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livello elementare
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ARGOMENTO: SCIENZE DEL MARE
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Vespucci, Marina Militare
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Martedì 23 luglio 2024
Nave Vespucci è arrivato ad Honolulu dopo una lunga tratta oceanica, ormeggiato al Pier 9 nei pressi della famosa Aloha Tower … e proprio dalla parola Aloha vogliamo iniziare, una parola hawaiana nota in tutto il mondo come saluto ai viaggiatori. In realtà ha un significato culturale e spirituale molto più profondo per i nativi hawaiani che definisce la forza che tiene insieme l’esistenza del creato. La parola si trova in tutte le lingue polinesiane, sempre con lo stesso significato di base di “amore, compassione, simpatia, gentilezza” ma alle Hawaii ha un valore spirituale ancora maggiore che nei corrispettivi tahitiani e samoani.
Il primo dizionario hawaiano, chiamato A Dictionary of the Hawaiian Language descrive aloha come “Una parola che esprime diversi sentimenti: amore, affetto, gratitudine, gentilezza, pietà, compassione, dolore, il moderno saluto comune all’incontro” ma anche di separazione. Un altro modo di interpretare aloha è “scambio di energia”: dare e ricevere energia positiva con pensieri e interazioni positive che si propagano, si fondono e si moltiplicano con le interazioni degli altri. In sintesi, un insieme di valori umani e spiritualità per promuovere la connettività e la pace … come la missione dell’Amerigo Vespucci nel mondo.
Mercoledì 24 luglio 2024
Il Vespucci è ormeggiato al Pier 9 di Honolulu. I nostri marinai stanno scoprendo la cultura di questo stato americano nel mezzo dell’oceano, le cui tradizioni marittime si perdono nel tempo. Una delle leggende del mare più note è quella di Rata. Rata nacque da Wahieroa, figlio del dio Tawhaki, e da sua moglie Kura. Il padre fu ucciso quando Rata era solo un ragazzo e crebbe nella consapevolezza che, raggiunta l’età adulta, avrebbe dovuto vendicare la sua morte e, secondo la tradizione, riportare i suoi resti alla casa ancestrale. Per fare ciò, andò nella foresta dove trovò un albero possente che si ergeva alto e dritto con il quale avrebbe potuto costruire una grande canoa. Dopo averlo tagliato, lavorò per rimuovere i rami, distruggendo i nidi degli animali che li abitavano; questa distruzione fece arrabbiare gli spiriti della foresta ai quali non aveva chiesto il permesso di tagliare l’albero che decisero di risanare durante la notte l’albero. Quando Rata tornò la mattina dopo, con grande sorpresa non trovò l’albero che aveva tagliato, ed al suo posto vide un albero alto e possente che si slanciava verso il cielo. Si mise di nuovo al lavoro, tagliando, rimuovendo i rami e strappando la corteccia. Ancora una volta, nella notte, gli spiriti restaurarono il grande albero. La storia si ripeté e Rata, al tramonto, restò sul posto per comprendere quella magia. Quando gli spiriti, che si facevano chiamare figli di Tane, tornarono per riparare quella preziosa casa degli insetti e degli uccelli della foresta, Rata ne afferrò alcuni, chiedendo perché ostacolassero il suo lavoro. “Chi ti ha dato l’autorità di tagliare a terra il nostro dio della foresta? Non ne hai il diritto!” gridarono gli spiriti. Rata, confuso, si vergognò molto del suo atto e gli spiriti, gli insetti e gli uccelli decisero alla fine di perdonarlo. “Torna al tuo villaggio, Rata, e noi ti costruiremo una canoa“. Così fu e Rata ottenne una canoa bella e robusta che poteva trasportare 140 guerrieri. che trasportò lui e i suoi uomini in battaglia con onore.
La canoa polinesiana o canoa a bilanciere (in antico polinesiano: *waka, da cui l’hawaiano waʻa, è un tipo di canoa tradizionale dei popoli dell’Oceania, ma molto diffusa anche nell’oceano Indiano. È caratterizzata da un galleggiante laterale, detto bilanciere, collegato allo scafo da un certo numero di traverse. Le canoe polinesiane si evolsero da semplici piattaforme realizzate mettendo insieme tronchi di alberi a canoe con diverse configurazioni, stabilizzate con bilancieri laterali. Nel disegno la successione di forme nello sviluppo della barca austronesiana, Mahdi, Waruno (1999) “The Dispersal of Austronesian boat shapes in the Indian Ocean” in Blench, Roger; Spriggs, Matthew, a cura di Archaeology and Language III: Artefacts languages, and texts, One World Archaeology, 34, Routledge, p. 144−179 ISBN: 0415100542.
