle alla visita periodica di collaudo), si trovano ruggine e residui di olio, causati dalla presenza di acqua e olio dovuta alla pessima qualità dell’aria, ma l’aria respirabile ha un’umidità residua, tale da non poter innescare il processo di ossidazione, quindi l’aria respirabile non può provocare ruggine nella bombola; il cattivo odore o sapore dell’aria e la ruggine e l’olio all’interno della bombola evidenziano solo l’aria di qualità “pessima”, infatti, alcuni inquinanti hanno la caratteristica di essere inodori e insapori, quindi esistono vari gradi e tipologie d’inquinamento e l’aria può essere irrespirabile anche se non presenta particolari odori o sapori;

– l’aria di pessima qualità, rilevabile nei modi suddetti, è molto frequente, come può facilmente verificare chi è a contatto con un certo numero di bombole, sia perché si occupa del collaudo, sia perché gestisce una stazione di ricarica, una scuola subacquea o tutte quelle situazioni che portano a maneggiare molte bombole; la notevole frequenza con la quale si può rilevare aria sicuramente “pessima” fa dubitare che ci sia anche tanta aria non a norma, quindi non respirabile e non rilevabile, perché inodore e insapore. Questa tesi è avvalorata da approfondimenti tecnici relativi alla gestione degli impianti di ricarica e in particolare del sistema filtrante;

– le AUSL effettuano verifiche a campione per appurare la presenza eventuale di contaminanti nell’aria, ed esiste appunto una tabella standard che quantifica i livelli tollerabili di contaminanti espressi in parti per milione per poter definire l’aria come respirabile. In ambito sanitario, detto controllo è normalmente effettuato dai NAS dei Carabinieri, e a giudizio dell’interrogante, il cittadino ha diritto alla difesa della salute, e nello specifico a respirare aria non intossicante, di conseguenza, sono necessari maggiori controlli e relativi provvedimenti da parte delle istituzioni statali,
 
si chiede di sapere:

– quali orientamenti i Ministri in indirizzo intendano esprimere in riferimento a quanto esposto e quali iniziative vogliano intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, per porre rimedio all’annosa questione sulla qualità dell’aria respirabile nelle immersioni dei subacquei sportivi;

– se intendano aumentare la quantità e la qualità dei controlli, per la verifica le proprietà dell’aria erogata dai diving, dalle stazioni di ricarica bombole e aziende di collaudo delle bombole subacquee che offrono i loro servizi, perché annualmente migliaia di turisti e subacquei potrebbero respirare gas dannosi alla salute;

– se non ritengano necessario emanare una circolare esplicativa, indirizzata a tutte le istituzioni preposte (Capitanerie di Porto, AUSL, Guardia di finanza, NAS dei Carabinieri, eccetera) con indicazioni precise e linee guida sui controlli da effettuare presso i diving, stazioni di ricarica e aziende di collaudo delle bombole subacquee, presenti sul territorio di competenza.

Fonte
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText  tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1044909

SI ma in SICUREZZA

 

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