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L’evoluzione delle piramidi egizie

tempo di lettura: 6 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: ARCHEOLOGIA
PERIODO: V – III MILLENNIO a.C.
AREA: ORIENTE
parole chiave: Archeologia egizia, architettura

Come abbiamo letto in un precedente articolo, le piramidi egizie, rispetto ad altre costruzioni antiche, mantengono quindi una loro peculiarità. La più antica piramide conosciuta è quella di Djoser/Zoster, un faraone della III dinastia, situata a Saqqara, a trenta km a sud della città moderna del Cairo, all’interno di una vasta necropoli che ebbi modo di visitare nel 2000, ammirandone gli imponenti gradoni. Essa è oggi considerata la più antica tra le piramidi egizie e l’antesignana di quelle che diverranno poi, con la IV dinastia, le cosiddette “piramidi perfette” che possiamo ammirare a Giza.

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sotto la piramide di Zoster, 2000 – photo credit tiziana forti

Osservandola è composta da sei strati che si ergono da un basamento rettangolare, mastaba (dall’arabo che significa “panchina”), che si sviluppa verso l’alto in una piramide a gradoni. Dallo studio delle iscrizioni il suo artefice fu Imhotep, definito capo degli scultori. Architetto, ingegnere, ma anche astronomo, medico di corte, scriba reale, “detentore del sigillo” e Gran Sacerdote di Ptah, che assunse una fama tale che dopo la sua morte i Greci lo ritennero simile ad un dio, arrivando ad equipararlo ad Esculapio, il padre della medicina.

Come abbiamo scritto in altri articoli, la conoscenza della matematica e della geometria permise agli Egizi di studiare strumenti che trovarono molteplici usi: dall’ingegneria alla topografia, dall’architettura alla navigazione (molti degli strumenti nautici che noi conosciamo e utilizziamo derivarono da intuizioni egizie).

Una curiosità, sebbene gli Egizi usassero il sistema decimale, le questioni religiose erano regolate dal sistema sumerico basato sul numero 60. Il cielo era suddiviso in tre parti, ciascuna delle quali comprendeva 12 corpi celesti, ma anche l’aldilà era diviso in dodici parti come il giorno e la notte.

La domanda che ci possiamo porre è perché gli antichi egizi iniziarono a costruire questi edifici maestosi.
Alla base potrebbe esserci il valore simbolico dell’avvicinarsi al cielo, agli dei e quindi all’eternità, ma potrebbe esserci un motivo più terreno ovvero fornire una protezione aggiuntiva contro i ladri di tombe che non si ponevano il problema di saccheggiare le tombe dei regnanti egizi poste nelle basse mastaba scavando dall’alto1. Quando Djoser salì al potere, l’influenza del culto del dio del sole Ra potrebbe aver portato al desiderio di costruire strutture rivolte in alto nel cielo. Secondo Verner2, in un testo risalente a circa 4.400 anni fa si riportava “possa il cielo rendere forte la luce del sole per te, possa tu innalzarti al cielo come l’Occhio di Ra

Di fatto le piramidi successive furono costruite utilizzando pietre, tagliate ad arte, e abbandonando i precedenti e fragili mattoni di fango. Il faraone Sneferu (regno dal 2575 al 2551 a.C. circa) costruì le prime tre piramidi con lati piatti a Dahshur: la Piramide Piegata e la Piramide Rossa e, a Meidum, la Piramide di Meidum, un esempio notevole del progresso della tecnologia raggiunta, passando dalla struttura a gradoni a quella “vera” piramidale.

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La piramide di Meidum – autore KurohitoMeidoum03.jpg – Wikimedia Commons

Le indagini archeologiche della piramide mostrano che fu inizialmente concepita come una struttura a sette gradini, costruita in modo simile al complesso Djoser a Saqqara, ma in seguito furono apportate modifiche per aggiungere un’altra piattaforma ed il rivestimento in pietra calcarea per creare la finitura liscia e angolata caratteristica di una “vera” piramide.

Sotto Sneferu, primo faraone della IV dinastia, ci fu quindi un’importante evoluzione nelle strutture piramidali monumentali che avrebbero portato alla costruzione della Grande Piramide di Giza, costruita da suo figlio e successore Cheope/Khufu come suo luogo di sepoltura. Cheope regnò dal 2551 al 2528 a.C. circa dando vita a grandi opere tra cui la grande piramide, considerata una delle sette meraviglie del mondo. Costruita all’inizio del XXVI secolo a.C., in un periodo di circa 27 anni, è situata all’estremità settentrionale della linea delle tre piramidi di Giza. Inizialmente alta 146,6 metri, la Grande Piramide è stata la struttura artificiale più alta del mondo per oltre 3.800 anni e molti pensano nasconda ancora molti segreti.

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Grande Piramide di Giza, costruita dal faraone Cheope/Khufu – photo credit andrea mucedola

Un’opera, è il caso di dirlo, “faraonica” ottenuta utilizzando circa 2,3 milioni di blocchi di grandi dimensioni, per un peso totale di 6 milioni di tonnellate. La maggior parte delle pietre cavate dagli operai egizi (non si trattava di schiavi come si è un tempo detto) utilizzando pietra calcarea dell’altopiano di Giza non hanno dimensioni o forma uniformi e sono solo rozzamente lavorate. Una volta messe in luogo erano unite da malta.