Giovedì 25 luglio 2024
Un’altra leggenda hawaiana riguarda un semidio locale, Māui, appartenente ad un clan di potenti spiriti. I miti hawaiani raccontano che Māui abbia creato le isole Hawaii. Māui era un cattivo pescatore ma possedeva un amo magico che poteva catturare qualsiasi cosa. I fratelli di Māui a volte lo prendevano in giro per la piccola quantità di pesce che riusciva a catturare e, per risposta, lui si divertiva facendogli degli scherzi.
Gli allievi del primo anno imbarcati sul Vespucci hanno sicuramente utilizzato Antares per il calcolo stellare, una luminosa stella della costellazione dello Scorpione. Questa costellazione è conosciuta in Polinesia come l’amo di Maui – Fonte e autore mappa creata da Torsten Bronge – wikimedia commons
Un giorno Māui li convinse a portarlo a pescare e fece impigliare il suo grande amo sul fondo dell’oceano. Disse ai fratelli di aver pescato un grosso pesce e chiese loro di pagaiare il più forte possibile. I suoi fratelli pagaiarono con tutte le loro forze e, concentrati nel loro sforzo, non notarono che il fondo del mare veniva portato in superficie, creando un’isola dietro di loro. Māui ripeté con il suo amo magico questo trucco più volte, creando così le isole Hawaii. La navigazione polinesiana, come ricorderete in alcuni nostri articoli, si basa su un insieme di complesse conoscenze oceanografiche astronomiche e, non a caso, la costellazione dello Scorpione viene conosciuta in Polinesia come l’amo di Maui.
Per i nativi polinesiani, la navigazione non era solo un’arte antica ma una pratica spirituale e scientifica per cui ai loro navigatori veniva richiesta una conoscenza profonda del cielo notturno e dei cambiamenti della latitudine celeste durante tutto l’arco dell’anno. Con questa conoscenza, le stelle costituivano di fatto una bussola stellare ed un mezzo per determinare quella che nel mondo occidentale era chiamata latitudine. Se volete approfondire Nei mari della Polinesia, dal Kon Tiki al Hōkūle’a, alla scoperta della navigazione antica polinesiana • (ocean4future.org)
Venerdì 26 luglio 2024
Dal Vespucci si vede l‘Aloha Tower, un faro non più in uso che è considerato uno dei punti di riferimento dello stato delle Hawaii. Con i suoi 56 metri di altezza sormontati da un asta di 12 metri, per quattro decenni l’Aloha Tower è stata la struttura più alta delle Hawaii, costruita nello stile architettonico gotico hawaiano. Una curiosità … dopo l’attacco a Pearl Harbor, il 7 dicembre 1941, ai membri della Guardia costiera dell’USCGC Taney (WHEC-37) fu ordinato di assumere posizioni difensive attorno all’Aloha Tower. che fu dipinta con una colorazione mimetica per essere invisibile di notte. Nel 1982, l’Hawaii Maritime Center fu aperto in un vecchio molo vicino all’Aloha Tower per presentare la storia del porto di Honolulu e le relative industrie che serviva. Nel 2002, l’Hawaii Maritime Center divenne un’istituzione incorporata del Bishop Museum.
Sabato 27 luglio 2024
Nave Vespucci continua la sua sosta operativa a Honolulu … un flusso di visitatori affolla il molo 9 (pier 9), incuriositi dalla nave più bella del mondo. Non si può andare ad Honolulu e non visitare le sue rinomate spiagge. Tra tutte (e vi assicuro ce ne sono tante) la Waikiki beach (in hawaiano significa spiaggia dalle “acque dolci che sgorgano”), dalla quale si può osservate il Diamond Head, un cono vulcanico inattivo che rappresenta una delle escursioni più spettacolari.
Dopo una passeggiata sulla soffice e dorata sabbia, i frequentatori possono decidere di stendersi al sole per abbronzarsi o dedicarsi a qualche attività sportiva, in primis il surf, uscite sui tanti hobie cat, piccoli e veloci catamarani, e, perché no, un pò di snorkeling in quelle acque cristalline. Alla sera vengono accese grandi torce che creano un effetto suggestivo e romantico, spesso accompagnato dal suono degli ukulele. Sicuramente qualcuno si” innamorerà”.
