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Finding Nemo, il pesce pagliaccio questo sconosciuto

tempo di lettura: 4 minuti

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livello elementare
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ARGOMENTO: BIOLOGIA E ECOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Pomacentridae
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Ricorderete tutti il simpatico e curioso pesciolino Nemo del film della Walt Disney “Finding Nemo”. Nella storia il piccolo pesciolino viene catturato da un amatore per essere poi conservato in un acquario, cosa che purtroppo avviene nel mondo reale molto spesso. Nemo è un Pesce pagliaccio, o anemone fish, un pesce della sottofamiglia degli Amphiprioninae appartenente alla famiglia dei Pomacentridae, la stessa dei Chromis chromis mediterranei. 

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distribuzione geografica degli Amphiprioninae da NGDC GSHHS – autore © Sémhur https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed http://rspb.royalsocietypublishing.org Amphiprioninae distribution map-blank.svg – Wikimedia Commons

Tassonomicamente i Pomacentridi sono  suddivisi in quattro sottofamiglie: gli Amphiprioninae, i Chrominae, i Lepidozyginae ed i Pomacentrinae. Tra i Chrominae, il pesce forse più conosciuto è il Chromis chromis, conosciuto comunemente come castagnola, unico rappresentante dei Pomacentridi nel Mediterraneo.

La castagnola (Chromis chromis) popola i fondali rocciosi poco profondi dove, da adulta, vive in banchi numerosi sparsi a mezz’acqua. Si può spesso osservare anche sulle praterie di Posidonia oceanica. Gli esemplari giovanili delle castagnole possiedono una bellissima livrea blu e si possono osservare spesso in prossimità di cavità, crepacci ed altri ambienti ombreggiati che prediligono essendo infastiditi dalla luce.

Habitat
Ma torniamo a Nemo. I pesci pagliaccio sono nativi delle calde acque degli oceani Indiano e Pacifico, tra cui la Grande Barriera Corallina ed il Mar Rosso. Vivono sul fondali poco profondi e protetti come le lagune e gli atolli. Non sono presenti in Atlantico. I Pesci pagliaccio sono onnivori e occasionalmente possono nutrirsi anche del cibo non digerito dagli anemoni. Sebbene forse non si possa parlare di una vera e propria simbiosi, i due animali hanno vantaggi reciproci.  Si è notato, ad esempio,  che la materia fecale dei pesciolini nutre gli anemoni e l’azoto prodotto aumenta la quantità di alghe locali, aiutando l’anemone nella crescita dei tessuti e nella sua rigenerazione. Inoltre, il combattivo pesce pagliaccio difende l’anemone dai suoi predatori e uccide i parassiti. In cambio, l’anemone viene utilizzato dai pesci pagliaccio come nido sicuro per le loro uova in quanto difficilmente altri pesci si avventurano tra i tentacoli. 

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un esemplare di Red Sea Clownfish (Amphiprion bicinctus) fotografato a Marsa Alam, Egitto, nuota indenne tra i tentacoli dell’anemone magnifica (Heteractis magnifica) – autore Magnus KjaergaardAmphiprion bicinctus Marsa Alam 3.JPG – Wikimedia Commons

Ma come fa il pesce ad essere immune dal veleno dell’anemone?
Ci sono diverse teorie su come possano sopravvivere; ad esempio si pensa che il rivestimento di muco del pesce potrebbe essere basato su zuccheri piuttosto che proteine. Ciò significa che anemoni potrebbero non riuscire a riconoscere il pesce come una potenziale fonte di cibo e non sparano le loro nematocisti. Un’altra teoria è che l’evoluzione delle specie ha favorito l’acquisizione di una immunità alle nematocisti e le tossine prodotte dall’anemone. La sperimentazione ha mostrato che un tipo di pesce pagliaccio, l’Amphiprion percula può sviluppare resistenza alla tossina da Heteractis magnifica ma … non ne è totalmente protetto in quanto, in caso sia privo di muco può essere colpito dalle  nematocisti del suo ospite.

La vita sociale
Interessante la sua vita sociale: in un gruppo di pesci pagliacci si genera una gerarchia di dominanza piuttosto rigida. La femmina più grande e più aggressiva si colloca al primo posto. Solo un maschio ed una femmina del gruppo si riproducono attraverso la fecondazione esterna. Pesce pagliaccio sono ermafroditi sequenziali, il che significa che si sviluppano prima come maschi, e, in maturità diventano femmine. Se la femmina è rimossa dal gruppo o muore, il maschio di dimensioni maggiori diventerà una femmina. Bizzarro ma non raro in natura.

Un’altra cosa interessante è legata al ciclo riproduttivo che è spesso correlato con il ciclo lunare. E’ stato scoperto che i tassi di deposizione delle uova  presentano un picco nel  primo e terzo trimestre della Luna. La tempistica di questa progenie significa che le uova si schiudono intorno alla luna piena ovvero nei periodi di luna nuova. Una spiegazione di questo orologio lunare è che le maree primaverili producono le maree più alte durante la luna piena. La schiusa avviene in ore notturne, durante l’alta marea che può ridurre la predazione da parte di altri pesci, consentendo una maggiore capacità di fuga nel momento  più delicato.

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Tomato clownfish, Amphiprion frenatus – autore Brian Gratwicke – https://www.flickr.com/photos/19731486@N07Tomato clownfish, Amphiprion frenatus.jpg – Wikimedia Commons

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Il nido viene attentamente vigilato e chiunque si avvicini (ed i subacquei lo sanno molto bene) viene incoraggiato ad allontanarsi. Sempre i sub avranno sperimentato le beccatine non molto amichevoli contro la maschera. La fecondità delle femmine varia da 600 a 1500 uova, a seconda delle loro dimensioni. Contrariamente alla maggior parte delle specie animali, la femmina prende solo occasionalmente responsabilità per le uova che è quindi a cura dei maschi. Il genitore maschio custodisce le uova fino alla schiusa che avviene circa dieci giorni più tardi. 

 

immagine in anteprima: Amphiprion ocellaris (Clown anemonefish) – autore Nick Hobgood Amphiprion ocellaris (Clown anemonefish) Nemo.jpg – Wikimedia Commons

 

Alcune delle foto presenti in questo blog sono prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o chiedere di rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

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