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La marina della stella di Davide

tempo di lettura: 6 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Marina israeliana

 

In questi giorni drammatici l’IDF (acronimo per Forze di Difesa Israeliane) sta pianificando l’intervento nel territorio di Gaza in un’operazione complessa per “eliminare” le forze militari di Hamas che vedrà coinvolte tutte le componenti della Difesa. I media hanno riportato che la Marina israeliana ha già iniziato a colpire con missili e razzi gli obiettivi sensibili nella striscia di Gaza in attesa dell’attacco da terra. E’ probabile se non certo che in appoggio all’azione di fuoco condotta dalle unità navali e terrestri anche Reparti delle forze speciali della Marina (Shayetet 13) possano sbarcare per colpire bersagli sensibili.

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Quali sono le origini della Marina israeliana?
Il primo embrione di una forza marittima risale agli anni ’30 quando fu creata a Civitavecchia l’Accademia Navale Betar, una scuola di addestramento navale ebraica sovvenzionata dal movimento sionista revisionista. La Scuola, sotto la direzione di Ze’ev Jabotinsky, aveva il compito di addestrare alle discipline nautiche e marinaresche cadetti ebrei provenienti da tutto il mondo con lo scopo di formare i futuri comandanti della Marina israeliana sia dal punto di vista teorico che pratico con lezioni tenute sulla nave scuola Sarah I. Nel 1943 fu fondata la Palyam, il ramo navale del Palmach, con il compito di supportare i piani di migrazione clandestina dei cittadini ebraici in Palestina. La genesi e le prime azioni del Palyam le avevamo raccontate in diversi articoli.

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Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’inizio dell’insurrezione ebraica nella Palestina (all’epoca sotto Governatorato britannico assegnato con mandato dalle Nazioni Unite), i membri del Palyam continuarono ad effettuare attività clandestine, spesso avversate violentemente dalla marina britannica. In risposta, in quel periodo furono organizzate azioni di commando contro le navi di impiegate dalla Royal Navy. Durante gli ultimi mesi del mandato britannico in Palestina, ex volontari ebrei che avevano servito nella Royal Navy iniziarono a lavorare nel porto di Haifa utilizzando navi impiegate per favorire l’immigrazione clandestina (conosciute come la Flotta delle Ombre) e recuperandone altre per rimetterle in servizio. Di fatto, all’inizio della prima guerra arabo-israeliana del 1948, in contemporanea con la fondazione dell’IDF, la componente navale israeliana aveva in dotazione solo quattro navi Aliyah Bet sequestrate e ristrutturate. Nell’ottobre 1948 fu acquistato un primo cacciatorpediniere dalla marina degli Stati Uniti. Va ricordato che in quegli anni, la nascente marina israeliana era formata da ex volontari ebrei che avevano servito nella Royal Navy in possesso di limitate capacità tecniche e esperienze operative, e di alcuni membri del Palyam e della marina mercantile che, sebbene avessero partecipato alle operazioni per l’immigrazione clandestina, non avevano alcuna esperienze di condotta di navi militari da combattimento. Inoltre, nonostante ci fossero tra i volontari degli ex-ufficiali ebrei provenienti dalla marina statunitense e britannica, essi venivano spesso male impiegati e sottoposti ad ufficiali non qualificati del Palyam. 

Durante la guerra arabo-israeliana, le navi da guerra prestarono servizio di pattugliamento costiero e bombardarono obiettivi arabi a terra, comprese installazioni costiere egiziane dentro e intorno all’area di Gaza fino a Port Said. La marina israeliana attaccò anche la marina egiziana in mare durante l’operazione Yoav utilizzando  dei commando navali israeliani che impiegarono dei barchini esplosivi, simili a quelli usati dalla X flottiglia MAS durante la guerra. Questa prima azione, avvenuta di fronte a Gaza, comportò l’affondamento della nave ammiraglia egiziana “Emir Farouk” e di un dragamine, ma fu strategicamente importante perché liberò le coste Israeliane dalla pressione della Marina Egiziana e permise all’esercito di invadere la striscia di Gaza.

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i barchini impiegati durante l’attacco alla nave ammiraglia egiziana Farouk. I piloti erano stati addestrati da un ex membro della X Flottiglia MAS, Capriotti

Nonostante il successo ottenuto, la situazione della nascente Marina era deficitaria se confrontata a quella delle altre forze armate e lo Stato Maggiore si preoccupava più degli aspetti politici interni alla forza armata che operativi.