Domenica 28 luglio 2024
Buongiorno da Honolulu. Il Vespucci si prepara per la partenza per la prossima tratta di 28 giorni per raggiungere Tokio, nel Paese del Sol Levante che avverrà nelle prossime ore. Il tempo previsto è buono, con mare nei settori poppieri e onda massima intorno a un metro. Condizioni che saranno prevedibilmente costanti nei prossimi giorni grazie all’effetto dell’alta pressione del nord Pacifico. Gli allievi non dimenticheranno l’ospitalità hawaiana e la possibilità di poter nuotare sulle loro splendide spiagge. Qualcuno ha provato l’ebbrezza del surf, uno sport oggi popolare ma che in antichità era privilegio della classe dominante.
Non a caso nei diari di Cook si racconta che il capo villaggio (Ali’i) era tradizionalmente il surfista più abile della comunità, e di diritto possedeva la migliore tavola fatta con il miglior legno. Era un’attività di nicchia perché solo la classe dirigente aveva le migliori spiagge e le migliori tavole (indipendentemente dal sesso dei praticanti), mentre gli altri indigeni non vi erano nemmeno ammessi. Gli Hawaiani selezionavano con cura tre tipi di alberi, il koa (Acacia koa), lʻulu (Artocarpus altilis) e il wiliwili (Erythrina sandwicensis), da cui tagliare le tavole che sarebbero state poi scavate e modellate per ottenere i surf. Si narra che, per ingraziarsi gli dei, i surfisti ponevano un pesce in una buca sulla spiaggia come offerta rituale per poter trovare l’onda perfetta. Descrizioni colorite di questa attività arrivarono presto in tutto il mondo e nacquero i primi club. Il più famoso fu quello di Waikiki dove i locali iniziarono a tenere lezioni e dimostrazioni per i turisti.
Questa era la base dei Waikiki Beach Boys, hawaiani per lo più nativi che frequentavano la spiaggia, facevano surf ogni giorno e insegnavano ai ricchi turisti della costa come cavalcare le onde. Furono proprio i gruppi di surfisti alle Hawaii, e in seguito in Australia, California e Sudafrica, a gettare le basi per la moderna cultura del surf in tutto il mondo. Una sensazione indescrivibile quella di scivolare in equilibrio su una tavola lungo una parete d’acqua, diventando un tutt’uno con la forza della natura. Come i surfisti dicono, tutto il resto non conta … che aggiungere se non Aloha.
Lunedì 29 luglio 2024
Ultime ore a Honolulu; la partenza alla volta di Tokyo sarà domani martedì mattina 30 luglio alle 08:45 ora locale (in Italia saranno le 20:45). Il Comandante Lai domattina dirigerà verso Tokio dove arriverà fra circa quattro settimane. Nel frattempo gli allievi continueranno il loro addestramento pratico in tutti i servizi di bordo, indipendentemente dai corpi di appartenenza. Tra gli allievi imbarcati troviamo componenti di molti dei corpi della Marina Militare; oltre agli allievi ufficiali di Stato Maggiore, destinati a ricoprire incarichi di comando navale, troviamo quelli del Corpo del Genio della Marina che vantano nella storia navale italiana personaggi di spicco come Benedetto Brin, Vittorio Cuniberti, Ernesto Martinez, Raffaele Rossetti, Angelo Scribanti, Teseo Tesei e Elios Toschi di cui abbiamo parlato in molti nostri articoli su OCEAN4FUTURE. Il Genio navale è preposto alla conduzione, mantenimento in efficienza e allo sviluppo del materiale navale in uso nella Marina Militare italiana; un tempo legato alla direzione e progettazione delle architetture navali, dalla progettazione degli scafi, alle macchine di propulsione, dal 1º gennaio 2017, in seguito all’integrazione del Corpo delle armi navali con il Corpo del genio navale ed all’allargamento delle funzioni del Corpo, si articola nelle seguenti specialità:
- Specialità genio navale (GM/GN) e Specialità genio infrastrutture (GM/INFR) conseguendo di massima la laurea in Ingegneria civile e ambientale presso gli atenei convenzionati di Genova, Napoli o di Trieste;
- Specialità armi navali (GM/AN) seguendo il corso di laurea in ingegneria delle telecomunicazioni presso le Università di Genova, Pisa e Roma
.A tal fine gli ufficiali del Genio navale, dopo aver frequentato 4 anni di corso presso l’Accademia Navale di Livorno e conseguito le lauree di competenza, prestano servizio a bordo in qualità di ufficiali di macchina e, in seguito, in compiti di sviluppo e dirigenza degli enti tecnici della Marina, in special modo gli arsenali navali. Vedremo di più nelle nostre prossime pillole di vita di bordo.
Andrea Mucedola
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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