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livello elementare
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ARGOMENTO: FOTOGRAFIA
PERIODO: XX – XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: fotografia subacquea, didattica
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Macro o ambiente?
Questa è la classica domanda che molti fanno a noi fotografi subacquei sulla barca quando vedono il nostro armamentario, ma non è così semplice. Andiamo per ordine. La macro fotografia subacquea è la branca della fotografia subacquea che più si avvicina alla fotografia terrestre: in effetti, se siamo in grado di produrre buoni scatti macro a terra, in linea di massima possiamo farlo anche sott’acqua.
Normalmente nei diving e sulle barche si parla di “macro” non per la sua definizione ufficiale (fotografia con rapporto di ingrandimento su piano pellicola o sensore 24 x 36 di 1:1) ma per tutto quello che non è “grandangolare” ovvero si assimila alla macro quello che più correttamente dovrebbe essere definito “ravvicinato”. La macro è quella branca della fotografia subacquea forse più facile ed alla portata delle attrezzature più economiche non necessitando di flash particolarmente potenti.
Con un rapporto di ingrandimento macro si possono decontestualizzare i soggetti (vedi foto incluse nell’articolo di Fabio Carnovale). In questo caso, il diaframma sarà chiuso ma non troppo, non più di 16 o 22, questo per non incorrere nella famigerata “diffrazione” che, a fronte di un minimo di profondità di campo in più, riduce sensibilmente la qualità dell’immagine.
Gli obiettivi saranno quelli classici per la macro fotografia terrestre; il 100 mm o 105 mm sono i più usati, con un occhio di riguardo per il 60 mm, che sebbene fa avvicinare di più il fotografo al soggetto per ottenere lo stesso rapporto di ingrandimento, permette di fotografare soggetti più grandi e con maggior profondità di campo. Non ultimo vantaggio per il 60 mm è quello di poter produrre immagini anche di soggetti grandi, pesci o persone, che può essere utile vista l’impossibilità di cambiare le ottiche sott’acqua. L’oblò da impiegarsi sarà generalmente e quasi sempre quello piano.
Le accortezze per la fotografia subacquea in macro sono le stesse della fotografia subacquea ovvero evitare la sospensione, angolando il (o i flash) per contrastare gli effetti di back scattering. Le regole compositive che seguiremo sono simili a quelle impiegate della fotografia normale. E’ possibile ottenere foto simili alle macro o fortemente ravvicinate anche con obiettivi non specifici come il 35 mm o lenti zoom che arrivino almeno a questa focale.
Infine, non ultimo in ordine di importanza, accenno l’impiego delle lenti addizionali. Esse si possono inserire e disinserire in immersione e permettono di variare il rapporto di ingrandimento in funzione del soggetto da riprendere.
Le compatte
Le fotocamere compatte normalmente offrono la funzione macro ad una distanza molto ravvicinata, anzi spesso questa caratteristica viene decantata come un vantaggio; in realtà questo può rappresentare una limitazione. Gli animali da fotografare spesso non gradiscono essere avvicinati più di tanto e scappano. Inoltre spesso la caratteristica macro delle compatte è data alla focale più corta dell’obiettivo; ciò fa sì che la profondità di campo sia moltissima, se talvolta questo può essere una caratteristica favorevole, in altri casi, quando vorremmo sfocare lo sfondo per meglio evidenziare il soggetto, esso rappresenta un handicap. Comunque, non c’è dubbio che avere la possibilità di fare tutto con un’unica lente, con quegli zoom tutto-fare delle compatte, può essere vantaggioso specialmente quando non si sa cosa si troverà da fotografare e si è … alle prime armi.
Fabio Carnovale
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appassionato di Fotografia Naturalistica negli anni ’80 ha scoperto la Subacquea e la Fotosub e non l’ha più lasciata. Una passione affiancata sempre a quella della Professione Medica, attività dove ha pubblicato e presentato relazioni scientifiche in ambito nazionale ed internazionale. Appassionato anche di Storia della Fotosub è iscritto alla Historical Diving Society Italia e possiede una vasta collezione di apparecchi fotografici subacquei.
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