La situazione incominciò a cambiare quando il capitano di vascello della Royal Navy Ashe Lincoln, che era di religione ebraica, consigliò al primo ministro David Ben-Gurion di acquistare unità navali moderne facendosi consigliare da professionisti della marina britannica e statunitense. Ashe Lincoln volle sottolineare come il servizio navale era afflitto da una grave incapacità decisionale (Gershon Zak, allora a capo del servizio navale dell’IDF era un burocrate senza alcuna esperienza marittima) che comportava dolorose diatribe interne che non aiutavano nel progetto di crescita della Marina.  Dopo l’ennesimo rifiuto di accettare aiuto e supporto da parte di ufficiali di esperienza provenienti da altre marine, molti volontari provenienti da altre marine preferirono allontanarsi. Una crisi direttiva che fu alla fine percepita a livello politico e portò alla decisione di eleggere il primo Comandante in capo della marina con il grado di ammiraglio (Aluf),  Shlomo Shamir.

A partire dai primi anni ’50 la marina israeliana incominciò ad acquistare fregate, torpediniere, cacciatorpediniere e infine sottomarini, formando i suoi ufficiali nelle accademie della Royal Navy ed a Malta, nonché in Francia. Quegli anni portarono al consolidamento di una capacità offensiva che diede i suoi frutti durante la guerra dello Yom Kippur del 1973 quando cinque navi missilistiche della marina israeliana affondarono (senza perdite) cinque navi siriane durante la battaglia di Latakia. Di conseguenza, la Marina siriana restò confinata in porto per il resto del conflitto. Fu la prima battaglia navale della storia tra navi missilistiche dotate di missili superficie-superficie.

Un altro impegno significativo fu la battaglia di Baltim, durante la quale sei navi missilistiche della marina israeliana ingaggiarono quattro navi missilistiche della marina egiziana, affondandone tre, ancora una volta, senza perdite. Significativo dal punto di vista tattico fu l’impiego dei primi sistemi di guerra elettronica. Nel 2006, un attacco a sorpresa contro l’INS Hanit, la nave ammiraglia della Marina israeliana da parte di un missile YJ-83, lanciato da una batteria terrestre di Hezbollah, portò ad un punto di svolta per la dottrina e le operazioni navali israeliane. La Marina era ormai matura per un nuovo cambio generazionale.

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La marina odierna
Oggi il concetto operativo della marina israeliana può essere riassunto nei seguenti compiti:

Proteggere e difendere lo Stato di Israele dalle minacce marittime

Assicurare le operazioni marittime vitali dello Stato di Israele

Assistere l’esercito israeliano in caso di conflitto

Colpire i bersagli nemici

Produrre e valutare immagini dello spazio marittimo

Fornire mezzi di trasporto per i soldati

Eseguire missioni di ricerca e salvataggio in mare

Addestrare le forze navali dell’IDF

Eseguire determinate missioni di terra nel quadro delle istruzioni dell’esercito.

La Flotta israeliana è composta da un certo numero di corvette missilistiche, armate con tecnologie allo stato dell’arte, e cinque sottomarini (classe Dolphin 1 e 2 serie), nonché da unità minori (45 motovedette) e due navi appoggio con 9.500 attivi e 10.000 riservisti. Non ultima ha il controllo della 13a flottiglia, Shayetet 13, un’unità di commando navale d’élite specializzata in incursioni mare-terra, antiterrorismo, operazioni di sabotaggio, raccolta di intelligence marittima, salvataggio di ostaggi marittimi e imbarco … tra le unità più altamente addestrate e segrete israeliane.

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corvetta missilistica Sa’ar 5 INS Lahav

La Flotta non ha aeromobili assegnati in quanto gli aerei gestiti dalla Marina israeliana, anche quando includono a bordo specialisti di missione della Marina, sono pilotati e mantenuti da personale dell’aeronautica israeliana e fanno parte della struttura di comando dell’aeronautica militare. La marina dispone di un elicottero senza pilota (drone) prodotto dalla Aeronautics Defense Systems imbarcato su corvette di classe Sa’ar 5.

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corvetta missilistica Sa’ar 6

Quale Futuro?
Attualmente è in costruzione il sesto sottomarino Dolphin 2 (INS Drakon). Israele ha firmato un protocollo d’intesa con la Germania per la costruzione di tre sottomarini di classe Dakar con consegna prevista alla fine degli anni ’20, che sostituiranno i tre sottomarini Dolphin 1 consegnati alla fine degli anni ’90.

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INS Dolphin

Nell’agosto 2021, la Israel Shipyards ha annunciato che la Marina israeliana ha firmato un accordo per la progettazione e la fornitura di una nuova classe di navi missilistiche basate sulla corvetta classe Sa’ar 72 che sostituirebbe le sue navi Sa’ar 4.5 a partire dalla metà degli anni 2020. Esse saranno equipaggiate con il sistema di difesa aerea C-Dome della Rafael Advanced Defense Systems.

In pratica, una marina costiera il cui compito permane di affiancamento delle altre componenti ma la cui superiorità tecnologica la rende temibile nello scacchiere medio orientale. 

 

immagini da wikipedia e wikimedia commons in public domain – in anteprima lancio di un missile Gabriel da una corvetta missilistica 

 

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