L’analisi mineralogica ha rivelato che altri blocchi furono importati via nave sul Nilo; calcare bianco di Tura per l’involucro e blocchi di granito di Assuan, del peso fino a 80 tonnellate, per la struttura della “Camera del Re”, cosa che dimostra la capacità degli Egizi nella costruzione di queste grandi imbarcazioni. All’interno della Grande Piramide sono contenute tre camere: la prima scavata nella roccia ma restata incompiuta, e le camere delle Regina e del Re, che contengono un sarcofago di granito, entrambe all’interno della struttura piramidale. Secondo gli archeologi egiziani potrebbero però esserci nuove sorprese con altre camere nascoste all’interno dell’enorme piramide.

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la piramide di Khafre e, in primo piano la sfinge. Gli archeologi ritengono che fu realizzata intorno al 2.500 a.C. per il faraone Chefren, il costruttore della Seconda Piramide di Giza. La Sfinge è un monolite scolpito nella roccia dell’altopiano, che fungeva anche da cava per le piramidi e altri monumenti della zona e curiosamente deve il suo nome al periodo classico, ovvero 2.000 anni dopo la sua costruzione. in origine era chiamata Hor-em-akhet, per “Horus dell’orizzonte”, la deità solare; – photo credit @ andrea mucedola

Intorno al 2570 a. C, il faraone Khafre/Chefren figlio di Khufu (regno dal 2520 al 2494 a.C. circa) costruì la seconda piramide più grande di Giza. La piramide con una lunghezza di base di 215,5 m e raggiunge un’altezza di 136,4 metri (448 piedi), fu costruita con blocchi di calcare del peso di oltre 2 tonnellate ciascuno. La pendenza della piramide sorge con un angolo di 53° 13′, più ripido rispetto alla vicina piramide di Cheope, che ha un angolo di circa 51°. Nei suoi pressi si trova il tempio della valle di Chefren, situato più vicino al Nilo, proprio accanto alla Sfinge. 

In seguito, dopo il regno di Ahmose I, faraone della XVIII dinastia, i suoi successori iniziarono a costruire le loro tombe nella Valle dei Re forse più facilmente controllabile. Di fatto il suo successore Amenhotep I fu il primo a separare il suo tempio funerario dalla sua tomba, probabilmente nel tentativo di tenere la sua tomba al sicuro dai ladri. Il tempio funerario di Amenhotep fu in gran parte demolito per far posto alla terrazza inferiore del tempio funerario costruito circa 50 anni dopo dalla regina Hatshepsut, e rimangono solo pochi mattoni con inciso il nome di Amenhotep. Le statue reali all’interno del tempio furono poi spostate nel vicino tempio funerario di Mentuhotep II. Thutmose I, fratello di Hatshepsut, fu il primo faraone a essere definitivamente sepolto nella Valle dei Re.

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il faraone Thutmosis I fu uno dei grandi re guerrieri dell’antico Egitto, che estese i suoi domini a sud fino alla Nubia e a nord fino alla Siria. In segno di ringraziamento agli dei, contribuì con molti monumenti nella capitale Tebe (oggi chiamata Luxor). Nella necropoli tebana è stata ritrovata la tomba di Ineni (Aneni), l’architetto responsabile della costruzione della tomba – autore foto Jorge LascarObelisk of Thutmose I- The smallest of the two remaining obelisks. Each face has three lines of inscriptions (14208192862).jpg – Wikimedia Commons

Le cronache riportano che l’architetto Ineni fu incaricato di scavare questa tomba e presumibilmente di costruire il suo tempio funerario che non fu però mai ritrovato, forse perché incorporato o demolito durante la costruzione del tempio funerario di Hatshepsut a Deir el-Bahri. 

La storia delle piramidi egizie potrebbe raccontarci molte cose di quel periodo lontano ma si presterebbe anche a tante speculazioni fantasiose ed intriganti che negli ultimi secoli sono state ipotizzate. Studiosi di egittologia e di archeologia mesopotamica che, basandosi su documenti tradotti da antichi testi cuneiformi3 ritengono che le posizioni delle piramidi (non solo quelle egizie) fossero degli allineamenti per le navicelle spaziali degli Dei, giunti sulla Terra da un altro pianeta per colonizzarla e prelevarne le ricchezze … ma questa è un’altra storia.

Andrea Mucedola

 

in anteprima la grande piramide di Giza, 2000 – photo credit @andrea mucedola 

 

Note

1 Reg Clark, “Securing Eternity: Ancient Egyptian Tomb Protection from Prehistory to the Pyramids” American University in Cairo Press, 2019

2 Verner “The Pyramids: The Archaeology and History of Egypt’s Iconic Monuments” American University in Cairo Press, 2021.

3 Zacharia Sitchin, “The 12th Planet”, 1976, in italiano “Il pianeta degli dei”, edizioni Piemme

 

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